Tra le portate del pranzo in questione, ho deciso di dare i giusti onori ad un bel leprone che avevo nel congelatore.
Marinatura
2/3 vino bianco aromatico (malvasia regalatami da un amico della squadra di lepraioli)
1/3 vino rosso corposo (aglianico artigianale, ça va sans dire)
Carote
Sedano
Cipolle
Ginepro
pepe in grani
1 chiodo di garofano
Salvio
Alloro
Rosmarino
La lepre l'ho lasciata scongelare immersa in questa mistura per una notte
Procedimento
Una volta scongelata e marinata, tagliare la lepre in pezzi non troppo grossi.
In una pentola capiente il cui fondo è stato riempito di olio evo far soffriggere a fuoco vivo i pezzi di lepre ben sgocciolati, in modo da rosolarli per bene o come si dice in gergo "chiuderli", successivamente soffriggere brevemente anche gli odori della marinata.
A questo punto rimettere in pentola la lepre ed aggiungere tutta la marinata (lo so, molti preferiscono eliminare la marinata, ma personalmente trovo che il selvatico della lepre non sia disdicevole).
In questo modo cuocere a fuoco lento per un paio d'ore.

Successivamente rimuovere i pezzi di lepre e tenerli da parte (magari al caldo, ma è una finezza) e passare con un passino tutto il contenuto della pentola.
Siccome nella pentola oltre al sugo ed agli odori ci saranno anche pezzetti di carne sfilacciata, cartilagini ed ossicine è opportuno evitare il più comodo frullatore, perchè seminerebbe frammenti di osso nel sugo, rendendolo molto poco piacevole per i commensali.
Una volta passato il tutto riadagiare nel sugo così ottenuto i pezzi di carne e cuocere fino a quando il sugo avrà raggiunto la consistenza di una crema.
Servire quindi su un piatto di portata ben foderato di crostini di pane (la parte migliore del salmì sono i crostini).
Storie di vita vissuta
Se avessi fatto tutto come descritto fin qui avrei servito ai miei commensali un piatto molto piacevole, sia per via del sapore ricco, sia per via della consistenza del sugo che avrebbe avvolto la carne ed i crostini.
Lunedì però non è andata così e disorganizzazione e tempi stretti hanno fatto sì che la carne cuocesse un'ora e mezzo più del dovuto e che quindi non abbia potuto dedicare l'attenzione dovuta alla fase del passino.
Il risultato è stato che la carne era secca e che il sugo troppo poco denso sia letteralmente sparito assorbito dai crostini.
Il sapore era buono, per carità, ma ovviamente non è stato il piatto preferito dai commensali.
La cosa però non poteva finire così. Non potevo pensare che dopo tante corse su e giù per l'appennino a far impazzire i segugi, quel leprone potesse ricevere una requiem così misera.
E così ho conservato la carne, i crostini più inzuppati e quel poco di sugo residuo, in un contenitore ermetico in frigo in attesa di un'idea.
Stamattina ho deciso di mettere il tutto in una padella calda.
Non appena si iniziava a sentire sfrigolare ho coperto tutto con l'acqua (ma forse sarebbe andato meglio del brodo) ed ho lasciato riscaldare.
Quando l'acqua iniziava a sobbollire ho messo da parte i pezzi di carne e stavolta mi sono dedicato minuziosamente a passare tutto il contenuto della pentola.
Il tutto mi ha portato via un po' di tempo ma mi ha permesso di far arrivare a bollore la pentola con l'acqua e cuocervi le tagliatelle che qualche giorno fa avevo preparato.
Passato il tutto, il contenuto della pentola era praticamente una crema. Qui dentro ho adagiato i pezzi di lepre e una volta cotte vi ho scolato le tagliatelle che ho fatto saltare per un paio di minuti.
Il risultato?
Stavolta degno dell'animale!

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