Cosa è il nostro grande bracco italiano?

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Edgardo de Martino
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  • Edgardo de Martino

    #1

    Cosa è il nostro grande bracco italiano?

    Vengo alla risposta che devo agli amici Lucio marzano e Luigi Marilungo ed a quanti hanno manifestato perplessità sulle condizioni della razza. Innanzitutto toucheè, come dicono i francesi, cioè toccato. Ha ragione Marzano quando mi addebita il mancato approfondimento di tematiche da me sfiorate ma non puntualmente sviscerate. Purtroppo non ho frequentemente il tempo a disposizione per dedicarmi, come vorrei, all'interessante scambio di vedute che questo sito ci permette. Anche nella presente occasione è trascorso qualche giorno prima di poter tornare ai nostri cari bracchi.
    Tale difficoltà, comunque, non può continuare ad esimermi dall'affrontare argomenti che ci vedranno, ancorchè accomunati dalla stessa passione, su posizioni probabilmente diverse. Ma proprio per questa passionaccia, per l'amore che ci spinge a volere, ciascuno sulla base delle proprie convinzioni, la miglior sorte possibile per il bracco, dobbiamo farci carico di esaminare, con lo sforzo della massima obbiettività possibile, se le attuali condizioni e le prospettive future siano inequivocabilmente rassicuranti oppure, come io penso, più di un campanello suoni fortemente l'allarme.

    Ovviamente proprio io e voi non abbiamo interesse di nessun genere nello sposare l'una o l'altra tesi: quella della gratificazione dello stato attuale o quella preoccupata e dolorosamente convinta che una sterzata sia necessaria. Mi rendo anche conto che siffatta discussione investe aspetti, criteri, valutazioni, concezioni del nostro amato bracco, tutti di non facile approfondimento, proprio per la complessità delle tematiche stesse.
    Mi sia ancora consentito, prima di compiere tale tentativo, fare una premessa. Può sembrare infatti singolare che lo scrivente, così lontano dalle località ove il bracco è più diffuso, possa ugualmente, con signorilità ma con fermezza, sostenere convinzioni non condivise da autorevoli interlocutori; e così pure potrebbe da qualcuno sostenersi che la mancata frequentazione delle competizioni pone lo scrivente nella condizione non ideale per valutazioni di ordine generale sulla salute della nostra razza. Orbene allo scopo di sgombrare intuibili preclusioni, è per me facile rassicurare chi legge che le centinaia di conversazioni intrattenute con tutto il mondo braccofilo, dagli addestratori ai cacciatori, dagli allevatori ai giudici, ai tanti estimatori della razza, dai più illustri a quelli meno conosciuti, da tutto quanto sopra insomma, dopo la necessaria sintesi, è possibile affermare che momenti di preoccupazione effettivamente sussistono.

    Resta ovvio che nel panorama generale della famiglia taluni affermano con convinzione che momento migliore non vi sia, taluni altri sono presi dal più nero pessimismo, taluni altri che diciamo così sono nel mezzo, pure concordano, se portati a conversare con la pacatezza che il caso suggerisce,che le cose incominciano ad andar male: è cioè in definitiva presente nella nostra grande famiglia lo sconcerto e la preoccupazione di molti.

    Il riferimento al Derby, tra l'altro già posto all'attenzione da altri frequentatori del sito, e da me solo ribadito, non aveva, come ovvio, la presunzione di voler dimostrare che il non esaltante esito di quella manifestazione e da quello solo si potesse giudicare sulle condizioni della razza. Era ,come logico, una possibile comferma di altri segnali visibili e preoccupanti. Occorre, evidentemente partire, ed io l'ho fatto, da una indagine di più vasta portata, fatta la quale i motivi di malessere emergono chiari ed inequivoci.Dunque il primo punto mi pare acclarato: non sono l'unico marziano a pensare che massima attenzione va posta sull'argomento.

    D'altra parte non è difficile spiegare, e questa è altra circostanza nota, perchè mai annualmente si iscrivono alla Sabi un numero rilevante di nuovi appasionati possessori di bracchi ed altrettanti ne escano. Una spiegazione plausibile può essere che chi acquista per la prima volta il bracco, dopo uno due anni, innanzi al risultato deludente ,ritorna ad altra razza.

    E' altresì sotto gli occhi di tutti la caduta verticale del bracco r.m. Dieci anni or sono uno studio fatto sotto l'egida della Sabi quantificava nel 30% la presenza dei r.m. ed oggi non arriviamo al 15%. Lucio Marzano ricorda la discussione che facemmo circa le difficoltà che incontravo nel far coprire una mia cagna da un roano importante, stante la mancanza quasi assoluta di soggetti all'altezza. Qui potrebbe essere facile per gli amici Marzano e Marilungo dire non interessa granchè, visto che hanno manifestato non solo di avere predilezione per il b.a. ma di nutrire una vistosa insofferenza per i roano-marrone.

    Vorrei però ricordare, a tale riguardo, che è tanto ricca di campioni r.m. la storia del bracco che senza essi, proprio tale storia sarebbe fortissimamente diversa. Lucio Marzano, giustamente, ricorda in più di un suo scritto la grandezza di Eolo di Montetricorno. Concordo pienamente. Io stesso nel 94 corsi a comprare una figlia di Eolo X Dora e ringrazio sempre Dio per avermi dato quel soggetto di grandissima classe. Ma chiedo all'amico Marzano, il padre di Eolo non era r.m.? e non erano r.m. il padre o la madre di tanti bracchi b.a. che hanno fatto una splendida carriera?

    Quanto ha influito il r.m. nella selezione del bracco? enormemente se riflettiamo sull'assunto poc'anzi evidenziato. Tabar di Cascina Merigo ha coperto innumerevoli volte, ma solo una volta ed in una sola cucciolata sono usciti tre cani poi divenuti campioni e tra questi Titano, quando ha coperto Giubba, una r.m. figlia di Tano, pure lui r.m. Potrei proseguire all'infinito.
    La scomparsa del r.m. come valido cane da lavoro può lasciarci indifferenti, sul futuro del bracco?

    Tutti i certificati della nostra razza sono un intersecarsi continuo di b.a. con r.m. e non si pensi che trattasi solo di un fatto di mantello: il r.m. è portatore di un patrimonio genetico fondamentale. L'ipotesi prospettata di far selezionare r.m. con r.m. e b.a. con b.a. e basta è da dimenticare in maniera assoluta. Con il tempo porterebbe ad impoverire il sangue bracco del b.a. e dall'altra porterebbe per il r.m., come già sta portando, problemi pesanti da cui ci vorranno anni di lavoro per liberarcene.

    Ma continuiamo sulle condizioni della razza. Non è vero che ,indipendentemente dal manto, oggi molti bracchi fermano "duro"?Non è vero che oggi molti bracchi, più di ieri non fermano affatto? Non è vero che vi sono molti più cani timidi? Non è vero che molti più soggetti di ieri hanno paura del colpo di fucile? Tutto questo me lo sto inventando io , oppure è la sintesi di una obbiettivo riscontro nell'ambito generalizzato di tutti gli utilizzatori del bracco. Se siete tanto ottimisti fatevi un giro dalla Lombardia alla Sicilia e verificate la verità.

    E veniamo ora ad un'altra tematica altrettanto importante: E' il bracco italiano una razza destinata alla caccia? ed a quale? solo quella sulla selvaggina immessa? Solo a parole vogliamo che si diffonda ancora di più tra i cacciatori? Vogliamo che il giocattolo funzioni solo per le competizioni, fatte quasi esclusivamente sulla selvaggina di cui sopra? Pensate che chi va a caccia con il bracco debba farlo solo su fagiani e starne di voliera? Oppure è giusto che la stragranze maggioranza di chi ha la maledetta passione (quella della caccia) voglia godersi la nostra splendida razza anche a quaglie vere, a beccacce, a beccaccini? La risposta è ovvia.

    Perchè pongo questo problema? perchè si sta selezionando, tranne sparute eccezioni, con cani e fattrici che il selvatico non lo vedono più. Le cosiddette fattrici da caccia sono soggetti portati in riserva a fagiani e starne immesse. Cosa accadrà persistendo in questa direzione? Veramente ritenete che tra vent'anni una siffatta selezione non avrà decretato la fine del bracco come cane da caccia?
    Tutti i grandi cinofili, non solo braccofili, hanno sostenuto che l'ideale nell'accoppiamento, per i cani da competizione si badi, è non perdere di vista le fattrici che, con le dovute correnti di sanque, siano però autentiche cagne da caccia, portate cioè sul selvatico vero. Devo fare i nomi di Colombo, Ciceri, di Mancini per non rimanere solo nell'ambito del bracco? Rautis, il creatore dei mitici Lucaniae, portava le sue cagne a beccacce e beccacici nella velle dell'Agri.

    Ma il convincimento in questa direzione dei maggiori cinofili è unanime. Soprattutto per il bracco, dato il numero esiguo ,una selezione fatta sul tipo di selvaggina indicato, porterà inevitabilmente a poterlo utilizzare un giorno eslusivamente in riserva. Nè mi venite a dire che in Italia esistono riserve con starne autentiche. Perchè non è vero. Nè mi si obbietti che i nostri addestratori portano i cani in Polonia o altrove su starne vere. Perchè è un'altra cazzata. A parte che tali trasferte sono costose e non tutti possono permetterselo, ma quante volte veramente accade e per quanto tempo? E quante starne vere vedrà un cane nella sua breve esistenza di cane da competizione?

    Dette queste cose non desidero, nel contempo, che il mio convincimento sia frainteso. Io stesso sono stato e sono un convinto assertore di quanto il cane da gara sia importante nella selezione del bracco.Io stesso ho sempre attinto a tali soggetti, con piena convinzione e ferma metodologia. Ma ho sempre coperto cagne che erano grandi soggetti da caccia, portate a beccacce e beccaccini. Due volte sono andato a cotorni (quelli veri) in Albania e dopo alcuni giorni di assestamento ho potuto godere dell'azione dei miei bracchi. Avrei avuto lo stesso esito con cani portati sul surrogato e frutto di una selezione operata su tale selvaggina? La risposta è inutile darla.

    Quindi cosa fare? Insisto nel dire che occorre fare ogni sforzo possibile affinchè nella selezione si torni ad usare fattrici, autentiche cacciatrici e ciò nell'interesse della razza e proprio di quanti amano i grandi soggetti da lavoro. Certo tant'altro si dovrebbe dire sull'argomento ma spazio e tempo non me lo consentono.
    Vengo ora a Luigi Marilungo che testualmente nel suo intervento, a proposito del mio bracco r.m. Gaddo, testualmente cita: "il tuo bracco non rientrava nella psiche comportamentale del bracco"..... e continua poi , facendo esplicito riferimento ai cani dei Ronchi, di come tali cani fossero rinsanguati con il bracco tedesco, concetti questi ripresi, come egli dice, da Mario Buroni.

    E' veramente singolare che proprio io, napoletano, debba tessere le lodi dei Ronchi e prendere le difese di Ciceri, compito che comunque assolvo con onore e commozione. La diceria di avere immesso sangue straniero era la cosa che più lo addolorava. I cani dei Ronchi erano tipicissimi, tutti esuberanti, con una testa spessissimo splendida, tutti grandi cani da caccia, bracchi nell'indole e nello sguardo, nel comportamento venatorio sempre,alternavano galoppo a trotto, come Ciceri voleva, sostenendo a ragione che occorreva eliminare il cane che non avesse passione, giacchè è più facile contenere che dare quello che non c'è. Abbiamo il dovere di ricordare che in tutti i nostri certificati vi sono i cani dei Ronchi.

    Il famosissimo Amaldi iniziò la sua avventura di allevatore con due cani dei Ronchi e mi limito ad Amaldi, ma potrei continuare con altri nomi e lo cito solo perchè Amaldi fu unanimemente riconosciuto, con i suoi Delle Forre, come uno tra i più insigni allevatori della razza. Dobbiamo all'opera di questi uomini se oggi ancora abbiamo il bracco.
    Ma parliamo di Buroni: nota era la sua avversione nei riguardi di Ciceri, ma non era pari a tale avversione la sua coerenza: criticava Ciceri ma faceva coprire le sue cagne dai cani dei Ronchi. Comprò Rena dei Ronchi e la fece coprire dal suo Rocco.

    La sua Nanà, già figlia di un cane dei Ronchi, fu coperta da Lir 2°dei Ronchi e senza quell'accoppiamento non sarebbe nata Rea di Monteprtrano, la sua cagna più famosa. Fufa di Montepetrano fu coperta da Pan 2° dei Ronchi. Bice di Montepetrano fu coperta da Lor dei Ronchi. Mi fermo qui o vado ancora avanti? Certo è ben strano che un allevatore che sostiene che il sangue dei Ronchi sia da aborrire, perchè avvelenato dal bracco tedesco, faccia poi tanto ricorso proprio a quel sangue.

    E allora caro Marilungo, diciamo la verità e cioè che il compianto Buroni aveva un caratteraccio, tra l'altro esternato un poco con tutti, che lo portava alle ben note filippiche, tra l'altro sterili, contro Ciceri. Ma il dato di fatto è e rimane il ricorso a quel sangue a parole tanto negletto. Veniamo ora al mio Gaddo. Premetto che trovo disdicevole che ciascuno di noi si faccia paladino dei propri cani: la discussione diventa sterile e non ci fà onore. La riprendo esclusivamente per il dovere che sento forte verso un uomo, un grande cinofilo, un gran galantuomo ed un amante ed esperto del bracco, sicuramente maggiore di tutti noi: Paolo Ciceri.

    Di Gaddo ho riferito mettendo in evidenza la grande esuberanza e le caratteristiche di gran cacciatore una volta portato sulla selvaggina vera. Cosa dobbiamo dire che non è da bracco avere una smodata passione? Che non è da bracco alternare galoppo al trotto (è nello standard), che non è da bracco guidare con eleganza e fermare morbido un beccaccino a venti metri?che non è da bracco spaziare in ogni dove alla ricerca del selvatico?che non è da bracco consentire? che non è da bracco quella dolcezza dello sguardo e quella voglia di caccia? Mi viene quasi da pensare che un grande bracco sulla selvaggina vera non l'avete mai visto.

    Ho detto mi vien da pensare, ma ho troppo rispetto per i miei interlocutori e non lo faccio.Un grande soggetto condotto nell'ambiente proprio della beccaccia e del beccaccino vi farà vedere dolcezze, movenze, tremori, iniziative, portamenti che non potrete facilmente osservare in 15 minuti esasperati di gara ove l'addestramento è frutto della braga e del collare elettrico. Nè tali gioie vi saranno consentite portando i vostri cani su faggiani e starne immesse. Amici miei siate più cauti a denigrare i cani dei Ronchi, oltretutto non c'è più il Papà a difenderli, più cauti a parlare male di Ciceri, a disprezzare i r.m., siate più cauti ad affermare che le condizioni della razza sono eccellenti, siate più cauti ad emanar sentenze e se amate veramente questa razza, mettetevi in auto, fate centinaia di chilometri, buttate il sangue nell'addestrare i vostri cani, ma siate attenti , fatelo sul selvatico autentico. Farete un regalo ai vostri cani e vedrete, finalmente, che cosa è il nostro grande bracco italiano.

    Un caro saluto a tutti. EDGARDO DE MARTINO.
  • Lucio Marzano
    Lo zio
    • Mar 2005
    • 30090
    • chiasso svizzera
    • bracco italiano

    #2
    Caro DeMartino,
    ognuno deve avere le sue opinioni ed ha il diritto di esternarle e difenderle, vedrò quindi a mia volta di esprimere il mio parere:
    -sul Derby ho già ampiamente scritto ed il fatto che non sia andato in classifica nesun italiano non è una tragedia perché
    abbiamo visto cani validi nella media e sono convinto che nel proseguio della lora carriera si faranno valere più di molti derby-winner che non si sono più sentiti
    -il fenomeno dei soci che arrivano e che se ne vanno è comune a TUTTE le società specializzate, sono personaggi che arrivano per curiosità o portati da altri soci ma non hanno ilfuoco della passione, quindi non è un fenomeno che porti o tolga nulla alla nostra razza
    -del Roano non dico nulla, non lo preferisco e basta, certo Eolo era figlio di un Roano ed infatti il suo mantello era spesso confuso con il roano, ma qui è un problema di preferenze personali ed in questo campo sono libero di fare come mi pare ed infatti così faccio, compreso l'accoppiare B/A con b/a anche se a qualcuno può sembrare una "cazzata"
    e comunque da un incrocio fra B/A
    e R/M non prenderei mai i R/M
    ma è un'opinione personale, una questione di pelle, il Bracco, per me è solo B/A
    -il fatto che ci siano soggetti che fermano "duro" , io direi di scatto o meglio senza preparare il punto, è dovuto al fatto che i bracchi di oggi hanno una dinamica molto, ma molto superiore a quelli del passato. I cani che non fermavano e che
    abbaiavano sulla lepre e che avevano paura del fucile erano molto più frequenti ieri di quanto lo siano oggi, anche perché
    "qualcuno" aveva immesso sangue segugio ed ancora stiamo pagando le conseguenze di quella immissione. Ciò senza affermare che il problema sia scomparso. La timidezza, questa si è un problema e l'ho già segnalato e , nel mio piccolo, mi sto adoperando per evitare gli incroci con soggetti timidi
    -il Bracco italiano E' UN CANE DA CACCIA e lo dimostra comunque, anche quando va a selvaggina messa, che, inutile fare gli snob, è la selvaggina della maggior parte dei cacciatori. Cionostante NON E' AFFATTO VERO che non vengano portati a selvaggina vera, a meno che le rosse dell'appennino,
    ed i fagiani selvatici vengano considerati NON selvaggina.
    In Polonia ci mandiamo i cani, due tre volte all'anno per alcune settimane su starne vere perché da noi non ci sono e queste sono le palestre dove si affinano le qualità venatorie dei cani e dove si corrono un sacco di prove, che , con buona pace dell'amico DE Martino, sono il banco di prova dei riproduttori compresi quelli che hanno generato i suoi cani.
    Ed è alla selezione basata sui cani da prove che dobbiamo l'INDUBBIO MIGLIORAMENTO QUALITATIVO MEDIO DELLA RAZZA.
    Che le prove siano un giochino è un leit-motiv di chi le prove non le fa, è la vecchia storia della volpe e dell'uva, ma alle prove signori i cani vengono giudicati a terzi e messi a confronto fra loro, troppo facile dire i miei cani sono fenomeni,perchè "ogni scarrafone è bello a mamma sua" ed infatti chi le prove le frequenta sa benissimo che per avere risultati bisogna fare una selezione molto più severa di quella della caccia, dove chi si contenta gode e dove soggettivamente si può dire a me va bene così senza avere nessuno che contraddica. Inoltre le prove su selvaggina seria ci sono, basta andare a quelle e non alle prove barzelletta, che pure ci sono, ma non posso accettare generalizzazioni che
    sviliscono gratuitamente tutto il mondo agonistico.
    Io credo di aver cacciata quasi dappertutto, molto sulle Alpi (casa mia) molto sull'appennino (dove caccio anche oggi) nella baraggia vercellese, nei boschi del ticino, nelle risaie della Lomellina e del Pavese,in Lapponia, in Polonia, in Belgio,
    in Spagna, in nord e sud america in scozia in grecia in croazia e in tanti altri posti dove andavo vuoi per diporto che per lavoro. Ma non ho mai dato patenti di nobiltà a questa o a quella caccia. Oggi se non vai a beccacce non sei un cacciatore,ed il beccaccino è un mito, io preferisco le rosse dei calanchi dell'appennino e mi appassiono se il cane la spunta su un vecchi gallo di fagiano, che tutti quelli che non ne conoscono di selvatici apostrofano come "pollastri" nella presunzione che solo la "loro" sia caccia vera.
    Oggi ci sono molti più bracchi cacciatori di quanti ce ne fossero anni addietro, e i bracchi di qualche decennio fa erano lenti plantigradi che non avrei usato a caccia a nessun titolo. Il primo bracco italiano valido lo vidi a Roasio, nella baraggia condotto dal compianto Castiglioni, si chiamava CIAC, di altri celebrati campioni del passato taccio per non essere dissacratore, ma vi dico solo che alcuni fermavano a natale e poi ,se se ne ricordavano, a pasqua, altri tracciavano a naso in terra come i migliori segugi (ma probabilmente erano tali) ed il compianto Luigino li ha "campionati" con mooolto mestiere....capito mi hai ????? quindi nel confronto fra i cani di oggi e quelli del passato quelli di oggi STRAVINCONO.
    In Toscana abbiamo visto 60 cani in prova, neanche uno moscio,
    un sacco di cani in classifica con alte qualifiche, il tutto su selvaggina VERA e con giudici NON dell'ambito SABI, queste sono le prove, sotto gli occhi di tutti, che la razza, pur avendo dei problemi, in complesso sta molto meglio che in passato.
    Alla seconda parte della lettera lascio rispondere Luigi che ha più esperienze dirette in merito ed è personalmente citato, io dico che certi mitici personaggi, validissimi nel complesso, di "cazzate" e grosse ne hanno fatte anche loro, ed anche loro hanno fatto diventare campioni cani che avevano il solo pregio di provenire dal loro allevamento, questo per amore di verità e perchè tutti siamo uomini con relativi pregi, difetti e debolezze. Per finire io che vado per i 65 non sono un laudator temporis acti ma cerco sempre di ricordare bene certe situazioni e di valutare certi ricordi senza mitizzarli, i giovani non si cruccino, la razza sta MEGLIO che in passato, avanti così teniamo duro !!!!!!!
    lucio

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    • gino romano

      #3
      Devo ancora leggere la risposta dello zio ma non posso che condividere appieno quanto detto da Edgardo.
      per i nomi non posso dire niente perchè non ho conoscenze in merito che mi possano far esprimere un parere.
      Adesso vado a leggere lo zio e mi farò risentire.

      P.S. spero che questa discussione non resti un confronto fra edgardo e lo zio ma che tutti voi facciate saper la vostra opinione, grazie.[:-golf]

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      • gino romano

        #4
        Letta attentamenta risposta e continuo ad essere favorevole ad Edgardo.
        gli altri dove sono ancora non sanno che il sito è nuovamente funzionante???

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        • VanVonVac
          ⭐⭐⭐
          • Mar 2005
          • 6162
          • Reggio Emilia, Emilia Romagna.
          • Bracco italiano Rosco di Montericco Ulisse di Casamassima

          #5
          <div align="center" id="quote2"><table class="quote"><tr><td class="quotetd"></td></tr><tr><td class="quotetd2"><span class="quotetext">Messaggio inserito da gino romano

          Letta attentamenta risposta e continuo ad essere favorevole ad Edgardo.
          gli altri dove sono ancora non sanno che il sito è nuovamente funzionante???
          </span></td></tr></table></div align="center" id="quote2">
          uoe![stop]un momento,stiamo ponderando[:-bunny]

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          • Flavio

            #6
            Due considerazioni
            1. non e' vero che il rm e' in discesa, le due indagni statistiche fatte (da me tra l'altro). La prima di circa 15 anni fa diceva 30% la seconda, dell'anno scorso, dice il 36%. Vedi http://digidownload.libero.it/ilbrac...202004%20N.pdf.
            2. penso che le prove siano l'unico vero momento di confronto accettabile in quanto oggettivo per punto di riferimento -lo standard-, regolamento e controllo fatto da una AUTOREVOLE terza parte, il Giudice, e qs senza nulla togliere alle conoscenze/capacita' degli utilizzatori.
            Per finire negli ultimi 20 anni ho visto centinaia di bracchi in expo e parecchie decine in prova (ho partecipato a quasi tutti i raduni). Ho "posseduto" con un amico alcune decine di bracchi, allevato una ventina di cucciolate e frequento alcuni dei maggiori allevatori (per qualita' e quantita') della razza ma cio' nonostante faccio fatica a capire qual'e' il vero stato della razza mi fa molto piacere che non e' cosi' per tutti.

            ciao flavio

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            • Lucio Marzano
              Lo zio
              • Mar 2005
              • 30090
              • chiasso svizzera
              • bracco italiano

              #7
              <div align="center" id="quote2"><table class="quote"><tr><td class="quotetd"></td></tr><tr><td class="quotetd2"><span class="quotetext">"Letta attentamenta risposta e continuo ad essere favorevole ad Edgardo"</span></td></tr></table></div align="center" id="quote2">
              Gino rispetto sempre le opiniopni di tutti, ma mi piacerebbe lggerle MOTIVATE, come ha fatto Flavio che cita dati concreti
              (riguardo alla consistenza numerica dei roani)
              In merito ad un preteso scadimento generale della razza invito tutti a rileggersi le cronache della due giorni toscana, dove 60 ,ripeto ,sessanta bracchi hanno, sul terreno, e con selvaggina certamente VERA, dato una dimostrazione di qualità media esaltante ed anche il numero dei cartellini è stato totalmente soddisfacente a dimostrazione che anche al vertice i soggetti ci sono e numerosi.
              Cosa completamente impensabile solo un paio di decenni fa , se questa è crisi allora VIVA la crisi !!!!!
              lucio

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              • Edgardo de Martino

                #8
                Caro Flavio sarei profondamente felice se le condizioni di prosperità del bracco r.m. fossero veramente quelle di cui tu ti dici sicuro. Amo profondamente sia il b.a. che il r.m. (ed infatti posseggo sia gli uni che gli altri) ma non nascondo una certa simpatia per i secondi e quindi con piacere vorrei condividere il tuo ottimismo. Purtroppo le cose non stanno come tu dici. A tale riguardo ti invito a leggere quanto afferma Grecchi( Presidente Sabi) che nel giornalino datato maggio 2006 testualmente cita: "Ho notato con preoccupazione che il colore roano, da me prediletto, sta scomparendo e spesso i pochi soggetti roani che salgono sul ring sono di scarsa tipicità". Orbene Grecchi dovrebbe essere una voce autorevole ( lo chiediamo all'amico Marzano che lo ha eletto all'unanimità per la seconda volta alla massima carica Sabi). Allora mettiamoci d'accordo: sono inattendibili i tuoi dati, che però l'amico Marzano ritiene siano frutto di una verifica seria ,oppure così autorevole personaggio ( Grecchi) dà segni di improvvisa senescenza ? La verità è che Grecchi ha ragione ma occorre chiedersi cosa ha fatto la Sabi negli ultimi anni per scongiurare una siffatta deprecabile situazione? Converrai con me che non può un patetico grido di dolore aiutare le sorti del r.m. ma dovrebbe essere posta in essere una seria politica di indirizzo. Il tempo è tiranno e mi fermo qui, ripromettendomi di ritornare anche sulla simpatica risposta che l'amico Marzano ha reso dopo il mio scritto. Cosi pure mi scuso con tutti voi se ancora non ho immesso sul sito le fotografie dei miei "scarafoni", per il momento mi diletto a guardare le foto dei "scarafoni" di Marzano. Purtroppo non ho molta dimestichezza con l'aggeggio che ho tra le mani e passare le foto prima sul computer e poi inviarle, operazione per altri facilissima, a me comporta una perdita di tempo maggiore. Un caro saluto a tutti, particolarmente cordiale all'amico Marzano.
                EDGARDO.

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                • Edgardo de Martino

                  #9
                  Un P.S. velocissimo. L'amico Marzano ineggia con tanta sicurezza sulla salute della razza, affermando addirittura, se questa è crisi viva la crisi. Ho gia scritto che occorre essere più cauti. Vedete quanto stia diventando difficile la posizione di Marzano: se le condizioni della razza peggioreranno ancora tutto il suo ottimismo non potrà che tirargli addosso facili strali, per non dir di peggio. Vedete quanto è serafica la mia posizione: se le condizioni peggioreranno sarò stato facile profeta e grosso intenditore; se mi sarò sbagliato, ma purtroppo non è così, mi consolerò con la cosa più bella: altri bracchi. Leggetevi, ma con attenzione, le relazioni dei giudici stilate per il Derby. Si rizzano i capelli in testa, se le fate scorrere con attenzione. Un salutone cordiale. EDGARDO.

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                  • Edgardo de Martino

                    #10
                    Un secondo ed ancor più veloce P.S. per l'amico Marzano: che fai mi intimorisci gli interlocutori del forum, con la pretesa delle motivazioni?
                    Ma così mi rubbi il mestiere: tu sei lombardo, sono io napoletano...
                    Scherzi a parte le motivazioni, meglio sarebbe dire le razionali argomentazioni che sottendono le cose che diciamo, con il maggio sforzo di obbiettività si intende, quelle devono uscire dai nostri scritti e tutti gli altri interlocutori del forum potranno scegliere se intervenire con il proprio argomentato punto di vista oppure, se lo crederanno, ritenere valido questo o quello scritto mio o tuo senza necessari, ulteriori puntualizzazioni. Significherà, in quel caso, che le mie affermazioni o le tue saranno state più convincenti, più obbiettive, più argomentate. Ovviamente non ritenendo ,a priori, che le tesi tanto sono più serie quanto più siano vicine al nostro punto di vista: come hai fatto con Flavio, le cui affermazioni sul bracco r.m. ancorchè affrettate, da te sono state sposate immediatamente senza le opportune verifiche (vedi sopra cosa afferma il nostro presidente Grecchi).
                    Un abbraccio cordialissimo. EDGARDO

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                    • VanVonVac
                      ⭐⭐⭐
                      • Mar 2005
                      • 6162
                      • Reggio Emilia, Emilia Romagna.
                      • Bracco italiano Rosco di Montericco Ulisse di Casamassima

                      #11
                      Macchè intimoririe,giustamente non si può scrivere io ho ragione e tu hai torto.Cosi come pure avete motivazioni giusti da entrambi i punti di vista,ovvero,nei vostri post si possono riscontrare coe veritiere nonostante siano agli antipodi.
                      io rimango del parere che il problema del roano è uno solo,come ho già esposto in precedenza, questa tipologia di bracco stà "uscendo "dai circuiti ufficiali,poichè molto più difficile da allevare,c'è poco da fare,è cosi.Un qualsiasi difetto in un roano lo si vede a km di distanza,in un arancio no,e ciò comporta che i bianco aranci più facilmente si avvicinino al mondo delle competizioni ufficiali,che siano di bellezza qaunto di lavoro

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                      • gino romano

                        #12
                        Io non ho dato ragione nè torto a nessuno ho solamente detto che mi trovo più vicino alle idee di edgardo che a quelle dello zio che peraltro rispetto e stimo per il suo impegno per il bracco italiano.

                        Riguardo alle motivazioni lo zio saprà certamente come la penso sulle gare e sulla caccia da precedenti discussioni più o meno animate avute in precedenza.
                        Credo che il confrontarsi possa solamente far bene a cani cacciatori e quel pugno di amici che si ritrovano su questo sito.
                        Lo spronare gli altri a parteciparvi può farvi capire quanto sia interessato a carpire i vs. pareri.
                        In fin dei conti sul bracco mi ritengo tutt'ora un novizio.

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                        • pennino
                          ⭐⭐⭐
                          • Jul 2005
                          • 2286
                          • Rocca Priora, Roma, Lazio.

                          #13
                          riguardo al discorso, dei r-m, leggendo un pò qui e un pò là, io mi sono fatto l'idea che probabilmente, nell'allevamento del roano il problema sono le "focature", che essendo un carattere dominante nei roani e recessivo nei b-a, implica ulteriori problemi nella selezione.Per quanto concerne lo stato della razza, potrei dare un giudizio venatorio-morfologico solo sui 7 bracchi che ho avuto, e non credo che la cosa possa essere significativa, nel contesto generale
                          Rodolfo
                          sigpic
                          pennino

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                          • Flavio

                            #14
                            Napoletani o lombardi x me conta poco, quando si parla di certe cose quello che conta sono i numeri. Le indagini di cui sopra hanno riguardato alcune migliaia di cuccioli nati in un contesto temporale di 2/3 anni, la prima e' relativa ai primi anni novanta la seconda all'annno scorso. I dati sono stati presi dai tabulati dell'ENCI. E' su qui non ci sono dubbi!!! I rm sono in crescita, sono pero' dei meri numeri.
                            Grecchi nel suo scritto si riferisce ai partecipanti alle manifestazioni, nostre -della SABI intendo- e non. E qui effettivamente i rm mostrano dei pbl di mantello maggiori rispetto a quelli dei ba che chi ha seguito le manifestazioni, ed ha un minimo di conoscenza della razza, non puo' non aver notato.
                            Riguardo la SABI, premettendo che sarebbe ora di finirla di criticarla senza conoscerla, caro Edgardo posso dire che la SABI in qs anni ha agito al meglio nel contesto delle sue possibilita'/responsabilita'. Un esempio su tutti la valutazione dei Giudici definendo una lista di specialisti.

                            ciao flavio

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                            • forcello

                              #15
                              Purtroppo sul bracco si discute troppo su aspetti marginali ma poco lo si porta a caccia: Bisogna ricordare che prove e caccia devono essere complementari,non sono forse le prove dei test zootecnici, non gare, che dovrebbero segnalare i riproduttori per far nascere i futuri ausiliari dei nembrotti, come si vede è un circolo chiuso. La vera salute della razza rimane la CACCIA, quindi armiamoci e partiamo. Scherzi a parte, il voler ritenere che la salute di una razza si possa dedurre solo dai risultati delle prove, mi sembra molto limitativo e superficiale, forse è il mezzo più semplice. Allora dalle mie valutazioni oggettive, finora avrò visto una 30 di prove riservate alla nostra razza, dovrei dedurre che i cani FERMANO POCO, in quanto, se la memoria non mi inganna, mi ricordo di una sola ferma e da bracco fatta da una cagna delle Cascate (LISA DELLE CASCATE), poi poco o altro, spesso ferme poco espressive, scattate, mal tenute, code in movimento, per cui dovrei dire, almeno da queste mie parziali osservazioni, che si riferiscono a quasi tutti i soggetti più importanti degli ultimi 20-30 anni, che la razza ha grossi problemi nella fase conclusiva dell'azione di caccia. Qualcuno mi risponderà con dei dati opposti ai miei o minimizzando la quantità delle prove seguite, ma una 30 di prove, osservando quasi sempre i cani in mano ai dresseur, vuol dire un 300 cani visti e 1 sola ferma da ricordare, per tipicità e qualità, che poi si è conclusa in malo modo, mantenuta per 1 minuto circa seguita da carica su starna di allevamento che pedinava a vista, mi sembra statisticamente un pò troppo poco. Il Sig. MARZANO in parte dice il vero e cioè che le prove hanno consentito di indirizzare la razza verso un modello con prestazione decisamente migliore, cani più dinamici, più reatttivi e anche forse più in salute, ma poi fa una asserzione che non mi trova d'accordo, cioè ci troviamo cani da caccia migliori di un tempo, ma come si fa dire una cosa del genere, quando la stragrande maggioranza dei nembrotti italiani caccia in situazioni ambientali e faunistche al limite del ridicolo, per non parlare del bagaglio culturale-estetico e etico degli stessi. Tutto ciò ,non si può minimamente paragonare con la situazione ambientale-faunistica degli anni precedenti al boom venatorio, dove esisteva una elite di cacciatori, tra questi proabilmente alcuni braccofili, che facevano della caccia un'arte e necessitavano di ausialiari di uguale levatura. Ritenere che le nostre cacce, con continue limitazioni di spazi e tempi, con ambienti sempre più degradati e così via, possa ancora assolvere a una valuazione a 360° del cane mi sembra una visione utopistica, ribadisco che la caccia rimane l'unico e sicuro metodo per valutare oggettivamente e in tutti isuoi aspetti, e sottolineo TUTTI, un cane da caccia. Vorrei sapere dal Sig DE MARTINO che cani ha attualmente e di che genealogia e paragonati ai suoi primi bracchi che differenze ha notato.[ciao][ciao]

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