Il poeta ed il tordo

[nelson]

Buongiorno, da diverso tempo ho in mente stralcio della poesia di un poeta italiano, mi sembra primi 900. Ci racconta che questi, un giorno decise di andare a caccia e, sparato ad un tordo che raccolse ormai moribondo, ne rimase tanto turbato da appendere definitivamente la doppietta al chiodo.
Era su un libro di antologia della mia infanzia e quindi si tratta delle scuole medie.
C'é qualcuno che la conosce e puó indicarmela? Mi pacerebbe rileggerla. Grazie.

[parsifal69]

Non è sicuramente questa, però, in attesa di trovarla, vale la pena lo stesso contemplarla:

Mi appoggiai al cancello d'un boschetto

Quando il Gelo era grigio fantasma,

E le scorie dell'Inverno intristivano

L'occhio morente del giorno.

I rami intrecciati graffiavano il cielo

Come corde di lire spezzate,

E tutti gli esseri intorno

Erano presso il loro focolare.

Le linee della terra inscheletrita

Sembravano il cadavere disteso del Secolo.

La sua cripta sepolcrale, la volta nuvolosa,

Il vento, il suo lamento di morte.

Il palpito antico del seme e della nascita

S'era ristretto in gelida secchezza,

E ogni spirito sopra la terra

era spento, come me.

Una voce improvvisa

Si udì tra gli squallidi rami,

A piena gola, un canto serale

Di gioia sconfinata;

Un vecchio tordo, fragile, sperduto, piccolino,

Le piume arruffate dal vento,

Mostrava così la sua anima

Al buio che scendeva.

Così poco adatto a canti

Di melodiose note

Era il volto della terra,

Lontano o intorno a lui,

Da farmi pensare vibrasse

In quella sua gioiosa buona-notte

Una lieta speranza, di cui egli sapeva

Ed io ero ignaro.

(Thomas Hardy)