La scelta della razza

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  • Livia1968

    #16
    La scelta della razza

    Da inesperta[emoji12]
    Purtroppo quando si è inesperti si è anche ignoranti perciò si fanno tanti errori. Devi considerare che per una cittadina di Roma l'addestramento/allenamento del cane è un'impresa spossante se ci aggiungi anche il fatto che dichiarare apertamente di andare a caccia per riuscire almeno a socializzare con qualche esperto cacciatore ( anche non bravo) è molto pericoloso e impopolare. Perciò va male. Per ora ho avuto una battuta d'arresto causata da un brutto incidente per cui non mi posso neanche allenare al TAV ma non perdo le speranze. Ormai conosciuta una cosa bella sarà solo questione di tempo riuscire a raggiungerla!!
    Intanto cerco di frequentare con il mio compagno una zac qui vicino e dei campi di erba medica dove ogni tanto (rischiando la furia lecita del contadino) si sentono cantare le quaglie. Le prime cacciate le ho fatte da spettatrice.....na fatica assurda. [emoji51][emoji51][emoji51]


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    • Ospite

      #17
      Originariamente inviato da Livia1968
      I vostri racconti appassionati e malinconici smentiscono la diceria che i cacciatori usano i cani come se fossero degli strumenti. Anzi i vostri ricordi testimoniano che essa è sostanzialmente una grande baggianata. Anche quelli che hanno respirato la caccia fin da piccoli sono dei gran sentimentali. Almeno la loro prima scelta risulta essere stata una scelta di cuore, un colpo di fulmine. Questo la dice lunga su chi giudica la "razza" dei cacciatori come una massa di ignoranti inzenzibbbili![emoji12] io sono nuova del mondo venatorio ma posso tranquillamente affermare che è pieno di persone di grande cultura ( nel senso più ampio del termine e non solo quello relativo all istruzione) di attenzione vera verso il mondo animale, di amore verso la tradizione. Ovviamente ci sono anche le brutte persone, i furbetti, i repressi, ma quelli io non li considero cacciatori Io dico che se una persona è capace di amare un cane rispettandone la sua natura non può essere una cattiva persona
      Come non darti totalmente ragione?
      Purtroppo oggi viviamo in un mondo sempre più caotico, dove la gente molto spesso segue le mode del momento e quello che dicono certi personaggi dello spettacolo che vengono visti come appunto dei veri e propri esempi da seguire, molto spesso non solo dai più giovani.
      Purtroppo la cultura rurale e le nostre tradizioni pluricentenarie sono state letteralmente accantonate e schiacciate da ideologie stravaganti e molto spesso che non ci riguardano affatto. Basta guardare tanto per esempio quanti si affacciano alle filosofie orientali o a certe religioni come ad esempio il Buddismo, più perché fa tendenza che per vere ragioni spirituali. Dico io, gente che non sa neppure quale sia la religione più diffusa nel nostro Paese, che dal giorno alla notte si ritrova a seguire dei guru spirituali e a parlare di dogmi religiosi e di spiritualità!
      Idem per la Caccia, che viene intesa come un atto di estrema crudeltà basato solo ed esclusivamente sulla uccisione di un essere vivente; e di conseguenza chi la esercita viene identificato come un represso che si diverte nel far soffrire creature indifese.
      Ma la Caccia, intesa nella sua vera essenza, ed esercitata seguendo certi crismi non è affatto tutto ciò ma anzi...l'esatto contrario!
      Purtroppo tutti coloro che la pensano diversamente è semplicemente perché non riescono a fare un ragionamento sensato e limpido senza farsi trasportare dai soliti pregiudizi, non riescono intellettualmente a oltrepassare questi loro tabù forse perché non hanno nemmeno le capacità e la sensibilità che occorre per riuscire a farlo.
      La Caccia come già detto, oltre ad essere tradizione è anche cultura ed un vero e proprio modus vivendi... Poi delle tante sue forme c'è quella col cane che si eleva ancora di più ad un gradino superiore e da semplice prosa diventa vera e propria Poesia!
      Ma chi non ha mai vissuto certi momenti e certe situazioni anche indirettamente come spettatore, non può capire certe cose, lo so...non è facile! Come si fa a spiegare a certe persone cosa sta succedendo in quel momento idilliaco in cui un Cane, dopo una magnifica azione, riesce a fermare una brigata di Pernici (o una beccaccia o un beccaccino...); in quel momento così magico dove il mondo per un istante si ferma come se sapesse dell'importanza di quell'istante?
      La Selvaggina allora non diventa più il fine ma il mezzo, il mezzo che permette ad un Cane di compiere quelle azioni che fanno vivere a noi semplici esseri umani forti emozioni, e noi per tal motivo dobbiamo impegnarci ad essere i primi difensori della Selvaggina e a tutelare questo nostro grande patrimonio.
      "Prelevare meno per cacciare di più"!!
      Ultima modifica Ospite; 08-07-16, 13:13.

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      • Prince
        ⭐⭐⭐
        • Jan 2010
        • 2481
        • Velletri(RM)
        • spinone e breton

        #18
        Io sono cresciuto in una famiglia di cacciatori con origini contadine (viticoltori) che dedicavano il loro poco tempo libero a selvatici migratori come tordi merli ecc per cui quando ero proprio piccolo avevamo dei cani da caccia che venivano utilizzati quasi esclusivamente da riporto, per lo più breton, l'unico della famiglia che aveva un buon cane da ferma era mio padre, si trattava di un setter di origini sconosciute di nome Leo, docilissimo a casa e avido a caccia. Venuto a mancare in tarda età io avevo 7 anni e ci fu regalato un simil breton di due anni di nome Dick che all'atto pratico si dimostrava solo mordace anche verso le persone, per cui dopo qualche mese fu riportato al precedente propietario, nel frattempo, ricordo bene come fosse adesso, io ero in una clinica per un interventino e il giorno prima di uscire mia madre mi disse: papà ha preso un cucciolo, lo abbiamo chiamato Buck, allora come tutti i ragazzini al ritorno a casa io ero impaziente e dopo aver salutato tutti corro a vedere il cane, non conoscevo la razza (non ne avevo mai visto ne sentito parlare), era uno spinone bianco arancio, simpaticissimo con questi baffetti appena accennati e orecchie grandi che spesso strusciavano a terra. A quei tempi ero troppo piccolo per andare a caccia e ci giocavo solo a casa, poi dopo qualche anno venne il giorno fatidico e accompagnai mio padre che avevano invitato in una riserva, da lì in poi fu amore, con calma olimpica trattava i selvatici e ti portava a tiro di fucile, recuperatore e riportatore ottimo che ci accompagnò per 10 anni.
        Dopo la perdita di Buck mio padre ed io, che nel frattempo ero 17enne, ovviamente ne volevamo prendere un altro, per cui lui si mise alla ricerca di una cucciolata e tramite amici fummo indirizzati a Grotte di Castro dall'allevamento del Buonvento dove c'era una cucciolata e ne era rimasto uno, così il 10 di agosto andammo a prendere questo nuovo amichetto, iscritto come Gitano del Buonvento, ma da noi chiamato di nuovo Buck perchè la mia famiglia era un po fissata con questo nome, pochi giorni più tardi diventai maggiorenne e a novembre presi la licenza, ma per andare a caccia avevo poco tempo in quanto giocavo a pallavolo, per cui andavo per lo più vicino casa ma a selvatici nn idonei a cani da ferma per cui portavo quasi sempre con me un breton di nome Bibo che ci era stato dato qlk anno prima che però si dimostrava avere una ferma solidissima per cui veniva utilizzato come polivalente e con questo soggetto nasce anche la passione per i veri epagneul breton , solo qualche volta li portavo assieme a quaglie ed era uno spattacolo, uno più veloce e l'altro più calmo di andatura, ma entrambi con una passione da vendere, questo durò fino all'anno 2011, perchè il breton era affetto da displasia dell'anca ormai camminava a 3 zampe e allo spinone all'età di sette anni venne diagnosticato a ottobre un tumore alla vescica inoperabile. Essendo ancora in forze e non potendo fare nulla per guarirlo ci accompagnava ancora a caccia, ricordo ancora l'ultima giornata di gennaio quando insieme al setter di un nostro amico fermarono e ci fecero incarnierare due beccacce, poi da febbraio la repentina calata fisica fino alla mattina di Pasqua del 2012, che fu la più triste di sempre, ricordo come fosse adesso, arrivo con la mia famiglia da mio zio in campagna per fare la tradizionale colazione insieme (i cani li teniamo li) e vedo Buck sul muretto a sole e dico: guarda un po' s'è messo a prendere il sole! Poi esce mia zia che mi guarda con gli occhi lucidi e mi si è gelato il sangue, la prima volta che ho sentito la perdita di un "animale" come un membro di famiglia, anche il vecchio Bibo aveva accusato il colpo!
        Nel mese di maggio dopo qualche ricerca, potendo tenere solo due cani decidiamo d prendere un altro polivalente per cui alla fine di luglio arriva a casa un bretoncino, Icaro
        che oggi ha 4 anni e col quale faccio di tutto, non ha una ferma solidissima ma ha un buon naso.
        A ottobre del 2013 mi lascia anche Bibo, ed anche per lui una tristezza infinita invade tutta la famiglia, infatti solo ad agosto del 2014 viene il turno di un altro cucciolo, Enea, spinone roano marrone proveniente dalla Basilicata dalla cucciolata fatta da Rossini (Bosco85), cane morfologicamente non eccellente ma per ora dopo la prima stagione di caccia dove ha fatto vedere delle cose buone, mi fa ben sperare, sarà solo il tempo a darci il giusto responso.
        Scusate se mi sono dilungato ma spero sia stato sufficientemente chiaro nel farvi capire il mio amore verso lo spinone e la passione verso il breton, ciò nonostante voglio precisare che mi piacciono tutte le razze da caccia (ferma e cerca), in particolare mi piace tantissimo la bellezza e l'eleganza del cugino bracco italiano e spero un giorno di averne uno, poi ammiro il bracco francese ed il Kurzahaar, che al giorno d'oggi non sono seconde a nessun'altra, poi anche se meno non si può restare indifferenti di fronte a un buon setter o ad un buon pointer con mentalità giusta!

        P.S. Viva il cane da caccia di qualunque razza sia!!!!
        Damiano B.

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        • Livia1968

          #19
          Hai descritto esattamente quello che ha fatto sì che io vedessi la caccia . Come se mi si risvegliasse dentro un istinto primordiale. Io non ho mai avuto a che fare con caccia e cacciatori fino al momento in cui il mio futuro compagno mi invitò ad accompagnarlo ad un uscita con i cani. Li vidi per la prima volta un cane da caccia al lavoro. Rimasi folgorata. Mi piaceva , ma non sapevo perché. Tutte le volte che ho avuto l'occasione di rivivere quel momento è sempre stato così. Non mi sono mai abituata. Se è amore non ci si abitua. Ma l'amore non è per tutti. Come la caccia. Poracci quelli che mettono il cappottino ai cani. Non sanno quello che si perdono!!


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          • pao62
            • Feb 2011
            • 173
            • Nuoro
            • Spinone italiano

            #20
            Cane con ferma solida, avido e tenace. Questo il requisito per me, poi ci sono i gusti: galoppatori o trottatori, inglesi o continentali... In 40 anni di caccia ne ho avuto diversi in funzione della passione del momento. Dirvi che sono innamorato dell'Irlandese sarebbe come dire che ho nostalgia della mia gioventù... Ho iniziato bambino con lo spinone di mio padre e sono tornato allo spinone, ma io vado per "cicli": due cani della stessa razza alla volta con tre/quattro anni di differenza, e quando si chiude quel ciclo si cambia, anche perchè la chiusura del ciclo è quasi sempre dolorosa, e bisogna voltare pagina. Ho avuto setter inglesi e irlandesi e ora siamo nel ciclo dello spinone, poi chissà...

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            • Leonardo
              ⭐⭐⭐
              • Mar 2008
              • 2134
              • Siena, Toscana.
              • Bracco Italiano Giotto

              #21
              Originariamente inviato da maxmurelli
              Complimenti per la bella discussione Matteo, provo di seguito a raccontare quella che è la mia piccola esperienza.
              Fin da piccolo fui attratto dai cani da caccia, in particolar modo Setter e Pointer, poiché crebbi in mezzo a loro, con mio nonno che era cacciatore ed in primis cinofilo. Morto il nonno purtroppo più nessuno della mia famiglia è mai stato appassionato ed allora quando se ne andarono gli ultimi cani non ne furono più presi.
              Col passare degli anni crebbi ed arrivò il mio momento, quello tanto atteso del primo pda; a casa però mia mamma non ne voleva sapere di lasciarmi tenere un cane ed allora mi dovetti arrangiare con un cucciolone che gentilmente mi fu "imprestato" da un amico di famiglia, si trattava di un giovanissimo Giffone Korthals di nome Mosè.
              Io e lui devo dire che facevamo davvero una "bella coppia", allo sbando più che totale ma affiatati come non mai. Purtroppo Mosè ebbe una vita sfortunata, prima perché capitò in mano mia che ero un vero e proprio dilettante allo sbaraglio, poi, quando con l'aiuto di un vecchio amico era diventato un cane da caccia modesto, il destino amaro lo portò via per sempre.
              In ogni modo io e il buon Mosè di strada ne macinammo tanta in quella stagione, ma davvero tanta, anche se con risultati non troppo soddisfacenti. Poi un giorno, mentre eravamo dietro una brigatella di pernici incazzata come la peste, stanchi ci eravamo fermati a prendere il fresco sotto una vecchia quercia, vidi sul poggio di fronte una sagoma bianca che pennellava il terreno con gran ritmo e con quel galoppo così elegante che mi lasciò incantato. Ad un certo punto il cane si blocco cadendo in ferma, il cacciatore lo andò a servire e riuscì ad abbattere una di quelle pernici che già da tempo mi stavano facendo sputare sangue. Rimasi letteralmente fulminato sulla via di Damasco!
              Tramite vie traverse riuscii a capire chi era il cane e il cacciatore, e quando ebbi modo di trovarlo in campagna con una certa faccia di tolla gli andai incontro e gli chiesi da dove veniva quel cane e che sangue avesse; molto gentilmene il cacciatore mi rispose ma le parole non mi rimasero in mente perché ero piu concentrato a guardare il cane che ad ascoltare, mi ricordai solo una parola: Ticinensis! Che poi non era altro che il sangue dei suoi avi.
              Tornato a casa rispolverai i vecchi pedigree dei cani del nonno e vidi che quel nome ritornava, assieme anche ad altri affissi tra cui Del Tidone e tanto tanto Crismani.
              Tramite l'intercessione della nonna riuscii a convincere mia mamma ad avere un cane tutto mio, il mio primo Setter Inglese!!
              A quel cane di nome Tim dedicai tantissimo tempo e ci lavorai da matti facendomi naturalmente aiutare da un paio di Cacciatori che mi instradarono sul dressare i cani, e i risultati non tardato ad arrivare. Purtroppo però anche con lui il destino fu gramo e me lo portò via troppo presto, quando ancora poteva darmi tanto.
              Fu in quel periodo che, dopo tante sfighe e qualche cane non soddisfacente, ebbi la gran fortuna di incontrare quello che poi divenne il mio "Maestro", un grande Cinofilo e Cacciatore, allevatore di Setter Inglesi da una vita con affisso Arquatense e noto giudice ENCI, una persona di altri tempi di nome Angelo Cammi.
              Fu grazie a lui che mi si aprì un "nuovo" mondo, tramite il quale imparai a cogliere e ad apprezzare certi aspetti che fino allora mi erano del tutto sconosciuti.
              Tramite Angelo conobbi un ragazzo Reggiano, che allora era agli inizi, una persona di cui nutro una profonda stima e un'amicizia che ormai dura da anni, Francesco Giovanelli, dal quale allora portai a casa Nico, un bianco-arancio con genetica Radentis Sbranco e Arno di Biguzzi. Fu con Nico che incominciai a dedicarmi seriamente alla Caccia che preferisco in assoluto: quella alle pernici rosse del mio amatissimo Appennino. Quanti bellissimi ricordi che resteranno indelebili, con quel cane un pò guascone e anche un pò testardo ma dal grandissimo animus e instancabile Cacciatore. Uno di quei cani che ti fanno svegliare presto la mattina e partire anche se fuori piove e fa freddo e ti fanno appassionare e non sentire le fatiche di una giornata dura a camminare su quei costoni correndo dietro a una brigata smaliziata.
              Anche qui, nel momento più bello, la sfortuna ci mise il suo zampino e mi presentò un conto troppo salato e duro da digerire. Un avvelenamento mi porto via in un pomeriggio di un estate caldissima il mio amato Nico, ferita ancora aperta e dura da rimarginare anche se oramai son passati anni.
              Sempre in quell'estate ormai agli sgoccioli arrivarono in sequenza altri due cani, un pointer e un setter, ma entrambi non rimasero con me a lungo poiché non mi soddisfacevano abbastanza. Poi una sera a telefono col buon Giovanelli mi disse di andarlo a trovare a casa sua, in quel di Rio Saliceto, e lì dopo una lunga chiacchierata mi disse di aver un Setterino giovane che poteva fare al caso mio; era un figlio del grande Loris (Caster di Bravi, Arno di Biguzzi) il cane da cui partì il suo allevamento e una lunga schiera di Campioni. Ricordo ancora che quando me lo fece vedere era al centro del box che mi guardava negli occhi con quello sguardo da presa per il culo, impassibile e tranquillo mentre gli altri saltavano contro il cancello. Vedendolo così gli dissi che non era morfologicamente un bellissimo cane, ma Francesco col suo sorriso pacato mi disse guardandomi negli occhi "Lo devi vedere sul terreno, vedrai che non ti deluderà ci scommetto quello che vuoi! Sto qui le pernici te le ferma ovunque, in montagna, in collina, in pianura e anche.... in spiaggia al mare ahahahahah!".
              E fu davvero così!
              Quello scarabocchio al guinzaglio, ma che si trasformava in un "leone" una volta sganciato, le pernicic ce le ha sempre avute nella testa ed è stato il cane che m'ha regalato le maggiori soddisfazioni che ho mai avuto.
              Ora che son passati degli anni ed è vecchio e con qualche acciacco di troppo, a volte me lo porto ancora fuori per fargli fare una corsa e seppur mezzo sordo e mezzo cieco, con le zampe che non vanno più come un tempo, ognitanto qualche lezione ai più o meno giovani la da ancora...
              Dopo il Ciro di Torre Gabri (detto Hiro), ho avuto qualche altro setter tra le mani, dal mediocre allo stupido, dallo svogliato al pazzoide furioso... finché non mi son deciso di ritornare alla genetica che piace a me (e non solo) e sempre da quel di Rio Saliceto, ora tra le mani ho un giovane che la scorsa stagione m'ha fatto vedere qualcosa di bello e ha riconfermato anche durante i censimenti primaverili, ed ora spero solo che non sia un fuoco di paglia!
              Chiedo scusa se mi son dilungato ed ho annoiato, ma la scelta che ho sempre fatto per la razza e i cani è stata spesso emotiva ma nello stesso tempo razionale perché per certi terreni e selvatici questa razza a mio avviso ha pochi rivali e se ne ha, per i miei gusti personali, non ce n'è altra che sappia farmi vibrare nello stesso modo le corde.
              Bellissimo racconto Max
              Leonardo cinofilo cacciatore

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              • sly8489
                ⭐⭐⭐⭐
                • Mar 2009
                • 11961
                • Trieste
                • spring spaniel

                #22
                Originariamente inviato da nasodibracco
                Come avete proceduto nella valutazione della vostra razza preferita?
                Io ho valutato e mi sono interessato a due razze. La valutazione l'ho fatta leggendo lo standard lavorativo, e riscontravo quello che avevo letto osservando i cani sul terreno, per fortuna il Drahthaar dalle mie parti non è una razza rara. Ho trovato più difficoltà a trovare gli springer. Ho cacciato per molti anni con bastardini da conigli che utilizzavo per la caccia alla lepre, però quando gli capitava a tiro di naso il fagiano si comportavano ugualmente bene, comunque anche questi meticci erano dei cani da cerca con uno stile tutto particolare, anche se non fermavano conoscevo bene il valore di questi cani. Per quel tipo di lavoro uno springer o un cocker avrebbero assolto altrettanto bene in quell'ambiente e per quei selvatici il loro lavoro. Ero molto indeciso fra lo springer e il Drahthaar, alla fine chiusi gli occhi e mi misi in lista per una femmina di Drahthaar. Dopo alcuni mesi mi telefona l'allevatore e mi propone un maschio con poca barba che qualcuno non aveva ritirato. Logicamente ho rifiutato, non vi dico come si era offeso l'allevatore quando ho rifiutato il cane che lui mi proponeva a metà prezzo, forse non si era ricordato che all'atto della prenotazione il prezzo del cucciolo non glielo avevo chiesto. Non mi ha più telefonato, dopo aver chiuso la comunicazione con il mago dei Drahthaar, ho telefonato e ho prenotato una cucciola di springer, che attualmente è nell'undicesimo anno e mi ha dato tantissime soddisfazioni e non solo a caccia.
                In base a cosa vi siete legati ad una particolare razza?
                Per adesso sono legato a questa razza per la sua efficienza sul fagiano e sulla lepre in modo particolare, senza contare l'adattabilità al monte, alla pianura e alla palude.
                Io, all'acquisto del mio primo cane, ho valutato solo ed esclusivamente che fosse un cane da ferma e che fosse un bracco italiano, perchè a mio parere è il cane più bello del mondo.
                A me piacciono tutti i cani, se dovessi cambiare zona e selvatici valuterei di prendere un'altra razza sembre in base alla sua efficienza.
                Sicuramente, con l'aumentare dell'esperienza, ho poi capito che forse non è la razza a me più congeniale, piacendomi anche diverse altre forme di caccia per il quale il bracco italiano non risulterebbe idoneo...
                Sono pienamente d'accordo, il cane non è un soprammobile, prima deve piacere a caccia, se non piace a caccia, a casa te lo tieni solo per compassione.
                Quanto siete stati razionali e quanto emotivi?
                Nella scelta credo di essere stato molto razionale, anche se avessi preso il Drahthaar non credo che avrei sbagliato.
                Avete studiato a tavolino terreni e selvatici che normalmente frequentate?
                Per me è fondamentale per la scelta della razza.
                Mi piacerebbe sentire le vostre esperienze!!
                [:-golf]
                Non sono partito dalla preistoria ma penso di aver risposto alle tue domande.

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                • Piano del Conte
                  ⭐⭐
                  • Feb 2011
                  • 247
                  • Potenza
                  • Pointer

                  #23
                  Io sono cresciuto in una famiglia di cacciatori, mio zio il più grande e riconosciuto della zona per passione e competenza. Dall'età di 6 anni non mi perdo un'apertura, accompagnavo tutti i cacciatori della zona, facevo il ... cane da riporto!

                  A 14 anni presi il primo cane, neanche a dirlo un Pointer che mi affascinava allora come adesso. Un amico aveva una femmina "di razza" ovviamente senza pedigree che fece accoppiare con un cane di un suo conoscente che aveva un maschio "di Razza". Uscirono tutti pointer a... pelo lungo!!! Qualcuno aveva mentito ma io fremevo per il mio primo cane e lo portai a casa.. dei nonni!!!

                  Mio padre fu costretto a prendere il Pda solo per togliersi dalle scatole un figlio rompic... che andava bene a scuola e si impegnava per prendere sempre buoni voti ma in cambio voleva la ricompensa, un cane ed andare a caccia col papà.

                  Quel cane di Pointer a pelo lungo di nome faceva Milo era un testardo più di un mulo, a beccacce non si poteva portare ma a quaglie è ricordato ancora oggi a distanza di 35 anni, dai cacciatori della mia zona, Semplicemente insuperabile!! Ovviamente era nato con quelle doti, io non gli avevo insegnato nulla, lo allenavo solamente.

                  Io addestravo il cane (meglio dire lo allenavo) ed all'apertura io conducevo il cane (si fa per dire) e mio padre portava il fucile e sparava (anche qui si fa per dire... non ci prendeva quasi mai).

                  Lui ovviamente era un cacciatore della domenica, di quelli che escono di casa a giorno fatto mai quando è ancora buio, si portano una scorta di viveri degni di un pranzo matrimoniale e dopo un paio d'ore di caccia si mettono sotto una pianta a bivaccare e discutere con gli amici mentre tutt'intorno gli altri cacciavano e sparavano.

                  Io rodevo come solo un cacciatore può al sentire e vedere gli altri continuare e rubarmi le quaglie che sapevo perfettamente dov'erano, ci passavo tutti i giorni di preapertura col cane!! Allora finivo per litigare e partivo col cane che, visto che avevo molto tempo per gli allenamenti ai tempi delle superiori, era allenatissimo al contrario di molti cani di cacciatori che verso le dieci di mattina già alzavano bandiera bianca.

                  Molti mi chiamavano, io e Milo gli alzavamo le quaglie e loro sparavano, facevano quello che doveva fare mio padre nella mio piano ideale. Dividevano il carniere con me (si fa per dire me ne davano una massimo due!!! Ma ero al settimo cielo!!!) .

                  Questo fino alla mia prima apertura che mi sorprese ben prima dell'alba già sul terreno pronto, io il mio fucile ed il mio Milo. Sciolsi il cane che ancora non si ... sarebbe vista nemmeno un'aquila volare... tanto era buio e fui il primo a sparare la prima quaglia quell'anno, ovviamente mancata come TUTTE quelle che il cane mi fermò quella mattina. Tante, veramente tante. Partii quella mattina con le classiche 25 cartucce in cartuccera + i due colpi che avevo messo in canna e tornai a casa con la cartuccera che aveva solo due cartucce a palla (per ogni evenienza). Presi solo l'ultima quaglia che alzò il mio Milo!!! Ero tanto nervoso e triste quanto sono sorridente ora che nello scrivere ne ricordo gli episodi.

                  Da allora sono seguiti sempre e solo Pointer, ma tutti col pelo raso. Ne ho avuti di tutti i tipi, dai brocchi ai superlativi fino ai campioni, ma per la caccia ne ricordo solo due, uno del passato IDRA del Conero, ed uno morto di recente GIOVE di San Pellegrino come i più grandi e grandi cani della mia vita. Continuerò ad avere Pointer.... forse perché voglio vedere se mi escono ancora a pelo lungo come il mio primo Pointer???

                  Un grazie a chi si è inventato questa discussione... davvero bella.
                  "LA CACCIA E' SEMPRE DOMANI

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