Parliamo delle colline Astigiane,in particolare quelle a sud del fiume Tanaro....colline ripide per la granparte coltivate a vite, solo a fondovalle campi e boschi forse il 5% del totale....era una agricoltura d'altri tempi, fatta tutta a braccia, piccoli appezzamenti ,zero veleni....
nocivi pochi....le cornacchie non esistevano....la selvaggina solo starne e lepri....i cacciatori locali ,un contadino su tre lo era, andavano esclusivamente a lepri coi segugi, il tiro al volo con le loro doppiette con canne lunghe e strozzate non lo provavano neppure.....solo uno ,tal Silvio, nato villico ma trasferitosi in città per lavoro...andava a starne, anzi come si chiamavano in dialetto a "pernis", ma ci andava a modo suo ...in silenzio faceva passare le vigne filare per filare e la sparava rigorosamente a terra, prendendone spesso più di una a botta. Col cane da ferma qualche raro torinese e più numerosi genovesi coi loro pointer e setter.......ma le colline erano tante e tutte popolate da brigate di pernis....i fagiani non erano ancora arrivati in collina, ricordo che qualche pomeriggio si andava giù verso la pianura a cercare un fagiano......
Sembrerebbe tutto semplice ma non era così, intanto la caccia in vigna è più difficile che in campo aperto....si andava a buio a sentirle cantare, anche se poi di solito la brigata si metteva in ala per andare sulle pasture e dove aveva cantato non c'era più.....per le prime3-4 settimane erano abbordabili poi vuoi per le fucilate vuoi perchè più sospettose difficilmente si lasciavano avvicinare....allora era indispensabile riuscire a "rompere " il branco e farle dividere.....le starne sbrancate cantavano per ricompattarsi e isolate reggevano molto di più la ferma.....addirittura se rimesse in un erbaccione reggevano come quaglie.
Si è sempre detto che la forza della starna è nel branco e nell'ambiente aggiungo io.....terreni puliti, asciutti e polverosi, che facilitavano veloci pedinate.....servivano cani dalla cerca veloce che cercassero l'emanazione a testa alta ....dalla ferma pronta.....e non ultimo ottimi recuperatori perchè un selvatico toccato d'ala e con le gambe buone era spesso perduto.
passato settembre le grigie diventavano difficilissime, vuoi anche perchè la vite si spogliava.....ma ,perchè c'è sempre un ma..., con le prime brinate di fine ottobre-novembre capitava la mattina che si sorprendevano in un arato o ancora meglio in qualche erbaccione dove avevano dormito e si lasciassero fermare e sparare...ma gia a novembre si evitava di cacciarle per preservare le coppie per l'anno a venire.....
L'ultimo anno che ce ne furono veramente tante fu il 1970....ma quell'inverno fu freddissimo e vuoi per quello o per qualche altra causa naturale iniziarono un veloce e inesorabile declino.......sicuramente sulle mie colline , inadatte a coltivazioni meccanizzate, in pochi anni il territorio cambiò e divenne totalmente inadatto alle grigie....vennero gli anni ricchi del fagiani e dei colini...e aumentando il bosco anche delle beccacce....ora solo ungulati e lupi.
Addirittura nei primi anni 70 andammo 2 volte a starne nell'allora Yugoslavia , io ero ancora disarmato, starne meravigliose ma starne di pianura .....niente a che spartire con le "pernis" dal frullo esplosivo dei bricchi del barbera....
In quelle colline ora totalmente imboschite sono andato a caccia fino a 4-5 anni fa.....ora ,complice il rincoglionimento senile, se vado vengo sopraffatto dai ricordi di una vita, vedo i fantasmi dei miei Vecchi e dei miei Cani....più che il piacere della cacciata mi pervade la malinconia del passato....
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