Prolasso Ghiandola Lacrimale Terza Palpebra

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  • colpetrosa
    ⭐⭐
    • May 2005
    • 748
    • PETRITOLI, FERMO, Marche.
    • BRACCO ITALIANO

    #1

    Prolasso Ghiandola Lacrimale Terza Palpebra

    Diego mi ha posto privatamente una domanda che penso meriti essere resa pubblica. Alla sua cagna è stato diagnosticato il prolasso della ghiandola lacrimale della terza palpebra o nictitante (occhio a ciliegia), il suo veterinario ha provveduto alla sua asportazione, se pur non completa. Successivamente ha cercato lumi in internet ed ha trovato scritto che la riduzione di liquido lacrimale secreto a cui può andare incontro l'occhio, può condurre il soggetto ad una cheratite secca, di tipo cronico. E'vero? A questa perplessità, il suo veterinario afferma che è un'eventualità abbastanza rara a verificarsi.
    Io sono di parere contrario, infatti questa ghiandola lacrimale accessoria produce il 40% del liquido lacrimale totale e prma di asportarla bisognerebbe effettuare il test di schirmer per valutare se si è di fronte ad una sovraproduzione di liquido lacrimale, circostanza in cui la sua asportazione non arrecherebbe danno.
    Diversamente l'intervento d'elezione è il suo riposizionamento chirurgico, difficile da descriversi ma molto più facile a farsi. Consiste, in anestesia generale, nell'incidere la congiuntiva dalla parte esterna alla base della terza palpebra in profondità fino all'osso orbitale, si ancora un filo non assorbibile al periostio e forando la base della terza palpebra si passa dalla parte opposta (interna, verso l'occhio) di essa. A questo punto l'ago deve trapassare il bordo verticale della ghiandola, fino alla sua sommimità prolassata, continuando nella sua porzione orizzontale per ridiscendere verticalmente dal lato opposto della ghiandola stessa. Ora si riattraversa la base della terza palpebra in senso opposto al precedente, cioè dall'interno verso l'esterno e si tende il filo finchè la ghiandola prolassata ritorna nella sua posizione originaria. Si fissa il filo annodandolo e l'intervento è concluso, medicazioni con pomate antibiotiche per 10/15gg. Solo se questo tentativo non sortisse esito positivo si ricorrerà alla sua asportazione con un colpo di forbice, DELLA SOLA GHIANDOLA, non della ghiandola e della terza palpebra insieme, come ho avuto modo di constatare sia stato fatto al povero Tano dell'Asolano. Il quale necessitava di frequenti cure a causa della mancata protezione offerta dalla terza palpebra, più una ridotta produzione di liquido lacrimale che esponeva l'occhio, nei suoi movimenti, ad un continuo attrito per insufficiente lubrificazione.
    A volte si può confondere con un altro disturbo molto simile che è l'ectoversione della terza palpebra. Cioè questa si piega su se stessa verso l'esterno, simulamdo un "occhio a ciliegia".
    Chi ha avuto problemi di questo tipo? come sono stati affrontati e risolti? Quanto sono presenti nei nostri bracchi? Sicuramente meno frequente negli spinoni, dove vedo palpebre meglio aderenti rispetto al bracco italiano.
    Luigi Marilungo
    colpetrosa
  • Rossella
    ⭐⭐⭐⭐
    • Mar 2005
    • 14715
    • Gallia Cisalpina
    • Setter Inglese

    #2
    posso dirti che so di mastini napoletani e basset hound, san bernardo, con questo problema. Spesso gli appassionati (parlo di queste razze) chiamano il problema all'inglese "cherry eye" e da google dovrebbe trovarsi molto magari con casistica più ampia dagli usa, probabilmente non nel bracco.
    Quanto alla cheratite secca l'ho vista in due cani: un incrocio springer e un setter inglese ma ne ho sentito parlare anche in altri setter inglesi. Il setter che conoscevo io, genealogia da bellezza con sangue inglese, un cagnone dalle palpebre abbastanza scollate non so come se la sia procurata dal momento che a 11 anni il proprietario l'ha smollato in canile senza tante precisazioni. Fortunatamente adottato è andato avanti con un prodotto di cui non ricordo il nome (ma caro di fama....) applicato più volte al giorno. Il mio vet era riuscito a ricreare una formulazione più economica di questo prodotto tramite farmacisti che mischiavano i l principio attivo all'olio di germe di grano.
    Altri cani hanno avuto problemi di attrito legato ad entropion operati male... lo stesso cane (drahthaar) operato più volte, presumibilmente non in maniera eccellente ha tuttora il problema. E' andato poi vivere a Torino dove l'ha infine visto peruccio concordando che avevano fatto un pasticcio...
    Rossella
    Dogs & Country http://www.dogsandcountry.it

    http://dogsandcountry.it/the-gundog-project/ Progetto di ricerca sul cane da caccia e da prove :-)

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    • andrea silvagni
      Premio Eleganza 2013
      • May 2005
      • 4699
      • Latina, Latina, Lazio.
      • bi_ Fiamma e Aramis kz_ Iulia

      #3
      il prolasso della ghiandola lacrimale è comune negli spaniel purtroppo con le creme difficilmente rientra e si sistema , pertanto operetion per riposizionarla , mi è nuovo tra i bracchi come problema
      Silvagni Andrea


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      • Giancarlo Perani

        #4
        Ciao Luigi, come stai? E' un bel pò che non ci vediamo, eppure a Terni ci son venuto tutti gli anni e, almeno sei mesi fa, giravo per quasi tutt'Italia per prove.
        Certo che ho avuto problemi con entropion, ectropion e palpebre rilassate, tutti i braccofili.... datati hanno avuto a che fare con questo genere di problemi, in passato, perchè, per quel che ne so, attualmente son diventati fenomeni abbastanza rari, o almeno non frequenti come un tempo. Sono/erano legati, soprattutto il rilassamento della terza palpebra, ad alcune correnti solamente, in quelle "famiglie" dove con la consanguineità non si tenne conto di quel tipo di problemi, apparentemente insignificanti, ma invece spesso molto condizionanti. Come si son risolti? Spesso,( parliamo di anni fà!) nel modo più drastico, la tecnica, così sopraffina, da te molto chiaramente descritta, allora non ebbi mai modo di vederla applicata e forse non era nemmeno conosciuta. Ma posso dirti come, nell'allevamento risolverla e riconoscerla ancora quando il cucciolo è molto piccolo, in pratica già da una settimana dopo aver aperto gli occhi, evitando così scelte mal fatte,nell'ambito della cucciolata, da parte di eventuali acquirenti, in pratica una prima e precocissima selezione, semplice basta osservare la dimensione degli occhi, se uno dei due occhietti del cucciolo risulta leggermente più piccolo, è quasi certo che sarà....difettato, l'oservazione della genitrice ci verrà in aiuto, spesso, se è presente un difetto nel figlio, ovviamente anche la mamma potrà presentare lo stesso particolare. Non dimentichiamo di pretendere, per quanto possibile, i margini superiori delle terze palpebre pigmentati delle tinta del mantello, più facilmente riscontrabili nei roani che nei B.A. e, ovviamente le palpebre esterne ben aderenti al bulbo, particolare più che funzionale, specie per chi caccia negli sporchi, come quelli della mia terra natale, che da sei mesi non vedo più e che non pensavo mi mancasse così tanto, ma che presto tornerò a visitare, intanto vedrò di ambientarmi quggiù al sud, gli amici non mancano.

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        • colpetrosa
          ⭐⭐
          • May 2005
          • 748
          • PETRITOLI, FERMO, Marche.
          • BRACCO ITALIANO

          #5
          Ciao Giancarlo, è una vita che non ci si vede ma la colpa è solo mia. Infatti a Terni non vengo da quattro cinque anni.
          Purtropo coincide con la rievocazione storica medievale di Ascoli Piceno "La Quintana" dove sono stato coinvolto a sfilare con i miei bracchi nel rievocare la caccia con i falchi.
          Da quattro anni sono impegnato nel comitato di gestione del mio ATC e quindi come puoi capire qualcosa deve restare indietro. Alle prove mi sono dedicato sempre poco in prima persona e poco più alle esposizioni.
          In questi ultimi anni purtroppo ho frequentato pochissimo il mondo braccofilo se non in rare occasioni, sempre sollecitato da Cesare per vedere i suoi cani.
          Da qualche mese lo stò facendo in modo virtuale ed ammetto che la cosa m'intriga.
          Infatti mi ruba del tempo anche quando in realtà, è proprio quello a mancarmi.

          Tornando al problema oggetto di discussione,;););););););)[B)][B)][B)][B)][B)][B)][B)] anche se oggi sono nella veterinaria publica nell'igiene degli alimenti, nella decennale esperienza ciniatrica, la casistica che ho potuto osservare non è poi così scarsa sia nelle razze da caccia (pointer) soprattutto, ma anche setter Inglese, come nelle razze brachicefale Buldog Inglese, Boxer,Bull Mastiff ecc.

          Nel bracco italiano tutti i problemi connessi alle palpebre, terza palpebra compresa, sono sempre accomunati ad un difetto quasi mai menzionato dai giudici ne da ciniatri, che nella nostra razza, selezione a parte, è ancora abbastanza presente.
          Trattasi di un problema legato indissolubilmente alle caratteristiche cutanee dei nostri cani.
          Inutile dire che la pelle si è ridotta.
          Si è ridotta nell'eccessiva giogaia ed è sicuramente pià aderente, ma è certamente più spessa rispetto ad altre razze da caccia.

          Il bracco italiano non ha certo la pelle tirata di un doberman o di un pointer o di un levriere inglese.
          Il difetto a cui mi riferisco è l'ENOFTALMO = occhio posizionato tropo indietro (dentro l'orbita).
          Da questo difetto "originale" conseguono gl'imperfetti rapporti del globo oculare con le palpebre (entropion ectropion) terza palpebra (ectoversione e prolasso gh. lacrimale della stessa), microftalmo (occhio piccolo) non è l'occhio ad essere piccolo, ma la rima palpebrale è troppo piccola e sempre associata a difettosa posizione "enoftalmo".
          Se l'occhio fosse posto 0,5mm o ancora più esternamente, tutti gli annessi sarebbero in giusta tensione tra loro e non si verificherebbero i problemi citatti.
          Fa eccezzione l'entropion sup. ed infe. quando entrambi presenti coinvolgono anche il canto laterale e trattasi di difetto congenito.

          Le forme lievi di entropion conseguono solo ad errata posizione dell'occhio, il quale non tende la palpebra che, rilassata, ruota lievemente all'interno, portando a contatto della cornea la pelle esterna e non la congiuntiva, come dovrebbe avvenire.

          Luigi Marilungo
          colpetrosa

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          • Giancarlo Perani

            #6
            Mi fa veramante piacere leggerti, come dire:le brutte bestie non muoiono mai!:D:DVedo con piacere d'aver provocato la giusta reazione![^][^]. A parte gli scherzi,tornando al problema. Giusto tutto quel che hai scritto, appropriato sotto il profilo tecnico, devo solo aggiungere che, a volte, malgrado l'inserzione appropriata del bulbo oculare e del giusto rapporto palpebra-occhio, il fenomeno si verifica ugualmente, v'è solo da ipotizzare una certa tendenza al rilassamento tissutale nella zona incriminata, da parte del soggetto che presenta tale difetto. Potrei fare nomi e cognomi, per elencare le varie correnti, che hanno presentato, in un passato anche piuttosto recente, detto problema e che in parte ancor oggi, presentano qualche caso, mi asterrò, ovviamente, di elencare, anche perchè sai bene anche tu quali e quante siano quelle correnti e poi non è proprio il caso!
            E' caratteristica legata a geni recessivi, per fortuna, o almeno così mi sembra, che si comportano come Mendelliani semplici, con scarsa penetrazione, perchè se così non fosse avremmo tutti i bracchi con palpebre rovesciate e relative giandole lacrimali di fuori.
            Ma Cesare chi! Legnani? Se è lui quel Cesare salutamelo caramente, digli che il Bracco ha bisogno di tecnici come lui, così competenti, che si dimenticasse i rancori del passato, alla razza ultimamente occorrono giudizi tecnici di qualità, tropp sono le certicazioni.... facili e date con leggerezza. Salutami anche Trussardi, se lo vedi.....Bhe basta sennò sembra "c'è posta per te" o come diavolo si chiama il programma delle Defilippi!

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            • Fabio
              Utente fondatore
              • Mar 2005
              • 246
              • Livorno, , Toscana.

              #7
              Non avevo mai avuto occasione di vedere il prolasso della ghiandola lacrimale della 3^ palpebra, nella cucciolata della mia Tosca x Eros di Cascina si sono presentati due casi risolti con il riposizionamento chirurgico della stessa già descritto da Luigi Marilungo. I cuccioli non ebbero a soffrire nessun tipo di complicanza post operatoria e rivisti adesso (due anni dopo) hanno una perfetta funzionalità della ghiandola.
              Fabio Casetti

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