Oggi ho accompagnato un amico in una riserva di caccia dell'Appennino, quasi esclusiva per ungulati; ormai l'uso del visore anche di giorno ha ampiamente superato quello del binocolo: durante il percorso in auto e a piedi ed appena giunti in altana l'accompagnatore (e il mio amico) con una rapidissima sventagliata di visore vedono se ci sono animali invisibili per la vegetazione e poi si aspetta per vedere se si muovono e vengono al pulito.
Un altro amico mi racconta che anche in montagna, in caso di nuvole basse, si viaggia di termico e si cerca il selvatico così e un appassionato di lepri con il cane da ferma mi dice che sono molti quelli che cercano le lepri al mattino nei medicai con il termico.
Primo pensiero (scherzoso): i selvatici hanno impiegato migliaia di generazioni a raggiungere il mimetismo ma non hanno pensato a sopprimere la temperatura corporea.
Secondo pensiero (più serio): io, con il mio vecchio binocolo, mi sono sentito praticamente inutile e il piacere di cercare l'animale è del tutto perduto dopo che già si è perduto il piacere dell'avvicinamento, per arrivare a tiro di carabine e ottiche "umane".
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