Andai agli esami poco prima di compiere la maggiore età, ora che ci penso anche raccomandato, grazie al mio Zio acquisito Bruno, Socio e grandissimo amico di mio padre e di tutta la nostra famiglia...
Ora, passati i 58 anni di esperienze, posso dire che e' Bruno e' stato determinante nella nostra vita.
Forte, fortissimo fisicamente e di spirito, pronto ad affrontare qualsiasi avversità.
Molto generoso, come mio padre e come lui, ha tanto donato a chi se lo e' subito scordato...
Credo che chi ha questo animo vincente e forte, cada spesso negli errori detti sopra, ma che lo faccia in modo consapevole, prevedendo serenamente il Tradimento bieco dell' Ingratitudine, ma la voglia di aiutare e' così forte che lo fanno, senza mai attendere nulla in cambio!
C' era allora una gran persona ai vertici della FederCaccia e, su spinta di Bruno, che ne era in qualche modo parente, oltre che amico, mi accolse.
Bruno gli aveva detto che ero prossimo agli esami di Caccia!
Lui prontamente si interessò al mio caso, come non fare un piccolo favore a quella brava persona?
Comunque mi chiamò una settimana prima del fatidico appuntamento nella sezione principale a Vicenza e mi tenne un esame, senza che io me ne accorgessi.
Per una mia innata passione verso tutti gli animali del mondo e gli uccelli d' Europa, riposi sicuro alle tutte le domande. fatte indicando le bacheche zeppe di uccelli impagliati.
Lo sbalordì quell' Assiolo da me individuato, dicendomi che la maggior parte dei Cacciatori e delle Guardie non lo avrebbero saputo.
Poi mi fece caricare e scaricare, con dei bossoli, una doppietta.
Mi illustrò una scena di caccia e di come avrei attraversato una siepe.
Scarico la doppietta, attraverso con attenzione per non scivolare e , tornato all' aperto, carico l' arma.
Parte un Fagiano che fai?
Ed io: Sparo!
E sei morto!
Non hai guardato nelle canne se ti era entrata una foglia ed era entrata...
Usò un tono così carico di apprensione che le sue parole si scolpirono dentro di me: Qualsiasi fucile che hai e' mortale e, ricordatelo e' sempre carico!
Mai puntare il fucile verso qualsiasi persona!
Anche se lo hai appena controllato, ricordati che il fucile e' sempre carico!
Troppe disgrazie sono capitate!
Passai gli Esami!
Come credo ancora sia vi era una norma che i neofiti Cacciatori dovevano essere accompagnati nel loro primo anno di Caccia ed io, qualche volta, transigevo a questa regola, non solo, ma, senza patente di guida, prendevo il furgone della ditta, un WV T2 celeste pastello, il pulmino delle Suore, che ora varrebbe parecchio e via per le strade di provincia con doppietta e cartucce.
La preapertura della Caccia era un RITO al quale non si poteva mancare e per tanti anni ero presente a quella magica alba!
Ma, proprio quella del mio primo anno di Caccia i miei documenti non erano ancora arrivati e, dopo tante implorazioni di lasciare il fucile a casa, andai con Vittorino nei pressi di casa sua, appostati vico ad un gelso nell' argine del torrente Orolo!
Le More erano tante e succose, il Merlo in gabbia cantava e, davvero febbricitante, ero là, con gli occhi puntati nel "Moraro" e con la vetusta doppietta del mio mentore stretta tra le mani! Decine di Ghiri , o chissà che, mi facevano alzare la doppietta quando, una piccola fessura nella fitta chioma dell' albero, illuminata dai primi timidi raggi di luce, si oscurava.
E' arrivato un Merlo!
Sussurravo a Vittorino: Lascia stare che non e' nulla.
Rispondeva lui.
Intanto il nostro Merlo iniziava a cantare...
Poco lontano, da una siepe, un suo simile inizia a chioccolare come riposta, cambia canto quello in gabbia, ora il suo canto e' sottovoce, si sente appena ed assomiglia a quello di uno Scricciolo.
Questa particolare parte del canto del Merlo, fatta proprio per far accorrere il malcapitato credulone, ora fermo a pochi metri dalla pianta di buttata e' detta" Sgrignolare" nel nostro gergo vicentino.
Attento che ora arriva.
Mi dice con un sibilo il mio Maestro di Capanno.
Una macchia scura entra velocissima, ma nel fitto del gelso.
Sparo in quella direzione!
Nulla, il Merlo in gabbia tace.
Pochi secondi e ripartono le sue note...
L' hai preso?
E che ne sò, sparato, ho sparato, poi vedremo.
C' erano delle cartuccine bianche, mannaggia che non ricordo, ecco, Emanuela, si chiamavano Emanuela, o, forse, solo Manuela, avevano sempre del piombo minuto e poco, o nulla come contenitore, costavano poco ed erano ottime per i Passeri, soprattutto nei primi giorni di Caccia, quelli molto caldi di metà Agosto.
Qualche altro Merlo giovane cadde, quando, a tarda ora, una macchia veloce puntò la cima dell' albero e non la parte centrale e folta della pianta.
Ancora uno sparo.
Si era distratto Vittorino, da un bel pò non si vedeva nulla, essendo terminato l' orario propizio del primo mattino.
Il Merlo non ha " Sgrignolato" stavolta a che hai sparato?
Ad un Merlo, penso, solo che stavolta e' andato sulla punta...
Corri a prenderlo, mi rispose che questa volta non e' un Merlo, ma una Sbrusola!
Aveva ragione, un bellissimo Rigolo maschio, meravigliosamente giallo splendeva ai piedi del Gelso.
Ed era anche protetto...
Forse un solo colpo mancò la preda quel giorno, le Emanuela e la prima canna della doppietta di Vittorino erano infallibili con quel caldo periodo ed a quelle distanze.
4-5 Merli, di cui, diciamo, uno Giallo, furono il carniere di quella mia prima mattina di Caccia, con la Licenza di Caccia, ma, in qualche modo senza...
Vittorino mori', tanti anni fa...
Le nostre si divisero ancora parecchi anni prima ed ora sono io che ho i suoi anni di allora, preso dai ricordi di un Ferragosto di troppi anni fa...
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