Salentino trapiantato da una vita in Romagna, terra di setter e di setterman. Oltre al piacere di aver conosciuto un appassionatissimo cinofilo mi è rimasta di quell'incontro la certezza palpabile della meraviglia di Angelo per aver visto correre qualche giovane buon setter qui, A SUD DEL SUD. Mi ha dato l'impressione ( ed Angelo può smentirmi se mi sbaglio), che mai avrebbe immaginato che nella parte d'Italia fronte Africa, ci fossero setter che potessero essere tranquillamente sganciati in coppia con quelli che oramai da oltre trent'anni lui si gode in Romagna.<O:p></O:p>
Caro Angelo, la realtà è la seguente:<O:p></O:p>
Qui di appassionati cinofili ve ne sono al di là di ogni immaginazione. Soffrono, anzi soffriamo, la condanna geografica delle distanze infinite. Tu sai che per arrivare a Foggia, dico a Foggia, io devo percorrere la stessa distanza che percorre un amico cinofilo romagnolo per arrivare in Francia,Croazia ecc... . Ne discende che ottimi setter , eccetto lo sporadico affidamento a dresseur del centro-nord, restano nell'ombra per tutta la vita. Per non parlare delle prove che coraggiosamente mettono in calendario i Gruppi Cinofili di queste parti. Prove condannate nella stragrande maggioranza dei casi ( eccetto solo Altamura, credo) alla partecipazione dei soli privati locali e durante le quali, spesso, chi giudica si esibisce in performance del tipo " qui non si perdona niente", a mio modesto parere qualche volta per equilibrare comportamenti tenuti in altri ambiti dove si è perdonato troppo. Ma a noi va bene così. In fondo qui raramente prendiamo un verbale se alleniamo dove e quando ci pare, su terreni dietro casa costituiti da immense piane di frumento, da misti di prati ed arati segnati dai serpentoni degli antichissimi muretti a secco che i nostri setter devono saltare per andare più in là, da boschetti ed uliveti capaci di stimolare fantasie impensabili nei nostri ausiliari. Tutto questo a tanti carissimi amici di altre aree geografiche fu talmente noto che spesso usarono gli appassionati di qui ed i loro territori per lasciargli i giovani da "sgrossare", qualche volta confondendo atteggiamenti di sincera amicizia ed estrema disponibilità con posizioni di sudditanza quando non peggio, sino ad arrivare spesso a lasciare da queste parti intere cucciolate "mirate" quando avevano tre o quattro mesi e venire a "rivedersele" all'età di un anno per portar via il crak se c'era ( dove credi sia stato il Nomar , tanto per fare un nome ma potrei fartene altri, sino a due anni?) e quel che è peggio lasciando qui il resto. Il detto resto, se pur spesso progenie di altissimi lombi, erano ovviamente le ciambelle senza il buco. Che riprodotte portarono inevitabilmente a soggetti dal gran certificato e dai piccoli mezzi. Fortunatamente, dopo quasi quindici anni di vere "guerre" tra i sostenitori del certificato e chi li metteva in guardia dai disastri genetici conseguenti, devo registrare senza dubbio la sconfitta dei primi. Tanto che attualmente, in mano a molti cinofili salentini, vi sono soggetti di gran pregio spesso derivanti, perchè no, da accoppiamenti "misti" tra soggetti nati nel profondo sud e soggetti nati nel lontano nord.<O:p></O:p>
Spiace solo, come detto in esordio, che vederli è difficile, poichè, nonostante ogni sforzo, l'Italia resta maledettamente lunga.<O:p></O:p>
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