Nel 1969, alla gara su quaglie liberate di S. Siro, a Milano, il mio Pedro (bracco italiano in gara continentali italiani ed esteri) fu soltanto 2° classificato. La sua capacità di riporto, come quella degli altri classificati, venne testata dal giudice fuori campo, con lancio di quaglie morte. Al lancio della quaglia (15 metri circa), lasciai partire il cane. Lo misi a terra dopo 5 metri. Lo feci ripartire. Tra noi umani e la quaglia morta c'era una siepe: i cani la aggiravano, il mio la saltò. Tirò su la quaglia, venne verso di noi e io lo misi a terra prima della siepe. Liberato, fece un mezzo giro per la rincorsa e risaltò la siepe. Sempre con la quaglia in bocca. Lo misi a terra un'ultima volta a 2 metri da me e gli andai incontro a farmi dare la quaglia e a dargli il suo premio.
Il collare elettrico c'era anche ai miei tempi, e gli addestratori classici e puri -come colui da cui appresi le quattro cose che so sull'addestramento-, lo consideravano un sistema BARBARO. Anche oggi molto discusso (fate una ricerca su Google), e a livello internazionale.
Forse servirebbe un aggiornamento sui metodi per ottenere il terra da un cane in addestramento: le punizioni e le coercizioni corporali sono l'unica cosa da NON impiegare. Insinuare che uno possa aver adottato tali metodi ripugnanti potrebbe anche essere considerato offensivo.
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