Il tema è la balistica terminale venatoria.
Per info, sentendo parlare direttamente molti cacciatori mi sono reso conto che pochi, se non pochissimi, oltre a saper sparare, non conoscono fondamenti di balistica, o almeno ritengono detti fondamenti non necessari alla pratica da loro attuata.
Tralasciando polemiche e contorni vari vengo subito al dunque elencandovi i dati a mia disposizione.
La caccia in esame è quella al cinghiale, parliamo anche di una regione, la Sardegna, e parliamo anche di un tipo di caccia particolare, la battuta. Il calibro dell'arma è un .270Win
Aggiungo alcuni dati:
-Peso medio dell'animale 70 Kg con abbattimenti rari di esemplari superiori agli 80 Kg.
-La distanza di tiro non supera mai (conoscendo le zone di caccia e le poste assegnate) la distanza di 50 metri ma con tiri anche molto ravvicinati (a seconda della direzione presa dalla preda) parliamo anche di 7 -10 metri.
Con questi dati alla mano, tralasciando l'etica venatoria, quale munizione (possibilmente marca modello e grani) commerciale (non ricaricata) è più indicata allo scopo???
Sento spesso parlare di prede ferite sfuggite al tiratore, e credo conoscendo l'ignoranza (in senso non offensivo) di molti cacciatori sulla balistica, che tali fughe non siano dovute ad una scarsa abilità del tiratore, bensì ad un utilizzo di una munizione non adatta ai parametri sopra indicati.
Parlando di balistica terminale venatoria, ho capito (correggetemi se sbaglio) che i fattori principali per un abbattimento pulito sono indispensabili alcuni parametri:
-Cavità temporanea della ferita
- Cavità permanente
- Energia ceduta dal proiettile alla preda
- Naturalmente, organi vitali colpiti. Ma questo elemento gradirei non tenerlo in considerazione.
Dati ovviamente correlati tra loro, ma comunque legati alle caratteristiche della munizione (e abilità del tiratore).
Con quanto esposto potreste consigliarmi e magari motivare le vostre indicazioni???
Un ringraziamento in anticipo.
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