Il CQN e la sua valenza
Leggo, rileggo, ma alla fine non riesco a capire… che il sig. Paolo Bampo pensi di avere dei limiti, rispetto il suo pensiero, ma allo stesso tempo conosco i miei abbastanza bene per capire che si è fatto un volo pindarico con annessa lezione sul lessico dell’accademia della crusca, per far passare un concetto di difficile approvazione e condivisione.
Non mi metto a valutare se l’aggettivo “grandi qualità naturali” possa essere equiparato o essere più o meno superiore al “più alto grado” o al “notevole grado”, dopo anni di frequentazione dovremmo aver maturato tanta “pratica” e sano “buonsenso cinofilo” da capire che a volte la “grammatica” c’entra poco con le qualità naturali, lo stile di razza e le valutazioni cinotecniche, cmq non volendo minimamente polemizzare, cercherò di esporre il mio pensiero da mestierante!!
Nel regolamento si parla di “errori” (al plurale) semplicemente perché lo stesso sancisce una serie di “errori” per cui il cane deve essere eliminato, ed una serie di “errori e/o difetti e/o carenze” che potrebbero portare all’eliminazione (che sono altra cosa) e che vengono lasciati all’obbiettività di valutazione del giudice . Inoltre non può essere accettata come veritiera la congettura che al primo errore dopo il minuto si va a casa… un cane che ha una meccanica di movimento errata, che ha una dorsale difettosa, che stenta a star sul vento, che rientra, che non ha mentalità, che guida stentato, che ferma in bianco (per meno di tre volte), ecc., in una prova a selvaggina non va a casa, ma dimostra una serie di “ difetti e carenze” o commette “errori” che devono giustamente avere (ai fini selettivi) una valutazione da parte del giudice, nel determinato contesto in cui si sono evidenziati, al fine di redigere la relazione, la qualifica e della classifica.
Ma torniamo al benedetto o meno (dipende dalle valutazioni) CQN, il sig. Bampo ha richiamato più volte il “regolamento delle prove per i cani delle razze da ferma”, menzionando che non sta scritto da nessuna parte che il CQN debba corrispondere ad CAC mancato e che il tutto è frutto di errata interpretazione… il passaggio è chiaro ma forse un po’ troppo perentorio. Bisognerebbe prima di tutto capire realmente cosa intendiamo (cinofilmente parlando) per “grandi qualità naturali” in un cane da ferma; basta che cerchi e fermi per certificarne le qualità? A meno che, qualcuno possa intendere (ridicolizzando il concetto) che un soggetto di una razza da caccia, selezionata dalla sua nascita esclusivamente per la caccia… debba dare solo la dimostrazione di saper cacciare, ci può stare (sic!)!!. Personalmente avendo concetti un po’ più alti al riguardo della selezione del cane da ferma, la penso in modo diverso (magari anche sbagliando): carattere, equilibrio, avidità, venaticità, mentalità, fondo, senso del selvatico, naso, discernimento, senza tralasciare le qualità stilistiche di galoppo, pt, della specifica razza, sono le qualità naturali su cui valutare il Cane… quelle ci sono o non ci sono, nessuno potrà inculcarle con l’adddestramento, se ci sono si vede l’eccellenza del cane da ferma!!
Inoltre se proprio vogliamo saltare a piè pari, il pensiero personale, potremmo valutare attentamente anche quanto sancito dall’Ente nel “regolamento generale delle manifestazioni canine”, spingendoci sino al “Official Rules and Bylaws for International Field Trials and International Hunting Tests for Continental Pointers” della FCI: il primo sancisce “ Art. 20 - …omossis… Nelle prove di lavoro gli esperti giudici potranno altresì assegnare anche i seguenti Certificati: . CQN (Certificato di qualità naturali) – Può essere rilasciato solo in prove ad un cane che avendo dato prova di eccellenti qualità naturali non sia stato classificato dall’esperto giudice per errori dovuti a mancanza di addestramento…. omissis…”; quello FCI sembrerebbe sulla stessa linea “Art. II.22 A CQN (Certificat de Qualités Naturelles) may be awarded to a dog whose run was excellent, including pointing present game, but marred by an eliminating handling error.”
Sembrerebbe che questi due ultimi regolamenti diano pieno supporto alla tesi che per “grandi” ci si possa riferire senza ombra di dubbio all’eccellenza… dunque per rilasciare il CQN non basta il “buon cane” o lo svolgimento del turno a livello di MB. e B., ma ci vuole la dimostrazione che il soggetto in esame abbia svolto congrua parte del turno (almeno metà) nella piena nota del concorso con eccellenti qualità naturali e, se mi è concesso esprimere un personalissimo parere, io tale eccellenza la assimilo alla massima (la più grande) espressione qualitativa e stilistica del cane da ferma che normalmente viene certificata con l’assegnazione del’ECC- CAC, portato a CQN se c’è l’errore di dressaggio (la correttezza).
Nel proseguo dell’articolo, leggo affermazioni un po’ sopra le righe e ritengo che l’uso di queste argomentazioni con il mero scopo di far passare l’incentivo, l’aggregazione, i cani da caccia caccianti (sic!), idoneità riproduttiva (doppio sic!), senza arrivare a Bartali e Coppi, siano molto lontane dal concetto di valutazione cinotecnica…. ricordiamoci che le nostre prove sono verifiche zootecniche concepite con scopi ben diversi della partecipazione umana: la segnalazione di soggetti con il più alto grado di caratteristiche stilistiche e di lavoro per il mantenimento e se possibile il miglioramento della razza, che poi i conduttori siano cacciatori, privati e/o professionisti importa ben poco… è il cane che va valutato, il suo bagaglio di qualità naturali, lo stile e l’addestramento, non chi lo porta al guinzaglio !!
Commenta