Già nel 1887 l'esimio cinotecnico Delor, disegnando i dati etnici dello Spinone, elenca quasi tutte le caratteristiche che ancora oggi devono essere presenti. Testa "…compressa ai lati e terminante all'occipite con una protuberanza assai marcata…", occhi "…grandi aperti. Pieni di vita e intelligenza…", pelo "… forte, ruvido, diritto ed irto su tutto il corpo…".
Da notare che nella rappresentazione Delor fa sempre riferimento al Bracco italiano, rilevando le differenze fra le due razze. Seguiranno nel 1904 la descrizione del Vecchio, che nota un labbro superiore meno cadente, più tonico; nel 1904 quella di Strozza, che è interessante perché introduce la raffigurazione di un Griffone italiano, non molto tenuto in seria considerazione dalla Braccofila, che si pensa discendente dal Griffone francese a pelo molle. Nel 1911 si cimenta Garino nella descrizione dello Spinone; nel 1923 il Sarneri riporta i dati emessi nel 1897 dalla Braccofila, un poco modificati in meglio, ma ancora incompleti, che non tengono conto delle buone rettifiche fatte dal Vecchio.
Nel 1926 Talè descrive la testa "…più lunga che larga…depressione naso frontale poco accentuata…E' preferita la testa brusca, in altre parole compressa ai lati…" Sempre proscritto il pelo morbido e lanoso. Nel 1929 il Kennel Club Italiano adotta lo standard di Bosisio, Brunetti e Rezza. Per la prima volta compare la dizione testa dolicocefala. E' una descrizione accurata: si scrive della linea superiore del dorso …lievemente inclinata vero i lombi, deve rialzarsi per terminare sulla groppa…
Nel 1933 compaiono i dati etnici di Brianzi e l'Ullio.
Permettetemi di dire due parole su Brianzi. Medico veterinario in quel di Cingia de' Botti Cremona, allevò con l'affisso della Cingia, ma fece molto di più: dopo la seconda guerra mondiale ricostruì lo Spinone. In quale modo è molto bene descritto nell'ormai introvabile volume del professor Adriano Ceresoli, valente clinico medico di Milano, "Lo Spinone italiano e le razze affini" edito da Artemide nel 1951.
Brianzi fu cinofilo e cinotecnico eclettico, ricco di cultura, d'immaginazione e di grande spirito d'osservazione, tutte doti indispensabili ad un allevatore. Nel periodo universitario pubblicò uno studio sulla pelle e il pelo dello Spinone.
Fondò con altri appassionati "la Famiglia dello Spinone".
Io ebbi la fortuna di conoscerlo e mi fu maestro non solo di cinotecnia, ma anche di vita.
Per la prima volta è introdotto il termine di quadrato: "Cane scheletricamente quadrato…", dal quale derivò, erroneamente, sta nel quadrato (tronco tanto alto quanto lungo) poi riportato negli standard successivi. Brianzi mi spiegò che in anatomia animale il termine quadrato sta per animale con diametri traversi abbondanti. Solo nella terminologia anglosassone, da tutti i paesi successivamente assunta, significa tanto lungo quanto alto. Nello Spinone, scrivono Brianzi e L'Ullio: "La struttura del corpo è più distesa che non quella del Bracco". Scrivono anche …spiccata attitudine al trotto ampio e svelto." La pelle "…nel vero Spinone raggiunge la grossezza di quella del bue: " Minuziosa la descrizione della testa. Per la prima volta sono definiti gli assi cranio facciali superiori: "Prolungando la linea superiore del muso, essa deve passare sopra o tangenzialmente all'epifisi occipitale, mai sotto." E i rapporti fra la lunghezza del muso e quelli del cranio (uno ad uno).
"Il profilo superiore del tronco si compone di due linee: l'una, quasi retta, va degradando dal garrese all'undicesima vertebra dorsale, l'altra, leggermente arcuata, va rialzandosi da questa vertebra sino alla groppa, …".
Occorre soffermarsi su questa descrizione che fu frequentemente discussa. Da alcuni fu confusa con un cedimento, o debolezza della linea superiore. Soggetto insellato. Dai sostenitori di questa caratteristica fu data una spiegazione funzionale: la "spaccatura" all'undicesima vertebra dorsale serve a far sì che il cane trottatore non "rompa" la sua andatura naturale.
Credo a tal proposito sia opportuno rilevare alcune realtà. La linea superiore del tronco ha come base anatomica non solo l'ossatura della colonna, cioè le vertebre, ma anche le parti molli che partecipano all'articolarità della colonna stessa: muscoli e legamenti.
La così detta spaccatura all'undicesima vertebra è presente in tutte le razze canine e credo in tutti i quadrupedi, perché determinata dalla diversa inclinazione dei processi spinosi: in quel punto l'inclinazione cambia. Nello Spinone è forse più evidente.
Una linea superiore del tronco insellata è invece segno di debolezza ed è determinata da legamenti lassi e da muscolatura ipotonica.
In movimento la fisiologica "spaccatura" scompare e la linea superiore del tronco si distende, la linea insellata invece permane e l'andatura risulta difettosa.
Nel 1936 Brianzi e l'Ullio arricchiscono la descrizione precedente. E' maggiormente sviluppata la parte dedicata alle origini.
Nel 1939 nasce lo standard tuttora ufficiale, quindi riconosciuto anche dalla FCI, descritto dal Solaro. E' più di uno standard, è uno studio profondo della razza con l'introduzione delle misure delle parti anatomiche e i rapporti fra esse. E' introdotto l'uso degli indici e, vera scoperta, il rapporto fra la lunghezza totale della testa e l'altezza al garrese, pari a 4/10. Compare il termine di divergenza degli assi longitudinali del cranio e del muso. Solaro scrivendo in seguito della divergenza e della convergenza di questi, ne darà anche una spiegazione funzionale, rapportandola all'andatura delle razze.
Lo standard attuale, reso conforme allo schema suggerito della FCI, ma sostanzialmente invariato è quello attuale e lo conosce ogni allevatore o appassionato dello Spinone.
Com'è lo Spinone dei nostri giorni? Che cosa è presente delle descrizioni di Brianzi e di Solaro nei soggetti che frequentano le odierne manifestazioni, sia espositive sia di lavoro?
Mi piace ripetere che d'ogni razza esistono caratteristiche irrinunciabili, presenti in ogni epoca della sua evoluzione. Per lo Spinone penso che siano irrinunciabili:
- la divergenza degli assi cranio-facciali
- la conformazione del cranio
- l'occhio e l'espressione
- l'attaccatura dell'orecchio
- la pelle spessa, il pelo duro e l'assenza di sottopelo (che non va confusa con la presenza di una lanugine presente nel periodo della muta, che Solaro descrive non tanto abbondante da prevalere sul pelo duro)
- la taglia
Attualmente queste caratteristiche sono presenti? Credo proprio di si. Magari in grado diverso, più o meno perfette, ma presenti.
Vi è stato un tempo, alcuni fa, che il cranio, pur mantenendo le caratteristiche essenziali, tendeva ad essere tondo, ora è mediamente migliorato. Attualmente il problema maggiore è nelle groppe, che alcune volte sono troppo discese, con posteriore tendente al "diritto".
Nel roano-marrone, più inquinato da altre razze solo apparentemente simili, soprattutto dal Boulet, bisogna prestare particolare attenzione, selezionando, a scartare soggetti con pelo molle, al quale corrisponde pelle sottile, e al colore delle macchie marrone, che, se non tipiche, appaiono marrone troppo scuro e con pelo più corto. Ricordiamo che in tutti gli standard dello Spinone, anche nei più antichi, mucose, pelo e unghie non devono MAI avere presenza di NERO.
Cosa n'è della taglia? Si dice che lo Spinone è il cane da ferma di taglia maggiore. Lo Spinone deve essere grande, ma non è indispensabile che la sua altezza sia al limite superiore, ma tantomeno deve discendere sotto i limiti inferiori.
Vorrei brevemente trattare ancora due argomenti.
Primo il grande errore di voler rinsanguare lo Spinone con l'immissione d'altre razze Anche col Bracco italiano, chiamato il cugino, è un grave errore. Brianzi diceva che erano, mi pare dodici, le caratteristiche differenti tra le due razze cugine. Alcune sono ben evidenti, oltre il pelo e la pelle: l'occhio, le orecchie, il cranio, la "quadratura" del tronco e ora la sua linea superiore.
Il miglioramento di una razza si ottiene con un'oculata scelta dei riproduttori e con una severa selezione dei cuccioli, non con l'immissione d'altre razze.
L'altro e ultimo argomento è: come vogliamo che sia lo Spinone d'oggi?
Credo che si debba prima di tutto ricordare che lo Spinone è un cane da lavoro, da caccia, che ogni elencazione dei dati etnici è in ogni epoca, tratta dai soggetti allora esistenti, senz'altro dediti alla caccia, non certo alla compagnia, quando mantenere un cane era un sacrificio non indifferente. Quindi tutte le caratteristiche anatomiche descritte sono strettamente legate alle loro funzioni. Le linee superiori cranio facciali, il portamento del collo, le angolazione della groppa e degli arti, sono legate all'andatura, al modo di cacciare. La bellezza nei cani da lavoro è strettamente funzionale. Che poi quella bellezza soddisfi anche il senso estetico tanto meglio: avremo i cani belli e, per forza, perché ben costruiti, anche bravi. Contrariamente a quanto alcuni sostengono, bellezza e bravura non sono in antitesi. Prendiamo esempio dal Bracco italiano: quasi sempre nelle esposizioni il migliore soggetto proviene dalla classe lavoro.
Come dobbiamo giudicare la linea superiore del tronco? Paolino Ciceri per il Bracco ebbe il coraggio di affrontare questo problema e insieme ad altri valenti braccofili modificò la descrizione di questa parte. Soprattutto trasportò questa descrizione nella pratica d'allevamento. Per lo Spinone è un argomento, che a mio parere, è giunto il momento di affrontare.
In ogni caso, mantenendo tutte le caratteristiche di tipicità non dovremo mai dimenticare, che pur nella sua potenza e grandiosità lo Spinone, attraverso l'armonia, deve essere cane tonico e atletico. Il soggetto flaccido e svogliato, deve essere scartato dall'allevamento.(fine dello scritto"dal Convegno di Bertinoro")
L'eccesso di consanguineità, in seno ad una stessa famiglia, può tuttavia portare ad una diminuzione della prolificità e della variabilità dei caratteri chiamati "impasse genetica". L'allevatore deve allora ricorrere al "rinsanguamento" con un'altra linea di sangue(non razza). Ora, è anche possibile conservare lo sperma e dunque il patrimonio genetico di alcuni stalloni le cui qualità autorizzerebbero un "ritorno al passato".
Però l'esasperazione da parte di alcuni di rendere per l'appunto (ed ignorantemente) questa razza sempre più nel "quadro",sempre più veloci,dotati di toraci sempre più tipici dei grandi galoppatori,qualità del pelo sempre più corto,crani con creste interparietali estremamente protuberanti e a volte stranamente si vede qualche nasino forse un pò troppo "all'in sù"....secondo voi esistono in giro piccoli Mendel della genetica ben velati o futuri promotori di nuove razze da prospettare prossimamente all'esame e giudizio per un degno riconoscimento all'autorità competente per settore?
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