Monticola Solitarius (passero solitario), blue rock thrush

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  • Oizirbaf
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    #16
    (Aggiovà...guarda che le tue ...prolusioni in romanesco me le tengo tutte!)

    «Trenta quaranta,
    tutto il mondo canta
    canta lo gallo
    risponde la gallina...

    Socchiusi gli occhi, sto
    supino nel trifoglio,
    e vedo un quadrifoglio
    che non raccoglierò [....]

    Socchiudo gli occhi, estranio
    ai casi della vita.
    Sento fra le mie dita
    la forma del mio cranio:

    ma dunque, esisto! O strano!
    vive fra il Tutto e il Niente
    quella cosa vivente
    detta guidogozzano!»

    Quando mi metto a leggere queste opere (lo faccio abbastanza spesso!) mi dolgo di essere così ignorante (o forse anche solo smemorato) di non ricordare tutto il bello della letteratura italiana che, purtroppo, viene giorno per giorno...aborrita, dimenticata, violentata ed ignorata.
    Sono sempre stato un amante del Leopardi anche quando, critico e ribelle scolaro delle medie, ne apprezzavo ancora incoscientemente, la cantilena con cui recitavo a memoria le sue poesie.
    Ci sono ritornato con le "successive" maturità della vita a rileggerle, senza gli obblighi della scuola e del dovere, scoprendo un nuovo mondo...fatto anche di apparenti banalità come i personaggi del "Il sabato del villaggio"e della "La quiete dopo la tempesta", prodromici alla epigonica tristezza:

    "Altro dirti non vo’; ma la tua festa
    Ch’anco tardi a venir non ti sia grave."
    Ultima modifica Oizirbaf; 11-05-24, 09:14.
    "...Apri la mente a quel ch'io ti paleso
    e fermalvi entro; ché non fa scienza,
    sanza lo ritenere, avere inteso..."

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      #17
      La ricordi la poesia piu' tragica di Gozzano" "Toto' Merumeni"? E' un ritratto allucinante dell'uomo contemporaneo di cultura, che non crede piu' a nulla, afflitto dalla solitudine e conscio della sua inettitudine, un intellettuale a cui Dio ha donato talenti che vennero tutti seppelliti e mai messi a frutto. Ma forse il genere umano e' sempre stato cosi'?
      "Heautontimoruroumenos," di Terenzio, il "Punitore di se' stesso," e' da dove il nome "Toto' Merumeni" e' stato tratto da G.G.G.

      "Toto' non puo' sentire, un lento male indomo
      Inaridi' le fonti prime del sentimento.
      L'analisi e il sofisma fecero di quest'uomo
      Cio' che le fiamme fanno di un edificio al vento..."

      E' l'unica quartina che mi ricordo, sebbene avessi una volta imparato a memoria l'intera poesia--ma non per dovere scolastico, perche' i preti Marianisti bacchettoni (non solo metaforicamente) del Collegio a Viale Manzoni 5, a Roma, dove i miei genitori mi avevano rinchiuso a "semiconvitto," prigioniero dalle 8 alle 19, non si sarebbero mai sognati di farci imparare una poesia con una strofa nella quale le pratiche amatorie del narratore con la cuoca diciottenne "fresca come una prugna" che gli salta addosso e lo possiede mentre lui giace sul letto "beato e resupino" avrebbero scatenato uno tsunami di seghe fra studenti mattinieri, semiconvittori, e convittori. Gia' la parola "fresca" (uno dei mille sinonimi dell'apparato genitale esterno muliebre), sarebbe stato il movimento sismico scatenante dello tsunami di cui sopra... A dodici o tredici anni (e, oserei dire, per tutto il resto della loro vita) tutti i maschietti gia' sono ermafroditi: oltre agli organi naturali nel posto giusto, hanno anche quelli del dolce sesso (che probabilmente non hanno mai visto se non in una rivista o in qualche video pornografico), piantati solidamente nella parte del cerebro dedicata all'immaginazione ed al desiderio. Da grandi, ovviamente, potranno smettere di affidarsi soltanto alle tecniche amatorie di Palmarosa e delle sue cinque sorelle, che per fortuna mai ebbero bisogno di anticoncezionali...

      No, seriamente, forse essere un Toto' Merumeni e' la croce alla quale sono inchiodati tutti coloro di una certa intelligenza che si dedicano, specialmente al tramonto (arguta mia riconnessione al Crepuscolarismo di Gozzano!), all'introspezione, alla contemplazione, col Merumeni Gozzaniano, delle "rose che non colsi," al desiderio libidinoso di attrici famose e nobili donzelle il cui amore aveva desiderato e che pero' lo vide ripiegare alla supplenza della cuochina ninfomane (almeno niente Palmarosa...), mentre con noi, la contemplazione degli ideali che avevamo abbracciato nella romantica eta' giovanile e che abbiamo abbandonato uno ad uno perche' maciullati dagli squali della realta' come il grande pesce del vecchio pescatore di Hemingway; dei sogni svaniti; degli amori che non fummo capaci di tenere vivi principalmente per colpa nostra; dei fallimenti, delle cadute in tentazioni che ci hanno sviato dalla retta via; di tutte le decisioni sbagliate; della pigrizia che ci ha impedito di raggiungere qualche ambita meta; del senso di colpa di aver ferito coloro che abbiamo ferito, di proposito o distrattamente a causa del nostro egoismo e narcisismo... Come ci puniamo severamente, ragazzi, quando abbiamo le metaforiche palle di guardare dentro noi stessi, di giudicarci. E' il prezzo di non esssere bestie. Essere "animali superiori" sara' pure bello, ma il prezzo da pagare e' enorme. Spero solo che Dio sara' un giudice meno severo di come siamo noi, quando ci "totomerumenizziamo."

      Chi se fa' pecora, la lupa arabbiata se lo magna!

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      • Oizirbaf
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        #18
        Elogio degli amori ancillari


        I.

        Allor che viene con novelle sue,
        ghermir mi piace l'agile fantesca
        che secretaria antica è fra noi due.

        M'accende il riso della bocca fresca,
        l'attesa vana, il motto arguto, l'ora,
        e il profumo d'istoria boccaccesca...

        Ella m'irride, si dibatte, implora,
        invoca in nome della sua padrona:
        «Ah! Che vergogna! Povera Signora!

        Ah! Povera Signora!...» E s'abbandona.


        II.

        Gaie figure di decamerone
        le cameriste dan, senza tormento,
        più sana voluttà che le padrone.

        Non la scaltrezza del martirio lento,
        non da morbosità polsi riarsi,
        e non il tedioso sentimento

        che fa le notti lunghe e i sonni scarsi,
        non dopo voluttà l'anima triste:
        ma un più sereno e maschio sollazzarsi.

        Lodo l'amore delle cameriste!

        "...Apri la mente a quel ch'io ti paleso
        e fermalvi entro; ché non fa scienza,
        sanza lo ritenere, avere inteso..."

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          #19
          P.S.

          Fabbri', non e' solo, come tu dici, la letteratura italiana che "viene giorno per giorno...aborrita, dimenticata, violentata ed ignorata." E' tutta la buona letteratura di tutto il mondo che sta subendo la stessa sorte infame, rimpiazzata da immondizia con una tremenda puzza di propaganda politica, da "opere" di giornalettisti con velleita' letterarie, falsi poeti, psudo-scrittori, romanzieri i cui romanzi sono soltanto un puerile intreccio di vicende cretine e personaggi superficiali, libercoli senza temi, senza verita', senza sostanza filosofica--tutta buccia e niente frutto dentro! E non solo la letteratura. Guarda che cosa e' accduto nel campo della musica, da Boheme al Rap, da Nilla Pizza ad Arisa, dai Beatles ai Maneskin. E nel teatro, nel cinema, nella pittura... In qualsiasi arte si e' scesi sempre piu' in basso. Ma che importa? Se domandi a un giovane di oggi chi era Picasso forse si ricorderanno del gatto bianco e nero di Disney--o forse crederanno che sia una discoteca. Parlli di Manzoni, e crederanno che sia una marca di carne in scatola di una volta, se pure ne hanno mai visto un Carosello. Leopardi? Magari diranno, "Non e' una specie di gatto selvatico che vive in America? Laurence Olivier? "Guarda che ti sbagli, vegliardo! E' Jennifer Lawrence!" "Shakespeare? Che cos'e'? E' una macchina sportiva? Bel nome pero!" "Hemingway? Si' la conosco, l'ho vista in una vecchia rivista di mamma. Faceva la modella e l'attrice tanto tempo fa, ma aveva una faccia piatta come il suo petto. proprio non capisco che cosa ci vedevano i vecchi... Vedi che non sono un ignorante?"


          Chi se fa' pecora, la lupa arabbiata se lo magna!

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            #20
            Azz, Giovanni!
            altro che pessimismo storico, individuale e cosmico del GGG... Qui (mi ci metto anch'io eh!?) aggiungiamo anche quello... gerontologico...
            Ho la "cattiva" abitudine di leggere le opere (quando posso) in lingua originale perchè non mi entusiasma l'avere intermediari.
            Negli ultimi anni poche opere moderne mi hanno dato emozioni. Una di queste: "The pillars of the earth" di Ken Follet. L'ho letto tre volte. Mi era accaduto solo con "I promessi sposi" . Vi ho trovato delle assonanze eleganti comuni in certi tratti: " scendeva dalla soglia d'uno di quegli usci" (cap. 34) e la descrizione della morte della moglie di Tom, Agnes.
            Per contro sono stato costretto (evidentemente per mea culpa!) ad interrompere dopo il primo capitolo certe opere osannate di cui taccio i titoli per non correre il rischi di essere scorticato vivo...
            "...Apri la mente a quel ch'io ti paleso
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