Sposto tutti gli impegni e prego affinchè l'influenza che affligge la mia compagna dal primo allenti un po' la morsa.
La mattina mi sveglio col mal di gola e probabilmente già un piccolo rialzo febbrile dalla sera. Ma uno dei miei maestri mi ha sempre detto che finchè non la misuri la febbre non c'è...
Prendo il cane e vado dall'amico con una fornitura importante di fazzoletti e caramelle balsamiche.
Arriviamo sul posto che il tempo volge al meglio per la nostra cacciata: nuvolo ma non piovoso, freddo ma non sotto zero. La pioggia caduta fino al mattino presto però ha inzuppato il terreno rendendolo pesantissimo, ma con la crisi idrica che ci attanaglia non me la sento di considerarlo un aspetto negativo.
Appena ci mettiamo in cammino il cane più esperto dell'amico va subito in ferma al margine tra un seminato ed un rovo fortissimo.
Lui si ferma vicino, io aggiro il rovo e mentre osservavo il mio Drake dettagliare sul seminato (le zone di probabile pastura), la beccaccia parte proprio sul cane, ma con difficoltà si divincola dai rami e così mi lascia un tiro facilissimo.
Al che il mio amico urla di gioia perchè il recupero lo effettua il suo cane piccolo e senza straziare la pizzarda come suo solito.
Messa la beccolungo nella sacca carniere ci rimettiamo in cammino.
L'incedere è faticosissimo perchè il terreno si attacca agli scarponi rendendoli pesantissimi, ed in più sento le gambe flaccide.
Credo che la febbre stia salendo.
Ma un segnale del satellitare del mio amico mi fa dimenticare di tutte le difficoltà e ci inoltriamo nel bosco.
La beccaccia è nervosa costringe i cani a tante ferme, ma sembra non mettersi mai in volo, fin quando nel folto sento il frullo in direzione del cane giovane del mio amico, ma non riesco a vederla.
Anche Drake, che oggi è tra lo spaesato per il posto nuovo e il geloso per la presenza degli altri cani, va a dettagliare sul luogo e si accende.
Altre ferme a vuoto ci portano via una buona oretta.
Decidiamo di spostarci verso un ginestraio molto folto. La stanchezza risente parecchio dell'argilla bagnata e del saliscendi, ma il motivo del mio sudare mi è piuttosto chiaro: devo avere la febbre piuttosto alta.
Mentre questo pensiero mi sta quasi facendo pensare di mollare, entriamo in un altro seminato. I cani come sempre vanno sul limitare e setacciano le spine. Mentre li osserviamo parte una beccaccia da sinistra.
Benchè lontana una 50ina di metri, incoraggiato dalla visuale pulita imbraccio e "click". Il fucile non spara. Tutto sommato giusto così vista la distanza della beccaccia, ma perchè non spara?
Ovviamente un ramoscello entrato tra la bascula e le canne quando tenevo il fucile aperto in spalla aveva impedito la corretta chiusura dell'arma.
Ci rimettiamo in marcia nella direzione della beccaccia inerpicandoci con rinnovato vigore (che fa l'adrenalina).
Mentre saliamo nel bosco, quella sentiti i cani avvicinarsi si invola di nuovo, ma questa volta il mio amico riesce a dimostrare le sue doti di tiratore e la tocca d'ala a una trentina di metri.
Il recupero è stato molto divertente perchè, quella, viva ovviamente si sottraeva di pedina nel folto e Orio, in queste situazioni è fin troppo corretto e la ferma solo.
Alla fine la recupera e ci avviamo verso la macchina.
Giusto il tempo di una ferma che finalmente interessa tutti e tre in una macchia, ma purtroppo senza che appaia nulla e si va.
Per fortuna avevo un cambio pesante. Dopo di ch, decisamente febbricitante mollo amico e cani e corro verso un bel brodo caldo che provvidenzialmente avevo preparato il giorno prima!!!
Purtroppo domani mi tocca il riposo forzato, ma che cacciata!!!
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