Dal mio libro: "MI INNAMORO DELLA MONTAGNA"

Comprimi

Riguardo all'autore

Comprimi

aurelio
X
 
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi
  • aurelio

    #1

    Dal mio libro: "MI INNAMORO DELLA MONTAGNA"

    Se giustamente riconosco a mio cognato Battista, di avermi insegnato ad andare a caccia con il cane da ferma e il rispetto delle colture, della flora e della fauna, devo sicuramente al Comm. N.H. Stefano Benech di avermi fatto scoprire la cinofilia-venatoria. Con quest'ultimo oltre ad essere i fautori del Gruppo cinofilo Savonese Deleg. Prov, E.N.C.I. Mi sono fatte le esperienze e sui cani che sulle tante prove cinofile da me organizzate.
    Ma la chiave di svolta e venuta quando Enzo Delbuono, mi ha fatto conoscere e fatto apprezzare la montagna.
    I fatti: Allenavo il mio pointer Asso 4°, nella riserva consorziale di "Piana Crixia", in provincia di Savona e lì, ho avuto il piacere di fare la conoscenza con Enzo Delbuono e la sua gentile signora Franca.
    Mentre svolgevo un turno con il mio cane, vidi due persone che stavano cacciando con un pointer; li osservavo con interesse. il loro ausiliare era una femmina pointer di unicolore marrone, portava la testa bassa ed aveva un galoppo trattenuto, fermò in buona espressione e si lasciò avvicinare dai due, l'uomo fece concludere il cane, partirono cinque starne, le due fucilate furono simultanee, il cane andò al riporto delle due starne abbattute e le portò una per volta (eludendo la signora) a lui, questi per ringraziare
    l'ausiliare per il perfetto riporto, con voce dolce le fece molte feste. Li vidi discutere, poi la signora si rivolse a me dicendomi:"Mi scusi lei ha visto tutto?" Io annui ed avvicinandomi a loro dissi:"Quella colpita sulla sinistra l'ha abbattuta lei e quella che è caduta a destra in mezzo ai rovi, lui." La signora in tono alterato gli disse:"Come mai te le sei fatte portare tutte due a te?" (avevo capito il motivo del loro contendere). Mi presentai e loro si presentarono, quando capii che erano i proprietari della riserva mi scusai per il disturbo, spiegando loro che avevo un'appuntamento col direttore della riserva Romeo Borreani, per svolgere insieme un turno con i nostri cani, non vedendolo arrivare dopo averlo aspettato per quasi un'ora, ho sciolto il mio pointer Asso. La signora Delbuono mi sorrise e mi disse:" Se lei aspetta Romeo, oggi di turni non ne farà", poi proseguendo disse:"Sganci il suo cane e venga con noi" Appena sguinzagliai Asso, questi parti con un galloppo nevrile ma, direi anche troppo, tanto che Enzo rivogendosi a sua moglie le sussurrò:"Questo con quel matto di cane, che và cosi forte, ci butta in aria la riserva.
    Ogni volta che Asso fermava il selvatico, io chiamavo la signora, lei sparava con una doppietta cal. 20 con la basculla cesellata e con il calcio di mogano chiaro; sbaglio una starna su cinque, in seguito il marito felice che lei si divertisse, la lasciava cacciare e lui si teneva con il prprio ausiliare a debita distanza, in seguito sotto la ferma del mo Asso, schizzo una lepre Franca esitò un attimo e il marito le gridò:"spara, spara" lei puntò e sparo qundo il selvatico quasi entrava nel bosco, la colpì e la ferì, il mio cane dando voce reiteratamente la inseguì e dopo alcuni minuti con la lepre in bocca tutto trionfante me la portava, loro furono felici e si complimetarono sia con mè ma, sopratutto con il cane, senza immagginare di avermi procurato altro ingrato compito sul mio ausiliare che con fatica in occasione delle prove, lo avevo messo a posto sulla lepre; vanificando il lavoro di quante volte lo avevo dovuto punire perchè non lo facesse, le feste che egli oggi aveva ricevuto, gli avevano dato il motivo che rincorrere una lepre invece si poteva fare.
    Da loro fui invitato a pranzo, a tavola la signora Franca, in tono scherzoso disse:"Enzo hai visto come si caccia e come si spara?", in seguito dai coniugi Delbuono mi fu fatta una proposta, se avessi dato una mano in riserva, come accompagnare a caccia degli invitati di riguardo e altro, io avre potuto allenare come e quando volevo i miei cani, anzi potevo portarmi il fucile e qualche volta cacciare con loro, io felice accettai ad una condizione, di poter portare mia moglie Rita, anche lei appassionata di cani e di caccia. Franca e Rita si facevano spesso compagnia. Ad Enzo regalai una figlia del mio cane e quando fu pronta la presentai in prove di lavoro con buoni risultati, certo non era il mio Asso che in quei due anni vinse 21 med. d'oro e 17 coppe, alcune di queste le furono date per il miglior stile di razza.
    Nei mesi invernali curavamo la riserva e quando nevicava, portavamo da mangiare ai selvatici e si faceva la caccia ai nocivi, in primavera insieme al guardiacaccia, si eseguivano i lanci della selvaggina che era stata importata dall'estero,insomma l'amicizia con Enzo si consolidò e quando lui mi parlava della montagna io bevevo le sue parole, un giorno gli dissi;" Dimmi dove vai e vengo anchio" A fine luglio di quell'anno, Enzo mi prenotò per 2 persone e i miei due bimbi, presso un'alberghetto di Demonte CN, dalla finestra della nostra stanza si vedevano le montagne e fu un amore a prima vista, per 10 giorni, prendevamo la macchina, i nostri zaini e i nostri bastoni e giravamo tutta la bassa Valle stura e l'Alta Valle Stura, sino ai confini della Francia. Delbuono mi fece conoscere Carlo Sforza un cacciatore esperto di montagna e tramite lui mi fece avere il tesserino di quel consorzio, con Enzo e con lui, cacciammo molti anni insieme, io avevo Asso nella sua piena maturità, imparò presto cosa fossero i Galli Forcelli, le coturne e le pernici bianche; dai miei compagni di caccia; imparai cosa era la montagna, ma, sopratuto il rispetto che a essa bisognava portarci, molte nostre cacciate furono memorabili, sia sul selvatico alpino ma, anche sui branchi di starne che sui pianori a 1750 mt. vi si trovavano, queste erano più piccole e piu scure e avevano le gambe gialle, un giorno su di esse che si rifugiavano in quelle macchie di arbusti piegati dalla neve, fu grande diverimento,e per i cani che per noi, ne incarnierammo molte, poi dall'oggi al domani queste sparirono e non si trovavano più.
    Su mia indicazone Enzo entrò a far parte del Consiglio del G.C. Savonese, in seguito venne eletto Presidente del Gruppo, Con la sua Presenza, il Gruppo si evolse: ogni anno nella sua riserva si facevano 2 prove di lavoro sia per le razze continentali che per quelle inglesi, la zona era cosi ricca di selvaggina che destò un interesse Nazionale, molti Giudici qualificati al massimo giudicarono le prove, che sempre riuscirono bene. In Settembre in Savona nella zona "Piazzale Eroe dei due mondi" si svogeva la nostra Expo Nazionale Canina" con almeno 300 cani iscritti. Insomma il Gruppo si faceva un nome nella cinofilia che contava. Qualche volta vennero invitai dei Giudici di chiara fama a caccia in riserva (Caielli, Radice, Ciceri,Trecate, Gilardi e molti altri, io li accompagnavo con il mio cane e insieme ai loro si cacciava in armonia e sportivamente, ebbi l'opportunita di farmi conoscere ed apprezzare, avendo frequentato le prove di lavoro, con buon merito, venni invitato a fare la domanda da Giudice, dicendomi che ne avevo le capacità e pure i requisiti. Da loro, una volta accettata la mia domanda, fui invitato a fare degli assistentati, ne feci molti e mi ero preparato sui libri delle razze canine italiane ed estere, sulla morfologia ma sopratutto sui movimenti e qundo fui pronto detti gli esami sia quelli teorici che quelli pratici, con presunzione li feci per tutte le razze da ferma sia per le prove di caccia che per le prove classiche, fui fortunato? Ho ero bravo?. L'una e l'altra cosa mi andava bene l'importante che passai a pieno merito e presto incominciai a giudicare.
    Intanto io e Enzo eravamo sempre insieme, dopo avermi fatto conoscere Carlo Sforza il cacciatore di montagna che fù la mia prima guida sulle montagne di Demonte; mi diede l'opportunità di conoscere due grandi cacciatori di Vinadio Cn, dell'Alta Valle Stura; che si trovava a 20 Km. Da Demonte, dove noi eravamo ospitati. Enzo incontrò e mi presentò due suoi amici: Orazio Giavelli e Arrosti, il primo era il Presidente della zona Alpi di Vinadio e il secondo (In pensione era stato un dirigente della Centrale dell'Enel della Valle Stura), entrambi ferventi cacciatori di montagna e per le magnifiche Alpi che circondavano Vinadio ma, sopratutto per il selvatico che nelle immense vallate vi risiedeva. Entrami per come parlavano e mi raccontavano, si capiva che amavano il loro territorio ed erano gelosi di esso.
    Il mio prossimo capitolo sarà:"Lassu sulle montagne tra boschi e valli d'or...."
    File allegati
    Ultima modifica Ospite; 31-08-09, 15:20.
  • aurelio

    #2
    Foto n° 1 - 2 - Le montagne che tanto amiamo.
    Foto n° 3 - Mia moglie le mie due figlie, Patrizia la più grande, oggi socia del Forum e la piccola e Tiziana, quanto mai amante della montagna.
    Foto n° 4 - La mia famiglia segue l'evoluzione di un camoscio che si arrampica.
    Foto n° 5 - Io la pointer Lilla di Delbuono e tre forcelli.
    Foto n° 6 - L'amico Enzo Delbuono dopo un cacciata a forcelli.
    Foto n° 7 - L'amico Carlo Sforza di Demonte CN. grande cacciatore di montagna con alcuni dei suoi pointer.
    Foto n° 8 - Il mio Ch. Asso 4°, grande cacciatore di montagna.
    Ultima modifica Ospite; 01-09-09, 13:22.

    Commenta

    • mich
      ⭐⭐
      • Nov 2008
      • 465
      • GENOVA
      • kent pointer

      #3
      Grazie, Aurelio, come sempre per i tuoi racconti, che poi sono storie di vita e cinofilia realmente vissuta, ma che a me sembrano bellissime favole, testimonianza di vera e sincera passione a monito di noi più giovani.
      Grazie ancora.

      Commenta

      Argomenti correlati

      Comprimi

      Attendere..