E sì, caro Mario, non fatico a comprendere come tra i fucili in rastrelliera tu preferisca la mitica doppietta S.Uberto 2 della sfortunata Vincenzo Bernardelli SpA., probabilmente dotata di canne in acciaio speciale KMO delle acciaierie Cogne.
Azienda bresciana che in passato, grazie alla qualità e alla linea classica delle sue doppiette, ha contribuito ad elevare nel mondo il prestigio dell'arte armiera italiana.
Dopo le note vicende, asseritamente dovute all'embargo ONU in direzione dell'Iran, con cui aveva instaurato considerevoli rapporti commerciali impegnandosi finanziariamente in maniera esponenziale, è stata rilevata da capitale turco, ma la sua produzione viene tuttora svolta in prevalenza nella sede di Torbole Casaglia, alle porte di Brescia, diretta dall'Ing. Francesco Garatti, menager della vecchia società, subentrato nell'incarico a quel grande tecnico che è stato Piero Torosani, andato in pensione.
A detta dei suoi estimatori, che sono ancora tanti, starebbe registrando una significativa ripresa grazie ad un semiautomatico di nuova concezione recentemente balzato agli onori dei media specializzati per essere risultato primo, per qualità ed efficienza, nella classifica mondiale di quella categoria di fucili, tanto da assicurarsi le preferenze dei cacciatori dell'Est Europeo, Russia in particolare, avendo sparato senza riscontrare alcun problema a 30/40 gradi sotto zero.
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