beh, Widow, ognuno di noi posta le proprie opinini personali, ci mancherebbe che non puoi dire che le Poli non ti convincono!
Secondo me per scegliere il fucile si deve partire innanzitutto dalla decisione di prendere un'arma usata o una nuova, una "vecchia" o una "moderna".
Poi sulle marche e i modelli ognuno ha i suoi gusti, le sue aspettative e le sue convinzioni.
Per esempio io penso che le Bernardelli Roma6 siano vendute nell'usato a prezzi eccessivi, almeno a quanto ho visto via internet. Non che non siano belle doppiette, per carità. Però ad esempio, tendono, a mio modo di vedere, ad essere un po' troppo volanti in punta. Sotto quest'ultimo profilo preferisco di gran lunga il brandeggio di una Beretta di pari fascia.
Posseggo una bernardelli st. uberto II del 1965 e secondo me l'incisione di questa st. uberto è nettamente migliore di quella di una Roma6, anche se la Roma6 è più quotata.
Ma anche le Beretta non sono esenti da critiche. Primo le bruniture delle beretta non sono poi un granché, né come lucentezza né come tenuta nel tempo. Secondo gli acciai non cromati della serie 409/410/411, se non puliti a dovere, tendevano a camolarsi. Solo in un secondo periodo hanno cominciato a cromare le canne internamente.
Dal canto loro, le chiusure delle 409/410 sono migliori di quelle realizzate successivamente. La terza greener aveva un suo perché in termini di tenuta, ed avendo 3 409, due con la greener e una senza, la differenza l'ho vista. Certo, esteticamente è forse meglio senza la terza a perno passante.
Dal punto di vista estetico, a me le 424, 425 non piacciono granché, anche se le reputo ottime armi.
Dal punto di vista delle lavorazioni e della cura di realizzazione, secondo me nessuna doppietta Beretta di oggi, ma anche di vent'anni fa, può competere con quelle di 50 anni fa.
E qui entriamo nel vivo del discorso.
E' ancora possibile avere le molle a lamina, l'assenza di microfusi, ecc. su armi di fascia bassa? E' ancora possibile vedere quegli accorgimenti di oltre mezzo secolo fa sulle armi di oggi? Penso alla volata stondata delle canne, agli aggiustamenti al nerofumo, ai legni di noce nazionale zigrinati a mano e tirati a gommalacca, agli scansi eseguiti a mano, per esempio, delle vecchie 409 per raccordare minimamente la testa di bascula alla culatta delle canne a fianco della bindella: cose piccole magari, che però denotavano cura e attenzione al particolare e che si sono perdute.
Oddio, le differenze c'erano anche allora tra un modello e un altro, tra una casa ed un'altra, e forse non si trattava neppure di differenze di poco conto.
C'erano doppiette fatte bene che sparavano da cani, con canne accoppiate da ciechi. Perché allora gli accoppiamenti si facevano ad occhio e occorreva gente che sapesse farli a regola d'arte. Ma di doppiette vestite bene e tirate bene che sparavano male ne circolavano.
Certo oggi si sono migliorati gli acciai (anche se le cromature interne hanno risolto molti problemi legati alla scarsa bontà dell'acciaio), si sono cementate le bascule per aumentarne la resistenza, ecc.
Però quanto costerebbe adesso realizzare un fucile come veniva realizzato un tempo? Parliamo di fucili di serie, non di pezzi speciali.
Per cui è il solito discorso: meglio nuovo o usato?
Io dico meglio quello che si preferisce. Sapendo quali sono i limiti del nuovo (eccessiva industrializzazione ed economia di lavorazione), quali sono i limiti dell'usato (strozzature spesso inadatte al tipo di caccia che oggi svolgiamo, peso dell'arma, lunghezza delle canne), ma anche quali sono i vantaggi del nuovo (possibilità di realizzazione su misura, accoppiamento delle canne al laser, leggerezza e maneggevolezza, test ad alte pressioni, idoneità ai pallini d'acciaio) ed i vantaggi dell'usato (possibilità di acquisto di arma fine allo stesso prezzo di un nuovo standard, utilizzo di un'arma con un alto valore intrinseco dato, appunto, da quanto detto sopra).
Poli offre un certo tipo di lavorazione, e se la fa pagare per quello che è il suo prezzo oggi. Magari userà delle bascule fatte in serie e un accoppiamento a monobloc su molti modelli standard. Però se si vuole che l'omino ripassi a mano un'incisione al laser lo si deve pagare. Se si vuole la radica di noce e l'omino che fa il calcio a misura lo si deve pagare. Se si vuole questo o quell'intervento di maestranze qualificate le si deve pagare. Ed è impossibile averle per i 2.500 euro che sono il prezzo di una doppietta industriale base fatta in serie (tipo Franchi highlander o beretta silverhawk o fabarm beta o altro).
Anche questo va valutato quando si sceglie di prendere il tal fucile.
Secondo me per scegliere il fucile si deve partire innanzitutto dalla decisione di prendere un'arma usata o una nuova, una "vecchia" o una "moderna".
Poi sulle marche e i modelli ognuno ha i suoi gusti, le sue aspettative e le sue convinzioni.
Per esempio io penso che le Bernardelli Roma6 siano vendute nell'usato a prezzi eccessivi, almeno a quanto ho visto via internet. Non che non siano belle doppiette, per carità. Però ad esempio, tendono, a mio modo di vedere, ad essere un po' troppo volanti in punta. Sotto quest'ultimo profilo preferisco di gran lunga il brandeggio di una Beretta di pari fascia.
Posseggo una bernardelli st. uberto II del 1965 e secondo me l'incisione di questa st. uberto è nettamente migliore di quella di una Roma6, anche se la Roma6 è più quotata.
Ma anche le Beretta non sono esenti da critiche. Primo le bruniture delle beretta non sono poi un granché, né come lucentezza né come tenuta nel tempo. Secondo gli acciai non cromati della serie 409/410/411, se non puliti a dovere, tendevano a camolarsi. Solo in un secondo periodo hanno cominciato a cromare le canne internamente.
Dal canto loro, le chiusure delle 409/410 sono migliori di quelle realizzate successivamente. La terza greener aveva un suo perché in termini di tenuta, ed avendo 3 409, due con la greener e una senza, la differenza l'ho vista. Certo, esteticamente è forse meglio senza la terza a perno passante.
Dal punto di vista estetico, a me le 424, 425 non piacciono granché, anche se le reputo ottime armi.
Dal punto di vista delle lavorazioni e della cura di realizzazione, secondo me nessuna doppietta Beretta di oggi, ma anche di vent'anni fa, può competere con quelle di 50 anni fa.
E qui entriamo nel vivo del discorso.
E' ancora possibile avere le molle a lamina, l'assenza di microfusi, ecc. su armi di fascia bassa? E' ancora possibile vedere quegli accorgimenti di oltre mezzo secolo fa sulle armi di oggi? Penso alla volata stondata delle canne, agli aggiustamenti al nerofumo, ai legni di noce nazionale zigrinati a mano e tirati a gommalacca, agli scansi eseguiti a mano, per esempio, delle vecchie 409 per raccordare minimamente la testa di bascula alla culatta delle canne a fianco della bindella: cose piccole magari, che però denotavano cura e attenzione al particolare e che si sono perdute.
Oddio, le differenze c'erano anche allora tra un modello e un altro, tra una casa ed un'altra, e forse non si trattava neppure di differenze di poco conto.
C'erano doppiette fatte bene che sparavano da cani, con canne accoppiate da ciechi. Perché allora gli accoppiamenti si facevano ad occhio e occorreva gente che sapesse farli a regola d'arte. Ma di doppiette vestite bene e tirate bene che sparavano male ne circolavano.
Certo oggi si sono migliorati gli acciai (anche se le cromature interne hanno risolto molti problemi legati alla scarsa bontà dell'acciaio), si sono cementate le bascule per aumentarne la resistenza, ecc.
Però quanto costerebbe adesso realizzare un fucile come veniva realizzato un tempo? Parliamo di fucili di serie, non di pezzi speciali.
Per cui è il solito discorso: meglio nuovo o usato?
Io dico meglio quello che si preferisce. Sapendo quali sono i limiti del nuovo (eccessiva industrializzazione ed economia di lavorazione), quali sono i limiti dell'usato (strozzature spesso inadatte al tipo di caccia che oggi svolgiamo, peso dell'arma, lunghezza delle canne), ma anche quali sono i vantaggi del nuovo (possibilità di realizzazione su misura, accoppiamento delle canne al laser, leggerezza e maneggevolezza, test ad alte pressioni, idoneità ai pallini d'acciaio) ed i vantaggi dell'usato (possibilità di acquisto di arma fine allo stesso prezzo di un nuovo standard, utilizzo di un'arma con un alto valore intrinseco dato, appunto, da quanto detto sopra).
Poli offre un certo tipo di lavorazione, e se la fa pagare per quello che è il suo prezzo oggi. Magari userà delle bascule fatte in serie e un accoppiamento a monobloc su molti modelli standard. Però se si vuole che l'omino ripassi a mano un'incisione al laser lo si deve pagare. Se si vuole la radica di noce e l'omino che fa il calcio a misura lo si deve pagare. Se si vuole questo o quell'intervento di maestranze qualificate le si deve pagare. Ed è impossibile averle per i 2.500 euro che sono il prezzo di una doppietta industriale base fatta in serie (tipo Franchi highlander o beretta silverhawk o fabarm beta o altro).
Anche questo va valutato quando si sceglie di prendere il tal fucile.
Continuate per piacere, che e' un piacere leggervi....
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