un bravo cane da caccia, io caccio da solo ma, se tu vuoi fare squadra con me, ti porto dove c'è molta presenza di selvatico, però devi giurarmi di non dirlo a nessuno." Da allora per sette anni cacciai con lui ad Albareto Torre vicino ad Alba (CN)". Il mio pointer faceva miracoli ma lui con il suo automatico "Browing"sparava da Dio, (io sapevo di essere una buona canna, ma quando vidi come sparava lui...) Il giorno dell'apertura di caccia, decidemo di lasciare intatto il volo di starne che si trovava nei pressi della cascina dove eravamo ospitati, per andare a cacciare le pernici rosse nei grigi ripidi canaloni di Lequio Berio, questi era un paese limitrofo al nostro, dopo aver cacciato sino a tardo pomeriggio, sia per il terreno non facile ma sopratutto per il caldo afoso della giornata, eravamo veramente stanchi, con Mira che in ogni angolo d'ombra andava a riposarsi, fatto i nostri dovuti calcoli, ci rendemmo conto, che con solo tre pernici rosse che avevamo nel carniere di aver sbagliato la giornata, delusi tornammo sui nostri posti di caccia.
Erano circa le ore 17, quando incominciammo a risalire stancamente il fianco sinistro della collina, che si trovava sotto la nostra cascina; la nostra meta era di trovare il volo di starne, che a quell'ora, si sapeva trovarsi vicino ad una pozza d'acqua, presso il bosco di acacie in fondo ad una vasta stoppia di grano, con limitrofo un campo di verde fresca erba medica.
Mira era stanca e si butto nella pozza d' acqua, ne uscì tutta spavalda, si scrollo e quindi si rimise a cacciare con buon brio, la vedemmo fermare, corremmo e ci avvicinammo, invitata incominciò a guidare seguendo sicura il dolce effluvio delle starne, queste stavano portartandosi dove sempre verso sera si rifugiavano.
Pietro il mio compagno di caccia che oltre essere un bravo cacciatore era alquanto bracconiere mi disse:"Trattieni Mira" poi dal suo fucile automattico, tolse l'asta d'arresto delle cartuccie per avere
a disposizione cinque colpi: "sganciai Mira" essa superò di galoppo il posto dove in precedenza aveva fermato (facendo quel che poteva avendo i piedi gonfi e tumefatti) e più avanti nell'angolo chiuso tra il bosco di acacie e il campo di stoppia, rifermò decisa; la avvicinai e la feci forzare, le starne partirono alzandosi quasi a campanile per superare le acacie, Pietro fece la doppietta e due starne caddero; io ne presi una e quando, il il selvatico sfiorando la cascina con volo radente al terreno, potei contarne undici, quindi girarono sulla sinistra e sorpassando la collina andarono a rimettersi nel bosco di nocciole propio a circa 150 mt. dalla casa, Pietro mi disse:"io vado a portarmi sotto il bosco di nocciole, tu fatti riportare le starne e poi velocemente, fai entrare il tuo cane nel bosco dove sono andate le altre.".Eravamo quasi al tramonto, con le tre starne nella cacciatora e Mira che zoppicando ogni dieci metri si fermava, avevamo 6 capi di selvaggina e quasi, quasi volevo dire a Pietro di lasciare perdere e finire di cacciare.
Mentre attraversavo alla bella e peggio un campo arato, La pointer di scatto si fermò in bellissima espressione, avvisai il mio compagno che mi disse di essere pronto ma, che mi sbagliavo perchè il volo era nel noccioleto, gridai a Mira "Andiamo" e quano la lepre le schizzo davanti, io d'imbraciata la fulminai, lei la prese e me la stava portando, quando l'mpazziente amico, mi gridò:" lascia in terra la lepre e fai entrare il cane nel noccioleto" Io ubbidii, agganciai Mira con il guinzaglio e la portai presso il bosco di nocciole, la redarguii perchè lei voleva tornare dalla lepre morta la calmai e poi la sguizagliai, fuori era quasi buio ma io nel bosco non vedevo quasi niente, ma lei la vidi, la mia cagna che ancora una volta se pur camminando a fatica, era ferma, avvisai Pietro e poi mi avvicinai alla mia pointer, le undici starne per uscire dal bosco fecero un casino...io azzardai la fucilata nel mucchio e una grigia cadde. Pietro fece cantare il suo fucile automattico, io presi la mia da terra che sbatteva ancora le ali, Pietro mi diceva di portare Mira al riporto delle sue tre! si tre quando Pietro sparava, colpiva. Chiamai Mira, una , due, tre volte e poi la vedemmo che zoppicando, zoppicando mi portava la lepre di oltre tre chili, si avvicinò e me la sputò sui piedi (e si anche lei era stanca ed incazzata). Ma non era finita, la invitammo al riporto e lei si adoperò per farlo, due le trovò subito, la terza ci mise un poco di più e quando la trovò, si mise con la schiena a terra e con le gambe in aria, teneva la starna in bocca e respirava con fatica, Pietro prese la cagna in braccio, portando entrambe per circa 200 mt. fino alla cascina,entrati la mise sulla poltrona e poi la accarezzò, cercò di farsi dare il selvatico ma, lei gli ringhiò. A lui la starna non volle darla; ma a mè, al suo padrone sì; me la diede e mi lecco anche la mano. Pietro disse:"Di cani bravi così, non ne avrai mai più" Alla fine di quell'avventura di caccia (perchè per le situazioni createsi era stata un'avventura) Il nostro carniere fu di 11 capi" 3 pernici rosse, 7 starne e una lepre." (allora non vi erano limiti). Per sette anni io, Pietro e Mira, cacciammo insieme sulle Langhe, conoscendo posti nuovi, ci meravigliammo quando abbattemmo il nostro primo fagiano maschio, con colori bellissimi e una coda lunga, lunga, era bello e lo portammo a vedere anche nell'osteria del paese, ma non capivamo allora che la caccia, piano piano, andava deteriorandosi.
In seguito si aggiunse a noi Vittorio Satta di origine Sarda, che aveva un lungo e folto paia di baffi che sembrava un carabiniere...e l'armiere Savonese Carlo Rebella; Cacciammo ancora qualche anno insieme ma, per l'avvento massiccio dei fagiani e per voler ripopolare le starne con altre starne di cattura comprate all'estero e quelle di allevamento, con l'avvento degli aratri e quini colture intense ecc. ecc. Le restrizioni sui capi di abbattimento e molti non lo facevano, così come non lo avevamo fatto noi...oggi
per tutti questi motivi ci troviamo a rimpiangere il passato venatorio.
Noi negli ultimi anni, per la verità si lasciava nei voli quei 5 o 6 individui per riprodursi, ma sicuramente, ci si doveva pensare prima. Intanto Mira era invecchiata ma, sempre in gamba dando dei punti anche ai cani giovani.
Quando fui invitato dagli amici, Bolla,Bruno e Berto ad andare a Cariati e Cirò Marina in Calabria a quaglie, io accettai.
Ma questo è un'altro episodio del mio libro, che è intitolato:"Eravamo in primavera".
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