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Dopo i cani sequestrati ad allevatori e commercianti, dai canili ora spariscono anche i cani di famiglia.
E a cosa serviranno davvero canili da 4milioni di euro?
C.N. e' un 69enne di Ascoli Piceno che stravedeva per la sua cagnolina Mimi', un meticcio di piccola taglia molto simile ad un barboncino che e' stato "rubato" mentre era in canile. C.N. racconta di aver ricevuto il cane in regalo nel 2008 e di averlo portato piu' volte dal veterinario per visite e vaccinazioni ma che non aveva ancora il microchip perche' in piu' di un'occasione il veterinario si era dichiarato sprovvisto. Purtroppo lunedi' 20 settembre Mimi' scappa rincorrendo un altro cane. C.N. la cerca disperato e scopre che si trova in custodia al canile di Offida, dove si reca il 22 e riconosce subito la sua Mimi'. Ovviamente, chiede di poterla riavere ma non gli viene nemmeno menzionata la possibilita' di riprendersela pagando la multa per l'assenza del microchip: prima gli viene detto che la cagnetta si e' ferita ad una zampa e che percio' deve essere curata, e poi che non avendo il microchip avrebbe dovuto "rimanere in canile per eseguire la procedura prevista per i cani randagi". C.N. quindi torna a casa e nei giorni successivi, in attesa del termine di questa "procedura", telefona di tanto in tanto per sapere come sta la sua Mimi'. In una di queste telefonate gli viene detto che la cagnetta deve essere sterilizzata, pur contro la sua volonta', perche' e' la procedura, poi che non e' ancora pronta e infine che gli sarebbe stata riconsegnata martedi' 5 ottobre. Il 5 ottobre pero' Mimi' non c'e' piu': il giorno prima, secondo due addette del canile, la gabbia sarebbe stata trovata vuota "senza segni di effrazione". C.N. per fortuna non si perde d'animo e il giorno stesso si reca presso il servizio veterinario di Offida accompagnato dal suo avvocato. Li', racconta C.N., un veterinario "prima scarica la colpa su di noi asserendo che non e' stata seguita la procedura corretta per ritirare il cane di proprieta' e poi dichiara che la cagnetta e' stata sottratta da sconosciuti e che in serata avrebbe sporto denuncia". E' quindi C.N. che sporge denuncia per furto e che invia poi copia della documentazione a FederFauna, riferendo inoltre che e' venuto a conoscenza di altri fatti analoghi. Manco a dirlo, arriva la telefonata di G.C., anche lui di un paese vicino ad Ascoli. G.C. racconta di aver avuto anche lui un meticcio di piccola taglia, dotato pero' di microchip, che si e' allontanato da casa il 24 settembre. Racconta di essere stato contattato telefonicamente dal canile il 27 settembre, che gli sia stato chiesto espressamente di sporgere denuncia di smarrimento prima di recarsi a ritirare l'animale, ma che al ritiro, nonostante gli fossero stati fatti pagare anche i 29 euro per la cattura del cane, questo risultasse "sparito". FederFauna attende ora anche la copia della denuncia che dovrebbe aver sporto G.C., per produrre a sua volta un ennesimo atto teso a far luce sulle tante ombre che affollano la gestione "animalista" del fenomeno randagismo. Sui molti canili, che anche alla luce dell'esposto depositato il giugno scorso dall'europarlamentare Sergio Berlato, non si capisce piu' se siano centri di benessere come gli animalisti vogliono far credere, o porti franchi del malaffare. Un piccolo aneddoto: mentre ad Ascoli spariscono i cani di famiglia, in Toscana, nonostante uno studio presentato nel 2008 dalla SIMeVeP e dall'Azienda USL di Firenze evidenziasse nel 2006 un tasso di cani di proprieta' poco superiore al 10% e di cani randagi prossimo allo zero,nel 2009 a Ugnano si e' dato il via alla costruzione di un canile "Parco degli animali", con tanto di "pavimenti al quarzo", che costera' oltre 4milioni di euro.
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