22/23/24 agosto 1985- Valle di Blenio, bandita di Lucomagno - Valle Bedretto al'acqua Alpe Vallegia, zone ideali e poco faticose, terreni con molto mirtillo e rododentro, dove pasturano e si celano giovani covate, mature galline e vecchi forcelli; molti di quest'ultimi non ancora in completa livrea, hannno avuto un comportamento anomalo e hanno quindi messo in difficoltà gli ausiliari dei conduttori che hanno preso parte alle prove internazionali su selvaggina di montagna per cani da ferma inglesi con CAC e CACIT, organizzate dal Pointer e Setter Club del Ticino Svizzero.
Per gli amanti delle razze inglesi e della montagna, è stato un appuntamento importante, tre giorni di fatica e di sudore, tre giorni vissuti intensamente dietro ai cani, al contatto della natura respirando aria pura. Mi sono goduto lo splendido panorama alpino: verdi pascoli ed ombrosi boschi di lattifoglie e conifere. In mezzo ai larici, ho potuto osservare i caprioli che giocavano a rimpiantino e trarscinavano via il cane specialista dal suo abituale lavoro. Alle immense montagne, dove ancora con le bianche cime innevate si stagliavano verso il cielo, in basso, rompendo la monotonia delle grigie rocce, bianchi fazzoletti di neve; su una irta pietraia, alcuni camosci con calma ed equilibrio attraversano un pauroso baratro; li ossero e li seguo con il binoccolo finchè non spariscono al dl là di un costone.
Si susseguono i turni, i concorreti sono sempre pronti al collegamento con la giuria, se i cani non incontrano, non si fanno richiami, corrono sperando di non commettere errori e finchè c'è la fanno vanno avanti, i terreni sono ottimi, di giusta densità il selvatico e la prova scorre regolare.
Alcuni concorrenti francesi presentano i loro cani, ci capiamo a gesti è la parlata internazionale dei cinofili, bastano alcuni movimenti con le mani per riconoscere come a preso il punto, come ha guidato e in base a quello di che razza è il cane in concorso, che direzione a preso il selvatico e la sua probabile rimessa ecc. ecc.
Discreta l'affluenza dei concorrento ticinesi, pochi quelli italiani, nel complesso ho visto buoni soggetti ma, scarsi gli specialisti, questi ultimi, sui forceli ci sono sempre arrivati è il loro mestiere, con grande determinazione e corraggio hanno affrontato la montagna esplorandola nei posti dove più facilmante poteva incontrare il selvatico.
Il collega francese Ducommon e il conduttore corrono verso il cane in ferma, io al di sotto mi sposto e trovo una posizione per osservare meglio, vedo il pointer molto espressivo guidare verso l'alto fin sotto ad un larice e rifermare; lo inquadro con la mia "Nikon", al frullo del vecchio forcello, partito davanti al cane , scatto una, due, tre quattro foto e un'altra quando mi passa sopra e lo seguo finchè sparisce dalla mia visuale. l'immagine è fissata, la foto entrerà nell'album dei miei ricordi, gli stessi di quando al posto della mia macchina fotografica imbracciavo il mio sovrapposto Breda "Sirius" e avevo qualche anno in meno. Ricordi di montagne dove cacciavo e conoscevo a memoria i sentieri che salivo con fatica e che mi portavano su per gli ombrosi boschi, prolifici di frutti di stagione, sempre più in alto; dove sempre mi soffermavo a raccogliere qualche stella alpina trovata mentre cacciavo il vecchio forcello, nei luoghi e nel posto in cui precedentemente l'avevo trovato. Per un'altra sfida con lui , sperando che oggi sia io a vincerla. Ricordi che mai svaniranno e che con il passare del tempo saranno sempre più vivi.
Ho chiesto agli amici organizzatori ticinesi, De Stefani, Ferla e Bosia, il perchè della scarsa affluenza dei cacciatori locali, visto che le prove si
svolgevano in una Nazione prettamente popolata da appassionati della caccia di montagnai. Essi mi hanno risposto: "Molto presto risolveremo alcuni screzi che sono sorti tra i membri del'organizzazione, formeremo
un calendario delle prove internazionali alpine e faremo una campagna promozionale tra i cacciatori indigeni. Sperando infine che queste qualificanti prove, uniche nel loro genere, vengano inserite nell'alta
scala dei valori venatori che gli competono.
Carissimi amici, le prove di montagna sono l'ultimo baluardo di credibilità cinofila-venatoria, lassù in quelle vallate, sulle montagne che vanno verso il cielo, vive ancora numerosa la spendida avifauna alpina, lassù in quelle impervie zone dove a volte mette male verificare il giusto movimento di un cane, ci serve vedere che questi metta in mostra che dentro al petto di uno specialista abbia qualcosa che non si trova in nessun altro ausiliare.
passione, tanta passione e corraggio. Al guardiacaccia Vittorio Neri, Ettore Bianchi e Sig. Pedrini. Al Capo guardiacaccia Pedrioli e al Presidente dei cacciatori Bruno Nello, conosciuto in occasione di queste prove, i miei sinceri complimenti a lui e al suo staf per come le zone e la selvagina e tutelata. Ungulati e Tetraonidi che fanno sognare un Giudice dell'Enci, ma ancora di più un amante della montagna come il sottoscritto.
Queste le classifiche, con relative qualifiche, in questi tre giorni di prove.
22/8 -, bandita di lucomagno (Val Blenio, prma batteria, giudicata da Giulio Farè e Franco Malnati. 1° M.B. Loconensis Falco. seconda batteria giudicata dal Giudice Aurelio Garelli e Ducommom. C.Q.N. Amì Dit Bel Pt. Cond. Rusconi.
23/8 -,prima batteria giudicata dal Giudice Garelli e Ducommom, nessun classsificato. seconda batteria giudicata dai Giudici, Giulio Farè e Franco Malnati, C.Q.N. Marj del Bernsca Pt. cond. Arcobaleno.
24/8 -, Alpe Vallegia all'Acqua Val Bedretto. prima batteria: Gidicici Villa e Ducomon- 1° Ecc. Akim dela Vallegia Pt. Prop e Cond. Jelmoni. seconda batteria giudicata da Aurelio Gareli e Pedrazzetti, 1° M.B. Agor Pt. prop Santini Cond. Pratesi, - 2° M.B. Nuchka, Pt. Cond. Mugnier. aurelio garelli
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