La selezione successiva fu fatta tenedo d'occhio più il grande bracco "nobile" che il leggero, che già il Delor diceva presentasse spesso chiare influenze del pointer (l'influenza del pointer fu comune a tutte le razze continentali a pelo raso-
e non solo- cambiandone spesso fondamentalmente le caratteristiche).
Così andò perso l'importantissimo patrimonio genetico del bracchetto, che aveva in liguria e piemonte le correnti di sangue più significative (famosi i bianchi Aschieri ed i melati Bagnasco) soggetti molto più nevrili del "nobile" e più adatti alla caccia in collina e montagna, da dove originavano.
Probabilmente si perse l'occasione di avere una razza da ferma che potesse competere con le altre razze continentali sul piano dinamico, ma questa è storia.
Quello che non riesco a comprendere è come a distanza di un secolo ancora si voglia continuare a difendere soggetti che devono lottare contro la gravità prima che contro la selvaggina, che confermano il pregiudizio popolare di bracco pesante, lento e
poco adatto al terreno collinoso(per non parlare della montagna) e non si faccia invece tesoro delle easperienze fatte tenendo in considerazione le
dimensioni dei cani che si sono distinti nelle prove, privilegiando la funzione rispetto al tipo, sempre che si voglia continuare ad utilizzarlo a caccia.
Tutti a parole dicono che "in medio stat visrtus" che i soggetti validi si situano intorno ai 30 kg e poi quando si arriva al dunque, si legge che diminuire la taglia significherebbe eliminare soggetti validi (Grecchi ultimo giornalino) ma quali di grazia ???? io ho pesato alcuni grossi bracchi, in forma lavoro e non sona mai riuscito a vedere l'ago della bilancia sopra i 36 kg. e parlo di cagnoni, come Rosso. Robur,Giacherebbe, Barone facendomi la convinzione che al massimo di taglia un soggetto da 40 kg. sarebbe goffo e sproporzionato.
mi piacerebbe avere in merito il parere dei braccofili
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