il bracco nell'iconografia

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  • Lucio Marzano
    Lo zio
    • Mar 2005
    • 30090
    • chiasso svizzera
    • bracco italiano

    #1

    il bracco nell'iconografia

    Sul Corriere della Sera di oggi, è riportato un quadro che rappresenta Galileo Galilei, ai cui piedi dormicchia un bel bracchetto bianco con una piccola macchia arancio.
    E' un cane asciutto, agile di mole contenuta, insomma il "bracco leggero" .
    Mi piacerebbe sapere di chi è il quadro e soprattutto di che epoca sia.
    C'é qualcuno che puo' aiutarmi ??
    lucio
  • TARTA
    ⭐⭐⭐
    • Jan 2008
    • 1042
    • Firenze
    • Drahthaar

    #2
    Originariamente inviato da Lucio Marzano
    Sul Corriere della Sera di oggi, è riportato un quadro che rappresenta Galileo Galilei, ai cui piedi dormicchia un bel bracchetto bianco con una piccola macchia arancio.
    E' un cane asciutto, agile di mole contenuta, insomma il "bracco leggero" .
    Mi piacerebbe sapere di chi è il quadro e soprattutto di che epoca sia.
    C'é qualcuno che puo' aiutarmi ??
    Non ho visto il giornale ma potrebbe [:-bunny]essere un olio su tela di Cesare Vincenzo Cantagalli, 1870 (Museo Amos Cassioli, Asciano). [:-bunny]
    ___________________
    [ciao]Monica

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    • Lucio Marzano
      Lo zio
      • Mar 2005
      • 30090
      • chiasso svizzera
      • bracco italiano

      #3
      Grazie mille Tarta é come tu dici e l'ho trovato, il bracco si vede poco perché é piccolo,
      ma mi sembra che sia uno dei famosi Aschieri o comunque di quei bracchi leggeri
      liguri/piemontesi che a fine ottocento inizio novecento andavano in montagna piu' degli inglesi di allora.
      File allegati
      lucio

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      • ursusarctos

        #4
        Caro Lucio,hai un occhio incredibile,purchè ci sia un bracco vedi e provvedi!
        Ad ogni modo un gran bell'olio.
        PS:Galileo era uno che.....vedeva lontano,e se aveva scelto un bracco............

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        • Lucio Marzano
          Lo zio
          • Mar 2005
          • 30090
          • chiasso svizzera
          • bracco italiano

          #5
          francamente non so nemmeno se Galilei andasse a caccia, anche se sono certe le presenze di bracchi in Toscana e nelle altre corti rinascimentali fin dal 1300, il quadro é della seconda metà dell'ottocento ed é piu' probabile che il cacciatore ed utilizzatore di bracchi sia stato il Cantagalli, che non conosco, ne ho appreso il nome oggi grazie a Tarta ( e lo ringrazio).
          Quello che osservo e che avevo osservato in molti disegni e in qualche sbiadita foto di fine 800 inizio 900, é l'asciuttezza di questi bracchi, la moderatezza di giogaia e di pieghe, la leggerezza della testa e le dimensioni contenute.
          dei veri cani da montagna, con favorevole rapporto peso/potenza , non penalizzati dalla gravità in funzione della massa, esattamente il contrario di quello che molti storici della razza vorrebbero farci ritenere che sia stato il vero ed antico Bracco Italiano con la pretesa che a quello dobbiamo riferirci nel rispetto della tradizione. poi che ci fossero anche (ma non solo) soggetti pesanti da bassa padana, é innegabile , ma non si puo' nascondere o ignorare una realtà storica che riflette un'antica tradizione, dimenticata piu' o meno volutamente : il bracco leggero o bracchetto.
          Appare oggi evidente che se si fossero lasciate in parallelo le due razze di bracchi, Breton e kurzhaar avrebbero avuto piu' concorrenza ed appare anche evidente che le affermazioni che le due razze avevano le stesse caratteristiche, appaiono clamorosamente smentite da testimonianze iconografiche, come questa.
          lucio

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          • ursusarctos

            #6
            Credo sia stato costume tutto italiano purtroppo,a differenza dei francesi che hanno valorizzato la pluralità dei loro ausiliari(da ferma e da seguita),noi abbiamo seguito la"via del calderone"ovvero tutto mischiato insieme e tiriamo a campare.
            E'stato un peccato,l'unica cura a mio modo di vedere è attaccarci alla funzionalità e valorizzare quei soggetti che a prescindere dalla taglia(sempre in standard e sostenuta da un fisico aitante)si muovano,caccino,e ragionino da Bracchi.Ovvero da cacciatori eccelsi che tanto hanno dato ad altre razze prima di essere stati abbandonati ad imbolsire nei salotti ottocenteschi.
            Per fortuna le cose migliorano,almeno per quel che ho potuto vedere io,Bracchi avidi che vanno e a cui si a fatica a tener dietro.Speriamo si continui così.

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            • Lucio Marzano
              Lo zio
              • Mar 2005
              • 30090
              • chiasso svizzera
              • bracco italiano

              #7
              si ma la forbice (minimi e massimi di peso) rimane troppo divaricata e si vedono troppi soggetti fortemente dissimili
              fra loro e soprattutto nuoce alla razza ed alla selezione, la mentalità, specie della classe giudicante, che è portata a ritenere che il Bracco vero sia il soggetto pesante, con giogaia marcata, pieghe dappertutto, grasselle che arrivano al ginocchio e così via (basta vedere molti premiati alle expo) ne consegue una tendenza all'ipertipo, che si esprime nella sovrabbondanza delle caratteristiche non funzionali e che è diventata convinzione radicata di tipicità all'estero.
              Inutile dire che la sovrabbondanza dei particolari non funzionali è un inutile basto che imponiamo ai soggetti da lavoro penalizzandoli, senza alcuna attenzione alla morfologia funzionale in nome di una malintesa e soprattutto malinterpretata tradizione.
              lucio

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              • Freccia
                ⭐⭐⭐
                • Jul 2008
                • 1017
                • Alpi
                • Setter Gordon

                #8
                Originariamente inviato da Lucio Marzano
                francamente non so nemmeno se Galilei andasse a caccia, anche se sono certe le presenze di bracchi in Toscana e nelle altre corti rinascimentali fin dal 1300, il quadro é della seconda metà dell'ottocento ed é piu' probabile che il cacciatore ed utilizzatore di bracchi sia stato il Cantagalli, che non conosco, ne ho appreso il nome oggi grazie a Tarta ( e lo ringrazio).
                Quello che osservo e che avevo osservato in molti disegni e in qualche sbiadita foto di fine 800 inizio 900, é l'asciuttezza di questi bracchi, la moderatezza di giogaia e di pieghe, la leggerezza della testa e le dimensioni contenute.
                dei veri cani da montagna, con favorevole rapporto peso/potenza , non penalizzati dalla gravità in funzione della massa, esattamente il contrario di quello che molti storici della razza vorrebbero farci ritenere che sia stato il vero ed antico Bracco Italiano con la pretesa che a quello dobbiamo riferirci nel rispetto della tradizione. poi che ci fossero anche (ma non solo) soggetti pesanti da bassa padana, é innegabile , ma non si puo' nascondere o ignorare una realtà storica che riflette un'antica tradizione, dimenticata piu' o meno volutamente : il bracco leggero o bracchetto.
                Appare oggi evidente che se si fossero lasciate in parallelo le due razze di bracchi, Breton e kurzhaar avrebbero avuto piu' concorrenza ed appare anche evidente che le affermazioni che le due razze avevano le stesse caratteristiche, appaiono clamorosamente smentite da testimonianze iconografiche, come questa.
                Per quel poco che ne so io Galilei usava i cani per fare esperimenti/ dissezioni, ecc. Sarebbe carino aprire una sezione in cui mettere immagini di cani da caccia in quadri più o meno famosi, qualcosa tipo "Il cane da caccia nella storia dell'arte".
                Cristina

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                • giuseppe

                  #9
                  caro lucio,il problema e' secondo il mio modestissimo parere uguale e dissimile,se il bracco e' del tipo pesante,e' soggetto lento-ingombrante e poco utile alla caccia di oggi,se e' di tipo alleggerito troppo ha problemi di ferma,di uso del naso,di captazione dell'usta,te lo dico per esperienza diretta,quindi il bracco odierno dev'essere di mezza taglia,sui 30 chili, con essenziale e primario trotto,svelto e lungo, che gli permetta un buon uso del naso,venaticita data dall'uso nei genitotri e progenitori dalla caccia di tutti i giorni,cosa che da un'impronta ai cani,poi tanta fortuna che non guasta ma.
                  giuseppe

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                  • Lucio Marzano
                    Lo zio
                    • Mar 2005
                    • 30090
                    • chiasso svizzera
                    • bracco italiano

                    #10
                    Giuseppe, in base alle mie (modeste) esperienze non posso condividere il tuo assunto.
                    Dimmi perché mai un bracco leggero non dovrebbe fermare bene,
                    sarebbe un problema di selezione, gli antichi "leggeri" fermavano benissimo , forse qualche strano meticciamento puo' aver diminuito questo istinto in qualche soggetto ma anche averlo rafforzato in altri (un bracco/pointer per esempio non dovrebbe avere alcun problema di ferma , anzi...) analogamente per le altre manifestazioni relative all'entrata in emanazione.
                    Un bracco di taglia medio/piccola sarà avvantaggiato in terreni montagnosi ma solo in base al piu' favorevole rapporto peso/potenza ed in dipendenza della gravità/massa.
                    Ne conseguirebbe ragionevolmente che il pesante sarebbe piu' adatto in piano ed il leggero in collina montagna
                    e, guarda caso , è esattamente la motivazione che ha spinto i nostri avi ,liguri , piemontesi e piacentini di collina
                    a selezionare il bracchetto ed i padani e piacentini di piano, a selezionare i bracconi.
                    Poi sono arrivati i "mammasantissima" della cinofilia ed hanno fatto il "pateracchio" ed ora abbiamo i bracchi Ollio
                    e quelli Stanlio, ma senza accordarci su quale sia quello giusto ed ancor meno sul rapporto altezza peso e sulle andature, rammento che un secolo fa (ed anche prima e dopo e tuttoggi nella maggior parte degli standard) tutti i continentali avevano l'andatura mista di trotto/galoppo.
                    Poi dato che la preferenza è andata al bracco Nobile, si è mitizzato il trotto, richiedendolo "sempre" con tolleranza nei ritorni e nei terreni già esplorati, cio' che per chi pratica l'attività venatoria è un semplice assurdo ed ha portato nel mondo delle prove, ad un insensato uso della "braga" abbinata a sistemi coercitivi. Così per i cani da prova, in pratica si provoca una artificiale andatura (frenetica e messa in essere a cane freschissimo quando la esuberanza porterebbe ad un classico e "tipico" galoppone) e per assurdo i dresseur preferiscono i cani galoppatori , perché poi messi al trotto "forzato" si esprimono nei 20 minuti in modo esaltante mentre il trottatore naturale presenta un'andatura piu' morbida e con minore spinta, fatta per durare. La conseguenza è che viene stravolta la finalità di segnalare le qualità naturali ai fini della selezione e scelta dei riproduttori.
                    lucio

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                    • Rossella
                      ⭐⭐⭐⭐
                      • Mar 2005
                      • 14715
                      • Gallia Cisalpina
                      • Setter Inglese

                      #11
                      Originariamente inviato da Freccia
                      Per quel poco che ne so io Galilei usava i cani per fare esperimenti/ dissezioni, ecc. Sarebbe carino aprire una sezione in cui mettere immagini di cani da caccia in quadri più o meno famosi, qualcosa tipo "Il cane da caccia nella storia dell'arte".


                      avevo postato di un libro se vai a cercare tra i post sotto natale... mi pare si chiami i cani nell'arte. L'avevo acquistato per fare un regalo
                      Dogs & Country http://www.dogsandcountry.it

                      http://dogsandcountry.it/the-gundog-project/ Progetto di ricerca sul cane da caccia e da prove :-)

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                      • Alessandro il cacciatore
                        🥇🥇
                        • Feb 2009
                        • 20197
                        • al centro della Toscana
                        • Deutsch Kurzhaar

                        #12
                        Originariamente inviato da Lucio Marzano
                        Giuseppe, in base alle mie (modeste) esperienze non posso condividere il tuo assunto.
                        Dimmi perché mai un bracco leggero non dovrebbe fermare bene,
                        sarebbe un problema di selezione, gli antichi "leggeri" fermavano benissimo , forse qualche strano meticciamento puo' aver diminuito questo istinto in qualche soggetto ma anche averlo rafforzato in altri (un bracco/pointer per esempio non dovrebbe avere alcun problema di ferma , anzi...) analogamente per le altre manifestazioni relative all'entrata in emanazione.
                        Un bracco di taglia medio/piccola sarà avvantaggiato in terreni montagnosi ma solo in base al piu' favorevole rapporto peso/potenza ed in dipendenza della gravità/massa.
                        Ne conseguirebbe ragionevolmente che il pesante sarebbe piu' adatto in piano ed il leggero in collina montagna
                        e, guarda caso , è esattamente la motivazione che ha spinto i nostri avi ,liguri , piemontesi e piacentini di collina
                        a selezionare il bracchetto ed i padani e piacentini di piano, a selezionare i bracconi.
                        Poi sono arrivati i "mammasantissima" della cinofilia ed hanno fatto il "pateracchio" ed ora abbiamo i bracchi Ollio
                        e quelli Stanlio, ma senza accordarci su quale sia quello giusto ed ancor meno sul rapporto altezza peso e sulle andature, rammento che un secolo fa (ed anche prima e dopo e tuttoggi nella maggior parte degli standard) tutti i continentali avevano l'andatura mista di trotto/galoppo.
                        Poi dato che la preferenza è andata al bracco Nobile, si è mitizzato il trotto, richiedendolo "sempre" con tolleranza nei ritorni e nei terreni già esplorati, cio' che per chi pratica l'attività venatoria è un semplice assurdo ed ha portato nel mondo delle prove, ad un insensato uso della "braga" abbinata a sistemi coercitivi. Così per i cani da prova, in pratica si provoca una artificiale andatura (frenetica e messa in essere a cane freschissimo quando la esuberanza porterebbe ad un classico e "tipico" galoppone) e per assurdo i dresseur preferiscono i cani galoppatori , perché poi messi al trotto "forzato" si esprimono nei 20 minuti in modo esaltante mentre il trottatore naturale presenta un'andatura piu' morbida e con minore spinta, fatta per durare. La conseguenza è che viene stravolta la finalità di segnalare le qualità naturali ai fini della selezione e scelta dei riproduttori.
                        Ribadisco la mia ignoranza cinofila, ma la logica del tuo discorso mi trova pienamente d'accordo.
                        Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)

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                        • giuseppe

                          #13
                          vedi caro,lucio che se il bracco alleggerito ha prerogative pointer,ferma da pointer e in questo caso preferisco tenermi l'ìoriginale(il pointer),ma se il suddetto bracco ha la psiche bracca su costruzioni alleggerite non fermera mai in percentuali d'incontri,se non quando non incomincera a stancarsi e quindi a ragionare da bracco,sai meglio di me che un bracco e' ragionatore per psiche,e' un fantastico interrogatore del vento,ma per fare questo deve avere movimenti adeguati e mentalita bracca,fortunatisiimiiiiiiiiiiiiiiiioii chi riesce ad avere soggetti di grande motricita con componenti psichiche bracche,il top del top,ma la selezione e' severa e costosa,beato chi se la puo permettere.
                          giuseppe

                          Commenta

                          • Lucio Marzano
                            Lo zio
                            • Mar 2005
                            • 30090
                            • chiasso svizzera
                            • bracco italiano

                            #14
                            vedi caro,lucio che se il bracco alleggerito ha prerogative pointer,ferma da pointer e in questo caso preferisco tenermi l'ìoriginale(il pointer),ma se il suddetto bracco ha la psiche bracca su costruzioni alleggerite non fermera mai in percentuali d'incontri,se non quando non incomincera a stancarsi e quindi a ragionare da bracco,sai meglio di me che un bracco e' ragionatore per psiche,e' un fantastico interrogatore del vento,ma per fare questo deve avere movimenti adeguati e mentalita bracca,fortunatisiimiiiiiiiiiiiiiiiioii chi riesce ad avere soggetti di grande motricita con componenti psichiche bracche,il top del top,ma la selezione e' severa e costosa,beato chi se la puo permettere.
                            anzitutto il bracchetto NON era un bracco "alleggerito" né ha "prerogative di pointer", ma era una razza
                            a se stante, non aveva affatto la ferma da pointer ma quella classica del continentale cioé "preparata" e non "scattata".
                            La solo differenza col bracco "nobile" non è da ricercarsi nello stile che era lo stesso , ma nella maggiore possibilità dinamica legata , come ho già detto, al diverso rapporto peso-potenza ed al minore
                            condizionamento, in collina/montagna, alla gravità .

                            Poi il bracco sarà "ragionatore" ma non esageriamo, se per "ragionatore" si intende lento a decidere , non sono d'accordo
                            ha, come quasi tutti i continentali, la presa di punto preparata, con risalita dolce dell'emanazione.
                            L'interrogare il vento è prerogativa, indispensabile ,di ogni cane da ferma , la selezione è lunga e deve essere accurata o severa , scegli tu la parola che ritieni piu' adatta, ma in quale razza non lo é ???
                            lucio

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                            • Druso
                              ⭐⭐⭐
                              • Jun 2008
                              • 1757
                              • Spagna
                              • Bracco italiano. Beagle.

                              #15
                              La pittura è sicuro dal secolo XIX. Nel secolo XVIII e XIX e molto comune mettere un cane in una scena domestica e anche in una chiesa. Quando avró molto tempo, cercheró piú bracchi nella iconografia. Quá vi lascio una pittura del secolo XVIII di Carlos III, vicere di Napoli e dopo re di Spagna con una cane molto simile.

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