francamente è talmente fuori luogo la tua ultima farfugliata che non capisco se tu stia scherzando o parlando seriamente...!
Parli del nervo Vago senza sapere cosa sia e quali effetti abbia sull'attivita cardiaca (perchè è il primario inibitore di quella, ha effetto su quella e solo su quella) nulla a che vedere con l'arresto dell'animale, che avviene, per cessazione non del battito del cuore ma dell'attività corticale. Guarda non ho voglia di perdere tempo con te, ma un consiglio utile e costruttivo te lo dò, dammi retta, leggi e cerca di capire, invece di parlare di quello che non conosci.
Una cosa, magari secondaria ma certa, ho dato esami di medicina tra cui istologia, fisiologia e patologia generale, ... qualcosa di concreto e serio lo posso dire sui cicli vitali e fisiologici, tu da come farfugli non sai in questo campo di cosa si stia parlando.
G.G.
---------- Messaggio inserito alle 10:14 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 09:26 PM ----------
Non è così, qui si caccia il cervo da fine anni '90, io sono stato abilitato al primo corso 1998, sono in attività da 24 anni e in diretto contatto, per il mio lavoro con responsabili gestionali e recuperatori, non di rado ho discusso esattamente di questo con Fulvio Ponti che condivideva; di cervi colpiti bene ma magari con insufficiente penetrazione per l'uso di palle errate o calibri anemici in 24 anni ne abbiamo visti a centinaia, ne abbiamo visti perduti moltissimi che ritrovati (prima dell'epoca dei lupi) non di rado hanno mostrato ferite a volte inadeguate, ma spesso anche ferite non trascurabili... non sarà Hulk il Bambi grosso, ma incassa delle belle sventole.
Ma poichè parlare di animali altrui pur se interessante lascia spazio a dubbi, dico cosa ricordo ed ho visto accadere io in un caso molto istruttivo, visto con i miei occhi: cervo giovane corporatura media, allertato quindi adrenalinizzato, sparato da 150 metri con 338 Win. Mag. e palla Nosler Partition da 225 grs, centro nel retrospalla medio con angolo di traiettoria che passa i due polmoni e scardina la scapolo omerale opposta.
Animale che parte sulla fucilata come nulla fosse accaduto, scompare oltre delle piante, verifichiamo dopo che percorsi quasi 120/130 metri, l'animale si è spento. Cervo colpito bene in cassa in Ungheria con cartuccia 7 Rem Mag. e palla Partition da 160 grs, doppio pneumotorace ... trovato il giorno dopo, percorsi 190/200 metri.
Non è così? Lo dice lei!
E' quello che accade quasi sempre.
Si informi non in armeria o tra chiaccheroni, ma presso un ente provinciale di gestione della selezione, in cui si hanno cervi o più in genere animali colpiti e non recuperati, ... i numeri ed i resoconti dei ritrovamenti parlano chiaro.
I libri insegnano il ritornello noto che lei cita (per completezza manca solo lo scalcio della zampe posteriori per il colpo diaframmatico arretrato), ma essi per forza di cose devono sintetizzare un comportamento "tipo" che ci dice cosa potrebbe accadere, ma non sempre indovina cosa accadrà. In realtà per capire il motivo della reazione come sempre si deve analizzare lo stato di allerta e quindi di adrenalizzazione dell'animale, perchè è questo che fa la differenza, e qui non si tratta di una teoria soggettiva o di una "impressione" ma di una regola e causa fisiologica certa e nota a chi sa qualcosa di medicina.
I cacciatori che non sono medici e non hanno cognizioni di fisiologia, che non hanno esperienza lunga e fitta non lo sanno.
Se la preda è già protetta dallo shock per un forte riversamento endogeno di ormoni surrenali, stia certo che non subisce il blackout corticale e quindi finchè ha ossigenazione encefalica vive e scappa.
L'adrenalina con la spasmo vasocostrizione che causa, crea una ulteriore pompa vascolare, il risultato spesso è duplice: nessuno shock e in più irrorazione cerebrale magari scarsa, ma presente e protratta per alcune manciate di secondi, ... quindi centinaia di metri percorsi o anche di più.
La preda cade se c'è interessamento diretto o indiretto (onda d'urto forte) del SNC; lì si spegne la luce.
Da militare ero a Pisa, stuidente di medicina ero nel personale della sanità militare della S.Mi.Par. Chissà perchè, il protocollo per trauma gravissimo di colpi d'arma da fuoco era ... una grossa endovenosa di adrenalina, cortisonici e coagulanti. Chissà perchè l'intracardiaca che si fa in casi estremi è una grossa siringa di adrenalina iniettata direttamente intraventricolare, ... ci sarà un motivo...? Io credo di sì.
Poi ognuno rimanga pure sulle proprie convinzioni.
Cordialità
G.G.

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