Queste mie osservazioni potrebbero altresì essere maggiormente di pertinenza della sezione “cinofilia”, nella quale vedrò se aprire una discussione simile, magari in termini un po’ diversi: sempre che i Moderatori siano … d’accordo con me!
In un paio di discussioni avevo già posto l’enfasi sulle differenze fra lo “stile” in senso anglosassone (un cane che dia piacere nel vederlo lavorare), e lo “stile di razza” così come noi lo intendiamo, che poi altro non sta ad indicare se non alcuni aspetti della tipicità di razza durante le fasi operative.
Vediamo adesso come gli anglosassoni operano le loro selezioni nell’ambito della razza, o meglio dei cani ai quali attribuiscono un pedigree di razza.
Iniziamo con il dire che, in UK (e se è per questo anche negli USA ed in altri Paesi che hanno abbracciato la medesima “filosofia”),una prima distinzione viene operata sulle modalità di selezione dei soggetti della razza stessa: ecco quindi la selezione “field-bred”, da distinguersi da quella “pure-bred”.
Anche se queste definizioni sono in qualche modo parlanti, mi sembra interessante esplicitarle meglio: per selezione “pure-bred” si intende la selezione di razza propriamente detta, cioè quella operata in purezza e nel rispetto dello Standard di riferimento. La selezione “field-bred” segue invece altre logiche, che prescindono sia dalla purezza che dal rispetto dello Standard. Anzi, è già questa stessa definizione che sottintende la selezione con immissioni spurie, e di conseguenza soggetti con un aspetto più o meno difforme dallo Standard di razza (anche perché, in questa modalità selettiva, lo standard non viene tenuto in nessun conto).
Un altro tipo di distinzione, viene altresì operata in base alla destinazione per la quale viene operata la selezione: in questo caso, si prefissa con “working”, o con “show”, il nome della razza. Abbiamo quindi i vari “working springer”,” working labrador”, “working Welsh”, “working clumber” ecc., così come I vari “show labrador”, “show clumber” ecc...<O:p</O:p
Anche in questo caso, le distinzioni sono parlanti: con “working” si intendono soggetti/linee capaci di svolgere il lavoro per il quale è stata selezionata la razza, con “show” si intendono soggetti/linee destinati alle expo.
In base a quanto detto, potrebbe venire da pensare che gli “working” ed i “field-bred” siano la stessa tipologia, così come “show” e “pure-bred” siano sinonimi: certo, ci sono buone probabilità che questo accada, ma non è sempre così.
Intanto non è così nelle razze nelle quali non esiste una selezione “mirata” ai field-trials (le nostre prove di lavoro), l’altrimenti conosciuto “dualismo di tipo prove/expo” che, in realtà, si limita a 4 razze, almeno fra spaniel e retrievers: labrador, golden, springer e cocker.
Nei Welsh, nei Field, nei Clumber, nei Flat-coated ecc. non esiste una selezione “field-bred”, ed in questo caso la distinzione avviene solo fra “working” e “show”, entrambi “pure-bred”, che quindi si limita a sottintendere il fatto che i primi posseggono ancora l’operatività tipica della razza, mentre i secondi hanno perso questa capacità.
Invece nelle 4 razze prima citate, dove esiste il dualismo di tipo, il termine” working” deve essere considerato in maniera più generica, dal momento che abbraccia senz’altro i soggetti di selezione field-bred, ma anche una parte di quelli “pure-bred”, cioè di quei pure-bred che invece di essere dei meri “show”, sono appunto capaci di offrire confacenti prestazioni operative: nel caso di queste 4 razze, si utilizza altresì la definizione “dual-purpose”.
Spero di essere stato chiaro ed esaustivo nella condivisione di queste… pillole di cinofilia anglosassone.
Anche perchè questo può aiutarci a capire meglio il motivo per il quale io definisco di “non razza” i cosiddetti “springer da lavoro”: definizione che sta appunto ad indicare in maniera univoca i soggetti “field-bred”, in quanto tali selezionati con sicure immissioni di sangue spurio, ed altresì senza alcuna attenzione all’aspetto che queste immissioni hanno determinato (ecco quindi spiegato l’arcano dei “soggetti difformi l’uno dall’altro, accomunati dal solo fatto di essere più o meno difformi dallo Standard”)!
E l’esempio più eclatante ed estremo di questa “filosofia” allevativa lo possiamo senz’altro osservare in molti dei cosiddetti “cocker da lavoro” (field-bred cocker), dei veri e propri “trovatelli da canile municipale” non solo nell’aspetto, dal momento che geneticamente possono derivare davvero da qualsiasi cosa ... fuorchè dal cocker di pura razza!
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