Gli portammo, a me parve, con fare sacrilego: una doppietta H&H originale antica dell'800 tra le prime retrocarica della Casa Inglese e la mia Giacinto Zanotti, molla indietro, con canne Altendorf e Wright.
Andrea le maneggiò, osservò e mosse i meccanismi, l'inglese sentenziò, avesse le molle rotte, aperta davanti a noi vedemmo che era così, ci indicò cosa si sarebbe potuto fare.
Presa in mano la Giacinto, gli chiesi cosa avrebbe fatto, onestamente, se fosse stata sua...
Toccata la mia Giacinto, aperta, scossa, armati i cani, osservata l'arma ovunque, mi disse che non doveva essere toccata.
Solo un piccolo riporto per rinfrancare l'insieme canne bascula, ma nulla di più, un lavoro di un ora, null'altro... è di fine '800, credo del 1899 sentenziò.
Credo che al cospetto di questi Uomini, chi ha il sangue invaso dalla passione, "senta" che c'è accanto qualcosa di diverso, qualcuno più grande del solito, sta lì davanti a noi.
Roberto Aguzzoni, ex collega a Diana, ottimo conoscitore di armi ed armaioli della sua terra, me lo aveva anticipato il giorno prima.
Andrea è un uomo semplice e ormai un poco dimesso, occhi acuti e mani fatte per costruire e riparare armi, collegate ad un cervello che in modo evidente dimostra di essere un raffinato scrigno di nozioni e conoscenza profondissima e geniali intuizioni.
Con Lui non se ne va semplicemente un altro dei grandi, ... credo che ben peggio, con l'ultimo, si sia perduta stavolta la razza dei veri maestri armaioli.
In una officina polverosa e operosamente popolata, di geni e maghi del ferro ridotto in farina, a lima, in un luogo lontano in cui le belle cose sono intatte e quelle che credevamo perdute, esistono ancora, più splendide che mai, un Grande quanto semplice e modesto Uomo, è tornato "in Famiglia".
Ora credo di capire, perchè avesse un aspetto semplice e un pochino dimesso, ... perchè da questo mondo, forse non si aspettava ormai nulla e forse sentiva maturi i tempi per il lungo viaggio di ritorno, a casa.
Un capo pellerossa, con saggezza e certezza interiore, oltre un secolo fa scriveva sulla fine della Vita dell'Uomo: ... "Canta la tua ultima canzone, e muori come un eroe, che torna a Casa".
Magari sono un illuso, eppure qualcosa mi dice che ho diritto e ragione di vedere nella mia immaginazione questa realtà fantasiosa e fantastica.
In quella vecchia originaria Officina Toschi che si trova intatta in un paese celeste lontano, in quella degli Zanotti, Stanzani, Fabrizioli e anche in quelle inglesi e belghe, un giorno lontano sono certo, che entrerò.
Eterno Riposo donagli o Signore, risplenda a Lui la luce perpetua e riposi in pace. Così Sia.
G.G.
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