Della real imperial prencesca annual cacciata

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  • Alessandro il cacciatore
    🥇🥇
    • Feb 2009
    • 20197
    • al centro della Toscana
    • Deutsch Kurzhaar

    #1

    Della real imperial prencesca annual cacciata

    Sabato 27 una eminente personalità venatoria ha voluto circondarsi di una accozzaglia di sedicenti "cacciatori" e soprattutto "tiratori" , "esperti balistici", etc etc per verificare il livello (più basso che medio) dei frequentatori sporadici di braccate al cinghiale. Il risultato è stato pietoso, e diciamo pure -ma solo apparentemente- contagioso per l'eminente personalità, che prevedendo lo scarso livello degli ospiti si è volutamente voluto abbassare, rasentandolo, al loro pietoso livello.
    Cosa si fa per osservare le sacre leggi dell'ospitalità!!!

    Ora gli attori sono invitati a narrare le loro miserevoli gesta: a voi!
    Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)
  • Yed
    ⭐⭐⭐
    • Sep 2012
    • 6354
    • Pordenone
    • Segugio Bavarese di montagna

    #2
    Ma le mirabolanti gesta chi le racconta ?? Qua sembra che ci interessi solo di ristori e libagioni

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    • Alessandro il cacciatore
      🥇🥇
      • Feb 2009
      • 20197
      • al centro della Toscana
      • Deutsch Kurzhaar

      #3
      E ora, prima fate un applauso al Menestrello che sta per arrivare, e poi silenzio. Sono più puntate.
      Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)

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      • Johnny Padella
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        • Nov 2015
        • 1023
        • Finalmente nella capitale del GDT

        #4
        L'ADUNANZA

        Alla fine si ritrovarono attorno ad una tavolata al...... un lussuoso ristorante con camere che fungeva da copertura ad un ben più lucroso giro di carne di selvaggina, escort di lusso e bossoli di cartone purdey sparati, gestito dal proprietario, un omone che tiranneggiava in cucina vestito, infangato e insanguinato come un cinghialaio dopo la battuta.
        Gionni, come al solito, invischiato in un ginepraio di compromessi, contrattempi e traccheggiamenti vari, era in ritardo, e trovò tutti già accomodati al tavolo, intenti ad ingurgitare colesterolo sotto forma di antipasti.
        Gionni salutò, si sedette nell'unico posto rimasto libero, e osservò gli altri commensali.
        A capo tavola era assiso il Prence.
        Alla sua destra F, un enigmatico personaggio il cui cranio aveva una forma ancora più incomprensibile della sua pur contorta favella, ma micidiale con la doppietta caricata a brennek e un fulmine a spezzare cinghiali.
        Poi Cero, proprietario di vasti appezzamenti di cui si curava distrattamente tra una battuta al cinghiale e un controllo, e aveva l'aristocratico vezzo, quando non era a caccia, di girare in ciabatte.
        Enry, che sotto l'apparenza di pacato e ragionevole buon padre di famiglia, nascondeva una malata parafilia per catenacci insparabili e mutandoni in loden.
        Nitro, un giovane rampollo di belle speranze, che per sfuggire alla monotona vita dei nobili di campagna, si divertiva a frequentare luoghi squallidi, popolati da individui gretti e volgari, come l'ufficio ricerca e sviluppo della ditta Bestemmie&Padelle di Bologna.
        Fulvio, la guardia, un uomo per cui ormai uccidere era una monotona routine, e quindi era venuto solo per mangiare.
        E infine, alla sinistra del Prence, il lubrico Springhe, che millantava le doti delle sue dispersanti a F, senza mai staccare gli occhi dalla giovane callipigia cameriera.
        Gionni, seduto tra enry e nitro, fingeva di interessarsi alla discussione mentre ingollava un raviolo di capriolo dopo l'altro....

        Bocce&Cartucce

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        • Yed
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          "raviolo di capriolo dopo l'altro...."
          Ricetta... ricetta... ricetta ! :)
      • Johnny Padella
        ⭐⭐⭐
        • Nov 2015
        • 1023
        • Finalmente nella capitale del GDT

        #5
        LA VEGLIA

        Finita la cena, il Prence e F. Salirono sul land lover e sparirono nella notte, non prima di aver fissato l'appuntamento per il mattino successivo al solito bar. Il resto della compagnia si trasferì per il pernottamento a...... Un luogo sperso nelle campagne, un santuario del bracconismo internazionale, dove il lubrico Springhe gestiva un crocevia di traffici più o meno loschi di armi e parti di esse, materiali esplodenti, generi alimentari più o meno adulterati e ricambi Land Rover più o meno "origginali" . Il compound era formato da vari "appartamenti" ognuno identificato da un nome in codice. A Fulvio toccò il "pettiere" Nitro e Cero si sistemarono nel "nutria" E Gionni, con suo grande sgomento, finí nel "falchetto grillaio" con Enry. Gionni si fiondò subito nell'unica camera da letto, e notò con disappunto che non c'era chiave né chiavistello. Nel cuore della notte, Gionni fu svegliato dal richiamo della prostata, e si accorse di misteriose voci sussurranti che provenivano dalla sala, dove il compare si era by sistemato su un divano letto. Sentiva enry che parlava con un'altra persona, un dialogo a dir poco inquietante...
        "Ora ti liscio per benino" .. Diceva enry... "Nono per favore!" Rispondeva la voce misteriosa, .. "Siiii" rispose enry, "non ti sei comportato bene, ti devo dare una bella lissiata....". Gionni era spaventatissimo, ma le fitte lancinanti alla vescica lo spinsero ad uscire dalla tana per soddisfare l'impellente bisogno fisiologico.
        Uscì quatto quatto dalla stanza per andare in bagno, e vide con la coda dell'occhio il compare che stava ricurvo su se stesso, seduto sul divano letto, volgendogli le spalle. Indossava cappellino e mantella in loden, e ansimava piano, muovendo freneticamente la mano destra, sfregando qualcosa che produceva un sinistro fruscio metallico. Nella stanza non c'era nessun altro...
        Gionni rinculò a piccoli passi, richiuse piano la porta, mise una sedia a contrasto e pisciò dalla finestra...

        Dopo un tempo che parve interminabile, il Padella sentì russare e, curioso come una ghiandaia, socchiuse la porta e sbirciò nella sala.... Il bieco individuo, soddisfatti i suoi più luridi istinti, russava soddisfatto, stravaccato sul divano. Sul comodino, accanto ad una confezione di iosso, adagiato su un candido panno c'era un piccolo cilindretto metallico, lustro e lucente.
        Gionni non indagò ulteriormente, si barricò in camera e fu con grande sollievo che, dopo qualche ora insonne, sentì Enry che, sempre parlando affettuosamente col suo percussore, fece i bagagli e se ne andò.
        Bocce&Cartucce

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        • Johnny Padella
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          • Nov 2015
          • 1023
          • Finalmente nella capitale del GDT

          #6
          Originariamente inviato da Alessandro il cacciatore

          Si dice "cinghialai". Prendere nota.
          Ma c'eri? Perché è andata proprio così 😅
          Bocce&Cartucce

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          • Johnny Padella
            ⭐⭐⭐
            • Nov 2015
            • 1023
            • Finalmente nella capitale del GDT

            #7
            LA MATTINA

            "Gionni!! Dove sei???" era Springhe, che non vedendolo arrivare, lo aveva chiamato al telefono.
            Gionni, provato dalla notte da incubo, aveva dormito praticamente vestito, e non aveva sentito la sveglia. Si infilò in fretta e furia i pantaloni e il giaccone, arraffò la carabina e lo zaino e fu fuori. Si mise gli stivali e scattò in piedi cone un pupazzo a molla.
            Gli altri erano già là sul piazzale delle auto, e lo aspettavano con una espressione mista di impazienza e commiserazione.

            Gionni, che sugli stivali aveva ancora il fango di metà novembre, salì sullo scintillante pickup Ford Ranger di cero insieme con nitro, e quando si accorse che i tappetini erano molto più puliti del pavimento del suo bagno di casa, temette seriamente per la propria incolumità personale... Dopo un tortuoso percorso tra strade tutte uguali, arrivarono all'appuntamento col Prence e F.
            Consumata una frugale colazione al bar...... , che oltre a ottimi panini imbottiti forniva anche un servizio di caporalato last minute per lavori agricoli e non, si apprestarono a salire sulle macchine, quando videro avvicinarsi, cigolando e sbuffacchiando fumi tossici, una vecchia station wagon, probabilmente alimentata a gasolio agricolo.
            Il mezzo si fermò di traverso alla strada, di fatto bloccando il passaggio, e ne discese un individuo massiccio che brandiva un mezzo antico, vestito con un giaccone di cuoio e uno strano berretto, un incrocio tra un trafficante di bestiame di Poggibonsi e un commissario politico della nkvd, o meglio il gatto, la volpe e mangiafuoco tutti riuniti in un unico personaggio.

            "Bongiorno ragassuoli, m'ha detto un basista che oggi l'allegra brigata si sarebbe riunita... E allora mi son detto, perché non passare a fare un saluto???... Ahhhh, ma si va a caccia oggi eh?? Putacaso ho dietro la carabina..."
            Era il famigerato Negusse, titolare della Osvaldos's multiservices, una tentacolare organizzazione i cui interessi spaziavano, attraverso una rete di controllate e prestanome, basisti, soci e mezzisoci, dalla produzione di munizioni per operazioni venatorie speciali (ORP Osvaldos's Reloading Precision) fino ai servizi alla persona.
            In qualche modo era venuto a sapere della cacciata, e contava di essere ammesso in virtù di vecchi maneggi in cui era invischiato anche il Prence, storie di olio tunisino, gesso, prosciutti di cinghiale e assessori all'urbanistica di cui era meglio sapere il meno possibile....
            F. borbottò qualcosa e il Prence biascicò un "maremmimpestata" con cui il negusse fu ufficialmente ammesso alla cacciata.
            Senza indugio tutti risalirono sui mezzi, e la colonna si addentrò nel Principato di....
            Arrivati a destinazione, scesero dalle macchine e si avviarono lungo il limitare del bosco, dietro a F, che assegnava le poste.
            A un certo punto si trovarono di fronte a un passaggio di cinghiali che definire trafficato sarebbe stato riduttivo, praticamente un imbuto di cinghiali, con segni di passaggio continuo almeno dal 1970 fino ad oggi.

            Quella era la posta prencesca.

            Cero, allora, preso da un moto di ribellione, aspettò che il prence si assentasse per confabulare con F, e con circospezione si avvicinò al trattoio, ci pisciò sopra, e per soprammercato si accese una Marlboro, tirò un paio di boccate e piazzò il mozzicone acceso e fumicante proprio al centro della fora.
            Il Prence, che apparentemente non si era accorto di nulla, tornò indietro, posizionò lo sgabello proprio di fronte alla fora, posò a terra la borsetta filson, e disse, come parlando a sé stesso "tanto contro ì culo, un c'è nulla daffare"

            Il negusse invece fu piazzato di posta accanto a ilbresciano, un arzillo ottantenne con una nappa alla Alan Ford, due baffoni bianchi alla Grunf, e un doppiettone del 12 71 */***, probabilmente caricato a terzarole, e sicuramente coevo alla sua cacciatora in velluto marrone a coste grosse.


            Gionni, Fulvio e Springhe vennero dispersi nel bosco, nelle cosiddette poste "piazzetta" e "campaccio".
            Praticamente avrebbero visto un cinghiale solo in seguito a una allucinante botta di culo, e solo se si fosse avvicinato a tre metri.
            Quando tutti furono pronti, venne dato il segnale, i fucili furono caricati e i cani vennero sciolti.

            Iniziò allora una estenuante attesa, tra canizze, cani da ributtare in braccata, enigmatici messaggi radio e cinghiali fantasma.
            Ad un certo punto, Springhe e Fulvio, sempre in coppia come le guardie e le gonadi, sentirono un grosso cinghiale passare sotto la loro posta, in direzione Gionni.
            Gionni non sentì nulla, a parte i cani che andavano in direzione del Prence.
            Poi, avvenne l'incredibile.
            Gionni, dalla sua posta, udì due colpi, e poi il silenzio.
            Per un attimo anche i cani tacquero, il vento si fermò, la temperatura scese sensibilmente di qualche grado e un merlo morì stecchito a mezz'aria.
            Gionni capì

            Doveva essere stata una padella
            Grossa
            Enorme
            Ineguagliabile
            Praticamente prencesca....




            Bocce&Cartucce

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            • Alessandro il cacciatore
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              • Deutsch Kurzhaar

              #8
              Originariamente inviato da Johnny Padella
              LA MATTINA


              Gionni, Fulvio e Springhe vennero dispersi nel bosco, nelle cosiddette poste "piazzetta" e "campaccio".
              Praticamente avrebbero visto un cinghiale solo in seguito a una allucinante botta di culo, e solo se si fosse avvicinato a tre metri.
              Piazzetta e Campaccio sono fra le poste più ambite, i trattoi battuti lo testimoniano (almeno li avete visti o il F. di proposito vi ha messo da un'altra parte ???).
              Solo che alla posta bisogna saperci stare, infatti c'è un detto, frutto della saggezza popolare: "Se si puzza di bisc....non si tira".
              Gionni l'auricolare per la radio non è un vezzo, è una necessità assoluta, ma siccome eri lontano, mi son guardato bene dal correggerti :a me facevi da sponda...mors tua vita mea! Poi non ci si gingilla con l'otturatore scarrellando , non si scartano caramelle con la stagnola, non si mangiano panini, non si tagliano rametti, non si chiacchera con Springe e Fulvio, non si cammina avanti e indietro sui sassolini, non, non, etc etc
              Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)

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                #9
                SCOOP!!!

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                • Johnny Padella
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                  #10
                  IL PRANZO

                  Terminato il momento di gelo cosmico, gli astri ripresero le loro evoluzioni e l'universo tornò poco a poco al suo normale equilibrio. Non ci fu comunque tempo di metabolizzare la cosa, che subito si udirono altri 4 spari, e Gionni sentì distintamente una palla vagante passargli sopra la testa come un maligno calabrone, per cui si buttò a terra coprendosi la testa tra le mani, esclamando un texwilleriano : "PESTE!"
                  Negusse e ilbresciano avevano fatto la loro, padellando un verro e spedendo aggiro una tempesta di pallottole vaganti, senza per fortuna fare ulteriori danni.
                  A questo punto la cacciata della mattina venne sospesa per lutto, e arrivò il segnale di abbandonare le poste. Tutti si accalcarono alla posta prencesca, dove Cero stava platealmente misurando a grandi passi la distanza tra la seggiolina del Prence e la fora. "6 Passi, per la precisione!" disse in tono arbitrale. Gionni vide chiaramente i due crateri aperti dalle tig in 9.3 nel terreno motoso ai lati del trottoio. Gli sembrava che fumassero ancora.
                  Il Prence, impassibile, assisteva in disparte alla irriverente pantomima.

                  " Gnamo, bucaioli, che si fa tardi per il pranzo!", disse infine, stranamente calmo.

                  In un capannone agricolo, su panche e tavolacci, era stata apparecchiata e imbandita la mensa per i cacciatori. Stoviglie in porcellana, bicchieri e caraffe di cristallo e posate d'argento facevano bella mostra di sé su candide tovaglie di lino.
                  Il menù comprendeva pappardelle al ragù di cinghiale, rostinciana, sarsiccioli, fegatini alla brace e dolci fatti in casa.
                  C'era addirittura la verdura: piselli con la pancetta, fagioli all'uccelletta e gobbi fritti.
                  Inutile dire quale fu l'argomento che monopolizzò l'aulica conversazione... Tra scrosci di risa sguaiate, rutti alla grappa e moccoli da far invidia a Farfarello e Barbariccia. Gionni, come al solito, fingeva di interessarsi, trangugiando un fegatino dopo l'altro.
                  Il Prence continuava a stare in disparte, e non parlava con nessuno. Soltanto un osservatore attento, e soprattutto sobrio, probabilmente si sarebbe accorto dei cenni d'intesa che si scambiava con il guardia, il concessionario, il terzadro e il ragazzo dagli occhi cerulei e dal ciuffo impertinente che sciabolava, usando un serramanico lungo come un avambraccio, delle bottiglie di prosecco senza etichetta, che poi mesceva generosamente ai membri della compagnia. F. poi, aveva il volto attraversato da una smorfia sghemba, che nella fattispecie si poteva interpretare come un ghigno sornione...
                  Intanto le mancanze di rispetto e i lazzi volgari nei confronti del Prence, montavano come una marea di bottino quando i pozzi neri son colmi, e raggiunsero l'acme quando il Negusse, ormai annebbiato dai fumi dell'alcool, e perso ogni ritegno, poco prima della partenza per la cacciata del pomeriggio legò dietro al land Prencesco una intera batteria di pentole "prese in prestito" dalla cucina, che quando partì provocarono una infernale, beffarda cacofonia. Il Prence allora si sporse dal finestrino e con calma disse: "Adesso, bucaioli, la ricreazione è finita, ci vediamo alla Valle della Verità. E levate codesta roba da dietro i mi landrover sennò vi fo spellar vivi, vi fo cospargere di mangime e vi fo buttare nella voliera delle volpohe!!!". Il Negusse, sbuffacchiando, si chinò per liberare il Land....
                  Bocce&Cartucce

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                  • Johnny Padella
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                    • Finalmente nella capitale del GDT

                    #11

                    LA VALLE DELLA VERITÀ
                    Era una specie di campo stretto e lungo, chiuso su uno dei lati corti da un pendio, da uno dei lati lunghi da un bosco in forte pendenza, e dall'altro da un boschetto delimitato dopo qualche decina di metri da un muro a secco, la massicciata di un viottolo. In fondo, la valle si apriva su un campo aperto.
                    Le poste erano disposte lungo il boschetto, rivolte verso il pendio boscoso e col viottolo alle spalle.

                    GIONNI guardò alla sua destra, la prima posta era occupata da Cero, dai movimenti studiati e collaudati in innumerevoli azioni di caccia e non, che portava con nonchalance un sovrapposto in 9.3. Accanto a lui, Nitro, armato con una bar probabilmente appartenuta a suo nonno (o al nonno di qualcun'altro) caricata con cartucce sperimentali Be&Pa. Indossava un paio di cuffie hi tech, che gli permettevano di udire lo sfrascare del cinghiale a km di distanza.
                    Alla sua sinistra, il Negusse, che per digerire il pantagruelico pranzo sorseggiava da una bottiglia di plastica grappa di prugne distillata in casa e sbocconcellava un lonzino di orso affumicato con tabacco Kentucky e legna di bancale. Poi, la posta delle guardie, sempre in coppia, in due con un fucile, praticamente due gonadi e un membro.
                    Dopo ancora il Prence, gelido per la figuruccia della mattina, che affettava indifferenza. All'ultima posta, quasi alla fine della Valle, il bel giovane dagli occhi cerulei e dal ciuffo impertinente, con un semiauto beretta, che da tutto il giorno il Prence si portava appresso, Evidentemente il suo nuovo favorito...

                    Iniziò la solita, snervante attesa...
                    A un certo punto la canizza si fece sempre più vicina, e un cinghiale apparve trotterellando alla destra di Gionni, in cima al bosco. Il Padella Fece appena in tempo a pensare "se padellano Cero e Nitro è mio" che un solo colpo di Cero mise fine alla fuga del cinghiale e alle sue illusioni . Nitro, per calmarsi, fumò una paglia in due boccate, fino a bruciarsi le dita.

                    Nel frattempo, il Negusse, vinto dalla grappa e dagli stravizi notturni, e forse dal prosecco senza etichetta, si addormentò sfacciatamente appoggiando la nuca al seggiolino.
                    Altra canizza.
                    Gionni sentì sfrascare proprio davanti a se, ma il cinghiale uscì dalla parte del Negusse, che per miracolo si svegliò, sfiammò qualche colpo alla viva il parroco con l'unico risultato di far andare l'animale dalla parte di Springhe, che mirando il Blatt, clamorosamente colpi il cinghiale portandoli via uno spicchio di zampino anteriore destro!! E questo tentando un improbabile ganghero fini la corsa barcollando ai piedi del Prence.... che lo fini con un preciso colpo in testa!
                    Giorno di festa per i villici del contado!

                    Gionni a questo punto, tentò il tutto per tutto. Dopo una giornata all'addiaccio, fermo, immobile, quasi senza respirare, rintontito dal freddo e dal prosecco senza etichetta, decise di sparigliare le carte.
                    Si accese un mezzo antico, spisciaccolò tutto intorno alla posta, scarrellò diverse volte la bar, sgranocchiò rumorosamente dei cantuccini sbriciolando ovunque e alla fine si sedette su un sasso e chiuse gli occhi. Alla fine la posta era messa peggio dei cessi della stazione di Pontedera, ma del resto, se il cignale era uscito al Prence e al Negusse, era palese che fosse solo questione di culo.

                    E culo fu.

                    Il branchetto arrivò a rotta di collo dalla discesa, proprio tra le poste di Gionni e Nitro. Gionni sentiva lo scalpiccìo degli zoccoli, alzò la BAR e tirò dimbracciata. Il cinghiale continuò a correre. Arrivarono 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7 cinghiali uno dopo l'altro. Iniziò un furibondo fuoco incrociato. Sul terreno, rimasero solo un pugno di bossoli fumanti e l'orgoglio agonizzante di Nitro e Gionni. Non rimase neanche un animale. Gionni guardò verso Nitro, che aveva la bocca semiaperta, gli occhi sgranati, le cuffie tutte storte e teneva la carabina bassa, con le punte delle dita, come se stesse per cascargli dalle mani.
                    Gionni aveva la stessa espressione, ma in più i pantaloni gli erano calati a mezza gamba, lasciandolo in mutandoni di pile. Si era dimenticato, dopo aver svuotato la vescica, di riagganciarsi....
                    I due, completamente avviliti, non avevano più neanche la forza di moccolare.
                    Intanto, Cero assisteva impassibile, fumando e col fucile aperto a tracolla, il Negusse si stropicciava gli occhi e il Prence ghignava sotto i baffi, mormorando : "un bel branchetto sgranato..."
                    Dopo questa vera e propria debacle venne dato il segnale di fine cacciata, e la compagnia si riavviò mestamente alle auto.
                    Quando furono tutti al parcheggio, il Prence era già al volante, con una Davidoff tra i denti, in compagnia del giovane favorito, l'auto del negusse era piena fino ai finestrini di bottiglie di prosecco, sciabolate e vuote. Non si sentiva volare una mosca. Prima di partire sgommando il Prence li salutò con un laconico "un lo so mmia se anno prossimo vi invito ancora, buaioli...."

                    Prence nihil frustra fecit (?)

                    Bocce&Cartucce

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                    • SPRINGER TOSCANO
                      ⭐⭐⭐
                      • Sep 2013
                      • 5682
                      • VOLTERRA
                      • Breton

                      #12
                      Eliminati.
                      The Rebel![;)]

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                      • Alessandro il cacciatore
                        🥇🥇
                        • Feb 2009
                        • 20197
                        • al centro della Toscana
                        • Deutsch Kurzhaar

                        #13
                        Ringrazio tutti i cancellatori.
                        Ora pulizia completa anche dei post dove si dice che si cancella.
                        Ultima modifica Alessandro il cacciatore; 08-02-24, 11:14.
                        Ars venandi est collectio documentorum, quibus scient homines ad opus suum deprehendere animalia non domestica cuiuscumque generis vi vel ingenio. (Fridericus II Imperator 1194-1250)

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                        • Livia1968
                          Livia1968 commenta
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                          Agli ordini Maestro🤬

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