Ottobre. Un ottobre piovoso. Di quelli che non ci sono più. Perchè a ottobre pioveva, la mamma tirava già fuori maglioni e kway, gli stivaletti di gomma. Quelli colorati, finche sei un "piscialetto". Poi avrai quelli con i lacci, i"Superga", da grande, come tuo fratello.
Quel fratello che adori e che invidi, perchè lui è grande e va caccia con papà.
Tu no, resti a casa perchè sei un "piscialetto".
Fino ad allora solo qualche passeggiata dopo i compiti fatti in mezz'ora, nei campi vicino casa, che credi tuoi.
Ma quella è una giornata speciale. Una domenica speciale, una domenica d'ottobre, come non ne fanno più...
La mia prima giornata di caccia, vera, coi grandi.
Non chiudo occhio tutta la notte, per paura che mi lascino ancora una volta a casa.
Tutto è pronto: zainetto con viveri e vestiti di ricambio, un pò di tutto..non si sa mai com'è l'avventura!
Ancora è buio, il cielo è nuvoloso e non si vedono le stelle. Salgo in macchina che mi sembra di partire per chissà quale terra promessa. Colazione al bar( non bere troppa acqua perchè poi vomiti eh!) e poi via in autostrada. Papà ha una Fiat Ritmo Diesel, che bomba, il piccolo benessere della classe operaia anni '80 in 120 rate o giù di lì.
Uno stereo Autovox non fa altro che suonare le compilation "Oro Puro"di mio fratello, che è già quasi adolescente e fa il duro....ci risparmia ogni tanto con qualche stralcio de "La donna cannone" o "Ragazze dell'est", certo meglio delle romanzate di Papetti....
Ma per me è tutto meraviglioso, sono anch'io della partita, piccolo complice, da grande sarò come loro.
Arriviamo in un'alba grigia di una nebbia greve, silente, un pò di brina sui prati, in fondo un fiume traccia una profonda ruga sul ventre della piana.
Mio padre va avanti, è già robusto, ma forte ed energico, il più forte del mondo.
Dopo di lui il secondo più forte del mondo è mio fratello, ancora deve crescere ma è sulla buona strada, quando sono con lui non può succedermi nulla, tutti hanno paura.
Mio padre mi appioppa a mio fratello, che borbotta un pò, fare da balia al moccioso non è la sua massima aspirazione.
Ha pure un'altro fardello: il pesantissimo tascapane ex militare pieno di cartucce "Astor", mica scemo il babbo, ha pure gli"Sherpa"!
Arrivano le allodole. Enormi. Molto più grandi dei passeri e dei fringuelli del giardino dietro casa. "ssss..calati..calati..un ti fari abbidiri (abbassati, non farti vedere).. Papà è un mostro, la sua doppietta Condor non lascia scampo. "Vai Totò, va pigghiali". Io, il moccioso, fungo felice da retrivier. Ma ancora sono inesperto e mi lascio distrarre dalle allodole che arrivano in gruppetti chiassosi zriorr zriorr..Così qualcuna mi sfugge tra le zolle rivoltate degli arati. Allora ci pensa il fratellone, lui sì che le trova.
Ad un tratto una cade lontano. "Vacci 'Fi ca è luntana pu nicu", ma io sfuggo via come un missile, vabbè magari come un petardo.
Il fango mi rallenta e io sono poco più alto di un sacco di patate, il"rapanchio". Scompaio dentro una buca di fango molle, mi arriva in breve al petto. Per me le sabbie mobili.
Arriva mio fratello tra il preoccupato, l'incazzato e il divertito: "si uncummini quacchi minchiata un sì tu".
Mi stringe forte per una mano e mi tira su strapazzandomi come un fagotto, lo sapevo che mi salvava: è il mio eroe.
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