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Ieri ho fatto un giro nella speranza di vedere un camoscio. A distanza impossibile e cioè 700-800 m in linea d'aria, ma con la necessità di fare un giretto di un paio di km fra mughi e ghiaioni, ho visto 6 camosci. Con l'amico che mi accompagnava abbiamo deciso di tornare a casa. Dopo qualche centinaio di metri, a un bivio della forestale, abbiamo visto un maschio di cedrone che guardava tranquillamente in giro. Il gallo si è lasciato osservare per qualche minuto, poi ha attraversato la strada e ha preso il volo verso valle.
Purtroppo, non avevo la macchina fotografica ma ho ritenuto importante segnalare l'incontro, vista la rarità della specie.
Complimenti per l'incontro. Il cedrone è un animale meraviglioso e magico. Speriamo non venga disturbato troppo perchè il volo gli fa perdere molte energie che sono necessarie per l'inverno che verrà.
Come è la situazione/densità nella tua riserva? Mi dicono che anche in Austria le storiche balzplatz sono sempre più povere....speriamo bene
Sentendo parlare di cedrone e leggendo che una volta era diffuso su tutto l'arco alpino, mi son sempre chiesto se in passato siano mai state organizzate delle reintroduzioni e, se no, del perché nessuno l'abbia mai fatto... Abbiamo progetti Life per le starne, per i lupi e per gli orsi, l'urogallo ne avrebbe altrettanto diritto
so che una decina d'anni fa c'è stato un progetto coordinato dall'univ. di Innsbruck da cui è emerso che il principale problema è lo sfruttamento invernale della montagna e la competizione estiva di cervi (per impoverimento del sottobosco), marmotte e anche cinghiali (per predazione su uova e pulli) in alcune zone. Insomma, risultato è che per il cedrone ci vuole il contenimento degli sport invernali e delle specie più duttili....
Se ritrovo il report lo condivido.
vero avevo seguito anch'io la trasmissione, ricordo che dicevano che anche il turismo estivo che si spinge sempre piu' in alta quota e fuori dai sentieri dava fastidio a questa spece, anche i turisti con cani al segito non legati o non tenuti sottocchio. Pero' se non ricordo male, avevo sentito che la specie ancora presente in italia, sebbene in diminuizione in tante zone, arco alpino, altipiani asiago etc... dicevano che erano comunque in buona salute come tipologia...
Penso che la drastica riduzione avuta negli ultimi due decenni e più da parte dei tetraonidi sia comune a tutte le specie che vi appartengono, che sia il cedrone, il forcello, la bianca, ecc. Le ragioni pare siano due: cambiamenti climatici e turismo invernale.
Assistetti anni fa ad un convegno dove ricercatori dell'università di Grenoble avevano esposto un loro lungo lavoro.
A riguardo del primo, io ho esperienza diretta da 45 anni e in più sono figlio di cacciatore di montagna per cui ho beneficiato anche della sua esperienza. Fino a 25/30 anni fa MAI abbiamo cacciato in montagna ai Santi e Morti; spesso il 15/20/25 ottobre veniva giù un metro di neve ed era tutto finito. Gli animali si facevano le loro crune sotto alla neve e passavano mesi al "caldo" e al riparo dai predatori, mangiando quel poco che trovavano alla base dei rododendri (la neve fa tetto sui rododendri e loro circolano sotto). Ricordo che i tetraonidi sono tra i pochi volatili che, avendo un lungo tubo digerente, metabolizzano la cellulosa.
Da un paio di decenni ed oltre si va ogni anno a caccia di forcelli fino alla chiusura e in maniche di camicia. Nevica a gennaio (ma anche a febbraio) e i forcelli sono al freddo e vittime di nocivi (approfittatori, scusate!) per buona parte dell'inverno.
Turismo invernale: anni fa in montagna a partire da novembre e fino a maggio non ci andava NESSUNO; oggi, grazie a nuove attrezzature e abbigliamento, c'è il mondo (tutti anticacaccia, naturalmente) con ciaspole, pelli di foca, sci alpinismo, ecc. Per non parlare delle aree sciistiche dove tutto è scomparso.
I tetraonidi nelle loro zone di svernamento hanno bisogno di tranquillità totale, sono al limite della sopravvivenza, perdono 1/3 del loro peso corporeo. Farli volare significa ucciderli. Sono tutti anticaccia, ma non si rendono conto che fanno più danni loro di quanto han fatto generazioni di cacciatori (anche poco corretti)
A proposito di caccia, la pressione venatoria di oggi è nulla rispetto a quella di 40 anni fa: i cacciatori erano numerosi e prendevano tanti animali (mio papà faceva stagioni da 15/18 galli; ho conoscenti che arrivavano a 40). E l'anno dopo i tetraonidi di nuovo numerosi e in salute.
Oggi siamo 4 gatti e abbiamo piani di prelevamento ridicoli, ma tetraonidi sempre di meno :(
Detto questo, mi sa che ogni progetto di re-introduzione lasci il tempo che trova.
Il camoscio è invece in salute, nonostante il lupo.
Penso che la drastica riduzione avuta negli ultimi due decenni e più da parte dei tetraonidi sia comune a tutte le specie che vi appartengono, che sia il cedrone, il forcello, la bianca, ecc. Le ragioni pare siano due: cambiamenti climatici e turismo invernale.
Assistetti anni fa ad un convegno dove ricercatori dell'università di Grenoble avevano esposto un loro lungo lavoro.
A riguardo del primo, io ho esperienza diretta da 45 anni e in più sono figlio di cacciatore di montagna per cui ho beneficiato anche della sua esperienza. Fino a 25/30 anni fa MAI abbiamo cacciato in montagna ai Santi e Morti; spesso il 15/20/25 ottobre veniva giù un metro di neve ed era tutto finito. Gli animali si facevano le loro crune sotto alla neve e passavano mesi al "caldo" e al riparo dai predatori, mangiando quel poco che trovavano alla base dei rododendri (la neve fa tetto sui rododendri e loro circolano sotto). Ricordo che i tetraonidi sono tra i pochi volatili che, avendo un lungo tubo digerente, metabolizzano la cellulosa.
Da un paio di decenni ed oltre si va ogni anno a caccia di forcelli fino alla chiusura e in maniche di camicia. Nevica a gennaio (ma anche a febbraio) e i forcelli sono al freddo e vittime di nocivi (approfittatori, scusate!) per buona parte dell'inverno.
Turismo invernale: anni fa in montagna a partire da novembre e fino a maggio non ci andava NESSUNO; oggi, grazie a nuove attrezzature e abbigliamento, c'è il mondo (tutti anticacaccia, naturalmente) con ciaspole, pelli di foca, sci alpinismo, ecc. Per non parlare delle aree sciistiche dove tutto è scomparso.
I tetraonidi nelle loro zone di svernamento hanno bisogno di tranquillità totale, sono al limite della sopravvivenza, perdono 1/3 del loro peso corporeo. Farli volare significa ucciderli. Sono tutti anticaccia, ma non si rendono conto che fanno più danni loro di quanto han fatto generazioni di cacciatori (anche poco corretti)
A proposito di caccia, la pressione venatoria di oggi è nulla rispetto a quella di 40 anni fa: i cacciatori erano numerosi e prendevano tanti animali (mio papà faceva stagioni da 15/18 galli; ho conoscenti che arrivavano a 40). E l'anno dopo i tetraonidi di nuovo numerosi e in salute.
Oggi siamo 4 gatti e abbiamo piani di prelevamento ridicoli, ma tetraonidi sempre di meno :(
Detto questo, mi sa che ogni progetto di re-introduzione lasci il tempo che trova.
Il camoscio è invece in salute, nonostante il lupo.
I fungaioli vengono dalle mie parti con i pulmini e passano ripetutamente ogni zolla della montagna alle quote e nel sottobosco dove vivono cedroni e francolini.
Il risultato è scontato ... si sono ridotti drasticamente.
Poi ci sono anche i rompiballe che vanno sempre a vederli in primavera, mi spiace per loro, cerco di disturbarli il meno possibile restando in tenda, ma fintanto che avrò gambe ci andrò sempre tutti gli anni.
Uno dei più bei spettacoli dei miei monti.
Ciao
Guli51
Fino al 2009 allenavo spesso il setter che avevo a 15 minuti di macchina da casa. Qualche uscita in agosto e poi dalla prima settimana di settembre quasi tutti i giorni. Partenza alle 12:00, giro veloce su di una strada forestale e rientro alla macchina da un sentiero, quasi sempre per le 15:00 ero di nuovo al lavoro. Almeno nel 30% delle uscite vedevo il cedrone. I francolini quasi tutte le volte sotto ferma. Un anno c’è stata una buttata eccezionale di funghi, il bosco era calpestato e il terreno rovistato in ogni centimetro. Da quell’anno Cedroni spariti e francolini calati drasticamente. Sarà stata una coincidenza, forse no!
Nella zona dove cacciavo, zona molto selvaggia e per niente antropizzata, intorno al 2000, perciò più di vent’anni fa, cedroni sotto ferma in zone dove gli ultimi avvistamenti erano stati fatti negli anni 50. In zone più vocate ogni tanto capitava di trovarlo durante la caccia alla beccaccia. Dopo di allora l’impressione è che sia in costante calo.
È vero il balz del forcello e del cedrone è uno spettacolo meraviglioso, come il bramito del cervo. Tuttavia, il cedrone è, secondo me, il. più affascinante. Ho praticato la caccia al cedrone al canto varie volte in diversi paesi e posso testimoniare quanto sia avvincente, affascinante e complesso l'avvicinamento durante le strofe finali del canto, nonché l'avvistamento tra le fronde di un larice nella penombra dell'alba.
Ho assaporato il canto nell' arena anche in semplice osservazione ed è meraviglioso osservare l'interazione tra maschi e gruppi di femmine. Tuttavia, l' avvicinamento è stato (per me) poesia....
l'avvicinamento al cedrone, da condurre durante lo scroscio di canto, in una stellata notte di aprile in una vecchia abetaia è quanto di più bello si possa immaginare. La difficoltà maestra è intuire per tempo quando il canto sta per finire - canto durante il quale il Gallo è "sordo e cieco" - e bloccarsi immediatamente, talora in equilibrio precario
Complimenti per l'incontro. Il cedrone è un animale meraviglioso e magico. Speriamo non venga disturbato troppo perchè il volo gli fa perdere molte energie che sono necessarie per l'inverno che verrà.
Come è la situazione/densità nella tua riserva? Mi dicono che anche in Austria le storiche balzplatz sono sempre più povere....speriamo bene
La densità del cedrone è, purtroppo, molto modesta in tutto il comprensorio. Ogni tanto, camminando nel bosco dietro casa, ho trovato delle fatte ma, personalmente, ho avvistato solo due capi: il maschio dell'altro giorno e una femmina dieci anni fa.
E' curioso il fatto che la femmina sia stata avvistata sul bordo di una strada chiusa al traffico ma molto trafficata nelle stagioni turistiche da sciatori, camminatori, ciclisti e gitanti vari.
Il gallo, invece, era in una zona dove i gitanti estivi sono pochi e d'inverno non sale nessuno. La salita con le pelli sarebbe più o meno gradevole (questione di gusti) in un bosco fitto e senza panorama e la discesa è possibile sullo stesso itinerario oppure, dall'altro versante, in ambiente analogo.
In sostanza è zona molto tranquilla d'inverno e con poco disturbo d'estate e ciò fa ben sperare. E' triste, invece, la situazione lepri: in anni di caccia al camoscio da quelle parti non ne ho vista una, mentre i colleghi più anziani di me (in termini venatori) sostengono che anni addietro erano abbondanti.
In sostanza è zona molto tranquilla d'inverno e con poco disturbo d'estate e ciò fa ben sperare.
Speriamo bene 🤞
E' triste, invece, la situazione lepri: in anni di caccia al camoscio da quelle parti non ne ho vista una, mentre i colleghi più anziani di me (in termini venatori) sostengono che anni addietro erano abbondanti.
Questo secondo te perché? Colpa di mustelidi/volpi/ cambiamenti ambientali o cosa?
Colpa dei predatori protetti: volpi, mustelidi, rapaci notturni e diurni (salvo le cornacchie che sono protette).
Da anni, la vista di una lepre sulla strada è rara come quella della foca monaca nel Tirreno eppure il numero di lepraioli è fortemente calato.
Come già scrissi tempo addietro, a Bolzano e immediati dintorni, le lepri sono aumentate grazie alle reti antigrandine a protezione di frutteti/vigneti. Le reti proteggono le lepri dagli uccelli da preda.
Ma qui in montagna le reti a protezione delle colture non avrebbero senso.
Uno sfoltimento dei predatori potrebbe avere effetto.
Colpa dei predatori protetti: volpi, mustelidi, rapaci notturni e diurni (salvo le cornacchie che sono protette).
Da anni, la vista di una lepre sulla strada è rara come quella della foca monaca nel Tirreno eppure il numero di lepraioli è fortemente calato.
Come già scrissi tempo addietro, a Bolzano e immediati dintorni, le lepri sono aumentate grazie alle reti antigrandine a protezione di frutteti/vigneti. Le reti proteggono le lepri dagli uccelli da preda.
Ma qui in montagna le reti a protezione delle colture non avrebbero senso.
Uno sfoltimento dei predatori potrebbe avere effetto.
Gentile Ofbiro,
sono in sintonia con quanto scrivi stessa sorte è toccata alla Coturnice in Sicilia, considerando che il Parco delle Madonie è stato attivato il 9-11-1989 e sono 34 anni che non si caccia più la Alectoris Graeca Whitakeri sulle Madonie, in teoria dovrebbero mettere sulle strade che costeggiano il Parco dei cartelli con scritto "Attenti alle Coturnici". Invece assistiamo all'impoverimento più assoluto per le specie autoctone del Parco (scusate le ripetizioni). I predatori sono letteralmente i padroni di quelle splendide montagne. Gatti selvatici, Martore, Donnole, rapaci grandi e piccoli, Volpi, Corvi e Cornacchie ma il colpo di grazia lo ha inferto il suide (qualcuno ha il coraggio di chiamarlo Cinghiale) che è diventato il padrone assoluto delle Madonie, non si trova più una testuggine Siciliana (Hermanni), le uova della Coturnice che nidifica a terra sono il loro spuntino preferito e che dire dei piccoli di Lepre ormai quasi scomparsa. Ma la follia più grande dell'umo che si crede "sapiens" è avere proibito il pascolo all'interno del sito. Meglio fermami qui ........ altrimenti
Buona serata a tutti
piero
Homo Homini Lupus
"l'uomo è un lupo per l'uomo" (Plauto)
Caro Piero mi accodo al tuo grido di rabbia , ma credo che sia indiscutibile che per come è il nostro territorio il peggior nemico dell’ambiente sono solo ed esclusivamente gli ambientalisti, con la loro cecità e arroganza che pensano solo a mummificare il territorio facendo disinnamorare chi lo ha sempre amato, non puoi ripristinare uno stradello un muro a secco una recinzione, pulire un canale o qualunque altro lavoro utile a mantenere sano un fazzoletto di terra dove curi un olivo due vigne.
i vecchi hanno gettato la spugna e i giovani chi glielo fa fare.
il mio caro zio Vincenzo ha una splendida collezione di animali impagliati e quando vado a trovarlo ci perdo gli occhi sopratutto mi meraviglia la maestosità di uno splendido cedrone preso anni e anni fa sui monti della val di Fassa .
Questo articolo scientifico mostra l'impatto delle infrastrutture ricreative/sportive invernali sulla capacità riproduttiva di alcune specie sensibili...
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