Domenica mattina, con il mio amico e compagno di caccia, sono andato il quel di Aquilonia, in provincia di Avellino per cercare di incontrare, in un fittissimo e intrigato bosco, la Regina. Purtroppo invece di fare il regale incontro, la mia strada ,ovvero quella del mio cane, si è incrociata con due …. ladri di cani!!!!!!
Il mio Lucky, bel setter inglese di 3 anni e mezzo, di colpo è sparito sia all’udito che alla vista. Il cane apre abbastanza e proprio domenica aveva al collo un beeper della beretti con telecomando che mi permetteva di “rintracciarlo”, premendo di tanto in tanto, il tasto di recall visto che uso la campanella e il beep in solo ferma. Nemmeno il telecomando riusciva a farmi sentire la sua posizione e passato quindi un buon quarto d’ora decidiamo, con il mio amico, di scendere sulla strada all’auto per vedere se fosse ritornato lì quando, su bordo della strada stessa, vedo a circa 200 mt più su, il mio cane e due persone che tentavano di infilarlo nel cofano di un'autovettura. Allarmato, grido e minaccio i due di lasciare il cane e, istintivamente e contemporaneamente alle grida, qui un vero miracolo, con il telecomando accendo il beep, perché non emetteva suoni e agisco sul tasto di cerca facendo emettere un suono. Ciò, forse, lascia spiazziati i due furfanti e permette al cane di divincolarsi e sfuggire inseguito nei campi arati da uno dei due, mentre l’altro, montato in auto si avvicina a me e, mentre parlava via radio con un altro suo “complice”, al quale comunicava che forse era giunto il padrone del cane, tentava di intimorirmi chiedendomi, con tono minaccioso e dubitativo, … “ma pecche ‘u can è ‘u tuoio ? e chi o ddice che è u tuoio?” ( ma perché il cane è tuo e chi lo dice che è davvero il tuo), e poi … “comm fai a dicer ch’è pers tu stu can, chi mo’ ddic a me ch’è ver!”, ( come fai ad affermare che hai perso tu questo cane e chi mi dice che ciò è vero?). Nel frattempo parlava via radio con quello che inseguiva il cane oltre che con l’altro complice che forse era ancora nel bosco per segnalare eventuali cani da rubare. Dalla forte inflessione dialettale, ma soprattutto dalla marcatura del dialetto molto particolare, a me che sono di Salerno e lavoro molto nel Napoletano, è parso certo che fossero dell’agro Vesuviano, interland di Napoli. (Ovviamente questa mia affermazione non è , non può e né deve costituire atto di accusa verso genti e territori che nulla hanno a che fare con questi balordi ricevendone, da essi e dalle loro insane gesta, solo un danno di immagine e culturale.) A questo punto, visto l’impudenza e la tracotanza del mio interlocutore, ho pensato che la mia risposta dovesse essere di pari al suo di linguaggio, ciò “solo” per essere meglio comprensibile e fugare ogni dubbio sull’appartenenza o meno a me dell’animale. E la mia reazione deve essere stata, devo dire, invero determinante e molto convincente, nei fatti e nelle azioni oltre che nelle parole, così affermando in quel momento un sicuro potere di supremazia verso di lui, poiché questi, preso alla sprovvista dalla perentorietà e dall'evoluzione forse inaspettata dei fatti che, risalendo in auto, chiama a raccolta i suoi e va via dicendo via radio: “Scennit, ce verimm abbasc” ( scendete ci vediamo giù), forse ad un punto di incontro prestabilito. Intanto il cane vagava a distanza di sicurezza a circa 50/60 mt e anche dopo che l’auto era andata via, esitava a ritornare da me, fortemente impaurito. Alla fine ritorna e mentre gli metto il guinzaglio, incrocio i suoi occhi che mi comunicano paura e allo stesso tempo gioia di avermi vicino a lui, anche se la coda fra gli arti posteriori flessi, tremavano (di certo l’amore per il mio cane mi fa vaneggiare e dire cose che solo i fessi psicopatici come ME pensano di percepire). Ritornato all’auto Lucky si fionda nel trasportino e non è voluto scendere né per bere alla ciotola e né per farsi togliere il beeper. Ecco, questa è la storia di una bella domenica con il mio ausiliare rovinata da due balordi che rubano cani da caccia; ma la cosa che più mi fa riflettere e mi turba è che se li rubano è del tutto evidente che c’è chi li richiede e li compra, quindi un vero e proprio mercato di chi forse non vuole o non sa addestrare un cucciolo e forse non sa nemmeno essere un CACCIATORE, pensando che il solo portare il fucile lo classifichi per appartenente di diritto, ma non certo di fatto, alla NOBILE FAMIGLIA dei seguaci di Nembrotte!!!!!!!!!.
Comunque vogliate scusare il mio prolisso sfogo, ma sentivo che solo condividendo l’amarezza con chi è mosso dagli stessi ideali di lealtà e correttezza verso la Caccia, i Cacciatori e i nostri Ausiliari, avrebbe fatto scemare l’amaro che porto ancora in bocca.
Con le più sentite e sincere scuse per “l’invasione”, augurando a tutti un vigoroso In bocca al lupo, porgo i miei saluti. Scusate ancora, Antonio.
Commenta