Qualcuno ha avuto modo di dare un'occhiata alla nuovissima legge regionale piemontese? Qualche osservazione?
Soprattutto mi piacerebbe sentire il parere di coloro che non la trovano poi così sbagliata (e non lo scrivo in tono polemico, sono genuinamente interessato ad un confronto).
Personalmente credo che un tale scempio legislativo non avrebbe potuto partorirlo neppure la più malata delle menti affette da un grave morbo, ma i nostri politici ci sono riusciti, confondendo caccia e contenimento della fauna, dipingendo il cacciatore come un pericolo da allontanare quanto più possibile dalla gente comune (i cari turisti), ma al tempo stesso puntando a mettergli le mani nel portafoglio perché, si sa, il cacciatore è tendenzialmente una risorsa economica da non sottovalutare. Una legge che forse non sconvolge poi tanto la vita a chi pratica la selezione (se non per quanto riguarda le sanzioni) ma che demolisce ogni forma di caccia più tradizionale con impossibilità di addestrare e assegnazioni individuali della tipica fauna alpina, in un clima di norme e sanzioni da terrorismo psicologico.
Un cacciatore che diventa prima di tutto un controllore messo al servizio della Giunta e della Città Metropolitana; servizio a cui non può sottrarsi pena la ricaduta della responsabilità sul Comitato di Gestione.
Io non so veramente cosa fare. Personalmente, a partire da oggi, incrocerei le braccia, rifiutandomi di svolgere qualsivoglia attività normata da una legge del genere. Anche a costo di saltare una stagione di caccia.
E se fossi membro di un comitato di gestione mi dimetterei seduta stante.
Voi cosa ne pensate?
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