azieda faunistico venatoria e agri turistico venatoria...
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Dogs & Country http://www.dogsandcountry.it
http://dogsandcountry.it/the-gundog-project/ Progetto di ricerca sul cane da caccia e da prove :-) -
Le prove a selvatico abbattuto sono nelle aatv,che, guarda caso sono confinanti alle afv, poi sui controlli quis custodiet ipsos custodes.When you fell in the foggy dew.Commenta
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Dogs & Country http://www.dogsandcountry.it
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Confinanti? da noi e' impossibile.
I controlli sono fatti dalla Polizia Venatoria, dipendenti dalla Amm. Prov.le., che e' l'ente che rilascia le autorizzazioni per le AVF.
E sono duri, credimi. Anche oltre il buon senso, a volte.Ultima modifica Alessandro il cacciatore; 25-05-09, 16:21.Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)Commenta
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sì qui le abbiamo anche confinanti...Dogs & Country http://www.dogsandcountry.it
http://dogsandcountry.it/the-gundog-project/ Progetto di ricerca sul cane da caccia e da prove :-)Commenta
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Nelle AFV senesi, perche' da provincia a provincia puo' cambiare lo stile, almeno in 4-5 che conosco non ce ne ' una che ti fa cacciare un giorno e via. Puoi' comprare una quota (costosa), se trovi chi te la vende. E a volte qualcuno deve accollarsi anche le spese del guardiacaccia (annuali!!!) per darti un'idea di grandezza del costo.
Nelle turistiche venatorie (dove spari solo ad animali lanciati) ci sono varie possibilita': ma di solito usano quella di darti una zona e paghi per quella, poi puoi decidere quanti capi far lanciare, se poi ne prendi di piu' o di meno, sono fatti tuoi.
Ti dico, per farti un esempio, che una AFV che ben conosco, abbatte in un anno meno di 100 fagiani di cui la meta' in un giorno (una specie di drive all'inglese)...altre due sono sugli stessi numeri di capi abbattuti, piu' qualche lepre (sempre con il contagoccie) e un po' di colombacci che sono quelli che si beccano tutta la voglia repressa di sparare.
Questi esempi che ti portato sono il fiore all'occhiello della categoria.
Mi domando pero' quanto potranno durare.Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)Commenta
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anche nella nostra di AFV nel viterbese,le quoti giornaliere un le fanno,solo quote sociali annuali che comprendono cacciate al cignale,migratoria e stanziale,ma dal 31 gennaio in poi neanche coi cani si può uscire più perchè nell azienda un cè la zona addestramento cani...comunque caro Alessandro,Siena è avanti anni luce confronto alle provincie!!Sia come mentalità che come gestione!Commenta
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Quella da te descritta è la realtà che incontriamo nei "nostri" territori e ovviamente mi riferisco a questa.Nelle AFV senesi, perche' da provincia a provincia puo' cambiare lo stile, almeno in 4-5 che conosco non ce ne ' una che ti fa cacciare un giorno e via. Puoi' comprare una quota (costosa), se trovi chi te la vende. E a volte qualcuno deve accollarsi anche le spese del guardiacaccia (annuali!!!) per darti un'idea di grandezza del costo.
Nelle turistiche venatorie (dove spari solo ad animali lanciati) ci sono varie possibilita': ma di solito usano quella di darti una zona e paghi per quella, poi puoi decidere quanti capi far lanciare, se poi ne prendi di piu' o di meno, sono fatti tuoi.
Ti dico, per farti un esempio, che una AFV che ben conosco, abbatte in un anno meno di 100 fagiani di cui la meta' in un giorno (una specie di drive all'inglese)...altre due sono sugli stessi numeri di capi abbattuti, piu' qualche lepre (sempre con il contagoccie) e un po' di colombacci che sono quelli che si beccano tutta la voglia repressa di sparare.
Questi esempi che ti portato sono il fiore all'occhiello della categoria.
Mi domando pero' quanto potranno durare.
Gli esempi di una gestione così " strana" sarebbero tanti ma ho l'impressione che verrebbero presi come cronache Marziane.
Fuor di metafora anche in campo venatorio l'ottenere risultati ottimali comporta rigore programmatico , certosina pazienza e predisposizione alla rinuncia del tutto e subito.
La valutazione del sacrificio economico è argomento troppo vasto per essere affrontato alla leggera anche perchè ciascuno ,al di là delle proprie possibilità,ha priorità personali.
Sono convinto da sempre che non sia solo questione di quattrini !!Paolo MalavasiCommenta
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E se questo puoi farlo in aziende private perchè non poterlo fare anche sul terreno cosiddetto "libero"? forse perchè la maggioranza di coloro i quali si fanno chiamare cacciatori non sono capaci a vedere più in là del fagiano lanciato alla mattina?
verissimo, ma quanto costa una quota in AFV? e per che cosa?silvioCommenta
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Ecco come si presenta la distribuzione dei vari istituti pubblici e privati per la gestione delle risorse faunistiche nella ATC 17 di Siena:
Le aree in marrone sono quelle "vocate" per il cinghiale: si trovano in territorio libero e si puo' cacciare il cinghiale solo con la forma della battuta: una squadra (minimo 30 partecipanti al dì) a cui e' stato assegnato una parte del territorio e ci caccia in via esclusiva.
Ecco cosa chiede la Provincia per il rinnovo della autorizzazione, fate attenzione al punto 7 ( quello che ho messo in grassetto): vuol dire che vengono ogni anno a controllare sia le culture, ma sopratutto fanno in censimento della selvaggina presente: se non si ha una certa densita'...in compenso si hanno da subito grossi problemi!!!
Per rinnovare l'autorizzazione di AFV, il titolare dovrà predisporre un piano di gestione ambientale e faunistica che contenga:1) descrizione delle caratteristiche del territorio su cui viene a costituirsi l'azienda, ed in particolare:a) ordinamenti colturali in atto:2) redazione di una cartografia tematica sull'uso del suolo;
b) impiego di prodotti chimici (qualità, quantità, tempi di impiego, tossicità);
c) grado di antropizzazione (nuclei, case sparse, tipologia e sviluppo della viabilità);
d) vegetazione naturale e spontanea;
e) risorse idriche;
3) conseguente scelta della specie in indirizzo sulla base della valutazione delle caratteristiche dell'ambiente;
4) individuazione di eventuali fattori limitanti per la fauna selvatica;
5) stima delle specie animali selvatiche stanziali presenti in azienda, effettuata secondo una delle tecniche di più comune applicazione in campo faunistico venatorio. La tecnica impiegata sarà descritta in modo da ottenere omogeneità di giudizio e possibilità di confronto nel caso di controlli da effettuare in azienda;
6) progetto di recupero e valorizzazione ambientale, articolato in:a) impianti e colture peri selvatici;7) redazione del piano di assestamento e di prelievo. Il progetto di miglioramento ambientale e di potenziamento faunistico è verificato annualmente.
b) punti di alimentazione ed abbeverata;
c) adozione di tecniche colturali più idonee alla salvaguardia dei selvatici;
d) eventuale reimpianto di vegetazione naturale (es. siepi) secondo tecniche adeguate;
Ultima modifica Alessandro il cacciatore; 26-05-09, 09:02.Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)Commenta
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[QUOTE=Po;242854]Quella da te descritta è la realtà che incontriamo nei "nostri" territori e ovviamente mi riferisco a questa.
[/QUOTE]
Giustamente ti riferisci alla situazione senese che con alcune zone dell'Emilia ed alcune zone del piemonte costituiscono aspetti ben diversi dalla realtà del resto del paese.
Nel Pavese, che conosco meglio, la mancanza di organizzazione e di capacità di programmazione delle istituzioni preposte, la presenza di agricoltura intesiva e dei relativi trattamenti, la predisposizione al bracconaggio, anche organizzato in alcune zone, che caratterizza una certa parte degli sparatori, fanno sì che dopo poco tempo non si trovi più nulla.
I costi se nelle aatv, pagate le tasse di concessione, rientrano in fretta per le catture effettuate ( con gli ovvi problemi gestionali che ciascuna azienda può incontrare) nelle afv è ben diverso.
Per quanto riguarda le Aziende faunistico-venatorie, l'autorizzazione alla loro istituzione dovrebbe tenere conto, oltre che della tipica fauna alpina, della grossa fauna europea e di quella acquatica, così come indicato al comma 11 lettera a), dell'art. 38 della legge regionale, anche di altre specie appartenenti alla fauna regionale di particolare interesse.<?xml:namespace prefix = o ns = "urn:schemas-microsoft-com:office:office" /><o:p></o:p>
Secondo le indicazioni di ordine gestionale suggerite dall'INFS, le Aziende faunisticovenatorie dovrebbero mirare a favorire l'insediamento sul territorio, la riproduzione naturale e l'incremento delle popolazioni selvatiche che in questi ambienti trovano l’habitat adatto.<o:p></o:p>
Questi obiettivi possono essere perseguiti principalmente attraverso la seguente serie di interventi di ripristino e miglioramento ambientale:<o:p></o:p>
_ incrementare la diversificazione ambientale, attraverso sia l'aumento degli incolti e delle colture a perdere per la selvaggina, sia l'inserimento, nell'ambito delle ordinarie rotazioni colturali, di piante coltivate particolarmente adatte;<o:p></o:p>
_ favorire modelli di gestione faunistica dei complessi forestali e vallivi compatibili con le situazioni ambientali locali;<o:p></o:p>
_ attuare un'agricoltura di tipo non intensivo;<o:p></o:p>
_ realizzare strutture artificiali di ricovero e alimentazione per la selvaggina.<o:p></o:p>
AI fine di favorire l'insediamento e l'incremento numerico di popolazioni naturali di fauna selvatica, si può ricorrere anche a modalità di prelievo programmato sulla base delle consistenze accertate.<o:p></o:p>
Relativamente al ricorso di eventuali iniziative di immissione artificiale finalizzate al ripopolamento, esse dovrebbero essere indirizzate esclusivamente al miglioramento di situazioni faunistiche molto degradate; tali attività devono, quindi, essere occasionali e limitate al periodo di tempo necessario alla ricostituzione di popolazioni stabili che si autosostengano.<o:p></o:p>
Ecco il motivo della costosità di certe aziende faunistico venatorie, su altre preferisco tacere.When you fell in the foggy dew.Commenta
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Sono d'accordo con te. Non e' solo una questione di quattrini, anche se rivestono un ruolo importante. E importatissime sono, come dici tu, "il rigore programmatico, la certosina pazienza e la predisposizione alla rinuncia del tutto e subito".Quella da te descritta è la realtà che incontriamo nei "nostri" territori e ovviamente mi riferisco a questa.
Gli esempi di una gestione così " strana" sarebbero tanti ma ho l'impressione che verrebbero presi come cronache Marziane.
Fuor di metafora anche in campo venatorio l'ottenere risultati ottimali comporta rigore programmatico , certosina pazienza e predisposizione alla rinuncia del tutto e subito.
La valutazione del sacrificio economico è argomento troppo vasto per essere affrontato alla leggera anche perchè ciascuno ,al di là delle proprie possibilità,ha priorità personali.
Sono convinto da sempre che non sia solo questione di quattrini !!
Credo comunque che su tutto influisca in modo considerevole sia l'habitat favorevole, sia la "cultura" sulla importanza della gestione faunistica che si esprime a tutti i livelli, da tutti gli attori che in essa hanno un ruolo.
Detto questo, quando ci sono riunioni sulla caccia, si assiste sempre a discussioni furibonde che minacciano di sfociare in duelli rusticani....Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)Commenta
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E se questo puoi farlo in aziende private perchè non poterlo fare anche sul terreno cosiddetto "libero"? forse perchè la maggioranza di coloro i quali si fanno chiamare cacciatori non sono capaci a vedere più in là del fagiano lanciato alla mattina?
verissimo, ma quanto costa una quota in AFV? e per che cosa?
Non so se siano la maggioranza o meno , ma credo proprio che per vanificare ogni tentativo sia sufficiente lo Zoccolo Duro costituito da prepotenti prevaricatori (ignoranti cicciai) secondo i quali tutto è dovuto perchè pagano la Licenza.
Come sai bene, può costare relativamente molto perchè ,comunque, ciascun Gestore attribuisce una valenza personale al risultato raggiunto.
Certamente non spende tanto in cartucce [:D].Paolo MalavasiCommenta
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