Lo Specialista
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Oggigiorno c'è una spasmodica ricerca del cane con tale qualifica, specialmente nel microcosmo dei beccacciai. Esiste una predisposizione genetica a cacciare un determinato selvatico in un certo ambiente, che quindi può essere selezionata oppure il cane specialista nasce da un bagaglio di buone qualità di base che il cacciatore coltiva in senso specialistico. Il cane nasce specialista o lo diventa? Quesito che secondo me è ancora insoluto. Dalla mia scarsa esperienza di beccacciaio full-time posso dire che esiste un diverso comportamento individuale verso la regina del bosco, non tutti i cani si sono dimostrati attratti , anzi in base alla mia esperienza, sempre facendo riferimento alla decina di bracchi che ho posseduto, pochi hanno dimostrato di cercarle. Ho parlato anche con beccaccinisti, settore in cui la nostra razza ha un maggiore seguito a livello cino-venatorio, vedi A. Fossati e i suoi bracchi, ebbene mi hanno confermato che non tutti i cani cercano e fermano il piccolo scolopacide e pochi si trovano a loro agio nell'ambiente acquitrinoso del beccaccino. Vorrei fare una aggiunta, che spero non sia necessaria per gli utenti di questo forum, qui intendo una caccia fatta in ambienti vasti con pochi selvatici e con tempi di caccia di parecchie ore, necessitando di cani dalla cerca ampia, con la massima concentrazione, fermatori sicuri e sagaci. [ciao][ciao] -
ho sempre pensato, che il cane lo fa il cacciatore, nel senso che comunquel'impring che si dà, portando il cane sin da piccolo in un determinato ambiente un pò lo indirizzi.I miei cani, sciolti in terreni aperti, se nelle vicinanze c'è un bosco è li che vanno...poi ho avuto la fortuna di avere con me, Brontolo, figlio di Mago di Montepetrano, grande beccacciaio, che per le beccaccie aveva una vera passione, che accoppiato con Fiora di Capovento, mi ha dato Rocco, con il quale incarnierai la prima beccaccia quando aveva sette mesi, in un giorno di pioggia,(Brontolo l'aveva saltata)....
Per me è il giusto mix, tra le due cose, ma quel qualcosa in più lo mette sicuramente il "singolo" individuo..sigpic
pennino -
Anch'io condivido ciò che ha detto Pennino; in buona sostanza il cane ovviamente si specializza sulla selvaggina che incontra di più, ma è altrettanto vero che quel qualcosa in più che certi soggetti hanno rispetto ad altri verso alcuni tipi di selvaggina conferisce loro una maggiore affidabilità e quindi ci permette di definirli "specialisti".
Secondo me si tratta di una particolare attrazione verso una selvaggina anzichè un'altra, e, come per l'uomo che predilige la donna latina rispetto ad un'anglosassone, è naturale che verso ciò che piace di più ci sia maggior impegno ed attenzione; E così è, anche per i cani; Una volta avevo uno springer (Edo) che fin da 80/90 giorni lo avevo abituato al quagliodromo sparando alle quaglie con un Flobert cal. 8; Da adulto era una cosa inverosimile, se c'era una quaglia nel raggio d'azione era sua, non ne saltava una, e per questo, non è che non cacciasse i fagiani o d'inverno gli uccelli in padule, ma le quaglie a volte sembrava che le facesse nascere da sottotterra, specialmente a stagione inoltrata. Viceversa, ho un amico inglesista che ha un buon setter tricolore che se la cava molto bene a fagiani, ma lo spettacolo inizia in bosco da fine Ottobre in avanti; Lo vedrebbe anche un cieco sa dove cercarla, sa che la può trovare più o meno sempre nelle solite buttate, conosce il comportamento della beccaccia, e non vorrei che pensaste che sto esagerando, normalmente nei punti più intricati cerca di prendere il terreno dove potenzialmente può incontrare la regina, in modo da facilitare l'uscita allo scoperto della preda!! Roba da matti! Due anni fa, dalle mie parti non fu una grande stagione di passo, uscivamo quasi regolarmente ma quando un incontro e spesso niente; Poi questo mio amico aveva questo setter convalescente dopo aver subito un'operazione di riduzione alle anche per effetto della displasia, noi ci consolavamo dicendoci che non era passato poco o nulla. Alla fine della stagione iniziò a poter riportare il suo setter e non ci crederete, ma nelle ultime 3 uscite abbiamo fatto al media di 2/3 beccacce ad uscita, alzandole anche 4/5 volte di seguito!!
Non ci sono altre spiegazioni, quello è uno specialista beccacciaio!
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Salve,sono Ciccio, ed è la prima volta che intervengo in una discussione,vuoi anche perchè sono iscritto da poco, ma mi sento di rispondere con l'affermare che sia"Pennino" che "Piccoletto" hanno ragione . Aggiungerei solo che la passione del cacciatore (esperto)in più tipologie di caccia,quando decide di andare a caccia, fa sì che il proprio ausiliare,se ben dotato, si adatti al terreno su cui viene portato,trovando il selvatico che più si adatti allo stesso.Certo anche il cane ha le sue preferenze o attrazioni, ma non dimentichiamo che per lui il reperire il selvatico è pur sempre una passione atavica e preponderante.Commenta
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In ogni tipo di caccia esiste una interdipendenza tra quelle che sono le doti cosidette naturali e quindi geneticamente in possesso del cane e l'aspetto ambientale, che può esaltarle o deprimerle. Comunque bisogna spiegarsi il perchè nasce un cane con il bernoccolo per un determinato ambiente e selvatico. Esiste oltre che una predisposizione individuale anche una razziale. Come mai nell'ultimo periodo d'oro della caccia italiana, mi riferisco al primo dopoguerra, alla beccaccia si andava molto con il pointer e invece oggi è una rarità vederne uno, a tutto vantaggio del suo cugino codafrangiata. Anche i continentali in generale hanno subito un grosso regresso nel campo delle cacce specialistiche, mentre l'unica razza che è presente in modo quasi monopolizzante, sia nella caccia che nelle prove, è il Setter Inglese. Questo nonostante, e non mi si dica che è solo una questione di numeri di cuccioli nati perchè non ci credo, che la razza presenti un modello selettivo molto similare alle altre razze, anzi il pointer lo domina nelle prove a grande cerca, che dovrebbero essere il serbatoio per i futuri cani inglesi da caccia. Ritornando al cane specialista mi sovviene un articolo di GRAMIGNANI, per chi non lo conoscesse è stato un cacciatore con la C maiuscola, avendone la sensibiltà, la cultura e le qualità fisiche, ebbene lui, pointerman, parla di una sua giovane cagna che nela prima uscita della sua vita, essendo stata sempre in canile, ha dimostrato di cercare e fermare le beccacce come l'avesse sempre fatto, patrimonio di un ceppo di cani selezionati sapientemente in questo tipo di caccia. Ora bisognerebbe saper quanti di questi pointer nascevano con il bernoccolo della beccaccia, ma rappresenta un episodio che può avvalorare la tesi di una trasmissione attitudinale genetica, la giovane cagna sapeva già come, cosa e dove cacciare, senza averne MAI , almeno così dice Gramignani, avuto esperienze venatorie.[ciao][ciao]Commenta
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Forcello da quello che scrive dimostra essere una persona molto competente,la particolare predisposizione ad un determinato tipo di caccia in
alcuni soggetti derivanti da linee di sangue di cani che nel tempo e per generazioni hanno svolto prevalentemente determinate tipologie di caccia vedi beccaccia e beccaccino si nota in determinati soggetti che dimostrano sul campo di svolgere un lavoro da cani esperti al loro primo impatto con determinati ambienti e selvaggina ,mi fa molto piacere che tu abbia rimarcato che questi cani si valutano in ambienti vasti e con scarsita' di selvaggina "e'la sacrosanta verita'"in qualche precedente scritto qualcuno si e' meravigliato della mia concezione del continentale italiano come cane da cerca grande o ampia ,praticando queste tipologie di caccia in determinati ambienti definiti"da crepacuore" dal compianto Gramignani con cui ho avuto piu' volte l'onore di pranzare e parlare di caccia per ore , in queste montagne che per vastita' e durezza si sono formati i cani con cui caccio dal 1975 ,certamente non tutti hanno il pallino della beccaccia per questo bisogna selezionare ,nella mia carriera di cacciatore ho avuto 4 cani specialisti ma ne ho tirati su molti di piu'scartando dei cani anche validissimi ma il mio metro di paragone era sempre un altro,la faccenda del pointer che ho vissuto e vivo intensamente essendo fraterno amico dei Rautiis ,di o.Monaco e dei migliori pointerman del meridione merita un argomento a parte perche' richiederebbe molte riflessioni e molto tempo.Commenta
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Grazie per il competente, ma sono sempre stato e lo sono in parte ancora un curioso delle cose di caccia, cercando di attingere molto dalle esperienze fatte da coloro che hanno avuto la fortuna di cacciare con la C maiuscola, tra questi anche il Dott. Gramignani, ma anche Gin Bardelli, il Celano e tanti altri ancora, che riuscivano a fare cinofilia vanatoria consumando scarponi, avendone comunque un bagaglio culturale a 360°: Bisognerebbe recuperare questo patrimonio di conoscenze che dovrebbe rappresentare la Bibbia per ogni cacciatore-cinofilo. Mi farebbe piacere Mario, ti dò del Tu, se ci facessi un pò la storia dei 4 cani specialisti che hai avuto, magari raccontandocene in breve la loro storia, anche perchè finora non ho ancora avuto la fortuna di averne uno come dico io, perchè il gran cane da caccia, nel caso mio con il pallino della beccaccia, può nascere in tutte le razze, ma è sempre più difficile da trovare per una serie di motivi legati all'andamento selettivo e alla sempre minore possibilità di cacciare veramente, cosa che ai tempi di Gramignani e Compani era decisamente più facile, bastava avere passione e buoni garretti.[ciao][ciao]Commenta
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per le cacce specialistiche è chiaro che sono avvantaggiati i cani che hanno le caratteristiche fisiche adatte a quella caccia, per esempio a coturnici saranno i setter ed i pointer a partire con un netto vantaggio sulle ltre poi anche fra questi ci sarà quello che dimostrerà di aver meglio assimilato il tipo di caccia e il selvatico. Così nelle altre cacce specialistiche, a beccaccini saranno i cani che meglio interrogano il vento a fagiani quelli più perseveranti e che riescono a non farsi ingannare dalle lunghe pedinate, a starne sarà il cane che apre bene la serca e che riesce risalire le emanazioni ed a fermare da lontano ecc., chiaramente in selezione alcune qualità si perpetuano ed altre saranno frutto di adattabilità del cane e di abitudine a cacciare una certa selvaggina. Parlate del ponter a beccacce, certo portarlo nei roveti sarebbe controproducente, ma nelle grandi faggete credo che possa offrire uno spettacolo di prim'ordine. Parlo di pointer che mantengano le caratteristiche di razza, perchè se vengono adattati (loro come tutte le altre razze) andranno benissimo ma non più da pointer.lucioCommenta
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Io che ho sempre praticato cacce su quaglie coturnici e beccacce dalla mia esperienza posso dire che ogni cane che ho avuto ha sempre avuto un bernoccolo per un determinato tipo di selvaggina.
Non che disdegni le altre ma per questo selvatico mostra una passione ed interesse del tutto particolare.
Parimenti si può dire per quanto riguarda i cani verso particolari ambienti di caccia, e per le stagioni in cui si muovono in maniera diversa (ricordo una setter che si metteva a cacciare solo da ottobre in poi).
Il praticare in maniera specialistica determinate cacce affina particolarità nel cane riguardo ambienti e difese del selvatico ricadenti nel bagaglio di esperienza che miglioreranno le sue prestazioni.
Ma credo sia sempre opportuno, da parte del cacciatore, riuscire a capire "il bernoccolo del suo cane" per poter meglio sfruttare la sua passione.
Si può capire quindi come un cane chiuso in un canile sul terreno possa far subito vedere buone cose sul selvatico preferito.
Voglio quindi dire che un cane si può portare su buoni livelli ma se ha un qualcosa dentro spesso eccellerà.Commenta
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Mi trovo d'accordo su quanto afferma Gino,ci sono dei cani che hanno un bernoccolo su determinati tipi di selvaggina ,il mio primo spinone tom eccelso a beccacce e cotorni cacciava di malavoglia ed a volte era persino irritante le quaglie ed i fagiani,ma quando scoccava fine ottobre e metteva i piedi dove piaceva a lui si trasformava e bisognava solo stargli dietro e sparare dritto,una altra caratteristica che ho notato in queste tipologie di soggetti e' la precocita',al primo anno di caccia sono gia' dei professori riescono con una innata visione dei luoghi a capire dove alberga il selvatico pur non avendo ancora maturato esperienza ,tom e mi sono testimoni tanti amici che hanno cacciato con me era capace di rifiutare di cacciare in un determinato sito se lo costringevi ti faceva fesso ed alla prima andava dove voleva lui ed aveva sempre ragione,credo che queste doti provengano dai geni che determinati soggetti si portano appresso da generazioni.Commenta
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