10 febbraio giorno delle foibe

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    • Ostia Lido Roma
    • cane da lecco

    #1

    10 febbraio giorno delle foibe

    Copio e incollo da internet:




    Con l'espressione massacri delle foibe, o spesso solo foibe, si intendono gli eccidi, perpetrati per motivi etnici e/o politici, ai danni della popolazione italiana della Venezia Giulia e della Dalmazia, occorsi durante la seconda guerra mondiale e negli anni immediatamente seguenti. Il nome deriva dai grandi inghiottitoi carsici dove furono gettati i corpi di centinaia di vittime, che nella Venezia Giulia sono chiamati, appunto, "foibe". Per estensione i termini "foibe" ed il neologismo "infoibare" sono in seguito diventati sinonimi degli eccidi, che in realtà furono, in massima parte, perpetrati in modo diverso: la maggioranza delle vittime fu uccisa nei campi di prigionia jugoslavi o durante la deportazione verso di essi. Negli eccidi furono coinvolti prevalentemente cittadini di etnia italiana e, in misura minore e con diverse motivazioni, anche cittadini italiani di etnia slovena e croata.

    All'origine delle violenze - Gli eccidi furono in massima parte, il risultato di una "violenza di stato", che fu uno strumento di repressione politica ed etnica, in vista dell'annessione alla Jugoslavia di tutta la Venezia Giulia (incluse Trieste e Gorizia)e per eliminare gli oppositori (reali o presunti) del costituendo regime comunista. In vista di questi due obiettivi era infatti necessario reprimere le classi dirigenti italiane (compresi antifascisti e resistenti), per eliminare ogni forma di resistenza organizzata. Questo aspetto era particolarmente importante a Gorizia e Trieste, della cui annessione gli Jugoslavi non erano (a ragione) certi. Tito, pertanto, fece il possibile per occupare le due città prima di ogni altra forza alleata, per assicurarsi una posizione di forza nelle trattative. Neutralizzati i vertici italiani, tentò di far credere che gli jugoslavi fossero la maggioranza assoluta della popolazione: la composizione etnica sarebbe, infatti, stata un fattore decisivo nelle conferenze che sarebbero seguite nel dopoguerra e, per questo motivo, la riduzione della popolazione italiana sarebbe stata essenziale.

    Le vittime - Tra i caduti figurano non solo personalità legate al Partito nazionale fascista, ma anche ufficiali, funzionari e dipendenti pubblici, insegnanti, impiegati bancari, sacerdoti, parte dell'alta dirigenza italiana contraria sia al comunismo, sia al fascismo, tra cui compaiono esponenti di organizzazioni partigiane o anti-fasciste, autonomisti fiumani seguaci di Riccardo Zanella, sloveni e croati anti-comunisti, collaboratori e nazionalisti radicali e semplici cittadini.

    Quantificazione delle vittime - Nel dopoguerra e nei decenni immediatamente successivi non furono mai effettuate stime scientifiche del numero delle vittime, che venivano usualmente indicate in 15.000 (e talvolta aumentate fino a 30.000). Studi rigorosi sono stati effettuati solo a partire dagli anni novanta. Una quantificazione precisa è impossibile a causa di una generale mancanza di documenti. Il governo jugoslavo (e successivamente quello croato) non ha inoltre mai accettato di partecipare a inchieste per determinare il numero di decessi. Alcuni commentatori ritengono inoltre che una parte della documentazione sia tuttora secretata negli archivi, in particolare dell'ex Partito comunista italiano. Gli studi effettuati recentemente valutano il numero totale delle vittime (comprensive quindi di quelle morte durante la prigionia o la deportazione) come compreso tra poco meno di 5.000 e 11.000. Di questi solo alcune centinaia furono gli "infoibati" veri e propri, ma nell'uso comune anche gli uccisi in altre circostanze legate all'avanzata delle forze jugoslave lungo il confine orientale italiano vengono comunque considerati vittime o martiri "delle foibe".

    Modalità delle esecuzioni - Nelle foibe sono stati gettati cadaveri sia di militari che di civili. In alcuni casi, com'è stato possibile documentare, furono infoibate persone non colpite o solo ferite. Sebbene quest'ultima modalità di esecuzione fosse, come già detto, solo uno dei modi con cui vennero uccise le vittime dei partigiani di Tito[56], nella cultura popolare divenne il metodo di esecuzione per eccellenza ed un simbolo del massacro. In realtà la maggior parte delle vittime, date per infoibate, sono state inviate nei campi di concentramento jugoslavi dove molte furono uccise o morirono di stenti o malattia.

    La foiba di Basovizza, situata a pochi chilometri da Trieste è in realtà uno scavo artificiale realizzato all'inizio del XX secolo per l'estrazione mineraria, abbandonato perché poco produttivo. Si tratta di una cavità verticale profonda 249 metri che, mai ricoperta, divenne nel maggio del 1945 luogo di esecuzioni sommarie nel quale vennero gettati, spesso ancora vivi, centinaia di prigionieri, militari, poliziotti e anche civili. Tra il 3 e il 7 maggio 1945 i partigiani titini lo utilizzarono per infoibare centinaia di italiani. Dichiarata monumento nazionale nel 1992, è il simbolo di tutte le atrocità commesse sul finire della seconda guerra mondiale e negli anni successivi dalle milizie e dai fiancheggiatori del dittatore comunista Tito.

    L'oblìo nel dopoguerra - La vicenda nel dopoguerra è stata a lungo trascurata per i convergenti interessi di governo e opposizione. u solo a partire dai primi anni '90, a seguito della fine della guerra fredda, che il tema delle foibe venne pienamente in luce e iniziò ad essere trattato dai media, coinvolgendo cultura, società e politica. Anche su iniziativa degli ex comunisti, si è fatta luce su questi episodi, che hanno cominciato ad essere ufficialmente ricordati. Dal 2005 la giornata del 10 febbraio è dedicata alla commemorazione dei morti e dei profughi italiani. La data del 10 febbraio ricorda il trattato di Parigi siglato nel 1947 che assegnò alla Jugoslavia il territorio occupato nel corso della guerra dall'armata di Tito.

    Comunismo e fascismo: il dibattito sulle responsabilità - In alcuni ambienti della destra si afferma che le foibe sono state semplicemente un crimine del comunismo (spregiativamente chiamato "barbarie slavocomunista"), un genocidio di cittadini inermi che avevano la "sola colpa di essere italiani", in preparazione alla successiva pulizia etnica. D'altra parte, in alcuni ambienti della sinistra, è diffuso un atteggiamento "giustificazionista" e si presentano gli eccidi come una "reazione" alla brutalità fascista. È diffuso, inoltre, un atteggiamento "riduzionista" che contesta il numero delle vittime delle foibe correggendolo al ribasso e che sostiene che gli eccidi abbiano coinvolto essenzialmente esponenti fascisti, sia militari che civili, responsabili di repressioni e di crimini di guerra italiani in jugoslavia.

    Ho letto alcuni resoconti sulle foibe, si parla di migliaia di vittime da 10000 a 45000 caduti, buttati vivi insieme ai morti legati con il fil di ferro a coppie nei buchi carsici, condannati a morire accanto ai corpi dei loro amici, questi atti di crudelta' fatti dai partigiani di Tito su cittadini Italiani non e' stata meno cruenta dello sterminio compiuto dai nazisti nei campi di concentramento, la data del 10 febbraio e' una data che ci ricordera' per sempre questo strazio e soprattutto ci ricordera' la vergogna dei nostri insegnanti nel volerci nascondere la verita' mai menzionata nei libri di scuola fino a qualche anno fa....mi sento di dire vergogna a questa gentaglia che c'ha voluto nascondere per decenni la verita'....
    Un riposate in pace mi sembra doveroso per i nostri caduti.<!-- google_ad_section_end -->
    Cosa vuol dire avere un metro e mezzo di statura, te lo rivelan gli occhi e le battute della gente e la curiosita' di una ragazza irriverente ....
  • cicalone
    Celsius °C
    • Dec 2008
    • 19936
    • Ostia Lido Roma
    • cane da lecco

    #2
    Tutta gente di destra qui sopra e neanche un commento? Complimenti vivissimi
    Cosa vuol dire avere un metro e mezzo di statura, te lo rivelan gli occhi e le battute della gente e la curiosita' di una ragazza irriverente ....

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    • arfo
      ⭐⭐⭐
      • Feb 2013
      • 1459
      • Provincia di Lodi
      • Deutch drahthaar

      #3
      Mi era sfuggita la discussione.
      Doveroso il ricordo delle vittime della violenza titina. Per lunghi decenni la memoria di quei fatti è stata condannata all'oblio. Ragioni ideologiche, ragioni politiche, ma anche la difficoltà a fare i conti con la propria storia.
      Poco da aggiungere a quanto hai scritto, se non un pensiero all'altra grande tragedia cui è dedicata la ricorrenza del 10 febbraio: l'esodo giuliano-dalmata. Circa trecentomila italiani costretti ad abbandonare le loro case e la loro terra, prendendo la via dell'esilio e sperimentando poi sulla propria pelle, troppo spesso, la freddezza e l'ostilità di una nazione immersa nelle contrapposizioni ideologiche del dopoguerra. Una nazione che guardava a quei profughi come a un peso, confondendo le colpe del fascismo con l'innocente esistenza di quegli italiani dell'alto Adriatico.

      Foibe e esodo giuliano-dalmata sono un capitolo di quell'immane tragedia che fu la Seconda guerra mondiale. In quegli anni si condensarono e deflagrarono tutti i mali del Novecento. A farne le spese furono soprattutto i civili inermi. E le regioni di confine, ovunque in Europa, pagarono un prezzo altissimo: dove l'odio etnico e politico raggiungono picchi di tale inaudita violenza, è poi impossibile tornare indietro.

      Inviato dal mio GT-S6500D con Tapatalk 2

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      • danguerriero
        ⭐⭐⭐
        • Feb 2010
        • 5360
        • ai confini dell'Impero
        • Elsa Donderius: Deutsch Kurzhaar

        #4
        Io non scordo
        ...Im heil'gen Land Tirol...

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        • camomilla65
          ⭐⭐⭐
          • Jan 2009
          • 6838
          • ROMA (Tuscolano)

          #5
          Un'atroce infamia scomoda e tenuta nascosta dai nostri governi!
          Ciò che tu chiami inferno, io lo chiamo paradiso![devil]

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          • Alboinensis
            Moderatore Continentali Esteri
            • Nov 2008
            • 8422
            • Brescia - Lombardia
            • Cane da ferma tedesco a pelo corto - Kurzhaar

            #6
            Originariamente inviato da cicalone
            Tutta gente di destra qui sopra e neanche un commento? Complimenti vivissimi
            Quando ci sono delle uccisioni di massa di inermi civili, poco importa la Dx e la SX andrebbero cmq condannate... cosa che la politica italiana non ha mai fatto; la negazione dell'olocausto in alcuni paesi è considerato reato, invece da noi abbiamo politici e docenti di università che considerano il genocidio della popolazione italiana istriano dalmata un qualcosa di mai accaduto!!

            IO NON SCORDO!!
            Bruno Decca
            "Multi sunt vocati... pàuci vero electi"

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            • parsifal69
              ⭐⭐⭐⭐
              • Jul 2011
              • 10479
              • cittanova rc

              #7
              Originariamente inviato da Alboinensis
              Quando ci sono delle uccisioni di massa di inermi civili, poco importa la Dx e la SX andrebbero cmq condannate... cosa che la politica italiana non ha mai fatto; la negazione dell'olocausto in alcuni paesi è considerato reato, invece da noi abbiamo politici e docenti di università che considerano il genocidio della popolazione italiana istriano dalmata un qualcosa di mai accaduto!!

              IO NON SCORDO!!
              E tutto ciò per un solo, semplice motivo: in occasione di qualsiasi conflitto la prima pregiudiziale per ognuna delle parti in causa dovrebbe essere quella della protezione della popolazione civile, dei più deboli, donne, bambini, anziani e ammalati, allora invece si fece a gara a chi infieriva di più.

              Dov'era la pietà, dov'era il discernimento, dov'era la solidarietà, dov'era la fratellanza?????

              Ma non solo, aver fatto passare tutto ciò in silenzio per interi decenni è semplicemente aberrante.
              Parsifal? So nannte traümend mich einst die Mutter..

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              • cicalone
                Celsius °C
                • Dec 2008
                • 19936
                • Ostia Lido Roma
                • cane da lecco

                #8
                E non scordiamoci dei massacri nella ex Jugoslavia e delle stragi e degli stupri...pero' una recente sentenza non l'ha giudicati un GENOCIDIO....complimenti vivissimi
                Cosa vuol dire avere un metro e mezzo di statura, te lo rivelan gli occhi e le battute della gente e la curiosita' di una ragazza irriverente ....

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                • CesareR
                  • Jun 2011
                  • 193
                  • Varese
                  • Setter Inglese AX

                  #9
                  Se pensiamo che c'è forse ancora qualche infoibatore che prende la pensione dallo stato italiano abbiamo detto tutto.
                  Io non scordo.
                  La tradizione non è il culto delle ceneri, ma la custodia del fuoco.

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                  • danguerriero
                    ⭐⭐⭐
                    • Feb 2010
                    • 5360
                    • ai confini dell'Impero
                    • Elsa Donderius: Deutsch Kurzhaar

                    #10
                    10 febbraio: La verità non può essere infoibata

                    Per non dimenticare.

                    Pagine di storia che ancora oggi paiono essere un tabù.

                    Ferite ancora aperte quassù a Nord Est.
                    ...Im heil'gen Land Tirol...

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                    • PigKill

                      #11

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                      • Ospite

                        #12
                        Un pensiero ai nostri fratelli.
                        Mai dimenticare!

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                        • parsifal69
                          ⭐⭐⭐⭐
                          • Jul 2011
                          • 10479
                          • cittanova rc

                          #13
                          Originariamente inviato da danguerriero
                          Per non dimenticare.

                          Pagine di storia che ancora oggi paiono essere un tabù.

                          Ferite ancora aperte quassù a Nord Est.

                          [:-golf]
                          Parsifal? So nannte traümend mich einst die Mutter..

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                          • arfo
                            ⭐⭐⭐
                            • Feb 2013
                            • 1459
                            • Provincia di Lodi
                            • Deutch drahthaar

                            #14
                            Oggi è il giorno dedicato alle vittime delle foibe e dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati. Sono vicende dolorose e sempre più lontane nel tempo, vicende che gli italiani hanno spesso ignorato e quasi sempre mal compreso, troppe volte strumentalizzato. Prima tacendole, poi proclamandone una memoria forse troppo superficiale. [nono]

                            Penso che le ricorrenze siano utili quando diventano occasioni per conoscere e per comprendere. Ecco un testo del noto esule Enzo Bettiza, tratto da un articolo apparso su La Stampa nel febbraio 2005, che getta un po' di luce sul mondo scomparso in cui si consumarono quelle tragedie, un mondo di frontiera, ricco e variopinto, che non sopravvisse al Novecento [old]:

                            L'intreccio straordinariamente complesso e variegato delle storie e dei tragici paradossi adriatici e danubiani, che coinvolgevano di volta in volta italiani d'Oriente e slavi d'Occidente, ha radici insieme lontane e vicine. Sottigliezze culturali, sfumature religiose, inestricabili grovigli etnici e semantici che davano cognomi slavi a nazionalisti italiani e cognomi italiani a nazionalisti slavi, si rincorrono per due secoli pieni di fermenti culminati alla fine nell'orrore e nella strage: dai moti liberali e risorgimentali dell'Ottocento, su blando sfondo asburgico, ai feroci fascismi e comunismi di frontiera su sfondo mussoliniano e poi titoista. Ma che ne sanno di tutto questo coloro che oggi piangono in toto il destino degli esuli? Piangono, si pentono, si emozionano davanti a un filmato sulle foibe carico di melassa, di errori e di omissioni, senza darsi la briga di conoscere più a fondo l'oggetto del loro rimorso postumo. Senza distinguere il carattere e il retaggio dell'esule istriano da quelli dell'esule dalmata, senza cogliere il dramma di contadini sloveni e croati a loro volta trucidati da partigiani comunisti serbi o montenegrini, ignorando che nel quadro asburgico Fiume e Abbazia facevano parte del regno d'Ungheria, mentre Trieste, Istria e Dalmazia, che non è mai stata tutta italiana, appartenevano all'impero propriamente austriaco. (...) La verità storica, per quanto ne so, s'era suddivisa in due fasi distinte. La prima, subito dopo l'8 settembre 1943, aveva visto plebi rurali slovene e croate sollevarsi contro i «signori», in gran parte italiani, ma non solo, che a centinaia subirono aggressioni mortali. La seconda fase, più legata al terribile martirio delle foibe, in cui perderanno la vita migliaia di istriani, si snoda sul finire della guerra a partire dal 1945. Qui il copione segue quello applicato dalla polizia segreta sovietica alle popolazioni caucasiche, in particolare cecene e tatare, accusate di connivenza con gli occupanti germanici: la caccia all'uomo si dispiega alla svelta, alla rinfusa, di notte, in un incrocio di delazioni, vendette private, rapimenti in parte mirati in parte casuali; dopodiché si compirà la deportazione per alcuni e l'eccidio di massa per i più nei baratri carsici. Si deve poi distinguere la sorte toccata agli italiani dell' Istria da quella che colpì gli italiani della Dalmazia, dove fu il mare, anziché la foiba, a svolgere la funzione del carnefice che inghiotte e non restituisce la vittima. Due erano le particolarità degli italiani dalmati rispetto agli istriani. Anzitutto non rappresentavano una maggioranza etnica ma una minoranza aristocratica, borghese e linguistica nelle grandi e piccole città delle costa e nelle isole; l'altra particolarità, intimamente connessa alla prima, era la loro stretta mescolanza per matrimoni e parentele alla borghesia slava che qui era molto più sviluppata e influente che in Istria. Mia madre, figlia di un magistrato asburgico, era slava pur parlando alla perfezione, come il nonno giudice, anche il nostro antico dialetto veneto. Parimenti la madre di Ottavio Missoni, nato a Ragusa, oggi sindaco «in esilio» della città di Zara, era una nobile d'origine slava. Ogni volta che m'incontro con l'amico Ottavio, parliamo per due terzi in veneto e per un terzo in croato. Con Frane Barbieri, nato a Makarska, che conosceva l'italiano ma non il dialetto veneto, parlavo invece prevalentemente in croato. Il bilinguismo era comunque uno dei nostri connotati salienti: eravamo e siamo bilingui di lingua, d'animo, di mente. La nostra italianità era, è culturale più che etnica, e quindi più che altrove è duplice e drammatica. (...) Ma torniamo a Zara. Era questa l'unica città dalmata a netta prevalenza italofona: l'unico dei maggiori centri urbani che venne ceduto, con l'isola di Lagosta, all'Italia negli anni dopo la prima guerra. Non solo l'oligarchia imprenditoriale del porto franco zaratino, ma la gente semplice, marinai, scaricatori del porto, camerieri di caffè, bidelli e uscieri parlavano tutti il dialetto veneto. Mentre sul finire della seconda guerra le minoranze italiane della costa e delle isole erano ormai scomparse (...) i numerosi italiani o italofoni di Zara dovettero subire un lungo calvario: ben 54 bombardamenti angloamericani consumarono per conto loro una indiretta pulizia etnica dell'enclave italiana, trasformando la bella e antichissima città, che aveva difeso a sangue la propria indipendenza anche contro Venezia, in una triste Dresda dell'Adriatico. Poi vennero i soldati di Tito. Essi portarono a termine l'ecatombe, cancellando negli uomini e nelle pietre perfino il ricordo antropologico e architettonico della più romantica delle vecchie città illiriche. Finirono annegati nel mare, spesso legati dentro gabbie, 900 zaratini, fascisti e non fascisti, italiani e qualche croato o albanese del Borgo Erizzo. Due eminenti cittadini, i fratelli Luxardo, eredi della ditta produttrice del famoso maraschino, scomparvero nelle acque e vennero postumamente condannati come «nemici del popolo». Altre migliaia, quattro, cinque, forse di più, erano perite sotto le bombe americane. Negli esodi e nei massacri la contabilità è quasi sempre incerta. Alterano le statistiche, per difetto o per eccesso, i dispersi senza volto e senza numero. La memoria di tanti zaratini, fuggiaschi da una all'altra sponda dell'Adriatico, è una memoria di naufraghi per niente allegri. Quelli che dopo il 1943 sbarcarono sfiniti nel porto di Ancona vennero accolti con un fitto lancio di uova marce; all'incirca nella stessa epoca il bicchier d'acqua verrà negato agli assetati profughi istriani nella stazione di Bologna.

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                            • arfo
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                              • Feb 2013
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                              • Provincia di Lodi
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                              #15
                              Originariamente inviato da danguerriero
                              Per non dimenticare.

                              Pagine di storia che ancora oggi paiono essere un tabù.

                              Ferite ancora aperte quassù a Nord Est.
                              Ops, non mi ero accorto della nuova discussione!

                              [:-golf]

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