Discussione sul significato della caccia
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Ascoltarlo di persona era un piacere. E poi era forte: ha convinto dei cacciatori di allodole a fare quella sorta di esposizione dei selvatici abbattuti, con le allodole tutte stese sul fianco destro, allineate e con l'ultimo pasto (un filo d'erba) nel becco, come fossero ungulati (ma era uno scherzo); e ha convinto una squadra di cinghialai emiliano-romagnoli a fare lo stesso, più appropriatamente, con i cinghiali abbattuti: c'era un filmato su youtube, con i cacciatori della squadra che ridacchiavano, un poco imbarazzati... ma l'idea - giustissima - è che troppo spesso il dopo caccia delle squadre scade a bassa macelleria. Perco era convinto che lo stile (rileggete il suo articolo) è un elemento positivo che "salva" la caccia. E poi era intelligente e sapeva stare al mondo, conoscendo i suoi polli (politici, media, ecc.): inventarsi "selecontrollore" significa questo.Commenta
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"Stile" una parola che racchiude un mondo. Spiegarlo ne ridurrebbe il valore, non farlo porterebbe chi non ne ha, a sminuirne il significato.
Il compromesso è stato trovato con l'invenzione di una etichetta, ma rimane il fatto che, chi non ha quello 'stile'.... si riconosce nonostante l'etichetta.
Inviato dal mio HMA-L29 utilizzando TapatalkUltima modifica Livia1968; 04-04-23, 13:01.Commenta
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Se vi capita ancora la possibilità di innamorarvi, afferratela, ogni volta. Potrete vivere tanto da pentirvene, ma non troverete mai niente di meglio e non saprete mai se vi tornerà a capitare un'altra volta. (joseph Heller)Commenta
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Condivido quanto scritto da Perco, forse ho letto in modo superficiale ma non ho trovato quello che io considero la caccia, cioè prima di tutto: -istinto naturale e ricerca del contatto con la natura-
Il tutto si può riassumere con il termine "passione" essere appassionato ovvero desiderare con voglia istintiva, non per libera scelta ma per spinta naturale quindi ereditaria, forse imitativa, sarebbe che, anzi per me é che discendo da cacciatori, ho nel sangue i geni del cacciatore, lo erano i miei antenati, lo sono anch'io, lo sono per fatto naturale non per libera scelta specifica.
Solo così comprendi e giustifichi la sensazione fisica che ti prende le viscere quando é il momento del passo dei migratori, lo senti nel ventre il bisogno, la voglia, quasi l'urgenza di andare che passano gli uccelli é ISTINTO NATURALE, memoria genetica, nient'altro.
Poi ci possiamo ricamare sopra filosofeggiando, la realtà é che non siamo molto distanti dai nostri antenati che hanno potuto sopravvivere e trasmetterci la vita perché erano predatori.Ultima modifica carpen; 06-04-23, 22:55.Commenta
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Estratto dall'articolo di Perco "Certo, il rapporto che ha il cacciatore, diciamo medio, con la natura è ben diverso da quello che ha un semplice turista o un ambientalista, diciamo anch'esso medio. Questo cacciatore, che forse sto per idealizzare troppo, paga però un prezzo per questa conquista. O dovrebbe farlo. Cioè la restituzione. Non si tratta di un lusso bensì di un obbligo. Morale se si vuole: più ambiente, più dati, conoscenza, controllo e pianificazione. Ed è per questo che non si dovrebbe più tollerare chi vada a caccia senza fare altro, semplicemente, né prima e neppure dopo, pur seguendo tutte le regole necessarie. Per una caccia ben gestita la gestione non è rinunciabile. E ciò dovrebbe spronare il mondo venatorio nazionale nella direzione di una nuova consapevolezza."
ed anche:" Ridurre il vantaggio del cacciatore è dunque importante, o meglio integrarlo con le capacità della preda, appunto, possibile ma mai certa. Se il vantaggio è totale si tratta di fucilazione, non di caccia".
Ridurre il vantaggio del cacciatore è dunque importante, o meglio integrarlo con le capacità della preda, appunto, possibile ma mai certa. Se il vantaggio è totale si tratta di fucilazione, non di caccia."
Completamente in accordo. Passione ok, ma un bene/patrimonio che sia creatura od oggetto si gestiscono con un misto di sapere e raziocinio. La passione è la molla che ti spinge al sacrificio ma il resto va gestito con senno.Se dici la verità non dovrai mai inventarti nullaCommenta
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per necessaria politically correct in tempi bui per la nostra passione, come già detto da qualcuno, è stata tralasciata la molla di tutto: l'istinto.
quello che gli inglesi chiamano bloodlust, la lussuria del sangue, l'eccitazione viscerale che ti scuote : quando il verro crolla, quando la beccaccia si accartoccia, quando il colombaccio piomba giù frusciando fra i rami.
poi tutto il resto: regolamentare, monitorare, studiare...alla fine proprio per poter perpetuare il nostro hobby e le sue sensazioni saremo sempre i primi paladini della natura.
Ma c'è quella componente che l'animalato schifa, ma che è innegabile ed è ciò che ci fa uscire, pioggia o gelo o arsura:
La caccia NON è solo abbattere, è ANCHE tutto ciò che ruota attorno, ma scusate il paragone..senza abbattimento è sesso senza orgasmo.
Ora lapidatemi pure.«Contro di te sarei preda o predatore?»Commenta
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Non ti lapido, e non vedo perché tu ti debba scusare per un paragone azzeccato.per necessaria politically correct in tempi bui per la nostra passione, come già detto da qualcuno, è stata tralasciata la molla di tutto: l'istinto.
quello che gli inglesi chiamano bloodlust, la lussuria del sangue, l'eccitazione viscerale che ti scuote : quando il verro crolla, quando la beccaccia si accartoccia, quando il colombaccio piomba giù frusciando fra i rami.
poi tutto il resto: regolamentare, monitorare, studiare...alla fine proprio per poter perpetuare il nostro hobby e le sue sensazioni saremo sempre i primi paladini della natura.
Ma c'è quella componente che l'animalato schifa, ma che è innegabile ed è ciò che ci fa uscire, pioggia o gelo o arsura:
La caccia NON è solo abbattere, è ANCHE tutto ciò che ruota attorno, ma scusate il paragone..senza abbattimento è sesso senza orgasmo.
Ora lapidatemi pure.
Buona Pasquetta!Commenta
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Una delle definizioni di 'caccia' con la quale oggi dobbiamo fare i conti, anche perché proviene proprio dalle associazioni venatorie, è quella di 'risposta ad una necessità della collettività'; anche non usando queste parole, questo è il concetto ad esempio, con il quale viene spesso legittimata la braccata, la girata o la selezione al cinghiale.
Malgrado la nostra attività, ad esempio nei casi di 'contenimento', possa essere 'utile' credo che dobbiamo essere molto attenti a limitare la definizione generale a questo aspetto: domani - forse già oggi - potrebbero esserci tecnologie di 'contenimento' molto più efficaci e se subordiniamo la nostra esistenza alla nostra 'utilità', venendo a mancare la necessità, verrebbe a mancare la legittimazione.
Il tema non è questione solo linguistica, né teorica: avendo accettato di contribuire all' eradicamento dei cinghiali dalle zone dove la densità di questo selvatico dovrebbe essere zero, secondo i piani faunistici, il nodo sta venendo al pettine: le istituzioni usano tutti i mezzi per raggiungere l'obiettivo, compreso gli abbattimenti notturni da parte delle guardie.
Al di la della questione tattica e specifica, credo che dobbiamo avere il coraggio di affermare che la cacia è un diritto individuale e collettivo di procurarsi del cibo attingendo alle risorse naturali, con modalità sostenibili ed eque, alla pari della pesca, dell'agricoltura, dell'allevamento, dell'uso del suolo per fini edili o di viabilità.
Senza dubbio, a mio parere, possiamo aggiungere che la modalità venatoria ha un valore storico, culturale, sociale e antropologico richiamando quel particolare rapporto tra predatore e preda che Perco associa alla parola 'avventuroso'.
Da questa definizione, deriva anche la conclusione che la caccia può essere regolamentata per assicurare i diritti degli altri (ad esempio la sicurezza e la quiete), la sostenibilità e l'equità, ma non può essere vietata.Ultima modifica Quiete; 11-04-23, 08:10.Commenta
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la caccia dovrebbe ottenere lo status di attività tradizionale e patrimonio dell’umanità in quanto naturale attività di sostentamento, soggetta ai giusti vincoli.
Sì ok far vedere quanto i selettori siano utili etc, ma appunto non soggiacere alla necessità o meno della nostra esistenza a scopo utilitaristico altrui.
diffido sempre dalla definizione “caccia sportiva” e simili.
quella la lascio ai garisti nei quagliodromi.
per quanto riguarda il “fare”, dissento dall’autore.
Se seguo le normative, è già più che sufficiente a “guadagnarmi” la dignità di cacciatore. Facciamo abbastanza beneficenza con leggi fin troppo riduttive.
Se poi voglio contribuire in qualche modo come il selecontrollo o ripopolamento o altro, ben venga. Ma non devo redimermi nè scusarmi con nessuno di prelevare.
È fin troppo sostenibile la pseudocaccia castrata che esercitiamo in Italia.Ultima modifica Frank; 11-04-23, 14:52.«Contro di te sarei preda o predatore?»Commenta
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