ex braccofilo ... ex cacciatore
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Il carniere sarà anche relativo, ma per me aveva una bella importanza. Mia madre, buonanima, cucinava i forcelli da tavola dell'Olimpo. Quando il cane me ne metteva in mano uno (specialmente uno di quei pollastroni settembrini che trasudano ciccia), già lo vedevo nel piatto, su un letto di riso bianco ma con un angolo intriso di intingolo. Acquolina in bocca. Quando mia madre passò a miglior vita, chi la sostituì non mantenne quel livello e devo dire che, contestualmente, il mio desiderio di caccia in montagna subì un certo tracollo.
Personalmente ritengo che il desiderio di mangiarsela sia una delle poche nostre giustificazioni per uccidere selvaggina come forcelli, cotorni e lagopedi. Se vogliamo essere sinceri, fagiani, starne e rosse di immissione ma ben acclimatati, nell'ambiente giusto, magari con una sporadica inflazione di quaglie della stessa provenienza e la fortuna di uno schizzo di lepre, costituiscono già una caccia da re. E che non dovrebbe generare rimorsi perché, senza l'intervento umano, quel tipo di selvatico, in quel luogo e in tali condizioni, semplicemente non sarebbe MAI esistito. E forse avrebbero scelto anche loro di esistere in quelle condizioni: sempre meglio che il nulla o l'allevamento di totale voliera con tirata di collo finale. Sarà perché forcelli e cotorni ne ho raccolti la mia parte? Forse. Ma mi par di ricordare che, in fondo alla coscienza, l'ho sempre pensata così.
Marco: lo dico con profondo rispetto per la tua opinione.
Confidando che il futuro ci porti sincera amicizia, cordialmente ti saluto.Ultima modifica salesman; 24-08-13, 14:00.Commenta
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.................................................. ... Ma quello che svettava su tutti era il campione assoluto LIR DEI RONCHI. Cane dei miei sogni, di una bellezza incredibile: raccolto, potente, di taglia molto contenuta, dal trotto martellante e velocissimo .................................................. .................................................. .
Cordialmente.
GrazieCommenta
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Mi spiace, io non ne ho. Il proprietario di LIR era il comm. Adanti di Fano ma ultimamente il cane lo teneva Walter Gioria di Borgomanero. Non so se l'avesse comprato. Per me la sola risorsa sarebbe ... Google
Spiacente di non poterLe essere d'aiuto.
Cordialità.
---------- Messaggio inserito alle 05:40 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 05:29 PM ----------
Provi a digitare quanto segue su Google:
"lir dei ronchi"
L'ho fatto io e qualcosa di interessante è venuto fuori. Se non altro, un sacco di informazioni su chi era, questo LIR. Non ho visto foto ma forse, risalendo dalle informazioni contenute nei link, qualcosa si può trovare. Lir fu definito la vera svolta dal vecchio bracco a quello moderno.
Cordialmente.Commenta
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La ringrazio.
Ecco il frutto delle mie rapide ricerche.
Da Continentali da ferma del dicembre 2012 (http://www.giornaledelbraccoitaliano...te-di-vigo.pdf) , nell'articolo di commemorazione di Rino Vigo, si apprende che Lir II dei Ronchi era di Rino Vigo e fu padre di Lord di Cesare Bonasegale.
Dal sito dedicato a Virginio Ridolfi,di Fano, pittore e addestratore di cani da caccia,in particolare quelli del sig.Enrico (sor Rigo) Adanti di Fano (http://www.virginioridolfi.com/Biografia.html) si apprende che un famoso e bravissimo Bracco italiano dell'Adanti si chiamava Lor dei Ronchi.
Dalla pagina fb della Sabi marchigiana,curata da Stefano Montesi,queste due belle fotografie in una delle quali il Bracco italiano fotografato potrebbe essere Lor dei Ronchi.Mentre nell'altra ci sono Virginio Ridolfi con Enrico Adanti e due Bracchi italiani:
---------- Messaggio inserito alle 07:13 PM ---------- il messaggio prcedente inserito alle 07:11 PM ----------
Ecco la prima foto citata sopra nel precedente post:
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lir dei ronchi
Non c'è dubbio che Adanti possedesse anche LOR dei Ronchi. Mi pare di ricordare che LIR fosse passato anche per le mani di Rino Vigo, e non solo perché suo dresseur.
Fra i (tanti, a questo punto) proprietari ci fu sicuramente anche Adanti, che riconosco nella foto. Lo dico con certezza perché partecipai con Pedro a una classica quaglie di Montepetrano. Adanti presentava entrambi (LOR e LIR) e la gara fu vinta da LIR. Ricordo che gli chiesi un cucciolo e che era presente anche Laganà, altro grosso braccofilo di allora. Sono anche sicuro che LIR fu per lungo tempo (forse finì i suoi giorni) presso Walter Gioria di Borgomanero. Allora con Gioria ero in termini confidenziali (all'origine mi aveva iscritto lui alla SABI), lo visitavo spesso, Pedro coprì una sua cagna producendo una copiosa figliata ... e LIR era lì. Gioria a quei tempi (fu DOPO Montepetrano) lo conduceva anche in gara.
Visto che cani selezionava il cav. Ciceri? Era titolare dell'affisso dei "Ronchi" ed espertissimo giudice cinofilo.
Peccato che di un cane come LIR non sia rimasta traccia fotografica. Sono certo che Gioria fece parecchie foto ... ma ... come fare?
Cordialmente.Commenta
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In Continentali da ferma si parla di Lir II dei Ronchi.Quindi,potrebbe ingenerarsi confusione tra i due bracchi.Comunque sia è sempre bello farsi una chiacchierata intorno ai cani da caccia.Vero?
Certo che conosco i Ronchi.Ho cominciato a leggere DIANA nel 1965/66.E i Ronchi e i Delle Forre eran spesso presenti nelle sue pagine. Ma anche i bracchi del dott.Laganà.
Paolo Ciceri l'ho conosciuto solo telefonicamente nel 1975 quando gli chiesi copia del suo libro "Il Bracco italiano".
SalutiCommenta
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No.Purtroppo non ho questo grado di conoscenza.
E' stato un tuo bracco? Parlane pure.Sarà un piacere.Commenta
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Magari! Perché, se avessi avuto una siffatta affermazione, certo avrei continuato coi bracchi. Luchino fu 4 volte campione italiano e credo che fosse già morto nel 1965, quando cominciai a interessarmi del BI. La ragione per cui lo cito spesso è che quel cane è stato una leggenda. Oggi molto del folclore di quei tempi è andato perso ma allora, tra i braccofili veri, cioè scontando invidie, gelosie e orgoglio professionale, credo godesse di pura venerazione. L'eco del suo valore -consistente soprattutto in un olfatto miracoloso- era arrivato anche all'estero e si diceva che il suo proprietario fosse stato invitato con lui in Inghilterra per ragioni cinofile. Si diceva anche che, qualche tempo dopo tale visita, fossero cominciati ad apparire dei pointer con la canna nasale montonina e con assi cranio facciali non troppo convergenti. Si diceva ... si diceva ... Ma io ci credo a questi si diceva, o meglio: credo che chi abbia conosciuto le doti olfattive di un bracco di quella levatura, anche se amatore convinto delle razze inglesi, non possa che averle invidiate. Perché ho le prove, benché basate solo su piccole esperienze personali, che l'olfatto del vero bracco italiano non può essere battuto da quello di nessun cane. Il mio Pedro era figlio di Ida del Luchino, a sua volta figlia di Luchino di Silvabella. Ida non era mai andata a caccia nel senso comune del termine, ma credo avesse catturato più selvatici lei girando per i campi del lodigiano che certi cacciatori in tutta la loro vita. Ora, ci sono cose tanto incredibili che uno non le racconterà mai e io di queste cose qualcuna l'ho vista da Pedro. E una, una sola, da sua figlia Diana. E credo che molti altri fortunati proprietari di un bracco super siano nelle mie condizioni: si tengono dentro dei segreti, forse anche perché tanto belli da non volerli condividere con nessuno. Chi mi parlava di Luchino, e sia chiaro che io per quel cane ho tuttora una venerazione e non desidero screditarlo in alcun modo, mi diceva che non godeva però di buona salute. Problemi intestinali, credo, che determinavano una certa incostanza di performance. Se si eccettuano alcuni problemi intestinali della prima estate di vita, Pedro godette di buona salute, ma anche lui soffrì di incostanza nella performance. Il mio amico fittavolo, quello nella cui aia Pedro alloggiava, diceva che a causarla erano state le monte, a suo dire troppo precoci. Quel mio amico, cacciatore di soli beccaccini, era un amatore del pointer ed aveva avuto un gran cane, vincitore anche di competizioni nella specialità. Drake, figlio di Raton de la Joyette. Quando, per una mia maledettissima impuntatura, si trovò a disporre di Pedro in ragione quasi esclusiva, faticò un paio di settimane a metterlo in riga. Ma poi, ragazzi, mi disse che lui un cane così non l'aveva mai visto.
Va be' ... potevo farla più breve, ma quando i ricordi si affollano all'uscita ...
Ciao a tutti.Commenta
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Buongiorno,
ho trovato il Luchino nel libro di Paolo Ciceri "Il Bracco italiano", pag 193,dunque:
1958,(per inciso avevo 7 anni), campioni lavoro,insieme a Lor dei Ronchi di Mario Buroni, allev.Paolo Ciceri c'è il nostro
LUCHINO DI SILVABELLA, B.it. maschio,nato il 17 aprile 1954 da Luchino del Gatto Rampante e da Flora di Silvabella, LOI CI 541/54, propr.Pozzi Arnaldo di Milano, allev. Giuseppe Ascè.
Non è finita.
Ho trovato anche un LIR DEI RONCHI, nato nel 1956. E poi campione assoluto nel 1967 LIR 2° DEI RONCHI, LOI CI 4109/61, maschio nato il 16.11.1960 da Dero 3° e da Misa Dei Ronchi, allev. Cav.Paolo Ciceri, propr.Gilberto Giordano.
Questa mattina con la storia può bastare[:D]
Ciao ciao[:-golf]Commenta
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Lir e Luchino
Il LIR che ho conosciuto io era senza dubbio LIR 2° DEI RONCHI.
Epoca d'oro e di transizione quella che ho vissuto allora, se nel giro di pochi anni si affermarono due campioni tanto diversi per stile come LIR e LUCHINO.
Luchino di Silvabella lo vidi la prima volta in gara a Cantù, credo nel 1958, opposto a Danzica dei Ronchi in una gara della Federcaccia su quaglie liberate. Due cani (anche la Danzica, detta Cecca, era più che super dotata) che in modi diversi avrebbero segnato il mio futuro. Chi fossero e che si chiamassero così lo scoprii, ricostruendo, solo molto dopo, nel 1966, un anno dopo aver cominciato ad interessarmi al BI. A quel tempo (1957 o 58) la mia famiglia si era trasferita momentaneamente a Cascina Amata di Cantù: per un anno dovetti rinunciare alla caccia in montagna, che avevo già praticato in Valtellina nei due anni precedenti, e che conoscevo già bene.
Sicché, una domenica di quell'estate brianzola, mi dicono che c'è una gara di cani nelle vicinanze: inforco il "Guzzino" e vado giù a vederla. Arrivo che si sta concludendo un turno di breton contro kurzhaar. Quello successivo vede contrapporsi i due BI di cui sopra. Due trottatori eccezionali: il Luchino con passi di due metri, l'altra un po' più martellante ma molto redditizia. Noto le distanze a cui fermano le quaglie e gli occhi mi schizzano dalle orbite. Entrambi esplicano una cerca ordinatissima, se pur diversamente congegnata. Allora c'era molta selvaggina in montagna e negli anni precedenti m'era spesso capitato di scovarne io coi piedi, mentre il mio velocissimo cane spaziava sul pendio a 300 metri da me. Intendiamoci: il cane era bravo, solo che di lì, dove stavo io, non era passato per nulla. Mi dico allora che, visto che la gamba ce l'ho buona e i selvatici so bene dove stanno, per me un cane così sarebbe l'ideale. In pratica mi vedevo già avanzare sulle sponde col mio bracco che perlustrava il terreno, diciamo, su una fascia di 50 metri sia a destra che a sinistra, realizzando così il massimo rendimento di perlustrazione su zona accidentata. Quel tipo di cerca ero destinato a non vederla mai da un mio bracco. Perché Pedro, 10 anni dopo quella gara, col suo trotto allungato alla Luchino, in montagna si sarebbe preso spazi da grande cerca. E io lo lasciavo fare, perché quando fermava ... fermava. Punto. Una ferma solidissima e comunque non ancora quella di cui ho parlato in un precedente messaggio (in altra discussione). Per quel tipo di ferma avrei dovuto attendere DIANA, sua figlia, e poi ancora, dopo molti anni, il breton TOM. Ma, a parte questo dettaglio sulla ferma che, vi assicuro, solo un pignolo come me poteva rilevare, con Pedro di selvatici sul sentiero o tra mirtilli e rododendri, i miei piedi non ne hanno mai più sfrullati. Ci fu invece un quasi scandaloso incremento di tiri su selvatici fermati, e di ... carniere.
Quella gara la vinse Luchino di un soffio, e vide punteggi da capogiro da parte di entrambi: mi pare di 6,7 quaglie a testa. La Danzica stava per vincere lei, ma il Luchino infilò due quaglie in finale di turno e giustamente prevalse.
Della Danzica avrei parlato dieci anni dopo col proprietario, il compianto Giuseppe Ceresa di Lodi. Per allora la Danzica correva sulle colline del paradiso canino già da 2 anni e a tenere alto l'onore della schiatta provvedeva sua figlia Norma. Cane di taglia medio-piccola, ordinatissimo ed addestratissimo. Padroneggiava un "terra" fulminante. Fermatrice e riportatrice di ogni tipo di selvatico. Divenni amico e discepolo di Ceresa e per anni fummo inseparabili. Pedro coprì Norma, nacquero 10 cuccioli e ne sopravvissero solo 2 (forse parvovirosi? quegli 8 morirono nel giro di 5 giorni dal parto). Fu una sciagura, perché i due superstiti furono fuoriclasse entrambi. E non fu l'unica: la successiva mi avrebbe convinto a lasciar perdere la cinofilia ufficiale.
Tornando a LIR e a LUCHINO: da come ho capito io la storia e il folclore che circondano il Bracco Italiano, LUCHINO rappresentava una tipologia dello Standard che si voleva al crepuscolo. LIR era invece l'opposto: il tipo che si voleva nascesse per affrontare il nuovo modo di concepire caccia e agonismo cinofilo.
Senza assolutamente volerlo paragonare a quei due giganti, lo stile del mio Pedro stava lì a metà.
Caro Giampaoletti, gli esiti del nostro dialogo mi danno la sensazione che tu conosca (non so se condividendole) le problematiche a cui ho accennato. Cosa dici, il bracco odierno è più LUCHINO o più LIR? Io certo non ne ho la più pallida idea: sto fuori da gioco e platea da quasi 50 anni. Sarei grato a te, o a chi si volesse prestare, per un ragguaglio sulla situazione odierna: chi sono i grandi cani di oggi e quelli del passato recente, quali sono le mete della braccofilia odierna. Magari con un messaggio privato, se si ha la sensazione che questi argomenti, certo per voi triti e ritriti, possano diventare stucchevoli per la compagnia del sito. La preparazione di base ce l'ho, quindi mi basteranno veramente poche righe e alcuni nomi, dopodiché mi arrangerei io a cercare i dettagli.
Grazie a tutti e cordiali saluti.Ultima modifica salesman; 25-08-13, 14:39.Commenta
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Carissimo,
credo che il modo migliore per comprendere la situazione attuale del Bracco italiano e dello stato della razza sia quello di assistere alle prove e ai raduni rendendosene personalmente conto, senza mediazione alcuna.Tanto più tu potrai fare il confronto coi bracchi dei tuoi ricordi.
Io ,poi, non ho alcun titolo per relazionare in merito.
Chiaramente la lettura dei testi più recenti può aiutare molto in questo senso.Se non ne conosci i titoli fammelo sapere.
Anche qui nel forum troverai interessanti discussioni sullo stato della razza,ahimè troppo esigua sul piano numerico, sulla dinamicità, sul trotto,sul trotto/galoppo, sulla taglia, sulla genetica,sugli standard e così via.
Visitando, poi, il sito della SABI potrai leggere le relazioni dei giudici sia di prove di lavoro che di esposizione e vedere la foto-gallery.Commenta
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Al momento, purtroppo, non ho possibilità di assistere a competizioni. Le vie che indichi mi sono note. Desidererei tuttavia iniziare col parere di un appassionato: assolutamente non vincolante, ciò è chiaro.
Non mi interessano le classifiche di bellezza, se non come complemento di un campionato di lavoro (Ch lav --> Ch ass), perché allora diventano interessantissime.
Non so, tipo: "I cani che mi sono piaciuti sono questi: A B C D E (cinque nomi, toh). Dei quali credo che i più grintosi siano (o siano stati) C ed E.
Potrebbero bastare 3 righe in tutto: mi farebbero risparmiare mesi di ricerche, facilitandomi enormemente il cammino.
Se poi a rispondere fosse più di uno, sarebbe come andare a nozze.
O, facendo e chiedendo i nomi, sto forse violando qualche regola del forum? Se è così, per cortesia avvertitemi. Anche se, a questo punto e con quello che ho scritto, sarei già nei guai sino al collo.
Saluti.Commenta
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