Il Bracco Italiano nella storia - analisi bibliografica di standard e caratteristiche
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Sempre leggendo pagina 104 in proposito del bracco leggero, lo si considerava tale al peso di 30 - 32 kg , ricordo da una precedente discussione (a memoria) che oggi i parametri per definirlo leggero si sono abbassati a circa 28 kg per i maschi e mai oltre. -
credo Marco che la definizione di leggero sia da attribuirsi piu' al rapporto peso-altezza
che non a pesi assoluti, a mio modestissimo avviso, anche un bracco di 32 kg. puo' essere definito leggero , se la sua costruzione è leggera mentre anche un soggetto di 55 cm puo' essere definito pesante sempre in relazione alla costruzione.lucioCommenta
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Grazie per aver condiviso un pezzo di storia bracca con noi.
Ho notato come molto è stato speso sulla descrizione morfologica del cane, e quanto poco sia scritto sul tanto discusso trotto, cosa vuol dire che in realtà questa è una caratteristica che non era considerata così fondamentale, quindi perchè nelle odierne prove il galoppone è penalizzante?
Ancora si parla di bracco pesante, adatto alla caccia in pianura e palude, boschi e macchia, e di un bracco più piccolo per la caccia in montagna, da quando quindi è nata la mezza taglia ormai diffusa e che senso ha?
Che i soggetti di minor mole siano piu' "comodi" non è un aspetto valido solo nel passato , ancora oggi i cani di piccola taglia hanno parecchi vantaggi, specie per chi non dispone di spazi all'aperto. Il successo del breton e dei setter moderni (che non sono molto piu' grandi del breton) lo dimostra praticamente.
Alla fine dell' ottocento inizio novecento, le immissioni di sangue pointer, piu' o meno ufficiali, interessavano tutte le razze da ferma ed anche il bracco-italiano non ne era esente, ma mentre le altre razze hanno conosciuto l'evoluzione che le ha portate ad essere piu' nevrili e dinamiche, nel bracco si procedette alla unificazione delle due razze (leggero e pesante) che avrebbe dovuto portare ad un tipo unico, ma che di fatto privilegio' il tipo pesante e abolì quello "leggiero" , che , come dimostra il fatto che vi fosse uno standard che lo differenziava non era un bracco piu' piccolo e leggero (come scrive il Delor che è stato il principale fautore dell'unificazione) ma era una vera e propria razza a sé stante, con correnti di sangue ben definite e note , cosicchè il bracco italiano procedette ad un evoluzione/involuzione inversa a quella che conoscevano le altre razze (molte furono le voci che si opposero all'unificazione, ma rimasero inascoltate)e così si arrivo' quasi all'estinzione della razza.
pareri personali a parte, anche Fancelli dice che questo sistema è degenerante e porterà (parliamo del 1911) alla scomparsa dei caratteri originari del bracco italiano, perdendolo così nel tempo...
inoltre, e questo dovrebbe essere ben presente nella nostra testa, il bracco italiano non ha né punti deboli né è inferiore ad altre razze da ferma come setter e pointer.. e questo lo spiega chiaramente Fancelli quando dice che il bracco non patisce l'umidità, rovi, fatica... ha un olfatto pari alle razze da ferma inglesi (e diamine, si è cacciato per un secolo i beccaccini nelle risaie della Lomellina con i bracchi, un motivo ci sarà!) e soprattutto è un cane ideale alle zone di caccia italiane... perchè questo, secondo me, è fondamentale! ogni razza ha un suo sisema di caccia che la favorisce in determinati ambienti e la sfavorisce in altri!Cosa sarebbe la Caccia senza gli Autori che hanno lasciato pagine indimenticabili sulla grande avventura cacciatoresca? Un mondo meraviglioso perduto.
Quadri di passione, inni alla Natura, agli animali e agli uccelli: un mondo libero nella palestra in cui si svolge l’attività venatoria, fatiche e riposi, delusioni e gioie, visioni irripetibili.Commenta
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pareri personali a parte, anche Fancelli dice che questo sistema è degenerante e porterà (parliamo del 1911) alla scomparsa dei caratteri originari del bracco italiano, perdendolo così nel tempo
l'ibridazione col pointer o col setter (meno frequente) era comune a quasi tutte le razze da ferma, per alcune era addirittura codificata nella fase di creazione della razza stessa (es. kurzhaar) ed alcuni meticci dichiarati (i famosi bracchi-pointer) partecipavano alle prove iscritti come fossero una razza riconosciuta. Un dosato rinsanguamento con gli inglesi (vedi EB) con successiva selezione attenta ,rigorosa e controllata, ha portato solo benefici in termini di dinamica e solidità di ferma , certo un continuo ricorso al rinsanguamento avrebbe radicalmente cambiato le caratteristiche originarie della razza.lucioCommenta
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Come promesso, ecco alcuni stralci del Bracco di Arturo Fancelli, edito nel 1911... perdonate la qualità, ma a causa della precaria legatura del libro in questione ho dovuto fotografare le pagine... mi sembra tutto leggibile... nel caso non lo fosse mandate un MP...
Ultima modifica il beccaccino parlante; 23-07-12, 18:07.Cosa sarebbe la Caccia senza gli Autori che hanno lasciato pagine indimenticabili sulla grande avventura cacciatoresca? Un mondo meraviglioso perduto.
Quadri di passione, inni alla Natura, agli animali e agli uccelli: un mondo libero nella palestra in cui si svolge l’attività venatoria, fatiche e riposi, delusioni e gioie, visioni irripetibili.Commenta
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interessante, solo parzialmente condivisibile, vi sono alcune cose che appaiono ridicole (es. l'allenamento allunga gli arti) ma è un documento ed una testimonianza che ci aiuta a capire il perché di certe convinzioni.
Dice che ci hanno impiegato 3-4 secoli per farlo trottare perché prima andava di gran carriera, altri autori scrivono che il vero bracco era quello del 700 che appunto andava di gran carriera, io non credo che lo abbiano volutamente obbligato selezionandolo all'andatura di trotto, piu' probabilmente quando di selvaggina se ne trovava a iosa, non necessitavano cani troppo dinamici essendo la cerca una funzione non primaria come lo é diventata in seguito.lucioCommenta
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Intanto grazie per aver aggiunto questa parte, mi sembra molto Darwiniano , tratti anche eccessivo, anche perchè (non me ne intendo ) ma non penso che in una ventina di generazioni ( + o - 150/200 anni) si possano ottenere trasformazioni così sensibili.
Comunque impressionante come le idee già radicate nel fine 800 inizio 900 siano tuttora attuali.Riempi il cuore e la mente con il lavoro insieme al tuo cane, il carniere è relativoCommenta
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E' interessante la lettura dello standard del "leggiero" redatta piu' di un secolo fa :
dice che poca è la differenza fra il grande ed il leggiero, tranne che nella mole e nell'asciuttezza delle membra, a me sembra che sia tutt'altro che poca cosa,
in particolare leggiamo :
-Aspetto generale...........piu' raccolto di ventre ed asciutto di membra del grande bracco
-...generico ma specialmente per caccia asciutta e di montagna
- statura e peso maschio cm. 56/60 , kg 30-32 in giu fino al limite ragionevole
-------------------femmina cm. 56/50 kg. 28-20 in giu fino al limite ragionevole
.andatura di trotto e galoppo..... ( che era a quel tempi l'andatura di tutti i continentali esclusi gli spaniels n.d.r.)
preferita canna nasale dritta, tollerata leggermente montonina
labbra non troppo abbondanti
piedi preferiti rotondi (cosiddetto piede di gatto, in contrapposizione al piede di lepre che é ovale n.d.r.)
quindi si trattava di un'altra razza con pesi, taglie, rapporti peso/altezza e teatro venatorio di utilizzo preferito ben diversi da quelli del grande braccolucioCommenta
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E' interessante la lettura dello standard del "leggiero" redatta piu' di un secolo fa :
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quindi si trattava di un'altra razza con pesi, taglie, rapporti peso/altezza e teatro venatorio di utilizzo preferito ben diversi da quelli del grande bracco
Dato il grande delta ammesso nelle altezze e nei pesi dovrebbe essere possibile ritrovare le due varietà a seconda degli orientamenti dell'allevatore.
Non si parla,invece, di diametri trasversi.Ma già in altra discussione s'era detto che sono i diametri grandi che conferiscono pesantezza probabilmente molto più che l'altezza.E ciò mi sembra suffragato dall'osservazione di altri bracchi europei.Commenta
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secondo lo standard dovrebbe essere così, ma nelle expo il soggetto premiato, non è mai quello tendente al leggero bensì quello piu' pesante e che presenta i particolari non funzionali piu' marcati.
I rapporti peso/altezza non sono stabiliti ma sarebbero condizionanti dei "trasversali "
in Europa, fuori dall'Italia si prvilegiano senza onbra di dubbio i "grossi" e soprattutto sono pochissimo utilizzati a caccia.lucioCommenta
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secondo lo standard dovrebbe essere così, ma nelle expo il soggetto premiato, non è mai quello tendente al leggero bensì quello piu' pesante e che presenta i particolari non funzionali piu' marcati.
.................................................. .................................Commenta
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perché il concetto generale di bracco italiano invalso fa riferimento al tipo pesante.
In pratica il leggero è stato cancellato, ne sono rimaste nello standard alcune reminiscenze
, pesi e misure, la canna nasale che definita retta o montonina (ma già nei commenti allo standard si scrive che quella montonina è preferibile) il labbro è definito ben disceso ecc. ecc.
Ora si vedono, finalmente , soggetti che si avvicinano di piu' al leggero, ma fino a pochissimo tempo fa alcuni bracchi di costituzione leggera erano erroneamente definiti "segugi" da parecchi allevatori.lucioCommenta
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ultima novità... oggi sono riuscito a recuperare uno splendido libricino... poche pagine ma densissime di significato per noi amanti del bracco e per gli amanti delle razze da ferma italiane... dopo tanta fatica ho reperito il libro di Temistocle Strazza "i cani da ferma italiani", in una terza edizione del 1909... sfogliandolo, oltre alle splendide incisioni presenti, ci sono anche molte informazioni sul bracco italiano e sul bracco leggero...Cosa sarebbe la Caccia senza gli Autori che hanno lasciato pagine indimenticabili sulla grande avventura cacciatoresca? Un mondo meraviglioso perduto.
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