mi chiamo Alessandra, ho 62 anni e sono di Roma.
A settembre del 2018 è entrato nella mia vita Baldo, un bracco italiano di 2 mesi e da lì tutto è cambiato.
Avevo già avuto altri cani, ma non sapevo cosa mi aspettava. E' stata una esperienza bellissima, ho imparato tanto da lui anche a cacciare.
Si perché in famiglia non c'è un cacciatore, ma non per questo abbiamo negato a Baldo di praticare quello per cui era nato, solo che lo abbiamo fatto ogni giorno nei grandi parchi cittadini e nei finesettimana in campagna.
Ricordo con grande commozione quando una volta individuata la preda, un piccione o uno scoiattolo, si girava a guardarmi come a dire "dai stavolta non te la fare scappare e non fare rumore come al solito".
Purtroppo Baldo non c'è più, me l'ha portato via un veterinario presuntuoso che "ritiene di aver fatto il possibile", che lavora in un policlinico veterinario dove un bracco credo che non l'avessero mai visto e mi hanno prospettato come ineluttabile l'ipotesi di un blocco intestinale e conseguente peritonite
per un pezzo di un pallone che se ne stava senza causare alcun danno nell'intestino.
La peritonite è invece sopraggiunta a seguito dell'intervento mal eseguito ed è peggiorata quando il cane dopo 2 giorni è stato riaperto per tagliare il tratto che non si era saldato. A nulla è servito spostare il cane in un'altra struttura più qualificata, dove Baldo è stato sottoposto ad un terzo intervento per ricucire l'intestino e poi ad un quarto di pulizia per cercare di arrestare l'infezione.
Unico risultato: Baldo è morto con un intestino sano.
Oggi ad un mese di distanza ho voluto condividere con voi braccofili questa brutta esperienza e mettervi in guardia da chi non ha scrupoli e fa male il suo lavoro, non basta una bella struttura servono anche veterinari competenti.

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