Nebbia a Cardellino

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    #1

    Nebbia a Cardellino

    Cardellino era la meta preferita dei cacciatori della mia borgata durante la stagione delle beccacce.
    Credo di essere legato per sempre a quel magnifico bosco, alle mie prime uscite da ragazzino coi cani a beccacce, ai personaggi che di volta in volta ritrovavamo. Si, perchè anche facendo centinaia di chilometri chissà per quale motivo capitava di ritrovarsi sempre gli stessi. Personaggi la cui immagine era strettamente legata alla caccia, tanto che ognuno aveva il suo nomignolo, una sorta di nome di battaglia, soprannome. Ad esempio c'era il Calimero, perchè era scuro, detto anche "u beccaccia" perchè ossessionato dalla regina dei boschi. Poi c'erano due fratelli "Ruggiero e Misirinu" il primo così detto perchè aveva una voce che ricordava un vecchio cronista e il fratello così detto perchè mingherlino e squattrinato o più che altro spilorcio. Insomma un pò tutti avevano dei soprannomi e quando li incontravi avevi la sensazione di vedere un mix tra una compagnia circense e l'armata brancaleone. Ma il vero personaggio di tutta la truppa era Giovanni detto U Buitta, vero capo carismatico del gruppo dei cacciatori della borgata. Pointerista fin nel midollo, cacciatore esperto, conoscitore di territori e selvatici, le sue rughe segnavano una sorta di cartina geografica, sembrava raccontassero la storia di tanti anni sotto acqua, vento o sole cocente, coi suoi cani dietro cotorne e beccacce.
    Era ancora notte fonda quando al bar aveva sentenziato "oggi è jurnata ri addrazzi, si u tiempu tiene..."...in effetti aveva ragione, i venti erano stati quelli buoni, nei paesi del nord aveva fatto freddo e neve, luna giusta e freddo che ti bruciava le guance. Ma a metà nottata aveva cominciato a piovere fitto fitto, di quella pioggia che sembra un muro. Qualche breve tregua e poi ricominciava. Così al bar ero lì a guardare la mia tazza di latte fumante tra le mani mentre ascoltavo i discorsi dei cacciatori più anziani, nella speranza che il maltempo ci concedesse una mattinata di libertà tra i boschi.
    Ero, come sempre, il più giovane della combriccola. Quel giorno, "sbagnavo" ovvero inauguravo la mia prima 4x4 acquistata di terza o quarta mano, una Lada Niva rossa, avrei scoperto a mie spese che si si arrampicava da paura ma era la migliore amica del benzinaio....
    Finalmente fu l'alba, una leggera schiarita faceva ben sperare. Giusto il tempo di mettersi scarponi e cosciali, mettere i campani ai cani e prendemmo ad affrontare la salita che dalla stalla dove si lasciavano le macchine portava alla prima propaggine del bosco adagiato come una coperta scura su un fianco della montagna esposto a nord. Nemmeno il tempo di rompere il fiato e già ricominciava a piovere. Ormai eravamo in ballo e decidemmo di continuare, almeno finchè la pioggerella si fosse mantenuta blanda. Arrivati fin sotto le prime sughere il campano di una delle cagne smise di suonare, la cagna di Gianni era in ferma. Senti il frullo ovattato in mezzo alla macchia, poi un'ombra, seguì la stoccata dell'amico, era la prima, si cominciava col piede giusto. La vecchia pointer bianco nera va al recupero e resta in ferma. Vola un'altra beccaccia che non vedo ma sento, uno sparo, in aria ci sono due beccacce...
    Il caro vecchio amico aveva ragione ..giornata di "addrazzi"..se il tempo tiene. La pioggia è diventata davvero scrosciante, intensa. Ritirata strategica in una vecchia casupola abbandonata in mezzo al bosco. Siamo zuppi fradici e fa un freddo cane. Una corsa in discesa sul tratturo fangoso e siamo in macchina. Ho un cambio completo di tutto. Avvio il motore, dopo un pò il riscaldamento dà i suoi risultati...Aspettiamo che scampi, come ultima possibilità, altrimenti si deve purtroppo gettare la spugna. Smette per un pò. Riprendiamo la cacciata da dove l'avevamo interrotta.. Fatti appena una cinquantina di metri lungo il sentiero, che come un serpente avvolgeva il bosco con le sue spire, di colpo i campani tacciono. Ma non riusciamo a vedere i cani, una spessa coltre di nebbia è calata sul bosco, inghiottendoci totalmente. Sentiamo la beccaccia frullare ma non la vediamo....ecco che qualcuno spara, non sappiamo chi sia...Diamo la voce, nulla. Decidiamo di allontanarci, troppo pericoloso. In qualche schiarita si riesce a vedere qualcosa. Sono ferme e frulli, poi di nuovo ferme, ogni angolo buono è una beccaccia che vola. Nella "ressa del fosso", una bellissima conca riparata, ne volano contemporaneamente tre. Ma sparare è quasi impossibile, si odono, intravedono o intuiscono..poi di nuovo questa pennellata grigia come un velo pesante...e ricomincia una pioggerellina leggera, sottile ma continua..
    Cerchiamo di scollinare nella speranza di trovare più visibilità...ancor peggio. Capiamo che c'è altra gente intorno a noi ma non vediamo nessuno...."uhh uhhh" qualcuno risponde...facciamo attenzione...
    Dopo un pò capiamo che è troppo rischioso cacciare in queste condizioni e forse anche inutile. Torniamo nuovamente alla macchina, questa volta definitivamente.
    Lasciamo il bosco avvolto nella sua coperta fumosa, questa volta non si è voluto concedere.
    Lasciamo le beccacce arrivate in gran numero e la giornata più ricca che credo mi sia mai capitata e della quale non ho potuto approfittare. Ma non solo.
    Cardellino pochi anni dopo fu devastato da un incendio, poco dopo divenne riserva naturale. Ormai sono anni che non sento più i suoi profumi. Cardellino è rimasto avvolto per me in quel giorno di nebbia, coi suoi ricordi. Come uno scrigno che custodisce il suo tesoro, in quel bosco per me vagano ancora quelle beccacce da sogno, mi sembra di sentire i campani di quei cani tanto amati e di vedere quell'amico con la sua cacciatora di velluto e una sigaretta storta chiusa in un angolo di un sorriso, quel caro amico col quale non caccerò mai più.
    Fedro75
    " NUMQUAM EST TAM MALE SICULIS, QUI ALIQUIS FACETE ET COMMODE DICANT......"

    nemo me impune lacessit
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    • Santa Flavia (PA)
    • Pointer " ZICO "

    #2
    Originariamente inviato da fedro75
    Cardellino era la meta preferita dei cacciatori della mia borgata durante la stagione delle beccacce.
    Credo di essere legato per sempre a quel magnifico bosco, alle mie prime uscite da ragazzino coi cani a beccacce, ai personaggi che di volta in volta ritrovavamo. Si, perchè anche facendo centinaia di chilometri chissà per quale motivo capitava di ritrovarsi sempre gli stessi. Personaggi la cui immagine era strettamente legata alla caccia, tanto che ognuno aveva il suo nomignolo, una sorta di nome di battaglia, soprannome. Ad esempio c'era il Calimero, perchè era scuro, detto anche "u beccaccia" perchè ossessionato dalla regina dei boschi. Poi c'erano due fratelli "Ruggiero e Misirinu" il primo così detto perchè aveva una voce che ricordava un vecchio cronista e il fratello così detto perchè mingherlino e squattrinato o più che altro spilorcio. Insomma un pò tutti avevano dei soprannomi e quando li incontravi avevi la sensazione di vedere un mix tra una compagnia circense e l'armata brancaleone. Ma il vero personaggio di tutta la truppa era Giovanni detto U Buitta, vero capo carismatico del gruppo dei cacciatori della borgata. Pointerista fin nel midollo, cacciatore esperto, conoscitore di territori e selvatici, le sue rughe segnavano una sorta di cartina geografica, sembrava raccontassero la storia di tanti anni sotto acqua, vento o sole cocente, coi suoi cani dietro cotorne e beccacce.
    Era ancora notte fonda quando al bar aveva sentenziato "oggi è jurnata ri addrazzi, si u tiempu tiene..."...in effetti aveva ragione, i venti erano stati quelli buoni, nei paesi del nord aveva fatto freddo e neve, luna giusta e freddo che ti bruciava le guance. Ma a metà nottata aveva cominciato a piovere fitto fitto, di quella pioggia che sembra un muro. Qualche breve tregua e poi ricominciava. Così al bar ero lì a guardare la mia tazza di latte fumante tra le mani mentre ascoltavo i discorsi dei cacciatori più anziani, nella speranza che il maltempo ci concedesse una mattinata di libertà tra i boschi.
    Ero, come sempre, il più giovane della combriccola. Quel giorno, "sbagnavo" ovvero inauguravo la mia prima 4x4 acquistata di terza o quarta mano, una Lada Niva rossa, avrei scoperto a mie spese che si si arrampicava da paura ma era la migliore amica del benzinaio....
    Finalmente fu l'alba, una leggera schiarita faceva ben sperare. Giusto il tempo di mettersi scarponi e cosciali, mettere i campani ai cani e prendemmo ad affrontare la salita che dalla stalla dove si lasciavano le macchine portava alla prima propaggine del bosco adagiato come una coperta scura su un fianco della montagna esposto a nord. Nemmeno il tempo di rompere il fiato e già ricominciava a piovere. Ormai eravamo in ballo e decidemmo di continuare, almeno finchè la pioggerella si fosse mantenuta blanda. Arrivati fin sotto le prime sughere il campano di una delle cagne smise di suonare, la cagna di Gianni era in ferma. Senti il frullo ovattato in mezzo alla macchia, poi un'ombra, seguì la stoccata dell'amico, era la prima, si cominciava col piede giusto. La vecchia pointer bianco nera va al recupero e resta in ferma. Vola un'altra beccaccia che non vedo ma sento, uno sparo, in aria ci sono due beccacce...
    Il caro vecchio amico aveva ragione ..giornata di "addrazzi"..se il tempo tiene. La pioggia è diventata davvero scrosciante, intensa. Ritirata strategica in una vecchia casupola abbandonata in mezzo al bosco. Siamo zuppi fradici e fa un freddo cane. Una corsa in discesa sul tratturo fangoso e siamo in macchina. Ho un cambio completo di tutto. Avvio il motore, dopo un pò il riscaldamento dà i suoi risultati...Aspettiamo che scampi, come ultima possibilità, altrimenti si deve purtroppo gettare la spugna. Smette per un pò. Riprendiamo la cacciata da dove l'avevamo interrotta.. Fatti appena una cinquantina di metri lungo il sentiero, che come un serpente avvolgeva il bosco con le sue spire, di colpo i campani tacciono. Ma non riusciamo a vedere i cani, una spessa coltre di nebbia è calata sul bosco, inghiottendoci totalmente. Sentiamo la beccaccia frullare ma non la vediamo....ecco che qualcuno spara, non sappiamo chi sia...Diamo la voce, nulla. Decidiamo di allontanarci, troppo pericoloso. In qualche schiarita si riesce a vedere qualcosa. Sono ferme e frulli, poi di nuovo ferme, ogni angolo buono è una beccaccia che vola. Nella "ressa del fosso", una bellissima conca riparata, ne volano contemporaneamente tre. Ma sparare è quasi impossibile, si odono, intravedono o intuiscono..poi di nuovo questa pennellata grigia come un velo pesante...e ricomincia una pioggerellina leggera, sottile ma continua..
    Cerchiamo di scollinare nella speranza di trovare più visibilità...ancor peggio. Capiamo che c'è altra gente intorno a noi ma non vediamo nessuno...."uhh uhhh" qualcuno risponde...facciamo attenzione...
    Dopo un pò capiamo che è troppo rischioso cacciare in queste condizioni e forse anche inutile. Torniamo nuovamente alla macchina, questa volta definitivamente.
    Lasciamo il bosco avvolto nella sua coperta fumosa, questa volta non si è voluto concedere.
    Lasciamo le beccacce arrivate in gran numero e la giornata più ricca che credo mi sia mai capitata e della quale non ho potuto approfittare. Ma non solo.
    Cardellino pochi anni dopo fu devastato da un incendio, poco dopo divenne riserva naturale. Ormai sono anni che non sento più i suoi profumi. Cardellino è rimasto avvolto per me in quel giorno di nebbia, coi suoi ricordi. Come uno scrigno che custodisce il suo tesoro, in quel bosco per me vagano ancora quelle beccacce da sogno, mi sembra di sentire i campani di quei cani tanto amati e di vedere quell'amico con la sua cacciatora di velluto e una sigaretta storta chiusa in un angolo di un sorriso, quel caro amico col quale non caccerò mai più.
    [clap][clap][gogo][gogo][evvai][evvai]

    Fermata obbligatoria a Cerda, prima colazione al bar centrale, in piazza.
    Caro Toti, mi trafiggi nel cuore e nei ricordi, la mitica Dais (Vespina), ha mosso i primi passi nelle sugherete di Cardellino, al 12 Km sulla strada per Caltavuturo, dopo il bivio per Montemaggiore.
    Toti, ti è mai capitato, di buscarti la famosa allergia, provocata (credo) da un bruco, nelle giornate più calde e asciutte?
    Quando il contaggio ero più esteso, e spuntavano le macchie rosse sulle braccia e sul collo, bisognava ricorrere al Bentelan, la mia strategia era di usare maglioni alla dolce vita, e sciarpa intorno al collo.
    Grazie Toti.
    Cordialità
    piero
    Homo Homini Lupus
    "l'uomo è un lupo per l'uomo" (Plauto)

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    • fedro75
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      • Nov 2009
      • 2101
      • Palermo
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      #3
      Originariamente inviato da oreip
      [clap][clap][gogo][gogo][evvai][evvai]

      Fermata obbligatoria a Cerda, prima colazione al bar centrale, in piazza.
      Caro Toti, mi trafiggi nel cuore e nei ricordi, la mitica Dais (Vespina), ha mosso i primi passi nelle sugherete di Cardellino, al 12 Km sulla strada per Caltavuturo, dopo il bivio per Montemaggiore.
      Toti, ti è mai capitato, di buscarti la famosa allergia, provocata (credo) da un bruco, nelle giornate più calde e asciutte?
      Quando il contaggio ero più esteso, e spuntavano le macchie rosse sulle braccia e sul collo, bisognava ricorrere al Bentelan, la mia strategia era di usare maglioni alla dolce vita, e sciarpa intorno al collo.
      Grazie Toti.
      Cordialità
      piero
      a stratella nfacci a marunnuzza eheheheh
      guarda che una volta per capire cosa diavolo fosse la famosa "manciaciume" mio padre si portò nel bosco nientepocodimeno che il prof Bellafiore.
      I cani si riducevano una vera pietà..ma solo all'inizio della stagione, dopo qualche bella pioggia la cosa finiva, per fortuna. sembravamo dei lebbrosi, quando in giro stavamo a grattarci la gente ci guardava come chissà quali appestati...ehehehehehe
      Pensa che la prima volta che mio padre si recò in questo bellissimo bosco era verso i primi anni '60 e praticamente ci andavano solo quelli del paese per le lepri che in effetti sono sempre state molto abbondanti....un giorno ne abbiamo saltate 6!!!
      per me era una specie di pellegrinaggio, forse perchè era il bosco della mia iniziazione, forse perchè appena chiudeva la stagione venatoria cominciavamo ad allenare per il ripasso, era il nostro posto abituale sia per funghi che per asparagi...ogni scusa era buona per andare in paese a comprare qualsiasi cosa carne, agnello, ricotta e con l'occasione un bel giretto coi cani non mancava mai...conoscevo le rimesse a menadito e ci portavo i giovani alle prime esperienze, insomma "fare" il cucciolone non era difficile!
      Adoravo quei posti, compresa Granza che in più aveva anche i "pirnici"! eheheh[;)]
      adesso ho solo uno scampolo da quelle parti , ma non è la stessa cosa...[:-cry]
      Fedro75
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      nemo me impune lacessit

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      • oreip
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        • Jan 2009
        • 9119
        • Santa Flavia (PA)
        • Pointer " ZICO "

        #4
        Caro Toti, versi sorsi di benzina, sul fuoco ardente dei ricordi.
        Quei boschi, distesi a guardare il golfo, che da Capo Zafferano arriva a Cefalù, erano il posto ideale, per il riposo e il rifornimento di carburante (grasso), per le amate beccacce, prima di ripartire, per le foreste secolari, la riproduzione dettava i tempi.
        Non avevano difficoltà a riempire il ventriglio, con vermi (trasientuli) e larve, che trovavano con facilità, tra lo sterco umido dei bovini, sempre presenti e in gran numero. Inoltre, i quadrupedi ci davano una mano, aprendo varchi tra i rovi e l'impossibile "alastru" (Spartium villosum), detto anche "Scanna Beccu" (trduzione approssimativa, ammazza ariete)che spesso provocava dolore, strappando lembi di stoffa e conficcandosi, nelle gambe e nelle braccia, una vera tortura.
        Fu proprio a Cardellino, che ho udito per la prima volta, il verso della beccaccia.
        Ero in compagnia del Sig. Buttitta, papà dell'amico Giuseppe, i cani scesi in un forte, tardavano a rientrare, noi fermi sul bordo di una stradina, vediamo comparire sopra la nostra testa, una bekka che brontolando con il suo verso da ranocchia, si rimetteva a circa 50 metri.
        Il mio amico, mi fece cenno di stare in silenzio, non capivo il perchè, dopo cinque minuti, la beccaccia comincio a "cantare" , richiamava l'attenzione del o della compagna.
        Questa la spiegazione del Sig. Buttitta, grande conoscitore di boschi e beccacce.
        Grazie Fedro (Toti).
        Cordialità
        piero
        Homo Homini Lupus
        "l'uomo è un lupo per l'uomo" (Plauto)

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        • l'inglese
          Moderatore Setter & Pointer
          • Mar 2008
          • 4258
          • Arzignano, Vicenza

          #5
          Disegnare con le parole quadri cosi' suggestivi e' solo affar di poeti !
          Roberto

          Con affetto e simpatia [:-golf]

          un saluto

          l' inglese

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          • fedro75
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            • Nov 2009
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            #6
            Originariamente inviato da oreip
            Caro Toti, versi sorsi di benzina, sul fuoco ardente dei ricordi.
            Quei boschi, distesi a guardare il golfo, che da Capo Zafferano arriva a Cefalù, erano il posto ideale, per il riposo e il rifornimento di carburante (grasso), per le amate beccacce, prima di ripartire, per le foreste secolari, la riproduzione dettava i tempi.
            Non avevano difficoltà a riempire il ventriglio, con vermi (trasientuli) e larve, che trovavano con facilità, tra lo sterco umido dei bovini, sempre presenti e in gran numero. Inoltre, i quadrupedi ci davano una mano, aprendo varchi tra i rovi e l'impossibile "alastru" (Spartium villosum), detto anche "Scanna Beccu" (trduzione approssimativa, ammazza ariete)che spesso provocava dolore, strappando lembi di stoffa e conficcandosi, nelle gambe e nelle braccia, una vera tortura.
            Fu proprio a Cardellino, che ho udito per la prima volta, il verso della beccaccia.
            Ero in compagnia del Sig. Buttitta, papà dell'amico Giuseppe, i cani scesi in un forte, tardavano a rientrare, noi fermi sul bordo di una stradina, vediamo comparire sopra la nostra testa, una bekka che brontolando con il suo verso da ranocchia, si rimetteva a circa 50 metri.
            Il mio amico, mi fece cenno di stare in silenzio, non capivo il perchè, dopo cinque minuti, la beccaccia comincio a "cantare" , richiamava l'attenzione del o della compagna.
            Questa la spiegazione del Sig. Buttitta, grande conoscitore di boschi e beccacce.
            Grazie Fedro (Toti).
            Cordialità
            piero
            grazie a te Piero. una cos che mi restare sempre dentro, come i residui di ciò che ci fa vivere che si sedimentano è l'abitudine che avevamo di andare a Cardellino appena chiudeva la stagione. L'amico Gianni passava con la sua r4 e partivamo per la nostra consueta meta. Che raccogliessimo Gallinacci (Clitocube geotropa) o funci i ferra (Pleurotus eryngii var. ferulae) o asparagi...poco importa. Ricordo un bellissimo ripasso nel mese di marzo, credo fosse il '96. Avevo con me un cucciolone di nove mesi. Lo trovai in ferma al limitare tra gli eucalipti e il bosco naturale di sughere, su una striscia di ginestrina spinosa che seguiva il bordo del sentiero. La beccaccia volò pigramente. Il cucciolone mi guardò con l'espressione di chi ha perso la verginità e non pensava fosse così bello...
            qualche volta organizzaimo un rendez vous...
            Originariamente inviato da l'inglese
            Disegnare con le parole quadri cosi' suggestivi e' solo affar di poeti !
            [;)]
            Fedro75
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            • cuba7179
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              • Jul 2007
              • 7127
              • Passignano sul Trasimeno, Perugia, Umbria.
              • Pointer/ Pablo Escobar Pointer/ Maritza Setter/ Vanja od Bebija [url=https://postimages.org/]

              #7
              cari Toti e Pietro è sempre un piacere leggere i vostri scritti!!!!! Purtroppo la distanza mi rende difficile il potervi conoscere di persona....cosa che mi farebbe un enorme piacere!!!!!!
              sigpicAlessandro # half drahthaar inside#

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              • oreip
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                • Jan 2009
                • 9119
                • Santa Flavia (PA)
                • Pointer " ZICO "

                #8
                Originariamente inviato da cuba7179
                cari Toti e Pietro è sempre un piacere leggere i vostri scritti!!!!! Purtroppo la distanza mi rende difficile il potervi conoscere di persona....cosa che mi farebbe un enorme piacere!!!!!!
                Mai dire mai, se dovessi arrivare nella mia Meravigliosa Sikania, fammi sapere, sarei davvero felice, fare la Tua conoscenza, e del Tuo Bellissimo. [:-golf][:-golf]
                Cordialità
                piero
                Homo Homini Lupus
                "l'uomo è un lupo per l'uomo" (Plauto)

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                • fedro75
                  ⭐⭐⭐
                  • Nov 2009
                  • 2101
                  • Palermo
                  • pointer

                  #9
                  mi associo a Piero!!
                  magari vieni in primavera, che si fa un giretto per ripasso...tabelline, verbi eheheheheh 2 beccacce x 2 = 4 beccacce... infinito di Beccaccia eheheheheheh scherzo.....quando vuoi..[;)]
                  Fedro75
                  " NUMQUAM EST TAM MALE SICULIS, QUI ALIQUIS FACETE ET COMMODE DICANT......"

                  nemo me impune lacessit

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                  • cuba7179
                    ⭐⭐⭐
                    • Jul 2007
                    • 7127
                    • Passignano sul Trasimeno, Perugia, Umbria.
                    • Pointer/ Pablo Escobar Pointer/ Maritza Setter/ Vanja od Bebija [url=https://postimages.org/]

                    #10
                    Originariamente inviato da fedro75
                    mi associo a Piero!!
                    magari vieni in primavera, che si fa un giretto per ripasso...tabelline, verbi eheheheheh 2 beccacce x 2 = 4 beccacce... infinito di Beccaccia eheheheheheh scherzo.....quando vuoi..[;)]
                    se riesco volentieri...sono 25 anni che non torno in Sicilia!!!!
                    sigpicAlessandro # half drahthaar inside#

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                    • flash
                      ⭐⭐⭐
                      • Nov 2008
                      • 1321
                      • roma
                      • pointer

                      #11
                      grande Fedro.......anch'io penso spesso al tempo che fu....alle cacciate con mio padre....i suoi amici.....giorni indimenticabili.....sarà perché eravamo piccoli....non so....ma i ricordi sono nitidissimi....le colazioni al bar, in aperta campagna, per non parlare delle gite in Sardegna.....sempre all'insegna della giovialità, sempre carnieri abbondanti (ma era un dettaglio), ma la cosa più bella è che regnava la serenità.....si stava a caccia....punto........
                      sarà che i tempi che la vita frenetica di oggi ti "impone" (sarà poi così vero?), sarà che quei luoghi per la maggior parte sono stati profanati da urbanizzazioni selvagge, sarà che alcuni di quei personaggi purtroppo non ci sono più....... non lo so....ma io, quando vado a caccia ora, non riesco a essere così felice come allora....e quindi rimane il magone di un tempo che non tornerà mai più....però è sempre bello leggere o ricordare "quei tempi"......

                      Originariamente inviato da fedro75
                      mi associo a Piero!!
                      magari vieni in primavera, che si fa un giretto per ripasso...tabelline, verbi eheheheheh 2 beccacce x 2 = 4 beccacce... infinito di Beccaccia eheheheheheh scherzo.....quando vuoi..[;)]
                      ahahahahah.....questa è bellissima......
                      Guido

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                      • fedro75
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                        • Nov 2009
                        • 2101
                        • Palermo
                        • pointer

                        #12
                        vero Guido, concordo. il fatto è pure che anche noi siamo cambiati. il tempo e la vita ti cambiano. non abbiamo più lo sguardo incantato della fanciullezza, la spensieratezza, le illusioni e le speranze tipiche della prima gioventù!
                        ma finchè si può la caccià è sempre domani, è speranza, avventura, sale della vita!!!!
                        Fedro75
                        " NUMQUAM EST TAM MALE SICULIS, QUI ALIQUIS FACETE ET COMMODE DICANT......"

                        nemo me impune lacessit

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                        • Francesco Petrella
                          ⭐⭐⭐
                          • Oct 2006
                          • 4883
                          • L'Aquila, Abruzzo.
                          • Setter inglese

                          #13
                          Originariamente inviato da fedro75
                          Cardellino era la meta preferita dei cacciatori della mia borgata durante la stagione delle beccacce.
                          Credo di essere legato per sempre a quel magnifico bosco, alle mie prime uscite da ragazzino coi cani a beccacce, ai personaggi che di volta in volta ritrovavamo. Si, perchè anche facendo centinaia di chilometri chissà per quale motivo capitava di ritrovarsi sempre gli stessi. Personaggi la cui immagine era strettamente legata alla caccia, tanto che ognuno aveva il suo nomignolo, una sorta di nome di battaglia, soprannome. Ad esempio c'era il Calimero, perchè era scuro, detto anche "u beccaccia" perchè ossessionato dalla regina dei boschi. Poi c'erano due fratelli "Ruggiero e Misirinu" il primo così detto perchè aveva una voce che ricordava un vecchio cronista e il fratello così detto perchè mingherlino e squattrinato o più che altro spilorcio. Insomma un pò tutti avevano dei soprannomi e quando li incontravi avevi la sensazione di vedere un mix tra una compagnia circense e l'armata brancaleone. Ma il vero personaggio di tutta la truppa era Giovanni detto U Buitta, vero capo carismatico del gruppo dei cacciatori della borgata. Pointerista fin nel midollo, cacciatore esperto, conoscitore di territori e selvatici, le sue rughe segnavano una sorta di cartina geografica, sembrava raccontassero la storia di tanti anni sotto acqua, vento o sole cocente, coi suoi cani dietro cotorne e beccacce.
                          Era ancora notte fonda quando al bar aveva sentenziato "oggi è jurnata ri addrazzi, si u tiempu tiene..."...in effetti aveva ragione, i venti erano stati quelli buoni, nei paesi del nord aveva fatto freddo e neve, luna giusta e freddo che ti bruciava le guance. Ma a metà nottata aveva cominciato a piovere fitto fitto, di quella pioggia che sembra un muro. Qualche breve tregua e poi ricominciava. Così al bar ero lì a guardare la mia tazza di latte fumante tra le mani mentre ascoltavo i discorsi dei cacciatori più anziani, nella speranza che il maltempo ci concedesse una mattinata di libertà tra i boschi.
                          Ero, come sempre, il più giovane della combriccola. Quel giorno, "sbagnavo" ovvero inauguravo la mia prima 4x4 acquistata di terza o quarta mano, una Lada Niva rossa, avrei scoperto a mie spese che si si arrampicava da paura ma era la migliore amica del benzinaio....
                          Finalmente fu l'alba, una leggera schiarita faceva ben sperare. Giusto il tempo di mettersi scarponi e cosciali, mettere i campani ai cani e prendemmo ad affrontare la salita che dalla stalla dove si lasciavano le macchine portava alla prima propaggine del bosco adagiato come una coperta scura su un fianco della montagna esposto a nord. Nemmeno il tempo di rompere il fiato e già ricominciava a piovere. Ormai eravamo in ballo e decidemmo di continuare, almeno finchè la pioggerella si fosse mantenuta blanda. Arrivati fin sotto le prime sughere il campano di una delle cagne smise di suonare, la cagna di Gianni era in ferma. Senti il frullo ovattato in mezzo alla macchia, poi un'ombra, seguì la stoccata dell'amico, era la prima, si cominciava col piede giusto. La vecchia pointer bianco nera va al recupero e resta in ferma. Vola un'altra beccaccia che non vedo ma sento, uno sparo, in aria ci sono due beccacce...
                          Il caro vecchio amico aveva ragione ..giornata di "addrazzi"..se il tempo tiene. La pioggia è diventata davvero scrosciante, intensa. Ritirata strategica in una vecchia casupola abbandonata in mezzo al bosco. Siamo zuppi fradici e fa un freddo cane. Una corsa in discesa sul tratturo fangoso e siamo in macchina. Ho un cambio completo di tutto. Avvio il motore, dopo un pò il riscaldamento dà i suoi risultati...Aspettiamo che scampi, come ultima possibilità, altrimenti si deve purtroppo gettare la spugna. Smette per un pò. Riprendiamo la cacciata da dove l'avevamo interrotta.. Fatti appena una cinquantina di metri lungo il sentiero, che come un serpente avvolgeva il bosco con le sue spire, di colpo i campani tacciono. Ma non riusciamo a vedere i cani, una spessa coltre di nebbia è calata sul bosco, inghiottendoci totalmente. Sentiamo la beccaccia frullare ma non la vediamo....ecco che qualcuno spara, non sappiamo chi sia...Diamo la voce, nulla. Decidiamo di allontanarci, troppo pericoloso. In qualche schiarita si riesce a vedere qualcosa. Sono ferme e frulli, poi di nuovo ferme, ogni angolo buono è una beccaccia che vola. Nella "ressa del fosso", una bellissima conca riparata, ne volano contemporaneamente tre. Ma sparare è quasi impossibile, si odono, intravedono o intuiscono..poi di nuovo questa pennellata grigia come un velo pesante...e ricomincia una pioggerellina leggera, sottile ma continua..
                          Cerchiamo di scollinare nella speranza di trovare più visibilità...ancor peggio. Capiamo che c'è altra gente intorno a noi ma non vediamo nessuno...."uhh uhhh" qualcuno risponde...facciamo attenzione...
                          Dopo un pò capiamo che è troppo rischioso cacciare in queste condizioni e forse anche inutile. Torniamo nuovamente alla macchina, questa volta definitivamente.
                          Lasciamo il bosco avvolto nella sua coperta fumosa, questa volta non si è voluto concedere.
                          Lasciamo le beccacce arrivate in gran numero e la giornata più ricca che credo mi sia mai capitata e della quale non ho potuto approfittare. Ma non solo.
                          Cardellino pochi anni dopo fu devastato da un incendio, poco dopo divenne riserva naturale. Ormai sono anni che non sento più i suoi profumi. Cardellino è rimasto avvolto per me in quel giorno di nebbia, coi suoi ricordi. Come uno scrigno che custodisce il suo tesoro, in quel bosco per me vagano ancora quelle beccacce da sogno, mi sembra di sentire i campani di quei cani tanto amati e di vedere quell'amico con la sua cacciatora di velluto e una sigaretta storta chiusa in un angolo di un sorriso, quel caro amico col quale non caccerò mai più.
                          Bravo Fedro

                          Io però non rimpiango i vecchi tempi perché ora sono molto più bello e se anche sparo meno, ho però fin troppe donne.......:-pr:-pr:-pr:-pr:-pr:-pr:-pr:-pr
                          Posta alla beccaccia?
                          No grazie, roba da sfigati

                          Francesco Petrella
                          www.scolopax.it

                          www.scolopaxrusticola.com

                          sigpic



                          We te ne
                          nee te sa
                          (chi salva l'aquila, salva il futuro. Detto navajo)

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                          • fedro75
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                            • Palermo
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                            #14
                            Grande Francesco, dimmi come fai. Io di donne ne ho 2 e per questo ho perso un pò della bella chioma che è diventata brizzolata, vado meno a caccia e faccio un pò tutto meno di prima....eheheheheheheeh
                            Non rimpiango i tempi andati, anche perchè me li sono goduti a sbafo con l'acceleratore a tavoletta...mi dispiace solo che l'80% dei posti buoni che frequentavo sono chiusi, che la pernice è chiusa, che in quelli aperti c'è sempre più gente e meno selvaggina (dove sono le brigate di oltre 20 soggetti?), che il diesel costi il quadruplo e così via...ne metto ancora o basta? ahah
                            mi ricordo che me ne andavo con zaino e viveri a dormire in vecchie masserie in un letto di paglia e mi facevo 4/5 giorni di caccia come un selvaggio, mia madre mi diceva che puzzavo più degli animali che cacciavo....eheheh[;)]
                            Fedro75
                            " NUMQUAM EST TAM MALE SICULIS, QUI ALIQUIS FACETE ET COMMODE DICANT......"

                            nemo me impune lacessit

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                              #15
                              Originariamente inviato da Francesco Petrella
                              Bravo Fedro

                              Io però non rimpiango i vecchi tempi perché ora sono molto più bello e se anche sparo meno, ho però fin troppe donne.......:-pr:-pr:-pr:-pr:-pr:-pr:-pr:-pr
                              che sei più bello ora te l'ha detto il Guerrisi mentre gli raccoglievi i beccaccini ??? :-pr:-pr:-pr
                              Guido

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