Dove vogliamo andare ???
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A me mi sembra que il vero obiettivo dei competizione dovrebbe essere il respeto del tipo della razza e non solo la prodezza.Per esempio prima de la stagione di gare de Ursula un giudice a detto al mio conduttore : tranquillizzami ! un bracco trotta o corre? cosa se trotta non voglio vederlo.
Sull terreno sono meno ucelli , meno cacciatore , forse e il tempo de la" slow caccia" , non e piu il tempo della prodezza , ma quello di passare un bon tempo con su cane.Ultima modifica copper; 03-11-11, 10:58.sarahCommenta
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Non vorrei che si confondessero gli aspetti :
altro è rendere il bracco piu' dinamico e piu' adatto alle esigenze venatorie odierne ed altro è travisarne le caratteristiche.
Quali caratteristiche desideriamo mantenere , il trotto per esempio è caratteristica
che tutti i braccofili vogliono tutelare, ma quale trotto ??
quello molle dei soggetti che non hanno sufficienti capacità atletiche ??
quello spinto parossistico che si ottiene costringendo a trottare cani iperdinamici con coercizioni meccanico/elettriche ??
o quello naturale caratterizzato da una spinta potente con marcato tempo di sospensione ??? e questo trotto deve essere tenuto sempre o inframezzato da
tempi di galoppo e non solo nei ritorni e nelle zone già esplorate ??
Le caratteristiche morfologiche tradizionali del bracco come le vogliamo ? ( lo standard permette quasi tutto), si va a gusti (sempre nell'ambito dellostandard pero')
io preferisco soggetti che si situano nellla parte media dello standard per peso ed altezza. con caratteristiche tipiche di razza (giogaia, labbra, pieghe, grassella) presenti ma in misura ridotta per non diventare handiccapanti perché poco funzionali. Quindi secondo il mio gusto personale, morfologia da bracco, ma con caratteristche di razza non molto accentuata e tipicità di andatura ma non estremizzata nè malintesamente lenta e con poca presa di terreno.
La selezione, a mio modestissimo parere, si fa incrociando i soggetti migliori e piu' tipici e non con le scorciatoie (rinsanguando con razze piu' veloci per ottenere soggetti dinamici che poi con intenso uso di "attrezzi" trotteranno in modo esageratamente veloce e con evidenti rigidità di azione).
Quando nello stesso soggetto si notano vari aspetti, morfologici e di lavoro, (pelo raso, colore bianco prevalente, toraci carenati, ventri che risalgono decisamente, grasselle poco evidenti, orecchie attaccate alte, occhi troppo aperti,espressioni non dolci, trotti a battute frequentissime senza sospensione, testa rigidamente portata in avanti, assenza di tempi di galoppo per tutto il turno)qualche dubbio puo' anche venire.
Posso testimoniare che ci sono soggetti di sicura discendenza pura che
fanno fatica a trottare o lo fanno solo dopo un'oretta di caccia e se si vogliono mettere in prova questi cani è giocoforza "bragarli" perché in un turno di 15/20 minuti non trotterebbero mai naturalmente, ma è la qualità del trotto che fa la differenza.
Dinamica , intesa come capacità atletiche , senz'altro ma complementare alla mentalità cioé alla capacità di aprire dove necessario andando a coprire molto terreno e
specialmente le aree dove piu' probabilmente si trova la selvaggina evitando molti passi al conduttore e mantenedo con lui il "contatto" che è, sempre a mio modestissimo parere, dote irrinunciabile del bracco italiano.lucioCommenta
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La velocità è soprattutto una questione psichica e centra con la leggerezza solo perchè questa offre maggiori possibilità che l'idole si estrinsechi, sono invece più propenso a pensare che centra con la costruzione.
Secondo me bisogna selezionare cani leggeri, ma costruiti sul rettangolo che abbiano quindi la propensione al trotto per costruzione fisica e poi lavorare sul comportamento, cioè sull'indole, é inutile fare i cani quadrati, perchè sono più belli, creare loro una mentalità spinta per poi doverli imbragare per farli trottare e magari pretendere pure che abbiano corporature possenti. Si vogliono troppe cose nello stesso tempo e in contrasto fra loro.
Il peso è contrario alla dinamicità e in accordo con la fatica, non è vero che un cane leggero galoppa e basta è vero invece che farà meno fatica di uno pesante a qualsiasi andatura vada e in qualsiasi terreno.
Io non capisco, scusatemi, chi vuole il bracco dinamico e non è disposto a rinunciare ai chili, lavorare sulla mentalità mantenendo fisici in netto contrasto con la dinamicità è, a mio avviso, non solo antitetico, ma anche incline a un certo tasso di crudeltà.
A proposito vorrei tanto vedere il bracco italiano che trotta solo dopo 9 ore di caccia......
IvanCommenta
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mmmmh Paolo, sei un po' esagerato. Tutta una mattina a caccia (circa 5 ore) non ho visto galoppare nemmeno i setterssilvioCommenta
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dopo 9 ore ......vorrei vedere non solo l'andatura del bracco ma di qualunque cane, sempre che abbia cacciato e non sia andato a passeggio.
Quando il trotto ? quando il cane è stanco ? sarebbe riduttivo, passata una prima fase di sfogo, naturale in un soggetto in forma e pieno di passione, il bracco
trotterà nelle fasi di accertamento, compreso quelle di bordeggio degli sporchi e galopperà (con il galoppo da bracco, un galoppone lungo e morbido) nelle fasi di trasferimento e dove il terreno non rende il trotto eseguibile o lo rende poco
performante. Il bracco al trotto è piu' attento e concentrato e sbaglia meno.
Ma che sia un trotto atletico, con vigorosa spinta del posteriore (da qui il tempo di sospensione) e col capo nel vento alto e mobile a captare le emanazioni.lucioCommenta
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ahahah.... state proprio a cercare il pelo nel....... uovo!! a mio avviso la prevalenza di andatura per gli italiani da ferma DEVE essere il trotto,qualche fase di galoppo ci sta ogni tanto.... ma il contrario(qualche fase di trotto in una mattina di galoppo) non è accettabile! sempre a mio avviso è giusto avere un cane dinamico,ma la dinamicità non è inversamente proporzionale alla statura del cane...ma forse è meglio parlare di temperamento!?Commenta
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ok d'accordo con te, anche perchè è l'unica andatura estremamente redditizia, questa sì, che gli consente per davvero di andare a caccia tutto il giorno senza venir meno a quello che è lo stile nel lavorosilvioCommenta
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Se intendi per "temperamento" la passione , questa è indispensabile e non solo per il bracco, io parlerei di "mentalità" del cane da caccia, lo vedi andare anche al galoppo verso un bosco e raggiuntolo, mettersi al trotto a bordeggiarlo, nelle esplorazioni olfattive, quindi non qualche fase ma molte fasi. Chiaramente con il perdurare dello sforzo, parliamo di caccia non di prova, i tempi di trotto si accentueranno.
Ma è fondamentale che il trotto sai un'andatura voluta e non conseguente a carenze atletiche, altrimenti ....meglio il galoppo.lucioCommenta
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Non vorrei che si confondessero gli aspetti :
altro è rendere il bracco piu' dinamico e piu' adatto alle esigenze venatorie odierne ed altro è travisarne le caratteristiche.
Quali caratteristiche desideriamo mantenere , il trotto per esempio è caratteristica
che tutti i braccofili vogliono tutelare, ma quale trotto ??
quello molle dei soggetti che non hanno sufficienti capacità atletiche ??
quello spinto parossistico che si ottiene costringendo a trottare cani iperdinamici con coercizioni meccanico/elettriche ??
o quello naturale caratterizzato da una spinta potente con marcato tempo di sospensione ??? e questo trotto deve essere tenuto sempre o inframezzato da
tempi di galoppo e non solo nei ritorni e nelle zone già esplorate ??
Le caratteristiche morfologiche tradizionali del bracco come le vogliamo ? ( lo standard permette quasi tutto), si va a gusti (sempre nell'ambito dellostandard pero')
io preferisco soggetti che si situano nellla parte media dello standard per peso ed altezza. con caratteristiche tipiche di razza (giogaia, labbra, pieghe, grassella) presenti ma in misura ridotta per non diventare handiccapanti perché poco funzionali. Quindi secondo il mio gusto personale, morfologia da bracco, ma con caratteristche di razza non molto accentuata e tipicità di andatura ma non estremizzata nè malintesamente lenta e con poca presa di terreno.
La selezione, a mio modestissimo parere, si fa incrociando i soggetti migliori e piu' tipici e non con le scorciatoie (rinsanguando con razze piu' veloci per ottenere soggetti dinamici che poi con intenso uso di "attrezzi" trotteranno in modo esageratamente veloce e con evidenti rigidità di azione).
Quando nello stesso soggetto si notano vari aspetti, morfologici e di lavoro, (pelo raso, colore bianco prevalente, toraci carenati, ventri che risalgono decisamente, grasselle poco evidenti, orecchie attaccate alte, occhi troppo aperti,espressioni non dolci, trotti a battute frequentissime senza sospensione, testa rigidamente portata in avanti, assenza di tempi di galoppo per tutto il turno)qualche dubbio puo' anche venire.
Posso testimoniare che ci sono soggetti di sicura discendenza pura che
fanno fatica a trottare o lo fanno solo dopo un'oretta di caccia e se si vogliono mettere in prova questi cani è giocoforza "bragarli" perché in un turno di 15/20 minuti non trotterebbero mai naturalmente, ma è la qualità del trotto che fa la differenza.
Dinamica , intesa come capacità atletiche , senz'altro ma complementare alla mentalità cioé alla capacità di aprire dove necessario andando a coprire molto terreno e
specialmente le aree dove piu' probabilmente si trova la selvaggina evitando molti passi al conduttore e mantenedo con lui il "contatto" che è, sempre a mio modestissimo parere, dote irrinunciabile del bracco italiano.De Monte CristianCommenta
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se per "un po' più corridori" intendi piu' atleticamente dotati, sono con te, il trotto non puo' essere l'alibi di soggetti molli e con scarsa "mentalità" deve essere invece prerogativa tipica di razza anche per bracchi dinamici e pieni di passione, sempre che si voglia che il bracco sia un cane da caccia valido e competitivo.lucioCommenta
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Non vorrei che si confondessero gli aspetti :
altro è rendere il bracco piu' dinamico e piu' adatto alle esigenze venatorie odierne ed altro è travisarne le caratteristiche.
Quali caratteristiche desideriamo mantenere , il trotto per esempio è caratteristica
che tutti i braccofili vogliono tutelare, ma quale trotto ??
quello molle dei soggetti che non hanno sufficienti capacità atletiche ??
quello spinto parossistico che si ottiene costringendo a trottare cani iperdinamici con coercizioni meccanico/elettriche ??
o quello naturale caratterizzato da una spinta potente con marcato tempo di sospensione ??? e questo trotto deve essere tenuto sempre o inframezzato da
tempi di galoppo e non solo nei ritorni e nelle zone già esplorate ??
Le caratteristiche morfologiche tradizionali del bracco come le vogliamo ? ( lo standard permette quasi tutto), si va a gusti (sempre nell'ambito dellostandard pero')
io preferisco soggetti che si situano nellla parte media dello standard per peso ed altezza. con caratteristiche tipiche di razza (giogaia, labbra, pieghe, grassella) presenti ma in misura ridotta per non diventare handiccapanti perché poco funzionali. Quindi secondo il mio gusto personale, morfologia da bracco, ma con caratteristche di razza non molto accentuata e tipicità di andatura ma non estremizzata nè malintesamente lenta e con poca presa di terreno.
La selezione, a mio modestissimo parere, si fa incrociando i soggetti migliori e piu' tipici e non con le scorciatoie (rinsanguando con razze piu' veloci per ottenere soggetti dinamici che poi con intenso uso di "attrezzi" trotteranno in modo esageratamente veloce e con evidenti rigidità di azione).
Quando nello stesso soggetto si notano vari aspetti, morfologici e di lavoro, (pelo raso, colore bianco prevalente, toraci carenati, ventri che risalgono decisamente, grasselle poco evidenti, orecchie attaccate alte, occhi troppo aperti,espressioni non dolci, trotti a battute frequentissime senza sospensione, testa rigidamente portata in avanti, assenza di tempi di galoppo per tutto il turno)qualche dubbio puo' anche venire.
Posso testimoniare che ci sono soggetti di sicura discendenza pura che
fanno fatica a trottare o lo fanno solo dopo un'oretta di caccia e se si vogliono mettere in prova questi cani è giocoforza "bragarli" perché in un turno di 15/20 minuti non trotterebbero mai naturalmente, ma è la qualità del trotto che fa la differenza.
Dinamica , intesa come capacità atletiche , senz'altro ma complementare alla mentalità cioé alla capacità di aprire dove necessario andando a coprire molto terreno e
specialmente le aree dove piu' probabilmente si trova la selvaggina evitando molti passi al conduttore e mantenedo con lui il "contatto" che è, sempre a mio modestissimo parere, dote irrinunciabile del bracco italiano.Miguel CanaverdeCommenta
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Da un po' di tempo sto seguendo dal vivo alcune gare del bracco italiano, rimarcando sempre più l'evolversi delle naturali caratteristiche della razza che si avvicina in modo progressivo alle caratteristiche del bracco tedesco e qualche volta ancora di più, verso il pointer.
Anche morfologicamente il bracco stà cambiando, sempre più si vedono soggetti con il torace carenato, abbastanza stretto guardandolo anteriormente, cose che con la morfologia tipica del bracco italiano hanno ben poco a vedere. Eppure questi cani piacciono a molti giudici, ne esaltano le doti di grande apertura e le fasi di cerca (raramente al trotto).
Non sono certo i bracchi che io preferisco, la razza si stà trasformando con un indirizzo sempre più verso il "bracco leggero" di una volta.
Rimpiango a malincuore il possente "braccone" che pur rimanendo dinamico si muove con il suo caratteristico trotto poderoso, che anche se spinto rimane pur sempre piacevolmente armonico.
Che stà succedendo? Siamo in fase di trasformazione della razza? E' una evoluzione mirata a rendere il cane molto più dinamico di quello che era?
Oppure è l'immissione di altre razze che stanno variando la tipologia tipica del bracco italiano? Sono profondamente preoccupato, quello che riscontro sui campi non è più il tipico bracco, ma più che altro un bracpointer.
Allora è questa la strada da percorrere? Se così fosse sarei profondamente deluso, stiamo perdendo un patrimonio cinofilo-culturale molto importante.
Cosa ne pensate?
Io credo che hai esternato una situazione che si sta rilevando sempre più evidente. E giustamente non si sta parlando di gusti, in quanto, dentro lo standard attuale ci stanno soggetti grandi e soggetti piccoli, ma sempre "bracchi italiani".
Qua si sta parlando di toraci carenati, di groppe sempre più adatte a galoppatori, di scarse grasselle, e anche di altri particolari morfologici la cui presenza/assenza, anche se non comporta dei cambiamenti funzionali, servono ad identificare la razza. Ecco, queste sono le cose che, sia in un soggetto al limite alto dello standard, sia al limite basso, lo allontanano dalla definizione di bracco.
ti chiedi: siamo in una fase di trasformazione, o di immissione di sangue estero... non voglio neppure pensarci!
personalmente sono sempre stato dell'idea, e lo confermo anche in questa occasione, che tra le due variabili (permettimi il termine) morfologia-funzionalità, non bisogna abbandonarne completamente una a discapito dell'altra. Senza tornare ai soliti esempi estremi, io penso che sia corretto considerare più importante una delle due variabili (e ognuno deciderà quale delle due reputare più importante, dopo sarà il mercato che lo premierà o meno), senza perdere d'occhio l'altra, in altre parole essere disposto a perdere (con l'intento di migliorare nelle generazioni successive) qualcosa dell'una per non rischiare di perdere completamente l'altra.
Aggiungo anche che, oltre quella morfologica, penso si stia assistendo anche a una trasformazione psichica. I soggetti "troppo" nevrili non mi piacciono, con questo non voglio dire che mi piacciono i bracchi filosofi intesi nel senso negativo del termine, penso invece che l'ansia da prestazione dei proprietari/conduttori, per le gare, perchè ormai le prove non sono più verifiche ma gare, ha portato all'esasperazione certi atteggiamenti, chiamiamoli così, che a lungo andare potrebbero risultare negativi.
questo è il mio pensiero, anche se difficile da esternare attraverso uno scritto.
con affetto, ciaoGiorgio ZironCommenta
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