Dalla varietà delle prede e dal numero esiguo per specie, mi vien da pensare che questo carniere sia il frutto delle fatiche di un Bruciasiepi, ovvero di chi cacciava alla scaccia tutto quello che partiva, senza l' ausilio del cane! Questo era considerato poco nobile ed ancor meno elegante, dai Cacciatori con il Cane da Ferma, non tanto per un fattore ambientale per gli uccellini che cadevano, ma proprio per un discorso di ceto sociale, un tempo avere uno, o piu' Cani era segno di una certa agiatezza economica, speriamo che questo non torni... Ho fatto questa Caccia nei miei primissimi anni di Licenza, riconosco senza metodo, ne un proficuo sistema che, come in tutte le Cacce, anche in questa disciplina occorre. Ad esempio su come prendere una siepe, od un gerbido, dove vi erano impasturati degli uccelli, da che parte, a che ora, dove si puo' spingere gli uccelli e dove allargarsi dal folto per poter sparare meglio... Sempre con il confronto si puo' vedere i propri limiti, come capire il motivo dei successi di altri. Avevo degli amici, parenti di chi poi sarebbe divenuta mia moglie, ma che, al tempo, non conoscevo. Loro erano particolarmente accaniti quando scendevano armati nei campi, conoscevano benissimo ogni siepe, pianta, arbusto e macchia dove poteva celarsi un Tordo, un Merlo, o altro... Veniva fatto un vero e proprio piano di battaglia, dove io partivo da una parte, con un compagno aldilà della siepe, altri da altre direzioni, ma con un preciso tragitto e dove e come incontrarsi per stringere i malcapitati volatili tra di noi... Davvero ogni tanto un bel Fagiano decideva di partire davanti a noi, od un' Anatra, un Beccaccino, o, molto piu' raramente, una Lepre! Che immensa soddisfazione, che gioia stringere tra le mani quella gloriosa preda, cosi' grossa! Prede che solitamente andavano prese grazie all' aiuto dei cani e non al nostro gran camminare di buon passo ed alle nostre presunte astuzie di Cacciatore. Ecco, con questi amici si partiva alle prime luci dell' alba e si camminava fino alle 14, ma con un passo veloce, in modo da poter ispezionare piu' posti possibili... Grandi sparatori, molto veloci , come imbracciavano, Tum e l' uccello cadeva. Non sempre consentito... Dato che molti, se non tutti i variopinti volatili di questo quadro, vennero protetti gia' nel 1978 ed io mi riferisco ad un lustro esatto dopo . Alle 14 circa i 18 anni, la maratona fatta, ed il fatto che non avevamo messo in bocca nulla fino ad ora, ci faceva venire una fame tremenda, tenuta a freno dalla gran voglia di sparare e di, se non vincere, stare un po' al passo con quei grandi colpitori! Nella loro vecchia fattoria ci attendeva una grossa pignatta in terracotta che da ore pipava sopra ala stufa. Mi venne detto solo alla fine del pranzo come era composto il Menù, quando la vecchia pentola era vuota, anche di quelle strane, ma gustose chiazze oleose nere, che, dopo le carni, gustosissime, asciugammo con la polenta appena fatta... Un paio di Cornacchie giovani, alcuni Piccioni Torraioli, un Fagiano ed un Falco, ma che doveva per forza avere le zampe gialle, dato che mi venne insegnato che solo quelli erano grassi e buoni! Da allora, nei vari libri, osservai quali fossero i Falchi con le zampe gialle, praticamente tutti! Come, secondo una ricetta Abruzzese per la Volpe, quella buona da mangiare, detta " Porcina" , ovvero quella che alla fine della coda ha una parte bianca, ovvero tutte! Poi magari era solo qualche capo del loro pollame nella pentola e certe fiabe servono solo a tenere cari dei ricordi di quasi 40 anni fa'......
Sono passati solo 40 anni da quel mio primo giorno di Licenza... Non pensiamo al fatto che quei campi e quelle siepi ora sono state conquistate da palazzi e strade... In una siepe, i miei amici avevano scavato un capanno tra i rovi, lavorando per ore ed ore con la cesoia, non si vedeva nulla da fuori e con il chioccolo si attirava Merli e quant' altro nei rami vicini e con la doppiettina Falco calibro 8 si sparava agli ignari uccelletti che capitavano. Nelle due piccole canne, due cartuccine caricate appositamente, nella prima canna una misura scarsa di polvere e di pallini, per i tiri a pochi metri, mentre, nella seconda, quasi doppia carica di polvere! Un giorno mi cimentai anche io in tale Caccia! Dopo una buona mezz' ora che chioccolavo, grazie ad un richiamo fatto come una specie di imbuto in ottone, sento alle mie spalle: Attento che ora tiro un sasso! Due Bruciasiepi, come ero io, erano ai lati della siepe e, sentendo un Merlo che chiamava, si erano avvicinati in silenzio ed erano pronti a sparare! Quel capanno non era affatto visibile... Io, con voce lenta: Ragazzi state fermi che ci sono io qui! Un altro giorno, grazie a dei "Ciuppi" , ovvero dei richiami che imitavano lo Zirlo del Tordo Bottaccio girando una vite inserita in un cilindro di noce, due Tordi da Uva si erano calati in quella campagna, che confinava con il paese. Eravamo 6, 7, giovani armati, anche se solo due, con Licenza di Caccia e maggiorenni... Iniziò una corsa campestre per inseguire i poveri Tordi, che, affatto ingenui, volavano via prima che la comitiva arrivasse a tiro. Era un pò che ci provavamo, quando un uccellino, ad un metro da terra, saltava di ramo in ramo, attirando la mia attenzione. Sparai un colpo e subito delle grida! Uno del gruppo, contando di colpire al volo i Tordi che continuavano a volare da un lato all' altro del contado, si era nascosto tra le frasche e la mia fucilata lo aveva colto! Terribile per me, ma solo un pallino si impiantò e proprio appena sopra al setto nasale in mezzo agli occhi... Non scorderò mai più quell'incidente, che solo per una fortuitissima fatalità non ebbe conseguenze serie!!! Si era poco più che ragazzi e non si badava tanto a regolamenti ed a leggi, la campagna, a differenza d'ora, non aveva occhi cattivi di spie di telefonini pronti a riprenderti in fallo! Tanti uccelli di ogni specie si vedevano nei campi, con noi, pronti a sparare, ma si doveva essere molto veloci nel farlo se si voleva cogliere qualche preda... I miei amici, di cui uno senza Licenza, lo erano davvero tanto... Ginetto stava ammirando la mia doppietta Bernardelli San Uberto nuova, quando una povera Merla fuggì via tra le fila di un vigneto. Mettere una cartuccia nella doppietta, chiuderla, inginocchiarsi a terra e sparare quel solo colpo, fù un secondo! La Merla cadde... Il tempo di mettere il fucile alla spalla, ma anche prima ed il colpo partiva, quasi sempre ne bastava uno! Ecco chi mi iniziò a Caccia, loro vedevano dove andavano le rosate e mi dicevano se ero sotto, sopra, dietro, o troppo avanti... Io non sono mai riuscito a vedere dove finiva il piombo dei mie colpi! Per cacciare Merli, Tordi e quant' altro che trovava riparo nelle tante siepi di allora, ora sparite, avevano un piano preciso d' attacco. studiato in tanti anni di pratica e di conoscenza delle abitudini di questi volatili. Un Merlo, vecchia conoscenza che tante volte ci aveva beffato, si era celato nella chioma di un albero lungo una riga di vigne. Come due Giaguari ci avvicinammo alla ambita preda e, sempre con gli occhi sulle verdi fronde, arrivammo sul posto: Il Merlo non poteva avere scampo! Con il fucile pronto in una mano e strattonando l' albero con l' altra, non partì nulla! Riprovammo più volte, ma niente... Mestamente partimmo per altri lidi, convinti che il Merlo, fosse in qualche modo volato via basso , senza che lo avessimo scorto, ma, quando fummo a cento metri dalla pianta, il Merlo, verseggiando, volò via... Ci aveva fregato anche stavolta.... Dopo qualche anno e tanti mazzi di uccelli, un po' troppo variopinti, i miei amici vennero beccati e pagarono a caro prezzo il loro eccedere, io, già l' anno successivo, venni folgorato dal lavoro di due Setter Inglesi del mio caro amico Bepi ed abbandonai la carriera del Bruciasiepi, appena in tempo, per seguire la coda della mia prima Setter, Dora! Smisero di cacciare, la multa, le rogne ed il calo degli uccelli, permessi e non, stroncarono la loro passione...
Commenta