Lorenzo Tornieri braccofilo ante litteram

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Valerio
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    #1

    Lorenzo Tornieri braccofilo ante litteram

    Questo è una parte del poemetto "Caccia alle Quaglie" composto dal conte vicentino Lorenzo Tornieri nella seconda metà del XVIII secolo. Molti di voi lo conosceranno sicuramente, è presente anche nel sito nella sezione documents. Credo che ci sia un bel riassunto poetico, seppur non completo, dello standard di lavoro e di quello morfologico del nostro attuale bracco italiano. Commentate gente, commentate!


    <center>
    Sciogli allor de’ tuoi cani il più maturo,
    Che le Primavere abbia già scorso,
    Sull’orme accorto, nel fiutar securo,
    Che non ritardi o s’abbandoni al corso:
    Agil di corpo sia, di pelo oscuro,
    Ma dissimile macchia orni il suo dorso,
    Non tema gelo o sol, non tema rischio,
    Ed obbedisca alla tua mano e al fischio.
    Abbia nerboso il pietto, il piede basso,
    Sia largo di narici, ed orecchiuto;
    Mova sì lieve e con insidia il passo,
    Che non oda il romor l’augello astuto.
    All’improvviso poi resti qual sasso,
    E un piè sospenda della preda al fiuto;
    Abbia l’occhio seren, lo sprone ai piedi,
    Né ricusi lavor quando lo chiedi.
    La tua rete già posta in apparecchio
    Tu porta allora in un volume avvolta.
    E se voce d’augel giunge all’orecchio,
    Sospendi il passo ed avveduto ascolta.
    Ti guidi il can, che nel lavoro è vecchio,
    Ove nutre il terren l’erba men folta,
    Ove difeso dal calor del giorno
    Un comodo all’augel offre soggiorno.
    Il passo intanto, e il movimento spia
    Del tuo fedele a compiacerti inteso:
    Se nel vario cammin segna allegria,
    Se muove il pié nell’odorar sospeso.
    Se sull’orme ritorna , ove fu pria,
    Se porta il ventre basso e il collo steso,
    Infin che immoto sulle piante stando
    Con meraviglia tua serve al comando.
    Allor che sull’augel fermo rimane
    Alla quadrata rete dà di piglio:
    Convien che dieci passi t’allontane,
    E sia compagno all’opra il tuo famiglio:
    Così t’affaccia a poco a poco al cane,
    Che sulla preda tua non batte ciglio.
    Ma chiede il lino che lo copra; e poscia
    Il capo china, e sul terren s’accoscia.</center>

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