Si fa presto a dire amico...

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sergiogunnella
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  • sergiogunnella

    #1

    Si fa presto a dire amico...

    Sono quasi le otto e mezza di sera. Alla stazione di Terni la serata è fredda e solinga. Sto in macchina per non congelarmi e aspetto che torni mia moglie da Roma, dopo aver passato la giornata ad insegnare disegno, come fa ogni mercoledì della settimana.
    Squilla il telefono e vedo il numero di Alla. “Il treno è fermo in mezzo alla campagna da quasi mezz’ ora -mi dice-. Siamo appena partiti da Termini, ma pare che ci sia un viaggiatore che s’ è inteso male….Speriamo bene”.
    Riattacco e per un momento, per un solo momento, impreco contro i “soliti ritardi dei trenacci italiani”. Girovago attorno al piazzale della stazione ferroviaria: Terni è una città di provincia e, vivadiana!, anche il buffet, adesso che sono già suonate le 21 non funziona. Le biglietterie sono al buio. All’ interno, sdraiato su di una panchina, il solito clochard che cerca di dormire con un cappottaccio steso sul corpo intirizzito dal freddo di gennaio.
    Le luci stanche degli ultimi bus serali tagliano il buio del piazzale. E’ il 2 di gennaio di un anno bisestile da cancellare per noi, Uomini dei Boschi. Ma anche per i colletti bianchi della finanza, per il petrolio che è volato a 150 dollari al barile, per Napoli al collasso per l’ emergenza rifiuti, per chi abita di qua e di là dalla Striscia di Gaza, per i fratellini di Gravina, per l’ Irlanda e la sua carne, per i fannulloni della pubblica amministrazione….
    Squilla di nuovo il telefonino. E’ ancora mia moglie: niente da fare, il treno non si muove. E’ arrivata un’ ambulanza. E c’ è anche la polizia. L’ atmosfera è tesa: le notizie arrivano ai viaggiatori filtrate da inquietanti “sembra”, “pare”, “chissà“. Non mi resta che aspettare invocando pazienza.
    Alle 23, 35, finalmente i freni del treno stringono verso l’ arrivo al secondo binario e mia moglie mi corre in braccio felice. Il viaggio che doveva durare poco più di un’ ora, adesso -se Dio vuole- è terminato. Almeno per noi. Ce ne andiamo a casa farfugliando sulle cause di questo “ennesimo” ritardo imputato al malore di uno “sconosciuto”.
    Alle 9,30 del giorno dopo, 3 gennaio 2008, la segreteria della Libera Caccia mi mozza la parola sul nascere: “Sergio, Gelsomino Cantelli è morto. Ieri sera, partito da Roma con il treno delle 20,30, ha avuto un infarto poco dopo.”
    E’ passato un anno e altri ne passeranno, se il Padreterno vorrà regalarmeli. Ma mai potrò dimenticare che le tre ore “perse” ad aspettare quel treno erano ben poca cosa se confrontate alla perdita di un amico che quello stesso treno mi aveva inconsapevolmente cagionato.
    Si fa presto a dire “AMICO”, è vero. Ma che dire del messaggio contenuto negli auguri di Natale spediti pochi giorni prima della disgrazia a me e a mia moglie: “Non so fino a quando la “ragione” possa assistere il mio cammino: non vorrei scordarmi mai del vostro Affetto”.
    Ti abbiamo voluto bene, Mino. E te ne vorremo sempre.
    Sergio e Alla Gunnella
  • tasmanian devil
    ⭐⭐⭐
    • Aug 2007
    • 4058
    • Cerete, Bergamo, Lombardia.
    • Pointer Inglesi: www.ipointercamuni.it !!!

    #2
    è la dure legge della vita.... è capace di lasciarci con a bocca aperta in qualsiasi momento !
    ciao ciao e sempre allegri, Daniele


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