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Buon giorno a tutti.
Visto i cambiamenti climatici che sono in atto più o meno ovunque.
Avete notato variazioni dei punti di approdo e flussi di migratoria?
Quest'anno da noi la Sardegna era praticamente divisa in due.
Siamo in piena siccità ancora adesso nella mia zona.
Le anatre come Germani e Alzavole che normalmente nidificavano in parte da noi quest'anno erano pochissime e ne sono entrate veramente poche, concentrandosi più in zone vicine al mare.
Beccacce poche, e tordi pochissimi. Visto qualcosa a ottobre mentre gennaio è stato vuoto.
Da voi com'è andata?
Bella discussione. Per quanto riguarda le mie zone di caccia, il cambiamento climatico si fà sentire, eccome. Non esiste più migrazione nel mese d'elezione per la caccia alle anatre, ovvero novembre. In compenso è copioso il passo " estivo ": Da quando il mio chiaro è allagato ai primi di settembre, è un continuo di Alzavole e Mestoloni con permanenza di soggetti fin quando il disturbo venatorio li spinge a proseguire la migrazione. Ormai le migliori giornate si concentrano in un mese a partire dall'apertura e successivamente la speranza di qualche occasione è riposta nelle giornate piovose, sempre che ci sia in zona e soprattutto nelle vicine oasi qualche contingente svernante. Un'altra opportunità era data dalle giornate in cui il gelo notturno invitava gli acquatici a cercare pastura durante il giorno, ma le condizioni non si verificano da lustri tanto che sono sparite in cielo anche le pavoncelle.
Anche per la caccia ai tordi è tutto cambiato. Il bottaccio effettua sempre la migrazione tra i primi di ottobre e per circa un mese. La percezione è comunque di un minor numero di soggetti avvistati, mentre alle mie latitudini son spariti gli svernanti. Terminato il passo, solo colleghi stacanovisti riescono ad intercettare pasture ed affili per passare buone giornate. La mancanza del freddo pungente ha comunque di fatto limitato le giornate buone nella caccia agli altri 2 turdidi più sensibili ai mutamenti climatici, sasselli e cesene credo preferiscano fermarsi in quei luoghi a nord dell'Italia dove in mancanza di neve e gelo perenne trovano cibo e ripari in abbondanza
Bella discussione. Per quanto riguarda le mie zone di caccia, il cambiamento climatico si fà sentire, eccome. Non esiste più migrazione nel mese d'elezione per la caccia alle anatre, ovvero novembre. In compenso è copioso il passo " estivo ": Da quando il mio chiaro è allagato ai primi di settembre, è un continuo di Alzavole e Mestoloni con permanenza di soggetti fin quando il disturbo venatorio li spinge a proseguire la migrazione. Ormai le migliori giornate si concentrano in un mese a partire dall'apertura e successivamente la speranza di qualche occasione è riposta nelle giornate piovose, sempre che ci sia in zona e soprattutto nelle vicine oasi qualche contingente svernante. Un'altra opportunità era data dalle giornate in cui il gelo notturno invitava gli acquatici a cercare pastura durante il giorno, ma le condizioni non si verificano da lustri tanto che sono sparite in cielo anche le pavoncelle.
Anche per la caccia ai tordi è tutto cambiato. Il bottaccio effettua sempre la migrazione tra i primi di ottobre e per circa un mese. La percezione è comunque di un minor numero di soggetti avvistati, mentre alle mie latitudini son spariti gli svernanti. Terminato il passo, solo colleghi stacanovisti riescono ad intercettare pasture ed affili per passare buone giornate. La mancanza del freddo pungente ha comunque di fatto limitato le giornate buone nella caccia agli altri 2 turdidi più sensibili ai mutamenti climatici, sasselli e cesene credo preferiscano fermarsi in quei luoghi a nord dell'Italia dove in mancanza di neve e gelo perenne trovano cibo e ripari in abbondanza
Credo sia anche dovuto allo stravolgimento del clima nei territori di provenienza dei selvatici.
Intendo dire che, così come da noi alcune specie oltre che migratorie sono diventate stanziali, la stessa cosa accade negli altri luoghi.
Se dove le beccaccie nidificavano , si alza la temperatura, avranno meno stimoli a svernare in altri territori.
Parimenti a condizioni cambiate, sceglieranno aree di approdo diverse
Credo sia anche dovuto allo stravolgimento del clima nei territori di provenienza dei selvatici.
Intendo dire che, così come da noi alcune specie oltre che migratorie sono diventate stanziali, la stessa cosa accade negli altri luoghi.
Se dove le beccaccie nidificavano , si alza la temperatura, avranno meno stimoli a svernare in altri territori.
Parimenti a condizioni cambiate, sceglieranno aree di approdo diverse
Certo, è ovvio che il cambiamento climatico è globale e quindi non influisce solo a livello locale.
Bah non saprei, ero in Sardegna l'ultima settimana di dicembre e la prima di gennaio.
Amici che erano con me sono usciti a beccacce e hanno fatto una media di 15 - 20 incontri al giorno... Cose impensabili da noi.
Entroterra oristanese.
“Perché a vent’anni, con due passioni nel cuore, la caccia e la libertà, e un grande disprezzo di tutti i beni per cui l’umanità merciaiola si arrovella e soffre, un buon cane davanti e un fucile in mano, come non può essere bella la vita ?”
Bah non saprei, ero in Sardegna l'ultima settimana di dicembre e la prima di gennaio.
Amici che erano con me sono usciti a beccacce e hanno fatto una media di 15 - 20 incontri al giorno... Cose impensabili da noi.
Entroterra oristanese.
Dipende dai luoghi. Alcuni posti buoni vuoti, altri pieni.
Da noi tutto secco ti spostavi di 40 km e l'erba era verde e tutto umido.
La migrazione c'è stata, specie in concomitanza di venti di tramontana di novembre. I tordi li hanno sparati, le beccacce anche. Ma al di là dei fiumi e delle oasi di protezione, allagati per acquatici zero. Allodole scomparse.
L'inquietante è che un intero anno di arsura da incubo. invasi vuoti, chiari spariti, le fangaie sono sempre rimaste creta desertica dalla scorsa estate.
I cereali non irrigati seccano. l'erba medica è alta un dito.
I cinghiali sono fissi nei canali e lungo le fiumare ancora umide.
Spero in qualche pioggia primaverile in quota quantomeno, che porti già un po' d'acqua.
Siamo ormai un bioma subdesertico, con steppa e gariga, eucalypti resistono ma disboscano anche quelli.
Molta molta tristezza.
da notare che quest'anno ho visto pochissimi storni, veramente pochissimi e in genere passano a milioni seguendo le fiumare e sostano lì, per poi planare sugli uliveti.
E i gruccioni che ormai erano una presenza fissa e numerosa nella nidificazione sulle pareti argillose o anche a terra, sono pochissimi. un anno estremo.
Qualcosa sta cambiando ed è sotto gli occhi di tutti. Sicuramente i tordi saranno diventati stanziali in un altro paese come il colombaccio lo sta diventando da noi.
capite perchè sarebbe importante avere in mano i dati degli abbattimenti degli ultimi 30 anni per trarre delle conclusioni su questi fenomeni complessi?
alcune specie migratorie sono oggettivamente difficili (per non dire impossibili) da stimare.. avere in mano i dati degli abbattimenti sarebbe un grandissimo passo avanti
Sono passati tanti anni, dico trenta, ma probabilmente sono di più, proprio in questo periodo si andava con i ragazzi di Costabissara a Conselice e,...
Come da titolo del quotidiano, questa per noi è la situazione da qualche tempo a questa parte.
L'estate scorsa in campo abbiamo toccato il 53°...
20-06-24, 10:12
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