Vecchi armaioli Italiani ...Parliamone

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  • gaetano2007
    ⭐⭐⭐
    • Jan 2008
    • 1386
    • Catania

    #1

    Vecchi armaioli Italiani ...Parliamone

    Per non dimenticare .... qualche vecchio armaiolo Italiano che non esiste più invito gli amici del forum a ricordarne il nome magari inserendo qualche articolo apparso su qualche vecchia rivista o la foto di qualche fucile .
    Sono artigiani che hanno costruito fucili e che ora sono sempre meno conosciuti e soprattutto ricordati.
  • michele14
    ⭐⭐⭐
    • Oct 2011
    • 1003
    • Anoia(RC)
    • breton

    #2
    Armaioli non ne conosco, però posso dire il nome di fucile sovrapposto cal 12 del 1955.
    L'artigiano si chiamava Ruscone e poi c'era pure punzonato Torino. Non so se questo può essere interessante e se è quello che tu intendi, aprendo questa discussione.
    Ciao

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    • gaetano2007
      ⭐⭐⭐
      • Jan 2008
      • 1386
      • Catania

      #3
      Bene Michele...... Ruscone Carlo era un armaiolo di Torino nel libro "Repertorio storico degli archibugieri Italiani" viene riportato solo questo.... per caso hai o puoi procurarti qualche foto del fucile? Quanti amici Piemontesi ne sono a conoscenza di questo Ruscone Carlo e possono dire qualcosa in piu. ciao

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      • gaetano2007
        ⭐⭐⭐
        • Jan 2008
        • 1386
        • Catania

        #4
        armaiolo F. Glisenti

        Questa è una dpooietta F. Glisenti armaiolo di Gardone Val trompia fine del 1800.
        File allegati

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        • michele14
          ⭐⭐⭐
          • Oct 2011
          • 1003
          • Anoia(RC)
          • breton

          #5
          Originariamente inviato da gaetano2007
          Bene Michele...... Ruscone Carlo era un armaiolo di Torino nel libro "Repertorio storico degli archibugieri Italiani" viene riportato solo questo.... per caso hai o puoi procurarti qualche foto del fucile? Quanti amici Piemontesi ne sono a conoscenza di questo Ruscone Carlo e possono dire qualcosa in piu. ciao
          purtroppo foto non ne ho fatte e non ne posso fare. comunque era un sovrapposto bigrillo, calcio a principe di galles con dei legni discreti, la chiusura, se non ricordo male era simile a quella dei sovrapposti beretta, e aveva la particolarità di avere le canne lunghe 61 cm, 3 e 1 stella. le canne erano originali, quindi non erano state tagliate. la bascula non aveva incisioni, ed era di colore simile all'alluminio.
          questo è tutto purtroppo.
          ciao

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          • Lipe
            ⭐⭐⭐
            • Jan 2010
            • 3385
            • E. Romagna RIMINI

            #6
            Ciao Gaetano, molti anni fa' mio padre fece ricostruire l'astina della sua doppietta Bernardelli, da Fabbrizioli di Rimini, grandi armaioli, il piu' giovane dei tre fratelli, Natale, era pure incisore di valore, che nel 2005 cesso' l'attivita'; magnifiche le loro doppiette, ma ancor di piu' il loro sovrapposto, e' personalissimo.
            La loro pubblicita' degli anni quaranta recitava:

            Cartucce per caccia e tiro, costruzione di fucili da lire 400 a lire 5000, cambio canne, calci bascule, qualuncue pezzo, verniciature canne, applicazioni estrattori automatici.
            Riparazioni in genere accuratissime e solleticite.
            Questo riassumendo, mio padre sa molto di piu', in quanto negli anni '70/'80 furono vicini di attivita commerciali.
            Saluti.

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            • gaetano2007
              ⭐⭐⭐
              • Jan 2008
              • 1386
              • Catania

              #7
              Grazie Filippo ... dei Fabbrizioli come hai ben detto il piu conosciuto è Natale Fabbrizioli tuttora vivente grande incisore oltre che costruttore di doppiette e sovrapposti insieme ai due fratelli , dove hai letto quella pubblicità hai per caso un deplian o qualcosa di simile perchè non lo posti?
              E vedi se hai materiale o tuo padre sa qualche storia .... perchè non lo condividi.
              Ciao Gaetano

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              • jurassico
                • May 2010
                • 74
                • roma

                #8
                E' bene ricordare per non lasciare cadere nell'oblio questi talenti. Io ho conosciuto Salvatore Cortesi, che purtroppo non è più tra noi. Non devo rammentare a voi chi era e cosa ha fatto.

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                • borrelli mario
                  ⭐⭐⭐
                  • Feb 2011
                  • 1726
                  • vesuviano
                  • setter Diana e Arno

                  #9
                  Originariamente inviato da gaetano2007
                  Questa è una dpooietta F. Glisenti armaiolo di Gardone Val trompia fine del 1800.
                  Troppo bella.
                  O povero po diventà ricco, o ricco po diventà povero, o scem rimane semp scem.

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                  • piccardi renzo
                    ⭐⭐
                    • Mar 2013
                    • 570
                    • cairo montenotte
                    • kurzhar, setter inglese

                    #10
                    Io ho una doppietta che era di mio padre e uso regolarmente a caccia :Abbiatico e Rampini del "58,non ne so niente ma nella mia zona ci sono molte di queste armi i mie zii quasi tutti cacciatori le posseggono.Abbiatico mi ricorda un noto costruttore della Val Trompia mentre Rampini so di una signorina che fa opere d'arte in tema venatorio saranno i loro antenati?..

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                    • Peter Hunter
                      Ho rotto il silenzio
                      • Jul 2020
                      • 29
                      • Roma
                      • Pointer, avuto [url=https://postimg.cc/QKkyHv0L][img]https://i.postimg.cc/PJBsFjDq/IMG-20200620-WA0

                      #11
                      Anche Cesare Ansoldi di Roma, è stato un grande armaiolo.

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                      • Celestino
                        ⭐⭐
                        • Jun 2006
                        • 707
                        • Avellino, Avellino, Campania.
                        • due springer spaniel; uno spinone italiano ed un Kurzhaar

                        #12
                        Originariamente inviato da Peter Hunter
                        Anche Cesare Ansoldi di Roma, è stato un grande armaiolo.
                        Ho una doppietta Breda Gemini del 1954 con una bella incisione fatta da Pasolini-Ansoldi ; potrebbe essere lo stesso di cui parli tu?
                        Celestino Basagni

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                        • tommaso87
                          ⭐⭐
                          • Mar 2008
                          • 945
                          • Grosseto, Toscana.

                          #13
                          anchio ho una vecchia doppietta
                          viva la caccia e chi la fa, TOMMASO

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                          • specialista
                            ⭐⭐⭐
                            • Jul 2012
                            • 5299
                            • sesto fiorentino
                            • meticcia a pelo raso"DUNA", Pitbull red nose “LOLA”

                            #14
                            EUGENIO SABATINI l’armaiolo cieco.
                            Chi lo ricorda o ne ha sentito parlare? Nato nel 1909 in Toscana, nelle campagne del Mugello, vissuto a Calenzano (FI), morto nel 1990.
                            Nato vedente, perse la vista in giovane età, intorno ai cinque anni, ferendosi. Fin da piccolo aveva una innata passione per le armi, e quando a casa si fermavano i cacciatori di passaggio, si racconta che la notte, il piccolo Eugenio, di nascosto andava a toccare e smontare le armi che poi con cura rimetteva a posto. Una sera, a cena, uno degli ospiti, lamentò un problema di funzionamento al proprio fucile, la mattina praticamente andò a caccia e il fucile era a posto, si scoprì che notte tempo Eugenio, in base alle indicazioni lamentate la sera prima, aveva risolto il problema. Crescendo affinò la sua passione diventando a tutti gli effetti armaiolo. Nel 1933 si trasferì, con la famiglia, a Calenzano, lavorava al tornio e svolgeva qualsiasi lavoro con precisione e competenza, nonostante la cecità fabbricò di sana pianta, non usando semilavorati, delle splendide armi, nelle cronache si parla anche di una pistola per il duce in cal. 6,35, fucili di pregio, doppiette con batterie H.H., una doppietta per l’allora Re Vittorio Emanuele lll che ne fu talmente soddisfatto che lo invitò nella sua tenuta a San Rossore facendogli dono di un orologio d’argento con suoneria, di modo che potesse sentire il passare del tempo. Fu presente alla fiera dell’artigianato d’Italia a fine anni 30. Dopo la guerra continuò il suo lavoro e nel 1960 durante una esposizione gli fecero notare che era sprovvisto della licenza per costruire armi, essendo analfabeta e non vedente non l’aveva mai presa, mettendosi subito d’impegno e con una delibera speciale, riuscì a ottenere la licenza, in quell’occasione Gronchi Presidente della Repubblica gli conferì il titolo di Cavaliere. Ci ha lasciato il 7 ottobre del 1990 a Calenzano e fino che ha potuto ha lavorato. Vederlo lavorare, nella sua officina era uno spettacolo, ricordo una fievole luce, e lui che smontava, torniva, scartava, rimontava, ed era sempre tutto in ordine e pulito, non c’era cosa che non sapesse aggiustare o sistemare, i suoi fucili, non molti, tutt’oggi sono delle opere d’arte, ancora funzionanti con un valore alto di mercato, ricercati da collezionisti e appassionati.
                            Questo in poche parole era il Grande Eugenio Sabatini, per noi detto semplicemente e con tanta stima e affetto “ i Cieco”.
                            Ultima modifica specialista; 02-08-20, 11:36.

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                            • biagio50
                              • Sep 2019
                              • 81
                              • pistoia
                              • non ho cane, vado a caccia con quello di un amico

                              #15
                              IL CIECO DI CALENZANO



                              La consistenza grigia dell’acciaio
                              svelava la sua forma alle tue mani
                              e tu, nel buio della tua bottega,
                              trovavi ad uno ad uno gli strumenti
                              per plasmarla, la forma.
                              Nascevano così quei tuoi fucili
                              che poi toccavi e che sentivi belli:
                              forse quando, finito ormai il lavoro,
                              avvitavi il mirino,
                              avrai sentito pungere il rimpianto
                              di vederli le alzavole, i codoni,
                              galleggiare nel chiaro, nella prima
                              luce dell’alba: ma la luce
                              che non ti fu concessa nella vita
                              forse sarà con te in un altro mondo
                              dove tutto si appaga, dove ogni
                              desiderio dell’uomo si confonde
                              in un unico mare, dove tutto
                              galleggia, anche le alzavole e i codoni.


                              franco Biagioni (2004)

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