Quale sarebbe la distanza giusta tra il selvatico e il cane in ferma
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Buonassera a tutti se non vado fuori tema vi chiedo un consiglio sulla mia setter di 18 mesi che tende spesso a caricare pur avendo avvertito l'emanazione ,quando l'animale sta fermo anche lei ferma ma sempre a ridosso,se invece l'animale pedina solitamente parte come un treno e via che va,come mi dovrei comportare secondo voi è il caso di trattenerla con la cordina o altro come devo fare grazie x le risposte saluti Luca -
Avete già detto molto. Io aggiungo solo che è una questione di gusto. Per me il cane deve avvicinarsi il più possibile al selvatico senza farlo frullare. Qualunque sia il selvatico. Poi è ovvio che un beccaccino o un forcello adulto non si faranno mai avvicinare come altri selvatici.
Ho avuto la fortuna di non considerare un evento eccezionale prendere un vecchio di gallo. Eccezionale era una coppiola di vecchi, visto che a pallini (sotto ferma del mio cane) non ho mai sparato un granché bene. Per fortuna mi sono sempre emozionato quando avevo il cane in ferma.
Mi piaceva cacciare dove c’erano i rododendri, più faticoso ma più appagante per quello che riguardava il vedere involare i galli a breve distanza. Tante volte ho toccato con le canne del fucile il gallo (vecchio) quando si alzava. Non per niente cacciavo con un Franchi con canna raggiata e cartucce con borra in feltro. I galli la maggior parte delle volte li facevo involare sotto i 10 metri. Se si cacciano galli in zone con il terreno più pulito è chiaro che questi sentendosi poco protetti tenderanno ad involarsi ad una distanza maggiore.
La distanza giusta è quella che ti permetterebbe di abbatterlo, poi se sei in allenamento o se dopo qualche centinaio di galli visti alzare ti agiti ancora come la prima volta il cane non ne ha certo colpa.
Se alla fine della stagione hai sparato tanti ma tanti colpi a Galli e beccacce e ti ricordi solo di una gallina e di un paio di beccacce che hai visto volare fuori ferma vuol dire che il cane ha lavorato bene e hai avuto la possibilità di portarti alla distanza giusta dal selvatico. Questa è la conclusione a cui ero arrivato quando mi chiedevo come avessi potuto valutare in maniera obbiettiva il livello di efficacia che avevo raggiunto con il mio ausiliare.
Tenete presente che negli anni migliori non era difficile vedere più di una decina di galli in una giornata di caccia, che un paio di scarponi della Meindl mi durava meno di una stagione e che cacciavo e allenavo con un solo cane. Grandissimo il rischio di saltare dei lunghi periodi per un infortunio del cane ma anche tanta possibilità di crescita della setteronza 😍.Ultima modifica mountain; 08-03-24, 00:48.👍 1Commenta
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Sui beccaccini non mi pronuncio, ne ho sparati una decina o poco più. Per i galli, caccia che ho fatto con il cane dai sedici anni fino a dopo i quaranta sono di un’altra idea. Il cane deve essere consapevole del proprio ruolo, che non è quello di essere sottomesso al suo padrone, ma quello di collaborare in maniera attiva a far sì che il selvatico si involi vicino al padrone. Anche il miglior cane di questo mondo se lo porti sotto i galli nella zona e nel momento sbagliato non otterrà grandi risultati. Normalmente chi sbaglia momento e luogo non ha mai grandi cani. La mattina con tutto bagnato l’unica cosa che il cane può fare è cercarsi un altro padrone. Se non piove il cane ti darà maggiori possibilità il pomeriggio, e un vecchio con la pancia piena sarà meno propenso ad eluderlo.
Ho avuto la fortuna di non considerare un evento eccezionale prendere un vecchio di gallo. Eccezionale era una coppiola di vecchi, visto che a pallini (sotto ferma del mio cane) non ho mai sparato un granché bene. Per fortuna mi sono sempre emozionato quando avevo il cane in ferma.
Mi piaceva cacciare dove c’erano i rododendri, più faticoso ma più appagante per quello che riguardava il vedere involare i galli a breve distanza. Tante volte ho toccato con le canne del fucile il gallo (vecchio) quando si alzava. Non per niente cacciavo con un Franchi con canna raggiata e cartucce con borra in feltro. I galli la maggior parte delle volte li facevo involare sotto i 10 metri. Se si cacciano galli in zone con il terreno più pulito è chiaro che questi sentendosi poco protetti tenderanno ad involarsi ad una distanza maggiore.
La distanza giusta è quella che ti permetterebbe di abbatterlo, poi se sei in allenamento o se dopo qualche centinaio di galli visti alzare ti agiti ancora come la prima volta il cane non ne ha certo colpa.
Se alla fine della stagione hai sparato tanti ma tanti colpi a Galli e beccacce e ti ricordi solo di una gallina e di un paio di beccacce che hai visto volare fuori ferma vuol dire che il cane ha lavorato bene e hai avuto la possibilità di portarti alla distanza giusta dal selvatico. Questa è la conclusione a cui ero arrivato quando mi chiedevo come avessi potuto valutare in maniera obbiettiva il livello di efficacia che avevo raggiunto con il mio ausiliare.
Tenete presente che negli anni migliori non era difficile vedere più di una decina di galli in una giornata di caccia, che un paio di scarponi della Meindl mi durava meno di una stagione e che cacciavo e allenavo con un solo cane. Grandissimo il rischio di saltare dei lunghi periodi per un infortunio del cane ma anche tanta possibilità di crescita della setteronza 😍.Commenta
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Il bello della caccia iniziava proprio dai primi di ottobre, prima era allenamento con o senza fucile. Quando si apriva in settembre cacciavo in maniera tranquilla e poi verso ottobre il cane iniziava ad essere allenato. Da quando l’apertura si faceva in ottobre era un po’ come in formula uno. Allenamento tutto l’anno e dal primo giorno di ottobre partivo subito bello agguerrito.
Di far stare dietro il cane non ci pensavo proprio, la caccia la faceva lui, anzi lei. I galli li bloccava parecchio lontano da me, quasi sempre fuori vista. Dopo mi aspettava e alla giusta distanza se c’era da guidare guidava finché si bloccava. Allora voleva dire che l’aveva a poca distanza e o aspettavo o se pioveva e ero fradicio alzavo io.
Finito con i miei cani ho anche finito di veder lavorare i galli così. Con altri cani tantissimi galli che si levano per i cavoli loro. La sezione in cui cacciavo credo si possa dire che è una delle migliori se non la migliore in Trentino per quello che riguarda i camosci. Circa 20.000 ettari di alta montagna. Io per allenare il cane ho rinunciato a cacciare decine e decine di quelli, il cane ci correva in mezzo e non li degnava neanche di uno sguardo. Sono scelte, potrei avere qualche cassa in più di trofei, ma a stare a casa il cane non impara un granché.
Del resto per giudicare un cane una delle cose che ho sempre considerato è la silenziosità con cui si muove. Un cane deve vivere tutto l’anno nelle zone in cui caccia, a mio parere un conto è l’allenamento di tipo fisico, un conto è l’allenamento di tipo mentale, quello vuol dire rimanere tutto il giorno in alta montagna, il cane si abitua all’ambiente e a lavorare anche quando è stanco.
Sarò stato anche fissato, ma per i primi anni non ho mai liberato il cane in una zona che fosse pianeggiante, non si doveva proprio abituare. Io non ero un cittadino che saliva in valle per cacciare e si doveva fare accompagnare da chi conosceva le zone e la caccia. In quegli anni ero più selvatico io dei galli. Vivere ogni minuto del mio tempo libero e cacciare in montagna, sempre da solo, è stata una delle cose più appaganti della mia vita.
In ogni cosa che ho fatto, a detta degli altri ho sempre avuto molta fortuna. Per quello che riguarda la caccia con il cane in alta montagna penso di avere ancora qualche cosa da raccontare.👍 2 -
Mi piace questa tua frase:"Del resto per giudicare un cane una delle cose che ho sempre considerato è la silenziosità con cui si muove. Un cane deve vivere tutto l’anno nelle zone in cui caccia, a mio parere un conto è l’allenamento di tipo fisico, un conto è l’allenamento di tipo mentale, quello vuol dire rimanere tutto il giorno in alta montagna, il cane si abitua all’ambiente e a lavorare anche quando è stanco."
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considerazioni del tutto bellissime e pertinenti...
mi chiedo solo una cosa.... ma qui nessuno ha qualcosa da fare.... per campare o mi paga il cane tutto il giorno per allenarlo in montagna in collina in pianura......??
perche' almeno mi faccio assumere come dog sitter...😂 2👍 1😀 1Commenta
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Mala tempora currunt👍 2Commenta
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La cosa importante è che non metta in volo la selvaggina prima dell'arrivo del padrone. Secondo me il cane deve accostare il selvatico e inchiodarlo prima dell'arrivo del padrone. Se fermasse lungo e incominciasse ad accostare quando vede il padrone, l'accostata si potrebbe trasformare in guidata per colpa del padrone che al suo arrivo ha allarmato il selvatico.👍 1Commenta
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I beccaccini invernali sono una storia a sè vanno fermati lunghi ,il piu' possibile in base al naso e alle condimeteo e sparati ancora piu'lunghi perchè non temono il cane ma il fucile ,sai quante volte a cane fermo li ho visti partire fuori tiro come sentivano avvicinarsi il cacciatore .👍 1Commenta
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il problema è prorio questo molte volte non mi aspetta questo succede quando l'animale se ne va di pedina ,lei stringe troppo e fa volare,come si può riuscire a far capire al cane di aspettare il padrone?Commenta
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I beccaccini invernali sono una storia a sè vanno fermati lunghi ,il piu' possibile in base al naso e alle condimeteo e sparati ancora piu'lunghi perchè non temono il cane ma il fucile ,sai quante volte a cane fermo li ho visti partire fuori tiro come sentivano avvicinarsi il cacciatore .Commenta
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l'unica soluzione è non tirare alla selvaggina, anche se frulla al limite del tiro. il cane deve capire che se allarga troppo e pensa che, una volta fermato, l'animale rimanga lì, continuerà ad allargare, se invece capisce che la selvaggina può frullargli senza che il proprietario riesca a tirare, allora capirà che dovrà rimanere più vicino👍 1Commenta
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