Dopo il mio intervento sulla Gazzetta Della Cinofilia (n° 10- 2011) ho ricevuto tanti attestati di stima e partecipazione insieme a molte contestazioni. Telefonicamente mi sono sentito con il direttore della Gazzetta e con Erica Recchia capo redattore della stessa che si sono complimentati con me per il mio scritto e per l’interesse suscitato dalle mie osservazioni. Nel contempo mi hanno pregato di dare seguito alle mie argomentazioni e di rispondere a Paolo Verdiani che aveva posto delle domande. Il tutto ribadito sulla Gazzetta n° 11- 2011. Ho predisposto la risposta che ho mandato in redazione. Poi il silenzio, il gelo;un gelo che mi è parso di toccare con mano in una telefonata con Erica Recchia. Dalle sue parole ho capito che la gazzetta non solo non avrebbe pubblicato la mia risposta a Paolo Verdiani ma non avrebbe mai più pubblicato altri scritti. Ho detto ad Elena Recchia, a cui va la mia simpatia, che comprendevo che ordini dall’alto avevano imposto la censura ai miei interventi. Mi dispiace per la redazione che aveva chiaramente plaudito a voci fuori dal coro.Le mancanze, le magagne sono sotto gli occhi di tutti e non bastano cortine di fumo a coprire il tutto.
Quello che vorrò dire lo dirò con la mia solita franchezza ed indipendenza. Troverò altre testate che gentilmente mi ospiteranno. Di seguito trascrivo integralmente la nota inviata alla Gazzetta e non pubblicata.
Tanto rumore per nulla
Il mio intervento: “Se la moglie di Cesare” edito su questa rivista nel numero di ottobre mi ha tolto la pace.
Ho ricevuto numerose telefonate,messaggi ed e mail da persone diverse. La stessa Erica Recchia, in una simpatica telefonata, mi ha detto che la redazione era stata tempestata da richieste e chiarimenti in merito allo stesso mio intervento.
Mi ha impressionato che molti che mi hanno interpellato,anche tra gli addetti ai lavori, mi hanno chiesto il silenzio e la riservatezza. Altri,invece,non hanno chiesto il silenzio per infuriarsi poi una volta che ho divulgato il messaggio.
Ho ricevuto,e questo mi ha seccato, anche messaggi con accuse contro persone che mi sono amiche e delle quali ho la massima stima.
Avevo deciso di non continuare a scrivere di cinofilia e ritrovare un minimo di quiete. Poi ho pensato che il mio abbandono, oltre a sembrare una fuga,avrebbe fatto il giuoco di alcuni. Quindi continuerò ad occuparmi di questo settore dove le cose da scrivere sono ancora numerose ed importanti.
L’occasione di riprendere subito la tastiera è stato un gentile invito della redazione di questa rivista a rispondere ad una lettera di Paolo Verdiani che mi chiede chiarimenti.
Rispondo allora alla lettera di Verdiani e concludo ripromettendomi di affrontare,prossimamente, altri argomenti. Le domande che l’esperto giudice sostanzialmente pone,in merito al mio articolo, sono tre:
1 –chi è l’allevatore,citato da Fabbri,che ha ottenuto tanti risultati,taciuti dalla stampa specializzata e che nello stesso tempo non richiede la proclamazione di campione per i suoi cani.
La risposta mi sembra ovvia. Trattasi dello stesso titolare dell’affisso Radentis ; basta controllare i siti ENCi e notare che i suoi setter più famosi degli ultimi anni, Nomar, Zum ed altri non si fregiano di tale titolo.
2 – Verdiani chiede delucidazioni sulle parole di Baldoni in merito alla sudditanza di certi giudici verso alcuni dresseur e proprietari.
A tale quesito rispondo che le parole di Baldoni,tra l’altro virgolettate, mi sembrano chiare. Per ulteriori chiarimenti occorrerà rivolgersi direttamente all’interessato.
3 – Si chiede il nome dell’alto dirigente proprietario di tre cani partecipanti alla Coppa Europa.
A questa domanda ,chiaramente retorica,mi rifiuto di rispondere.
Come avevo promesso, chiudo queste note dicendo che sono profondamente sorpreso degli echi suscitati dal citato articolo: “ Se la moglie di Cesare”. Non erano altro che mie impressioni,delle mie proposte espresse con franchezza ed in totale libertà di pensiero. Non sono così illuso e così presuntuoso da supporre che le mie parole possano mutare il corso delle cose nel mondo della cinofilia.
Parafrasando il titolo di un capolavoro di William Sakespeare, reputo che si sia fatto molto rumore per nulla.
Adolfo Rosetti
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