Le caratteristiche del bracco italiano secondo il mio modesto parere.
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ringrazio tutti per l'intervento nel post, ma riguardo alle differenze sostanziali tra il bracco B.A. e roano penso si debba ricondurre tutto alla genetica del singolo soggetto, perchè io non noto differenze cosi sostanziali da poter pensare che quasi siano due razze diverse. Ma ciò nonostante quoto Giampaoletti sull'esistenza dei due ceppi che si differenziavano per la struttura, pesante e leggera. Posto qui di seguito alcune righe dei miei studi e ricerche della storia del bracco italiano e pubblicate nel mio sito personale:
- "Nel '700 infatti non vi era casa signorile o di cacciatore nell'alta Italia che non avesse un bracco di cui andava fiero e geloso, essendo motivo di rivalità e superiorità, cosi nel frattempo si erano creati due tipi di bracco, il piemontese ed il lombardo, bianco e bianco arancio il primo, e il bianco e marrone il secondo. Diversi furono i pareri sulla loro bontà (in ambito venatorio ovviamente), favorendo a volte gli uni a volte gli altri. In un libercolo del mantovano Giacomo Giacomelli troviamo scritto quanto segue: ..."si conoscono due razze di bracchi, quelli di monte detti Piemontesi, e quelli di piano detti lombardi, ma poco differiscono fra loro, salvo che quelli di monte sono assai più robusti e con un manto vivo e brillante, mentre i nostri sono più pigri, ma di migliore olfatto e non temono l'acqua. ..." I pareri furono numerosi e contrastanti ma tuttavia si sottolineava quasi sempre la differenza del mantello e la maggior pesantezza e lentezza sul terreno dei bracchi lombardi, dove le distese pianure e la mancanza di ripari per la selvaggina implicava l'uso di un cane più guardingo e di conseguenza più lento. La maggior gagliardia dei bracchi piemontesi era oggetto di un rapporto tratto dagli archivi di casa Savoia sui cani della Venaria reale, datato 16 settembre 1737, in cui si legge: ..."i cani bracchi sono tutti buoni, reggono lungamente la puntata, ma corrono troppo d'impeto nella cerca, malgrado la rigorosa infrenatura cui sono sottoposti dai nostri cacciatori; però molto si è potuto ottenere in questi ultimi tempi, e siamo certi di poterli ridurre a giusto dovere. ..." Questa esigenza di imbrigliare l'azione del bracco proviene da una visione utilitaristica della caccia, intesa non come uno sport, bensì come mezzo per riempire la padella, quindi un cane dalla cerca impetuosa ed estesa fosse più soggetto a sfrulli ed a sciupare occasioni per la fucilita utile".Commenta
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Tutte differenze riscontrabili tra i vari soggetti qualunque sia la varietà del mantello.
In definitiva, secondo me non ci sono differenze morfologiche ed altro ascrivibili al diverso colore del mantello.
Sul piano storico, come scrive Griso, le cose erano diverse, c'era il piemontese/ligure che era un bracco leggero, molto piu' dinamico del lombardo/piacentino (da non confondersi con i piacentini Ranza che erano dei roani quasi di una razza a sè, anche loro molto dinamici e leggeri, specie ormai estinta)
Oggi si sta affermando un "tipo" intermedio, del peso fra i 30/33 kg per i maschi e
25/30 per le femmine, che annoverà sia B/A che B/M.lucioCommenta
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concordo in toto con queste osservazioni, oggi i due mantelli si sono tanto incrociati fra loro che non si possono, a mio avviso, attribuire differenze morfologiche o caratteriali che non siano prerogative del singolo cane indipendentemente dal colore del mantello.
Sul piano storico, come scrive Griso, le cose erano diverse, c'era il piemontese/ligure che era un bracco leggero, molto piu' dinamico del lombardo/piacentino (da non confondersi con i piacentini Ranza che erano dei roani quasi di una razza a sè, anche loro molto dinamici e leggeri, specie ormai estinta)
Oggi si sta affermando un "tipo" intermedio, del peso fra i 30/33 kg per i maschi e
25/30 per le femmine, che annoverà sia B/A che B/M.
Grazie mille Lucio del tuo intervento che come al solito è di grandissimo aiuto nel fare chiarezza! -[:D]Commenta
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Continuando....
Secondo me il tipo è prerogativa di una linea di allevamento, non del colore, d'altronde questo è indice di ALLEVATORE, quando guardo un soggetto X di una qualsiasi razza e dico è un "NOME DELL'AFFISSO", quello è un grande allevatore.
Mi sono limitato a riportare un'intervista dell 2000, fatta a D. Rebaschio, quindi non tanti anni fa e ad uno dei migliori dresseur per continentali, se lo dice lui credo che su determinate linee genetiche ha riscontrato quello che asserisce.Commenta
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in effetti sara' come dite voi,anche io mi son documentata e letta vari articoli e saggi sull'argomento....puo anche essere che per casualita abbia incontrato tutti ba provenienti dallo stesso ceppo.
comunque grazie per le risposte
sono cmq sempre bellissimi..qualunque colore abbianoCommenta
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............ Inanzitutto la prima che mi viene in mente è la versatilità, che gli garantisce un semplice adattamento ad ogni territorio: boschi, colline, montagne, radure, paludi senza dimenticare le pianure che costituiscono la nostra penisola. Tutto ciò è reso grazie alla loro andatura, il trotto lungo e vigoroso, gli permette di esprimersi al meglio nella varietà di territorio che ci si trova davanti e di modulare la velocità della cerca in condizioni di vegetazione molto disomogenee.
il trotto é l'andatura di riferimento, in particolare nelle entrate in emanazione e nelle fasi di accertamento, ma un bracco appassionato , sano e ben costruito, alternerà andature di trotto e galoppo in funzione del terreno (vedasi in merito il nuovo standard di lavoro)
Una tra le grandi particolarità di questa razza è la facoltà di esprimere quello che c'è nella testa e nel naso grazie al movimento di coda.
quella che caratterizza "la cerca ragionata" che li distingue dalle altre razze. Il bracco italiano è un vero e proprio pensatore, e non ci si riferisce all'espressione rugosa del muso ma ciò si capisce dal loro modo di lavorare e di essere; sono cani unici che ti guardano, ti studiano e ti capiscono. Il loro lavoro non è puramente istintivo, ma frutto di una cerca ragionata, dove si impegnano a interpretare al meglio un' emanazione, e per far ciò devono avere la tranquillità e la serenità giusta per decidere cosa fare di volta in volta. Il cacciatore ha tutto il tempo di ammirare il loro lavoro ed è reso partecipe osservando le loro strategie, il cane da la tranquillità, ed uno se lo gode proprio perchè si ha il tempo di fare insieme a lui.
La loro ferma poi, nel maggior parte dei casi, non è improvvisa, di scatto, istintiva, ma è frutto di una sapiente decodifica dei messaggi olfattivi.
ad un bracco ci si deve rivolgere come ad un bambino, bisogna saperli guardare ed entrare nella loro psiche.
anche testoni che hanni richiesto un addestramento duro.
generalizzare é sempre uno sbaglio
non sono cani particolarmente precoci,
proprio perchè le loro capacità non sono frutto di puro istinto ma di maturazione che apprendono con l' esperienza.
Forse ciò è stato il motivo per cui questa razza è stata tralasciata dalla stragrande maggioranza nel mondo venatorio,
Spero che questo messaggio raggiunga uno scopo, ossia quello di mettere in guardia le persone ,che decidano di scegliere un bracco italiano come compagno di vita e di caccia, che questa è una razza molto particolare e bisogna saperla apprezzare, accettando le varie deviazioni caratteriali senza farsi prendere dalla fretta di dover preparare il più velocemente possibile un soggetto. Abbiate pazienza e donate la giusta serenità al cane e vedrete che lui vi ripagherà.lucioCommenta
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