Canossa Continental Italiani CACIT

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  • Lucio Marzano
    Lo zio
    • Mar 2005
    • 30090
    • chiasso svizzera
    • bracco italiano

    #1

    Canossa Continental Italiani CACIT

    il 5 settembre prossimo, si svolgerà la consueta prova a Canossa, quest'anno sarà per continentali italiani (bracchi e spinoni).
    La prova è corredata da CACIT ed è zona DOC riconosciuta ai fini delle qualifiche per il campionato.
    Sarà in palio il trofeo Minosse, un bronzo con teste di bracco e di spinone opera di Vladimiro Motta.
    Quota rimborso spese (iscrizione ) EURO 30.-
    Premi oltre al trofeo, medaglie d'oro ai primi, secondi e terzi classificati per ogni batteria.
    Iscrizioni da effettuare presso : Gruppo Cinofilo Reggiano
    Via Pariati, 28/D -42123 Reggio Emilia
    tel. 0522- 282932 fax 0522-320427
    entro il 3 settembre 2010

    Giudici : Francesco Balducci, Giuseppe Colombo Manfroni ed Emanuele Gaddini

    Ritrovo h 06.00 alla Rupe di Canossa ( o alla casa di caccia dell'azienda faunistica di canossa)

    Itinerario -
    proveniendo da Nord :
    uscita sulla autostrada del sole di "Campegine Terre di Canossa" poi proseguire per san Polo d'Enza seguendo
    le indicazioni turistiche (marrone) castello di canossa

    proveniendo da Sud :
    uscita di Reggio Emilia, Quattro Castella, San Polo d'Enza e Castello di Canossa
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    lucio
  • Lucio Marzano
    Lo zio
    • Mar 2005
    • 30090
    • chiasso svizzera
    • bracco italiano

    #2
    Luigino Bottani con Minosse (foto di Marco Lozza pres. CISP) e i castelli di Canossa e Rossena
    File allegati
    lucio

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    • Alessandro il cacciatore
      🥇🥇
      • Feb 2009
      • 20197
      • al centro della Toscana
      • Deutsch Kurzhaar

      #3
      Che posti magnifici ! Strano che non sia in Toscana, ma credo che bisognera' ricontrollare i confini....
      Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)

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      • Lucio Marzano
        Lo zio
        • Mar 2005
        • 30090
        • chiasso svizzera
        • bracco italiano

        #4
        Il titolo di Matilde di Canossa era "duchessa di Toscana" anche se il suo dominio andava da Mantova all'Etruria.
        Oggi pero' con l'istituzione della "padania" (minuscolo voluto) delle eventuali rivendicazioni territoriali sarebbero problematiche, poi c'é il
        problema della lingua a Canossa fanno fatica a capire l'italiano , figurati il "gergo" toscano......ormai la dogana è al passo del Cerreto e per
        venire in padania vi ci vuole il passaporto , il visto consolare e la vaccinazione "bossiana" , eccetto per i possessori di tessera ex PCI,
        quelli a Reggio hanno ingresso libero !!
        lucio

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        • Alessandro il cacciatore
          🥇🥇
          • Feb 2009
          • 20197
          • al centro della Toscana
          • Deutsch Kurzhaar

          #5
          Originariamente inviato da Lucio Marzano
          , figurati il "gergo" toscano
          Gergo???

          Grammatica della lingua toscana
          Leon Battista Alberti

          1440


          Que' che affermano la lingua latina non essere stata comune a tutti e' populi latini, ma solo propria di certi dotti scolastici, come oggi la vediamo in pochi, credo deporranno quello errore vedendo questo nostro opuscolo, in quale io raccolsi l'uso della lingua nostra in brevissime annotazioni. Qual cosa simile fecero gl'ingegni grandi e studiosi presso a' Greci prima e po' presso de e' Latini, e chiamorno queste simili ammonizioni, atte a scrivere e favellare senza corruttela, suo nome, grammatica. Questa arte, quale ella sia in la lingua nostra, leggetemi e intenderetela.


          ORDINE DELLE LETTERE

          <TABLE border=0 cellSpacing=2 cellPadding=2 width="75%" align=center><TBODY><TR vAlign=center align=middle><TD width=14>i</TD><TD width=14>r</TD><TD width=14>t</TD><TD rowSpan=4 width=80> </TD><TD width=14>d</TD><TD width=14>b</TD><TD width=14>v</TD></TR><TR vAlign=center align=middle><TD width=14>n</TD><TD width=14>u</TD><TD width=14>m</TD><TD width=14>p</TD><TD width=14>q</TD><TD width=14>g</TD></TR><TR vAlign=center align=middle><TD width=14>c</TD><TD width=14>e</TD><TD width=14>o</TD><TD width=14>a</TD><TD width=14>x</TD><TD width=14>z</TD></TR><TR vAlign=center align=middle><TD width=14>l</TD><TD width=14>s</TD><TD width=14>f</TD><TD width=14>ç</TD><TD width=14>ch</TD><TD width=14>gh</TD></TR></TBODY></TABLE>


          VOCALI

          <TABLE align=center><CAPTION>a ę e̓ i o ô u</CAPTION><TBODY><TR align=middle><TD>ę e̍ e̓</TD><TD>ę
          coniunctio</TD><TD>e̍
          verbum</TD><TD>e̓
          articulus</TD></TR><TR><TD colSpan=4>el ghiro girò al çio el zembo.
          e volse pôrci a' porci que̓llo che̓ e̍ pe̓lla pelle</TD></TR></TBODY></TABLE>


          NOMI

          Ogni parola e dizione toscana finisce in vocale. Solo alcuni articoli de' nomi in l e alcune preposizioni finiscono in d, n, r.
          Le cose in molta parte hanno in lingua toscana que' medesimi nomi che in latino.
          Non hanno e' Toscani fra e' nomi altro che masculino e femminino. E' neutri latini si fanno masculini.
          Pigliasi in ogni nome latino lo ablativo singulare, e questo s'usa in ogni caso singulare, così al masculino come al femminino.
          A e' nomi masculini l'ultima vocale si converte in i, e questo s'usa in tutti e' casi plurali.
          A e' nomi femminini l'ultima vocale si converte in e, e questo s'usa in ogni caso plurale per e' femminini.
          Alcuni nomi femminini in plurale non fanno in e: come, la mano fa le mani.
          E ogni nome femminino, quale in singulare finisca in e, fa in plurale in i: come la orazione, le orazioni; stagione, stagioni; confusioni, e simili.
          E' casi de' nomi si notano co' suoi articoli, dei quali sono vari e' masculini da e' femminini.
          Item e' masculini, che cominciano da consonante, hanno certi articoli non fatti come quando e' cominciano da vocale.
          Item e' nomi propri sono vari dagli appellativi.
          Masculini che cominciano da consonante hanno articoli simili a questo:
          <TABLE><TBODY><TR><TH>singulare</TH></TR><TR><TD>EL cielo</TD><TD>DEL cielo</TD><TD>AL cielo</TD></TR><TR><TD>EL cielo</TD><TD>O cielo</TD><TD>DAL cielo.</TD></TR><TR><TH>plurale</TH></TR><TR><TD>E' cieli</TD><TD>DE' cieli</TD><TD>A' cieli</TD></TR><TR><TD>E' cieli</TD><TD>O cieli</TD><TD>DA' cieli.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          Masculini, che cominciano da vocale, fanno in singulare simile a questo:
          <TABLE><TBODY><TR><TH>singulare</TH></TR><TR><TD>LO orizzonte</TD><TD>DELLO orizonte</TD><TD>ALLO orizonte</TD></TR><TR><TD>LO orizonte</TD><TD>O orizonte</TD><TD>DALLO orizonte.</TD></TR><TR><TH>plurale</TH></TR><TR><TD>GLI orizonti</TD><TD>DEGLI orizonti</TD><TD>AGLI orizonti</TD></TR><TR><TD>GLI orizonti</TD><TD>O orizonti</TD><TD>DAGLI orizonti.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          E' nomi masculini che cominciano da s preposta a una consonante hanno articoli simili a quei che cominciano da vocale, e dicesi: LO spedo, LO stocco, GLI spedi, e simile.
          Questi vedesti che sono vari da quei di sopra nel singulare, el primo articolo e anche el quarto; ma nel plurale variorono tutti gli articoli.
          Nomi propri masculini non hanno el primo articolo, né anche el quarto, e fanno simili a questi:
          Propri masculini, che cominciano da consonante, in singulare fanno così:

          <TABLE><TBODY><TR><TH>Cesare</TH><TD>DI Cesare</TD><TD>A Cesare</TD></TR><TR><TD>Cesare</TD><TD>O Cesare</TD><TD>DA Cesare.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          Nomi propri, che cominciano da vocale, nulla variano da' consonanti, eccetto che al terzo vi si aggiugne d, e dicesi:
          Agrippa DI Agrippa AD Agrippa, ecc.
          In plurale non s'adoperano e' nomi propri, e se pur s'adoperassero, tutti fanno come appellativi.
          E' nomi femminini, o propri o appellativi, o in vocale o in consonante che e' cominciano, tutti fanno simile a questo:
          <TABLE><TBODY><TR><TH align=middle>singulare</TH></TR><TR><TD>LA stella</TD><TD>DELLA stella</TD><TD>ALLA stella</TD></TR><TR><TD>LA stella</TD><TD>O stella</TD><TD>DALLA stella.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          <HR><TABLE><TBODY><TR><TD>LA aura</TD><TD>DELLA aura</TD><TD>ALLA aura</TD></TR><TR><TD>LA aura</TD><TD>O aura</TD><TD>DALLA aura.</TD></TR></TBODY></TABLE><TABLE><TBODY><TR><TH align=middle>plurale</TH></TR><TR><TD>LE stelle</TD><TD>DELLE stelle</TD><TD>ALLE stelle</TD></TR><TR><TD>LE stelle</TD><TD>O stelle</TD><TD>DALLE stelle.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          <HR><TABLE><TBODY><TR><TD>LE aure</TD><TD>DELLE aure</TD><TD>ALLE aure</TD></TR><TR><TD>LE aure</TD><TD>O aure</TD><TD>DALLE aure.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          E' nomi delle terre s'usano come propri, e dicesi: Roma superò Cartagine.
          E simili a' nomi propri s'usano e' nomi de' numeri: uno, due, tre, e cento e mille, e simili; e dicesi: tre persone, uno Dio, nove cieli, e simili.
          E quei nomi che si referiscono a' numeri non determinati come ogni, ciascuno, qualunque, niuno, e simili, e come tutti, parecchi, pochi, molti, e simili, tutti si pronunziano simili a e' nomi propri senza primo e quarto articolo.
          E' nomi che importano seco interrogazione come chi e che e quale e quanto e simili, quei nomi che si riferiscono a questi interrogatori, come tale e tanto e cotale e cotanto, si pronunciano simili a e' propri nomi, pur senza primo e quarto articolo, e dicesi:
          Io sono tale quale voresti essere tu; e amai tale che odiava me.
          Chi s'usa circa alle persone, e dicesi: Chi scrisse?
          Che significa quanto presso a e' Latini Qui e Quid. Significando Quid, s'usa circa alle cose, e dicesi: Che leggi? Significando Qui, s'usa circa alle persone, e dicesi: Io sono colui che scrissi.
          Chi di sua natura serve al masculino, ma aggiunto a questo verbo sono, sei, è, serve al masculino e al femminino, e dicesi:
          Chi sarà tua sposa? Chi fu el maestro?
          Chi sempre si prepone al verbo. Che si prepone e pospone.
          Che, preposto al verbo, significa quanto presso a e' Latini Quid e Quantum e Quale, come: Che dice? Che leggi? Che uomo ti paio? Che ti costa?
          Che, posposto al verbo, significa quanto apresso e' Latini Ut e Quod, come dicendo: I' voglio che tu mi legga. Scio che tu me amerai.
          E' nomi, quando e' dimostrano cosa non certa e diterminata, si pronunziano senza primo e quarto articolo, come dicendo:
          Io sono studioso. Invidia lo move. Tu mi porti amore. Ma quando egli importano dimostrazione certa e diterminata, allora si pronunziano coll'articolo come qui: Io sono lo studioso e tu el dotto.
          E' nomi simili a questo: primo, secondo, vigesimo, posti dietro a questo verbo sono, sei, è, non raro si pronunziano senza el primo articolo, e dicesi: Tu fusti terzo e io secondo; e ancora si dice: Costui fu el quarto, el primo, el secondo, ecc.
          Uno, due, tre, e simili, quando e' significano ordine, vi si pone l'articolo, e dicesi: Tu fusti el tre, e io l'uno. Il dua è numero paro, ecc.
          Fra tutti gli altri nomi appellativi, questo nome Dio s'usa come proprio, e dicesi: Lodato Dio. Io adoro Dio.
          Gli articoli hanno molta convenienza co' pronomi, e ancora e' pronomi hanno grande similitudine con questi nomi relativi qui recitati. Adonque suggiungeremogli.
          De' pronomi, e' primitivi sono questi: io tu esso questo quello costui lui colui. Mutasi l'ultima vocale in a e fassi il femminino, e dicesi: questa, quella, essa. Solo io e tu, in una voce, serve al masculino e al femminino.
          E' plurali di questi primitivi pronomi sono vari, e anche e' singulari. Declinansi così:

          <TABLE width="100%"><TBODY><TR><TD>Io e i'</TD><TD>di me</TD><TD>a me e mi</TD><TD>me e mi</TD><TD> </TD><TD>da me.</TD></TR><TR><TD>Noi</TD><TD>di noi</TD><TD>a noi e ci</TD><TD>noi e ci</TD><TD> </TD><TD>da noi.</TD></TR><TR><TD>Tu</TD><TD>di te</TD><TD>a te e ti</TD><TD>te e ti</TD><TD>o tu</TD><TD>da te.</TD></TR><TR><TD>Voi</TD><TD>di voi</TD><TD>a voi e vi</TD><TD>voi e vi</TD><TD>o voi</TD><TD>da voi.</TD></TR><TR><TD>Esso ed e'</TD><TD></TD><TD colSpan=2>se e si</TD><TD> </TD><TD>da se</TD></TR></TBODY></TABLE>
          ed Egli. Non troverrai in tutta la lingua toscana casi mutati in voce altrove che in questi tre pronomi: io, tu, esso.
          Gli altri primitivi se declinano così:

          <TABLE><TBODY><TR><TD>Questo</TD><TD>di questo</TD><TD>a questo</TD></TR><TR><TD>questo</TD><TD>da questo.</TD></TR><TR><TD>Quello</TD><TD>di quello</TD><TD>a quello</TD></TR><TR><TD>quello</TD><TD>da quello.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          Muta o in i e arai el plurale, e dirai:

          <TABLE><TBODY><TR><TD>Questi</TD><TD>di questi</TD><TD></TD></TR><TR><TD>questi</TD><TD>da questi.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          E il somigliante fa quelli.
          E così sarà costui e lui e colui, simili a quegli in singulare; ma in plurale costui fa costoro, lui fa loro, colui fa coloro, di coloro, a coloro, coloro, da coloro.
          Questo e quello mutano o in a e fassi el femminino singulare, e dicesi: questa e quella; e fassi il suo plurale: queste, di quelle, a quelle.
          Lui, costui, colui, mutano u in e e fassi el singulare femminino, e dicesi: costei, lei, colei, di colei, ecc. In plurale hanno quella voce che e' masculini, cioè: loro, coloro, costoro, di costoro, a costoro, ecc.
          Vedesti come, simile a' nomi propri, questi pronomi primitivi non hanno el primo articolo né anche el quarto. A questa similitudine fanno e' pronomi derivativi, quando e' sono subiunti a e' propri nomi. Ma quando si giungono agli appellativi, si pronunziano co' suoi articoli.
          Derivativi pronomi sono questi, e declinansi così:
          El mio, del mio, ecc., e plurale: e' miei, de' miei, ecc.
          El nostro, del nostro, ecc. E plurale: e' nostri, de' nostri, ecc.
          El tuo. Plurale: e' tuoi. El vostro. Plurale: e' vostri.
          El suo. E pluraliter: e' suoi, ecc.
          Mutasi, come a e' nomi, l'ultima in a, e fassi el singulare femminino: qual a, converso in e, fassi el plurale, e dicesi: mia e mie; vostra, vostre; sua e sue.
          In uso s'adropano questi pronomi non tutti a un modo.
          E' derivativi, giunti a questi nomi, padre, madre, fratello, zio, e simili, si pronunziano senza articolo, e dicesi: mio padre, nostra madre, e tuo zio, ecc.
          Mi e me, ti e te, ci e noi, vi e voi, si e sé sono dativi insieme e accusativi, come di sopra gli vedesti notati. Ma hanno questo uso che, preposti al verbo, si dice mi, ti, ci, ecc.; come qui: e' mi chiama; e' ti vuole; que' vi chieggono; io mi sto; e' si crede.
          Posposti al verbo, se a quel verbo sarà inanzi altro pronome o nome, si dirà come qui: io amo te, e voglio voi.
          Si al verbo non sarà aggiunto inanzi altro nome o pronome si dirà: -i, come qui: aspettaci, restaci, scrivetemi.
          Lui e colui dimostrano persone, come dicendo: lui andò, colei venne.
          Questo e quello serve a ogni dimostrazione, e dicesi: Questo essercito predò quella provincia, e: Questo Scipione superò quello Annibale.
          E' ed el, lo e la, le e gli, quali, giunti a' nomi, sono articoli, quando si giungono a e' verbi, diventano pronomi e significano quello, quella, quelle, ecc. E dicesi: Io la amai; Tu le biasimi: Chi gli vuole?
          Ma di questi, egli ed e' hanno significato singulare e plurale; e, preposti alla consonante, diremo e', come qui: e' fa bene; e' sono. E, preposti alla vocale, si giugne e' e gli, e dicesi: egli andò; egli udivano.
          E quando segue loro s preposta a una consonante, ancora diremo: egli spiega; egli stavano.
          Potrei in questi pronomi essere prolisso, investigando più cose quali s'osservano, simili a queste:
          Vi preposto a' presenti singulari indicativi, d'una sillaba, si scrive in la prima e terza persona per due v, e simile in la seconda persona presente imperativa, come stavvi e vavvi; e ne' verbi, d'una e di più sillabe, la prima singulare indicativa del futuro, come amerovvi, leggerovvi, darotti, adoperrocci, e simile. Ma forse di queste cose più particulari diremo altrove.
          SEQUITANO E' VERBI

          Non ha la lingua toscana verbi passivi, in voce; ma, per esprimere el passivo, compone con questo verbo sono, sei, è, el participio preterito passivo tolto da e' Latini, in questo modo: Io sono amato; Tu sei pregiato; Colei è odiata. E simile, si giugne a tutti e' numeri e tempi e modi di questo verbo. Adonque lo porremo qui distinto.
          <DL><DT>INDICATIVO</DT></DL><TABLE><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Sono</TD><TD>sei</TD><TD>è</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>siamo</TD><TD>sete</TD><TD>sono.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Ero</TD><TD>eri</TD><TD>era</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale</TH></TR><TR><TD>eravamo e savamo</TD><TD>eravate e savate</TD><TD>erano.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Fui</TD><TD>fusti</TD><TD>fu</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>fumo</TD><TD>fusti</TD><TD>furono.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Ero</TD><TD>eri</TD><TD>era stato</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>eravamo e savamo</TD><TD>eravate e savate</TD><TD>erano stati.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Sarò</TD><TD>sarai</TD><TD>sarà</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>saremo</TD><TD>sarete</TD><TD>saranno.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          Hanno e' Toscani, in voce, uno preterito quasi testé, quale, in questo verbo, si dice così:

          <TABLE><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Sono</TD><TD>sei</TD><TD>è stato</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>siamo</TD><TD>sete</TD><TD>sono stati.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          E dicesi: Ieri fui ad Ostia; oggi sono stato a Tibuli.
          <DL><DT>IMPERATIVO</DT></DL><TABLE><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Sie tu</TD><TD>sia lui</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>siamo</TD><TD>siate</TD><TD>siano.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Sarai tu</TD><TD>sarà lui</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>saremo, ecc.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          <DL><DT>OTTATIVO</DT></DL><TABLE><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Dio ch 'io fussi</TD><TD>tu fussi</TD><TD>lui fusse</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>fussimo</TD><TD>fussi</TD><TD>fussero.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Dio ch'io sia</TD><TD>sii</TD><TD>sia stato</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>siamo</TD><TD>siate</TD><TD>siano stati.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Dio ch'io fussi</TD><TD>fussi</TD><TD>fusse stato</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>fussimo</TD><TD>fussi</TD><TD>fussero stati.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Dio ch'io sia</TD><TD>sii</TD><TD>sia</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>siamo</TD><TD>siate</TD><TD>siano.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          <DL><DT>SUBIENTIVO</DT></DL><TABLE><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>Bench'io, tu, lui sia</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>siamo</TD><TD>siate</TD><TD>siano.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Bench'io fussi</TD><TD>tu fussi</TD><TD>lui fusse</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>fussimo</TD><TD>fussi</TD><TD>fussero.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Bench'io sia, sii, sia stato</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>siamo</TD><TD>siate</TD><TD>siano stati.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Bench'io fussi</TD><TD>fussi</TD><TD>fusse stato</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>fussimo</TD><TD>fussi</TD><TD>fussero stati.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Bench'io sarò</TD><TD>sarai</TD><TD>sarà stato</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>saremo</TD><TD>sarete</TD><TD>saranno stati.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          E usasi tutto l'indicativo di questo e d'ogni altro verbo, quasi come subientivo, prepostovi qualche una di queste dizioni: se, quando, benché, e simili. E dicesi: bench'io fui; se e' sono; quando e' saranno.
          <DL><DT>INFINITO</DT></DL>Essere, essere stato.
          <DL><DT>GERUNDIO</DT></DL>Essendo
          <DL><DT>PARTICIPIO</DT></DL>Essente
          Dirassi adonque, per dimostrare el passivo: Io sono stato amato; fui pregiato; e sarò lodato; tu sei reverito.
          Hanno e' Toscani certo modo subientivo, in voce, non notato da e' Latini; e parmi da nominarlo asseverativo, come questo:
          <TABLE><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Sarei</TD><TD>saresti</TD><TD>sarebbe</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>saremo</TD><TD>saresti</TD><TD>sarebbero.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          E dirassi così: Stu fussi dotto, saresti pregiato. Se fussero amatori della patria, e' sarebbero più felici.
          SEQUITANO E' VERBI ATTIVI

          Le coniugazioni de' verbi attivi in lingua toscana si formano dal gerundio latino, levatone le ultime tre lettere ndo, e quel che resta si fa terza persona singulare indicativa e presente. Ecco l'essemplo: amando levane ndo, resta ama; scrivendo resta scrive.
          Sono adonque due coniugazioni: una che finisce in a, l'altra finisce in e.
          Alla coniugazione in a, quello a si muta in o, e fassi la prima persona singulare indicativa e presente; e mutasi in i, e fassi la seconda; e così si forma tutto il verbo, come vedrai la similitudine qui, in questo esposto:
          <DL><DT>INDICATIVO</DT></DL><TABLE><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Amo</TD><TD>ami</TD><TD>ama</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>amiamo</TD><TD>amate</TD><TD>amano.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Amavo</TD><TD>amavi</TD><TD>amava</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>amavamo</TD><TD>amavate</TD><TD>amavano.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Amai</TD><TD>amasti</TD><TD>amò</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>amamo</TD><TD>amasti</TD><TD>amarono.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>Ho, hai, ha amato</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>abbiamo, avete, hanno amato.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Amerò</TD><TD>amerai</TD><TD>amerà</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>ameremo</TD><TD>amerete</TD><TD>ameranno.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          In questa lingua ogni verbo finisce in o la prima indicativa presente, e in questa coniugazione prima, finisce ancora in o la terza singulare indicativa del preterito.
          Ma ècci differenza, ché quella del preterito fa el suo o longo, e quella del presente lo fa o breve.
          <DL><DT>IMPERATIVO</DT></DL><TABLE><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD> </TD><TD>Ama tu</TD><TD>ami lui</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>amiamo</TD><TD>amate</TD><TD>amino.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Amerai tu</TD><TD>amerà colui</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>ameremo, ecc.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          <DL><DT>OTTATIVO</DT></DL><TABLE><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Dio ch'io amassi</TD><TD>tu amassi</TD><TD>lui amasse</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>Dio che noi amassimo</TD><TD>voi amassi</TD><TD>loro amassero.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>Dio ch'io abbia, tu abbi, lui abbia amato</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>Dio che noi abbiamo, abbiate, abbino amato.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>Dio ch'io avessi, tu avessi, lui avesse amato</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>Dio che noi avessimo, avessi, avessero amato.
          </TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>Dio ch'io, tu, lui ami</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>amiamo, amiate, amino.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          <DL><DT>SUBIENTIVO</DT></DL><TABLE><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>Bench'io, tu, lui ami</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>amiamo</TD><TD>amiate</TD><TD>amino.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD colSpan=2>Bench'io, tu amassi</TD><TD>lui amasse</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>amassimo, amassi, amassero.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>Bench'io abbia, abbi, abbia amato</TD></TR><TR><TD>Plurale:</TD></TR><TR><TD colSpan=3>abbiamo, abbiate, abbino amato.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>Bench'io avessi, tu avessi, lui avesse amato</TD></TR><TR><TD>Plurale:</TD></TR><TR><TD colSpan=3>avessimo, avessi, avessero amato.</TD></TR><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD colSpan=3>Bench'io arò, arai, arà amato</TD></TR><TR><TD>Plurale:</TD></TR><TR><TD colSpan=3>aremo, arete, aranno amato.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          <DL><DT>ASSERTIVO</DT></DL><TABLE><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>Amerei</TD><TD>ameresti</TD><TD>amerebbe</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>ameremo</TD><TD>ameresti</TD><TD>amerebbero.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          <DL><DT>INFINITO</DT></DL>Amare, avere amato.
          <DL><DT>GERUNDIO</DT></DL>Amando.
          <DL><DT>PARTICIPIO</DT></DL>Amante.
          Vedi come a e' tempi testé perfetti e al futuro del subientivo mancano sue proprie voci, e per questo si composero simile a' verbi passivi: el suo participio co' tempi e voci di questo verbo ho, hai, ha.
          Qual verbo, benché e' sia della coniugazione in a, pur non sequita la regola e similitudine degli altri, però che egli è verbo d'una sillaba, e così tutti e' monosillabi sono anormali.
          Né troverrai in tutta la lingua toscana verbi monosillabi altri che questi sei: Do; Fo; Ho; Vo; Sto; Tro. Porremogli adonque qui sotto distinti.
          Ma, per esser breve, notiamo che e' sono insieme dissimili ne e' preteriti perfetti indicativi, e ne' singulari degli imperativi, e nel singulare del futuro ottativo, ne' quali e' fanno così:

          <TABLE><CAPTION>DO:</CAPTION><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>diedi</TD><TD>desti</TD><TD>dette</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>demo</TD><TD>desti</TD><TD>dettero.</TD></TR></TBODY></TABLE><TABLE><CAPTION>FO:</CAPTION><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>feci</TD><TD>facesti</TD><TD>fece</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>facemo</TD><TD>facesti</TD><TD>fecero.</TD></TR></TBODY></TABLE><TABLE><CAPTION>HO:</CAPTION><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>ebbi</TD><TD>avesti</TD><TD>ebbe</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>avemo</TD><TD>avesti</TD><TD>ebbero.</TD></TR></TBODY></TABLE><TABLE><CAPTION>VO:</CAPTION><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>andai</TD><TD>andasti</TD><TD>andò</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>andamo</TD><TD>andasti</TD><TD>andarono.</TD></TR></TBODY></TABLE><TABLE><CAPTION>STO:</CAPTION><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>stetti</TD><TD>stesti</TD><TD>stette</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>stemo</TD><TD>stesti</TD><TD>stettero.</TD></TR></TBODY></TABLE><TABLE><CAPTION>TRO:</CAPTION><TBODY><TR><TH align=middle>singulare:</TH></TR><TR><TD>tretti</TD><TD>traesti</TD><TD>trette</TD></TR><TR><TH align=middle>plurale:</TH></TR><TR><TD>traemo</TD><TD>traesti</TD><TD>trettero.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          In tutti e' verbi, come fa la seconda persona singulare del preterito, così fa la seconda sua plurale; come amasti, desti, leggesti.
          <TABLE><TBODY><TR><TH>DO:</TH><TD>da tu, dia lui.
          </TD></TR><TR><TH>FO:</TH><TD>fa tu, faccia lui.
          </TD></TR><TR><TH>HO:</TH><TD>abbi tu, abbia lui.
          </TD></TR><TR><TH>VO:</TH><TD>va tu, vada lui.
          </TD></TR><TR><TH>STO:</TH><TD>sta tu, stia lui.
          </TD></TR><TR><TH>TRO:</TH><TD>tra tu, tria lui.
          </TD></TR></TBODY></TABLE><TABLE><TBODY><TR><TH>DO:</TH><TD>Dio ch'io dia, tu dia, lui dia.
          </TD></TR><TR><TH>FO:</TH><TD>faccia, facci, faccia.
          </TD></TR><TR><TH>HO:</TH><TD>abbia, abbi, abbia.
          </TD></TR><TR><TH>VO:</TH><TD>vada, vadi, vada.
          </TD></TR><TR><TH>STO:</TH><TD>stia, stii, stia.
          </TD></TR><TR><TH>TRO:</TH><TD>tragga, tragghi, tragga.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          SEQUITA LA CONIUGAZIONE IN e.

          Questa si forma simile alla coniugazione in a. Mutasi quello e in o, e fassi la prima presente indicativa. Mutasi in i, e fassi la seconda, come qui: leggente e scrivente, levatone nte, resta legge, scrive; onde si fa leggo, leggi, leggeva, leggerò, ecc. Solo varia dalla coniugazione in a in que' luoghi dove variano e' monosillabi. Ma questa coniugazione in e varia in più modi, benché comune faccia e' preteriti perfetti indicativi in -ssi, per due s, come: leggo, lessi; scrivo, scrissi. Ma que' verbi che finiscono in -sco fanno e' preteriti in -ii per due i, come esco, uscii; ardisco, ardii; anighittisco, anighittii. Ma, per più suavità, nella lingua toscana non si pronunziano due iunte vocali. Da questi verbi si eccettuano cresco ed e' suoi compositi, rincresco, accresco, e simili, quali finiscono, a' preteriti perfetti, in -bbi, come crebbi, rincrebbi.
          Item, nasco fa nacqui, e conosco fa conobbi. E que' verbi che finiscono in mo fanno e' preteriti in -etti, come premo, premetti; e quei che finiscono in do fanno e' preteriti in -si, per uno s, come ardo, arsi; spargo, sparsi; eccetto vedo fa vidi; odo, udi'; cado, caddi; godo, godei e godetti. E quegli che finiscono in ndo fanno preteriti -si, per uno s: prendo, presi; rispondo, risposi; eccetto vendo fa vendei e vendetti.
          Sonci di queste regole forse altre eccezioni, ma per ora basti questo principio di tanta cosa. Chi che sia, a cui diletterà ornare la patria nostra, aggiugnerà qui quello che ci manchi.
          Dicemo de' preteriti, resta a dire degli altri.
          <DL><DT>IMPERATIVO</DT></DL>Leggi tu, legga colui.
          <DL><DT>OTTATIVO</DT></DL>Futuro singulare: Dio ch'io scriva, tu scriva, lui scriva. E così fanno tutti.
          Verbi impersonali si formano della terza persona del verbo attivo in tutti e' modi e tempi, giuntovi si, come: amasi, leggevasi, scrivasi. Ma questo si suole trasporlo innanzi al verbo, giuntovi e', e dicesi: e' si legge; e' si corre; e massime nell'ottativo e subientivo sempre si prepone, e dicesi: Dio che e' s'ami; quando e' si leggera', e simile.
          SEQUITANO LE PREPOSIZIONI

          Di queste alcune non caggiono in composizione, e sono queste: oltre, sino, dietro, doppo, presso, verso, 'nanzi, fuori, circa.
          Preposizioni che caggiono in composizione e ancora s'adoperano seiunte, sono di una sillaba o di più.
          D'una sillaba sono queste:
          <TABLE><TBODY><TR><TH>DE:</TH><TD>de' nostri;</TD><TD>detrattori.</TD></TR><TR><TH>AD:</TH><TD>ad altri;</TD><TD>admiratori.</TD></TR><TR><TH>CON:</TH><TD>con certi;</TD><TD>conservatori.</TD></TR><TR><TH>PER:</TH><TD>per tutti;</TD><TD>pertinace.</TD></TR><TR><TH>DI:</TH><TD>di tanti;</TD><TD>diminuti.</TD></TR><TR><TH>IN:</TH><TD>in casa;</TD><TD>importati.</TD></TR></TBODY></TABLE>
          Di, preposto allo infinito, ha significato quasi come a' Latini ut. E dicono: Io mi sforzo d'essere amato.
          Quelle de più sillabe sono queste:
          SOTTO sottoposto
          SOPRA sopraposto

          e dicesi

          ENTRO entromesso
          CONTRO contraposto
          Preposizioni quali s'adoperano solo in composizione:
          Re, sub, ob, se, am, tras, ab, dis, ex, pre, circum; onde si dice: trasposi e circumspetto.
          SEQUITANO GLI AVVERBI

          Per e' tempi, si dice: oggi, testé, ora, ieri, crai, tardi, omai, già, allora, prima, poi, mai, sempre, presto, subito.
          Per e' luoghi, si dice: costì, colà, altrove, indi, entro, fuori, circa, quinci, costinci, e qui e ci, e ivi e vi. Onde si dice: Io voglio starci, io ci starò, pro qui; e verrovvi e io vi starò, pro ivi.
          Pelle cose, si dice: assai, molto, poco, più, meno.
          Negando, si dice: nulla, no, niente, né.
          Affirmando, si dice: sì, anzi, certo, alla fe'.
          Domandando, si dice: perché, onde, quando, come, quanto.
          Dubitando: forse.
          Narrando, si dice: insieme, pari, come, quasi, così, bene, male, peggio, meglio, ottime, pessime, tale, tanto.
          Usa la lingua toscana questi avverbi, in luogo di nomi, giuntovi l'articolo, e dice: el bene, del bene, ecc.; qual cosa ella ancora fa degli infiniti, e dicono: el leggere, del leggere.
          Ma a più nomi, pronomi e infiniti giunti insieme, solo in principio della loro coniunzione usa preporre non più che uno articolo, e dicesi: el tuo buono amare mi piace.
          Item, a similitudine della lingua gallica, piglia el Toscano e' nomi singulari femminini adiettivi e aggiungevi -mente, e usagli per avverbi, come saviamente, bellamente, magramente.
          INTERIEZIONI

          Sono queste: hen, hei, ha, o, hau, ma, do.
          CONIUNZIONI

          Sono queste: mentre, perché, senza, se, però, benché, certo, adonque, ancora, ma, come, e, né, o, segi (sic).
          E congiunge; né disiunge; o divide; senza si lega solo a' nomi e agli infiniti. E dicesi: senza più scrivere; tu e io studieremo; che né lui né lei siano indotti; o piaccia o dispiaccia questa mia invenzione.
          E questo ne ha vario significato e vario uso. Se si prepone simplice a' nomi, a' verbi, a' pronomi, significa negazione, come qui: né tu né io meritiamo invidia. E significa in; ma, aggiuntovi l, serve a' singulari masculini e femminini; e senza l, serve a' plurali quali comincino da consonante. A tutti gli altri plurali, masculini e femminini si dice nel-; e quando s sarà preposta alla consonante, pur si dice: nello spazzo, nelle camere, ne' letti, nello essercito di Dario, negli orti.
          E questo ne, se sarà subiunto a nome o al pronome, significa di qui, di questo, di quello, secondo che l'altre dizioni vi si adatteranno, come chi dice: Cesare ne va, Pompeio ne viene.
          E questo ne, posposto al verbo, sarà o doppo a monosillabi o doppo a quei di più sillabe; e più, o significa interrogazione o affirmazione o precetto. Adonque, doppo l'indicativo monosillabo, la interrogazione si scrive, in la prima e terza persona, per due n, la seconda per uno n, come, interrogando, si dice: vonne io? va' ne tu? vanne colui? Nello imperativo si scrive la seconda per due n, e dicesi: vanne, danne. La terza si scrive per uno, e dicesi: diane lui, traggane. E questi monosillabi, la prima indicativa presente, affirmando, si scrive per due n, e dicono: fonne, vonne, honne.
          Se sarà el verbo di più sillabe, la interrogazione e affirmazione si scrive per uno n in tutti e' tempi, eccetto la affirmazione in lo futuro, quale si scrive per due n, come dicendo: portera' ne tu? porteronne. E questo sino qui detto s'intenda per e' singulari, però che a' plurali si scrive quello ne sempre per uno n, come andiamone.
          Non mi stendo negli altri simili usi a questi. Basti quinci intendere e' principi d'investigare lo avanzo.
          E' vizi del favellare in ogni lingua sono o quando s'introducono alle cose nuovi nomi, o quando gli usitati si adoperano male. Adoperanosi male, discordando persone e tempi, come chi dicesse: tu ieri andaremo alla mercati. E adoperanosi male usandogli in altro significato alieno, come chi dice: processione pro possessione. Introduconsi nuovi nomi o in tutto alieni e incogniti o in qualunque parte mutati.
          Alieni sono in Toscana più nomi barberi, lasciativi da gente Germana, quale più tempo militò in Italia, come elm, vulasc, sacoman, bandier, e simili. In qualche parte mutati saranno quando alle dizioni s'aggiungerà o minuirà qualche lettera, come chi dicesse: paire pro patre, e maire pro matre. E mutati saranno come chi dicesse: replubica pro republica, e occusfato pro offuscato; e quando si ponesse una lettera per un'altra, come chi dicesse: aldisco pro ardisco, inimisi pro inimici.
          Molto studia la lingua toscana d'essere breve ed espedita, e per questo scorre non raro in qualche nuova figura, qual sente di vizio. Ma questi vizi in alcune dizioni e prolazioni rendono la lingua più atta, come chi, diminuendo, dice spirto pro spirito; e massime l'ultima vocale, e dice papi, e Zanobi pro Zanobio; credon far quel bene. Onde s'usa che a tutti gl'infiniti, quando loro segue alcuno pronome in i, allora si getta l'ultima vocale e dicesi: farti, amarvi, starci, ecc.
          E, mutando lettere, dicono mie pro mio e mia, chieggo pro chiedo, paio pro paro, inchiuso pro incluso, chiave pro clave. E, aggiugnendo, dice vuole pro vole, scuola pro scola, cielo pro celo. E, in tutto troncando le dizioni, dice vi pro quivi, e similiter, stievi pro stia ivi.
          Si questo nostro opuscolo sarà tanto grato a chi mi leggerà, quanto fu laborioso a me el congettarlo, certo mi diletterà averlo promulgato, tanto quanto mi dilettava investigare e raccorre queste cose, a mio iudizio, degne e da pregiarle.
          Laudo Dio che in la nostra lingua abbiamo omai e' primi principi: di quello ch'io al tutto mi disfidava potere assequire.
          Cittadini miei, pregovi, se presso di voi hanno luogo le mie fatighe, abbiate a grado questo animo mio, cupido di onorare la patria nostra. E insieme, piacciavi emendarmi più che biasimarmi, se in parte alcuna ci vedete errore.
          FINE

          Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)

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          • ojaja
            ⭐⭐⭐
            • Feb 2009
            • 3374
            • olbia
            • segugi istriani,bassotti tedeschi,jagd terrier

            #6
            ALE?!?!....bang...bang...bang!!!!!!!:-pr:-pr:-pr:-pr[:-golf]

            Commenta

            • Lucio Marzano
              Lo zio
              • Mar 2005
              • 30090
              • chiasso svizzera
              • bracco italiano

              #7
              Alessandro scusami ma "un cia fo" a leggere tutto, che non è cinese ma gergo toscano !!
              lucio

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              • Alessandro il cacciatore
                🥇🥇
                • Feb 2009
                • 20197
                • al centro della Toscana
                • Deutsch Kurzhaar

                #8
                Originariamente inviato da Lucio Marzano
                Alessandro scusami ma "un cia fo" a leggere tutto, che non è cinese ma gergo toscano !!
                occhio che ho trovato il testo intero della Divina Commedia e faccio un "copia e incolla" da record!
                Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)

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                • Lucio Marzano
                  Lo zio
                  • Mar 2005
                  • 30090
                  • chiasso svizzera
                  • bracco italiano

                  #9
                  pietà !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
                  lucio

                  Commenta

                  • mene1963
                    ⭐⭐
                    • Oct 2009
                    • 477
                    • GENZANO RM
                    • frodo-bracco-francese

                    #10
                    noooooooooooooo
                    comunque bravo

                    Commenta

                    • nico
                      ⭐⭐⭐
                      • Nov 2007
                      • 5166
                      • Città d.Pieve-Atc PG1-SienaSud
                      • Setter inglese: Framada's Ariel

                      #11
                      Risparmiaci!!!
                      File allegati
                      sigpicMeglio un giorno da lupo che 100 da percora.[;)]

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                      • Lucio Marzano
                        Lo zio
                        • Mar 2005
                        • 30090
                        • chiasso svizzera
                        • bracco italiano

                        #12
                        per piacere rientriamo in argomento
                        lucio

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                        • VanVonVac
                          ⭐⭐⭐
                          • Mar 2005
                          • 6162
                          • Reggio Emilia, Emilia Romagna.
                          • Bracco italiano Rosco di Montericco Ulisse di Casamassima

                          #13
                          cmq se non sbaglio , era da diversi anni che il trofeo Minosse non era in palio,dico bene?

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                          • Lucio Marzano
                            Lo zio
                            • Mar 2005
                            • 30090
                            • chiasso svizzera
                            • bracco italiano

                            #14
                            si dici bene, si faceva una speciale bracchi italiani !!
                            lucio

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                            • madonna
                              ⭐⭐⭐
                              • Feb 2009
                              • 3685
                              • Germania, 74731 Walldürn
                              • Carlines Dag vom Uthleder Berg, Labrador nero, nato 4.12.2019, DK Baghira von der Königsleite, nat

                              #15
                              Salve Alessandro- .... ho ottenuto molto paura di imparare l`Italiano....[occhi][occhi][occhi] Cia Madonna

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