rapporto comitato tecnico

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  • Lucio Marzano
    Lo zio
    • Mar 2005
    • 30090
    • chiasso svizzera
    • bracco italiano

    #1

    rapporto comitato tecnico

    Come e dove va il Bracco Italiano

    Per mandato del Consiglio Direttivo d’intesa con il Comitato Tecnico della SABI e in ottemperanza a quanto stabilito dal regolamento di attuazione dello statuto della Società medesima, ho redatto alla fine del 2005 una breve relazione sullo stato attuale della razza e sulla sua evoluzione durante gli ultimi tre anni assumendomi il compito di fornire anche qualche indicazione per la selezione e l’allevamento nei prossimi anni.



    L’analisi è stata condotta attraverso la valutazione dei soggetti presentati alle manifestazioni (prove ed esposizioni) con particolare attenzione alle speciali di razza, l’osservazione di prodotti dei principali allevamenti e alcune testimonianze di allevatori e utilizzatori. Si presume che per l’elevata percentuale dei bracchi controllati alle manifestazioni in rapporto ad una popolazione non molto numerosa che non è variata significativamente negli ultimi tre anni, le nostre valutazioni empiriche, realizzate senza ricorrere a metodi statistici, possono essere ritenute oggettive e utili per fornire indicazioni per il processo migliorativo della razza.

    Non sono stati notati cambiamenti sostanziali in questi brevi tre anni durante i quali va segnalato come diversi bracchi si siano avvicendati, distinguendosi anche in manifestazioni di grande rilievo, per contribuire al prestigio ed alla notorietà della razza.

    L’indicazione della SABI - sempre fortemente voluta e incentivata anche attraverso specifici premi a punteggio - di produrre il bello e bravo viene confermata non solo nei soggetti partecipanti a esposizioni e prove, ma anche in buona parte dei bracchi che gli allevatori più seri e capaci distribuiscono all’utenza venatoria. In grande percentuale si producono bracchi di media taglia, d’aspetto forte e vigoroso, con robusta ossatura, che mantenendo ben evidenti le caratteristiche morfologiche dettate dallo standard, evidenziano tonicità muscolare e la prestanza del cane da lavoro. Dobbiamo sempre declassare i soggetti esili e con poca sostanza, mentre il grande bracco di antico stampo può rivestire un certo interesse in allevamento per l’espressione, il carattere, la tipicità in generale purché dimostri di essere avido, resistente e dinamico nell’impegno sul terreno.

    Confermo come le misurazioni dei soggetti di qualità più diffusi e più in vista alle manifestazioni rivelano per i maschi altezza al garrese tra 63-65 cm con perimetro toracico di 75 cm e per le femmine 59-61 cm con torace sui 70 cm. Si pongono cioè nelle misure medie dello standard entro i quali oggi sembra rientrare la maggior parte dei bracchi. In buona percentuale anche la lunghezza del tronco è pari all’altezza al garrese con minimi scostamenti. Da queste misurazioni scaturiscono pesi tra i 28-32 kg in cani in buono stato. Suggerisco, fornendo adeguate istruzioni, di utilizzare il sito internet per allargare la base di questa ricerca che dovrà fornirci non solo pesi e misure, ma anche una correlazione tra l’efficienza sul terreno (in particolare velocità e resistenza) in rapporto alla corporatura del cane.

    La tipicità della testa e una corretta divergenza degli assi cranio-facciali è oggi diventata una costante. Così pure con soddisfazione vediamo come i cani ben tenuti non abbiano quasi mai problemi cutanei, tracce di linfatismo e rachitismo. Sarà merito della selezione o di un maggior benessere e di una migliore alimentazione? Si pensa che entrambe le cose abbiano positivamente influito. Ai raduni di razza è rarissimo vedere un soggetto con gli appiombi scorretti.

    Confermo quanto già scritto tre anni fa: “La razza attraversa un momento di buona salute e non presenta nella media problemi particolari, si sta proseguendo in un processo evolutivo intrapreso molti anni fa e direi che si stanno consolidando gli ottimi risultati raggiunti nell’ultimo decennio; solo una raccomandazione importante va fatta agli allevatori e ai giudici che dovranno sempre considerare con giusta severità i soggetti che non dimostrano quella serenità e franchezza del carattere che determinano l’adattabilità della nostra razza a qualsiasi situazione, si notano infatti, con percentuali maggiori in linee di sangue facilmente definibili, alcuni soggetti con problemi di timidezza ed ipersensibilità.”

    Forse questo ultimo problema è oggi meno frequente, ma teniamo alta la guardia!.

    A differenza di quanto richiesto dall’ENCI non ritengo sia necessario istituire impegnativi controlli radiologici sulle displasie e tantomeno su altre patologie ereditarie fino a quando una grande percentuale dei nostri bracchi sarà impiegata nell’esercizio venatorio o nella preparazione per le prove di lavoro. Se impegneremo severamente i nostri cani nell’esercizio per il quale sono stati creati, avremo i migliori presupposti per selezionare cani sani e robusti.

    Preoccupazioni per il futuro ci vengono dai cani che non vengono utilizzati sul terreno della caccia e delle prove o dai bracchi nei paesi stranieri, questi ci saranno utili solo se sapremo mantenere adeguati contatti e controlli con i loro allevatori.

    Il materiale di cui oggi può disporre l’allevamento italiano, fondato su alcuni ceppi di gran pregio e ben controllati da molte generazioni, ci può consentire di selezionare senza necessariamente ricorrere a ripetuta consanguineità e di produrre con frequenza e facilità un elevato numero di bracchi altamente qualitativi come già sta avvenendo nei migliori allevamenti.

    Giuseppe Colombo Manfroni

    forse non tutti l'hanno visto e letto, lo ripropongo sul sito in attesa di commenti

    lucio
  • pennino
    ⭐⭐⭐
    • Jul 2005
    • 2286
    • Rocca Priora, Roma, Lazio.

    #2
    magari in "privato" ma queste linee di sangue, con problemini caratteriali mi piacerebbe conoscerle.....onde "evitarle" in seguito....
    sigpic
    pennino

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    • Lucio Marzano
      Lo zio
      • Mar 2005
      • 30090
      • chiasso svizzera
      • bracco italiano

      #3
      Caro Pennino, questo è un punto sul quale mi sono soffermato attentamente e devo dire che su questo argomento non concordo con quanto affermato dal Dott Manfroni, i casi di timidezza sono più o meno frequenti ma presenti in TUTTE le linee di sangue, ne conosco relativi a cani provenienti dagli allevamenti più rinomati e segnalati dalle prove e dalle expo così come da linee di sangue meno frequentemente presenti alle manifestazioni, quindi temo che il problema non sia riconducibile "ad alcune linee di sangue facilmente definibili" ma sia da affrontare su base di allevamento generale.
      lucio

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      • Massimiliano
        Amministratore - Fondatore
        • Mar 2005
        • 13352
        • Lugano
        • Luminensis Pointer Fuoco (b/a) Loco (b/n)

        #4
        <div align="center" id="quote2"><table class="quote"><tr><td class="quotetd"></td></tr><tr><td class="quotetd2"><span class="quotetext">
        Dobbiamo sempre declassare i soggetti esili e con poca sostanza, mentre il grande bracco di antico stampo può rivestire un certo interesse in allevamento per l’espressione, il carattere, la tipicità in generale purché dimostri di essere avido, resistente e dinamico nell’impegno sul terreno.</span></td></tr></table></div align="center" id="quote2">

        Interessante questa affermazione.. dopo anni in cui si e' cercato l'allegerimento in virtu' di una maggiore dinamicita' adesso forse si cerca di tornare un po indietro? si e' forse in alcuni casi esagerato e perso qualcosa di buono per strada?
        Massimiliano

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        • Lucio Marzano
          Lo zio
          • Mar 2005
          • 30090
          • chiasso svizzera
          • bracco italiano

          #5
          Bene sentiam ancora altri pareri, aspetto che si esprimano un po' tutti, qui parliamo della razza, non di una singola manifestazione ed abbiamo un'autorevolissima esposizione della situazione sulla quale riflettere, autorevole sia per la firma che per il fatto di essere il documento UFFICIALE sullo stato della razza.

          chiarissimo quando dice " bisogna declassare i soggetti esili e con poca sostanza" e i "grandi bracchi" vanno bene ma devono essere "avidi, resistenti e dinamici" sarebbe il caso allora di smetterla con i cani pensatori, riflessivi, che devono studiare il terreno prima di mattersi in azione e così via con tutte le panzane che hanno cercato di giustificare nel passato soggetti non sufficientemente atletici. Certo che l'avidità la potremo verificare alla prove la resistenza invece....la vedrà solo chi utilizza il cane a caccia e per alcune ore di seguito.
          Io comunque resto dell'idea che un bracco di 40 kg. non può essere
          un ausiliare venatoriamente valido, a meno che si facciano grandissime concessioni sia sulla dinamica che sulla resistenza.
          lucio

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          • Polcevera
            ⭐⭐⭐
            • Apr 2006
            • 1101
            • Genova, Genova, Liguria.
            • Bracco italiano ''POLCEVERA'S''

            #6
            Sulla timidezza non bisogna indugiare ma essere drastici; i soggetti timidi vanno scartati, di qualsiasi genealogia siano. Il cane timido, personalmente, non lo sopporto, non ho ne la voglia ne la pazienza di recuperarlo. Anche se, bisognerebbe capire i soggetti, che tipo di timidezza hanno, da quelli nati timidi, i peggiori, a quelli che hanno paura delle persone, ma poi sul terreno vanno bene, solo pero'con il proprietario. Qualcuno come questi e' anche diventato campione di lavoro, di recente, ma non bisognerebbe utilizzarlo per la riproduzione. Poi ci sono casi di cani, che nati coraggiosi, senza problemi di timidezza, hanno incappato per loro disgrazia, in un padrone incapace di crescerli , e diventati cosi',piu' che timidi, paurosi... ancora peggio.
            Sul lavoro il bracco italiano va considerato un cane da caccia come tutti gli altri, senza tante giustificazioni del genere " e' un cane filosofo" "e' pensatore" "è un diesel che ha bisogno di scaldarsi prima di partire" "bisogna aspettarlo perche' è una razza particolare e ci vuole piu' tempo"...
            Ma quale tempo, ma cosa bisogna aspettare? Il giovane soggetto deve essere intraprendente e pronto, deve avere passione e intelligenza, anche se ci vuole il suo tempo per prepararlo. Io come allevatore faccio selezione in tutto, scarto pure i maschi che non coprono,un problema esistente e importante, ma nessuno ne parla (ci sono parecchi campioni che hanno questo problema). Per quanto riguarda la taglia, bisognerebbe selezionare il cane ben costruito,di ossatura solida, muscoloso, asciutto e compatto. Ci sono cani di taglia piccola che non fanno piu' di tre passi su un mattone, e cani di taglia grande che volano sul terreno, bisogna quindi riuscire a trovare il giusto equilibrio.
            Maurizio Sodini


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            • Lucio Marzano
              Lo zio
              • Mar 2005
              • 30090
              • chiasso svizzera
              • bracco italiano

              #7
              grazie Sodini concordo con te prima di tutto per non trovare più alcuna giustificazione ai cani che non vanno, se non vanno non c'é
              riflessione o pensata che tenga, sono cani da caccia di seconda scelta. Sulla timidezza , giuste le distinzioni, ci sono molti gradi di timidezza, in alcuni casi col tempo i cani ne perdono
              una gran parte e sono recuperati ma bisogna comunque stare attenti ma mi piacerebbe Maurizio conoscere le tue esperienze, i timidi vengono sempre dalla stessa parte o no ?? io ne ho visti dalle origini più disparate e non saprei determinare una linea di sangue da escludere. Se i cani poi diventano paurosi causa proprietario, non è il cane da escludere......... ma purtroppo siamo già in pochi..come braccofili
              Purtroppo confermo che ci sono stalloni di gran nome che non coprono in modo autonomo, io non li userei a nessun titolo.
              Riguardo a taglia e peso, non credo che basti dire non importa purché vada, a priori un cane pesante è penalizzato in montagna/collina rispetto ad uno più leggero soprattutto alla distanza, quindi ci sarebbe da domandarsi se è ancora auspicabile per il futuro della razza, ammesso che la si voglia continuare a salvaguardare soprattutto sotto l'aspetto funzionale venatorio,
              mantenere un massimale di 40 kg. che appare essere riscontrabile
              molto raramente e per lo più in soggetti non venatoriamente provati. Anche il troppo leggero ha delle controindicazioni, soprattutto sotto l'aspetto del tipo, certo non sul piano squisitamente venatorio.
              lucio

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              • VanVonVac
                ⭐⭐⭐
                • Mar 2005
                • 6162
                • Reggio Emilia, Emilia Romagna.
                • Bracco italiano Rosco di Montericco Ulisse di Casamassima

                #8
                <div align="center" id="quote2"><table class="quote"><tr><td class="quotetd"></td></tr><tr><td class="quotetd2"><span class="quotetext">Messaggio inserito da Massimiliano

                <div align="center" id="quote2"><table class="quote"><tr><td class="quotetd"></td></tr><tr><td class="quotetd2"><span class="quotetext">
                Dobbiamo sempre declassare i soggetti esili e con poca sostanza, mentre il grande bracco di antico stampo può rivestire un certo interesse in allevamento per l’espressione, il carattere, la tipicità in generale purché dimostri di essere avido, resistente e dinamico nell’impegno sul terreno.</span></td></tr></table></div align="center" id="quote2">

                Interessante questa affermazione.. dopo anni in cui si e' cercato l'allegerimento in virtu' di una maggiore dinamicita' adesso forse si cerca di tornare un po indietro? si e' forse in alcuni casi esagerato e perso qualcosa di buono per strada?

                </span></td></tr></table></div align="center" id="quote2">
                credo che con ciò si voglia tirare un freno alla direzione presa da molti ,con cani estremamente dinamici ma...con tutti i problemi che può avere una punto con motore ferrari,quando è ora di frenare.....si arriva lunghi..... e questo è , deleterio per la razza ,e si rischia di perdere quella parte di mercato venatorio, di gente che acquista bracchi in basi a capi saldi come ferma solida e riporto ,e poi si trova kurzhaar con pelliccia da bracco che non fermano e non portano....

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                • Lucio Marzano
                  Lo zio
                  • Mar 2005
                  • 30090
                  • chiasso svizzera
                  • bracco italiano

                  #9
                  dissento un po' dalla conclusioni di VVV,
                  per frenare bisogna vedere più i freni che il motore e a parità di velocità,a causa dell'inerzia, tanto più pesa il mezzo e tanto più sarà difficile fermarlo. Riguardo al resto ferma solida e riporto non credo che siano appannaggio nè dei cani pesanti nè di quelli leggeri ma dei cani buoni e il kurzhaar con qualsiasi pelliccia non può essere sinonimo di carenze nella ferma.
                  Mentre concordo con lui che troppo spesso la estrema dinamicità si accompagna a carenze di ferma e di raziocinio, specie quando questa dinamicità non può sfogarsi naturalmente ma è incanalata in andature imposte e non congeniali al soggetto .
                  lucio

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                  • Polcevera
                    ⭐⭐⭐
                    • Apr 2006
                    • 1101
                    • Genova, Genova, Liguria.
                    • Bracco italiano ''POLCEVERA'S''

                    #10
                    Ciao Lucio, sono daccordo con te. Riguardo alla taglia, un cane di 40 kg non sara' funzionale mai sotto l'aspetto venatorio.Ma sara'una carricatura anche in expo, e' ridicolo proporre cani da ferma tanto pesanti.
                    Cosi' facendo sono certo allontaneremo sempre di piu'il cacciatore a usare il nostro bracco. Oggi si trovano bracchi belli sani e con il motore potente,e non e' poco.Mi sembra assurdo dover fare dei passi indietro, teniamoceli stretti questi bracchi.
                    Riguardo la timidezza, sta attento perche'non e'che vengono sempre da una genealogia, ma vengono sempre ai stessi... Ho visto un allevamento....dei bracchi che dalla paura si arranpicavano sui muri dei box,e' sono rimasto stupito quando mi disse di averli usati in riproduzione.
                    Maurizio Sodini


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                    • enrico
                      ⭐⭐⭐
                      • Apr 2006
                      • 7098
                      • Casarza Ligure, Genova, Liguria.
                      • bracco italiano

                      #11
                      ciao Maurizio, vorrei un po misurare e pesare Frisco, dove trovo gli standar del bracco?





                      enrico
                      enrico

                      le opinioni personali sono come le palle.... ognuno ha le sue

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                      • Lucio Marzano
                        Lo zio
                        • Mar 2005
                        • 30090
                        • chiasso svizzera
                        • bracco italiano

                        #12
                        ENRICO,
                        vai sulla home page del sito ed a sinistra nelle rubriche troverai STANDARD
                        se non ti bastasse vai sul sito ufficiale della SABI
                        ed ancora sul sito dell'ENCI razze italiane
                        lucio

                        Commenta

                        • enrico
                          ⭐⭐⭐
                          • Apr 2006
                          • 7098
                          • Casarza Ligure, Genova, Liguria.
                          • bracco italiano

                          #13
                          grazie Lucio sempre disponibile.




                          enrico
                          enrico

                          le opinioni personali sono come le palle.... ognuno ha le sue

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                          • giuseppe

                            #14
                            Il bracco non potra' mai essere un cane snellissimo,l'ossatura e' robusta e cosi'anche le proporzioni generali,ma avendo un'andatura spigliata e non parossistica, non eccedendo dai 32 kl, sara'se accompagnato da passione un cane da caccia da gustare in pieno,riguardo alla caccia collina-montagna non credo debba avere problemi sempre che sia appassionato.Dove secondo me dovrebbe migliorare e'nel vizio di pistare,nella coda in movimento nella ferma in molti soggetti e nella labilita' della ferma stessa.Confermo che sono cani timidi,anche la mia e' affetta da timidezza che poi col tempo passa,ma un tantinello rimane sempre,forse puo'dipendere che le linee di sangue siano molto vicine e non essendoci ricambio possono avvenire casi frequenti di degenerazione come per gli inglesi quando la consanguinita' stretta partorisce cani con iride chiara,timidi o pazzoidi,colore di pezzature slavate.Purtroppo cani di ceppo sanguigno differente non si possono importare come fu' per il passato per le razze inglesi,agli esperti la cura auguri.

                            Commenta

                            • Lucio Marzano
                              Lo zio
                              • Mar 2005
                              • 30090
                              • chiasso svizzera
                              • bracco italiano

                              #15
                              Giuseppe posso dire che concordo con te nell'esposizione di alcuni problemi presenti nella razza ma non nella generalizzazione degli stessi, vi sono , è vero cani timidi, ma ve ne sono di carattere addirittura spavaldo, così come il pistare è un vizio che non tutti hanno, che può facilmente essere corretto e spesso dipende dal tipo di utilizzo che si fa , la ferma è in molti soggetti assolutamente solida e questi sono i soggetti da provilegiare in riproduzione.
                              La selezione deve appunto riprendere i soggetti dalle doti positive, purtroppo abbiamo poche linee di sangue e spesso si fa di necessità virtù, ma quando i difetti esposti da Giuseppe fossero macroscopicamente presenti, bisognerebbe non mettere quel cane in razza e se attenuati, badare che l'altro soggetto ne sia del tutto esente. Anche io situo fra i 30 ed i 34 kg (per i maschi) il peso dei soggetti ideali (salvaguardando dinamica e tipo) e credo sia il peso medio dei cani più rappresentativi (in forma lavoro)
                              lucio

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